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Autore: _faby_    28/06/2008    5 recensioni
"E’ facile volare se si dispone di un paio d’ ali. Tu hai solo bisogno di qualcuno che ti aiuti ad aprirle, Hina-chan!" [Naru/Hina]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Origami.

Origami.
- Capitolo Unico -


C’era qualcosa di strano nel vento. Lo avvertiva mentre girava lentamente il viso verso la strada, o mentre l’aria le scompigliava silenziosamente la chioma corvina. Il viale era vuoto, eppure a ogni secondo le sembrava di avvertire un rumore di passi. Non era più abituata a passare del tempo da sola da quasi tre anni, ma quel giorno le era stato come imposto.
Ci sono situazioni in cui il silenzio può essere più fragoroso dello stesso rumore, e quello ne era un esempio. Esaminò i dintorni con lo sguardo per qualche altro secondo, prima di riportare gli occhi nivei sulla sua attuale occupazione: un quadratino di carta color topazio.
Prese a fletterlo celermente, ma con un’attenzione ammirevole.
Una piega, un’altra e poi un’altra ancora; fino a quando il foglietto non assunse una forma compatta. Hinata sorrise, posando il suo operato sul palmo della mano destra.
Gli origami erano un passatempo perfetto.
Adorava starsene seduta a creare piccoli animali di carta, anche se normalmente ad affiancarla c’erano i suoi compagni di squadra. Sospirò: in quelle giornate grevi nemmeno l’ombra di un albero poteva attenuare quell’afa insopportabile. Si passò il dorso della mano sulla fronte, asciugandosi le piccole gocce di sudore che vi si erano formate. Le sarebbe piaciuto distrarsi, in modo da non fare caso a quel caldo asfissiante: ma né Shino né Kiba erano lì.
Se non avessero avuto i loro impegni, probabilmente in quel momento l’avrebbero spalleggiata.
L’Inuzuka l’avrebbe supplicata di fargli un origami a forma di cane e Shino l’avrebbe rimproverato, ricordandogli che a casa ne aveva una decina che differivano solo per il colore.
Si lasciò sfuggire un risolino; smorzato, nonostante fosse sola.
Era talmente meticolosa da mantenere le sue pose eleganti in ogni circostanza.
Ed eccolo, di nuovo quell’estenuante frastuono simile a dei passi.
Scosse la testa, convinta che si trattasse nuovamente della sua immaginazione: dopotutto, pensandoci in modo razionale, nessuno sarebbe tanto stupido da passeggiare sotto il sole cocente.
Riprese a maneggiare la piccola gru che ancora teneva tra le mani.
Ed ecco che si poteva definire completa!
“Finito.” Mormorò tra sé, appagata dal risultato quasi perfetto.
“Cosa hai finito, Hinata?”
Si sentì pietrificare, non appena quella voce fu giunta alle sue orecchie.
Il volatile cartaceo scivolò dalle sue mani, ricadendo sulla felpa viola pastello su cui era accomodata. Il suo viso assunse un colore carminio, mentre alzava lentamente lo sguardo sulla persona che le si parava davanti.
Strabuzzò gli occhi, iniziando a respirare con un certo affanno, non appena ebbe la conferma visiva di chi aveva di fronte.
“Hinata, ti senti bene? Non hai una bella cera.” Il ragazzo si piegò sulle ginocchia, prendendo a fissare la Hyuga con una certa apprensione.
“N-Naruto-kun…” Chinò istintivamente il viso, non riuscendo a reggere lo sguardo turchino del biondo su di lei. Non poteva crederci, l’ultima persona che si sarebbe aspettata di incontrare ora era lì, a poco più di un metro da lei, e la stava guardando; ma, cosa più importante, erano completamente soli in una strada isolata. Doveva essere un colpo di fortuna! Ma allora perché sentiva il ragazzo chiamarla con una certa angustia? Non era difficile da immaginare:
Un po’ per il calore, un po’ per la sorpresa e l’imbarazzo, la povera Hinata era finita col collassate.

“Così, questi sono Origami.” Ci erano voluto un bel po’ di strattoni, uniti ad una decina di richiami, ma alla fine Naruto era riuscito a far riprendere la ragazza.
“S-si.” Rispose timidamente Hinata. Proprio non riusciva a stare tranquilla con l’Uzumaki seduto accanto a lei che si gingillava con una delle tante gru di carta che aveva fatto.
“Che belli! Sei davvero brava, non credevo ti piacessero queste cose.” La ragazza sobbalzò imbarazzata, assumendo nuovamente un colore rossastro. Prese a giocherellare con le dita con insistenza, cercando di placare l’ansia con quel gesto schivo.
“G-grazie Naruto-kun. M-ma non sono… non sono niente d-di speciale.” Sfortunatamente quel balbettare tradiva una forte emozione, ma Naruto non sembrava accorgersene.
L’Uzumaki sorrideva come un ebete, credendo che quel suo modo di fare fosse usuale; non era un tipo abbastanza accorto per presentire di certe cose. Tornò con lo sguardo sulle piccole opere sparpagliate al suolo, assumendo, dopo pochi secondi, un’espressione interrogativa.
“Come mai questi origami ritraggono tutti delle gru?” Chiese curioso.
Hinata sobbalzò leggermente.
Non credeva che si sarebbe interessato ad un dettaglio così irrisorio.
“Bè… i-in effetti… c’è un m-motivo preciso. E-ecco…” Le sue motivazioni le sembravano così stupide; proprio non sapeva se rivelarle a Naruto, ed iniziò a tormentarsi le dita per l’ennesima volta.
“Davvero? E di cosa si tratta?” Il biondino sembrava stranamente interessato, o almeno così le parve. Avvampò nuovamente, iniziando a guardare in altre direzioni.
“N-non so s-se… bè, no-non è una cosa rilevante e…”
“Non vuoi dirmelo?” l’interruppe l’Uzumaki, amareggiato. Hinata lo guardò, stranita. Possibile che si interessasse così tanto a ciò che pensava? No, probabilmente stava solo cercando di portare avanti una qualche specie di conversazione.
Chiuse per un istante gli occhi, ispirando profondamente nel tentativo di placare l’ansia.
“M-mi prometti di non… di non ridere?” Domandò titubante, osservandolo da sotto la frangia scura.
Sul volto di Naruto si disegnò un sorriso di approvazione, il più dolce che avesse mai mostrato ad Hinata: eppure questa volta la ragazza non arrossì.
“Certo che te lo prometto! Non riderei mai di qualcosa che ritieni importante!” Dichiarò, alzando la mano destra come per fare un giuramento.
“Grazie…” Mormorò la piccola Hyuga, mentre si portava una ciocca di capelli dietro un orecchio.
“Devi sapere, che questi sono gli origami in cui mi rispecchio meglio…” Iniziò, prendendone uno tra le mani. Rimase stupita dal fatto che non aveva balbettato nel pronunciare quella frase, e ne approfittò per continuare.
“La carta è facile da piegare a proprio piacimento, da strappare… proprio come me.” Seguitò, cercando di non farsi abbattere da quelle parole. Sollevò la gru, aspettando che il vento si levasse. Naruto sembrò accigliarsi: non credeva che Hinata soffrisse ancora di complessi di inferiorità.
Scosse la testa, osservando il volatile che si innalzava leggermente dalle mani della ragazza, per poi essere trascinato al suolo dalla corrente.
Hinata osservò tristemente la scena, mentre l’Uzumaki sembrò non comprendere quel gesto.
“Gli uccelli fatti di questo materiale non potranno mai spiccare il volo, ma… vorrei tanto assistere ad una scena simile. Sarebbe la dimostrazione che tutto è possibile, anche per una persona… fragile, esattamente come lo sono io, e…” Spezzò improvvisamente la frase, voltandosi leggermente verso Naruto. La guardava, sorpreso. Probabilmente aveva esagerato: ora l’avrebbe presa per pazza!
Chinò istintivamente il viso, non riuscendo a reggere quell’espressione attonita che ora gravava su di lei come un macigno pesantissimo. Era riuscita a buttare all’aria l’unica occasione che aveva per farsi notare dal suo idolo. Quello si che sarebbe stato il momento opportuno per sprofondare.
“S-scusa… fai come se non ti avessi detto niente! S-sei libero di ridere se vuoi, capirò. Mi rendo conto che è una cosa veramente stupida e poi… e poi… eh?” Il suo tentativo di rimediare si era rivelato vano, o forse non era stato affatto necessario. Il biondo aveva ripreso a sorriderle.
Ed eccolo lì, di nuovo di fronte a lei che le porgeva gentilmente una mano per aiutarla ad alzarsi.
“Ho detto che non avrei riso, no? Mantengo sempre le mie promesse, dovresti saperlo. E poi…” Hinata aveva accettato timidamente il suo aiuto, e ora si ergeva un po’ imbarazzata davanti a lui.
Naruto si portò le mani dietro alla testa con menefreghismo, dandole le spalle e iniziando ad incamminarsi lungo il viale, facendole poi segno di fare lo stesso.
“…Non mi sembra una cosa divertente, anzi...” Continuò, non appena la ragazza, dopo aver raccolto le sue cose, l’ebbe raggiunto. Lo guardava sollevata, felice di quello che le aveva detto.
Ma ora? Dove la stava portando?

“M-ma Naruto-kun… ci vuole ancora molto?” non che la ragazza fosse stanca, ma era estremamente curiosa di sapere dove la stava conducendo.
Naruto si limitò a ghignare: d’altronde, era la stessa cosa che aveva fatto nell’ultimo quarto d’ora.
Hinata si incupì: tra non molto sarebbe stato il tramonto, e l’Uzumaki non sembrava avere intenzione di rivelarle nulla fino a quando non fossero arrivati a destinazione.
Trasalì improvvisamente. Era di nuovo soli e per lo più lontani dalla periferia, quindi era certo che nessuno li avrebbe disturbati. Forse avrebbe dovuto approfittare di quell’occasione; ma con che coraggio gli avrebbe rivelato i propri sentimenti? Non era di certo la prima volta che si presentava un momento propizio; era probabile che sarebbe finita nuovamente con lo svenire per l’emozione.
“Ecco, siamo arrivati!” Gridò improvvisamente il ragazzo.
Hinata trasalì, risvegliata dalle sue fantasticherie da quelle urla esagerate.
“D-dove siamo arrivat…?” Si bloccò, non appena si rese conto del luogo dove si trovavano.
“Siamo sulla collina più alta di Konoha!” Rispose immediatamente, girandosi verso la ragazza.
La Hyuga era meravigliata, ma confusa. A cosa era servito portarla fino a li?
“Hinata, vieni qui vicino a me.” Le intimò lui. La ragazza arrossì vistosamente, iniziando a sudare freddo. Possibile che tutto stesse realmente avvenendo?
Avanzò con passo incerto e a capo chino, fino a quando non gli fu di fianco.
“Puoi darmi uno dei tuoi origami, per piacere?” Fece, alzando una mano.
Hinata sobbalzò; qualunque cosa avesse intenzione di fare, non era quello che sperava lei.
Sospirò rammaricata, prendendo lentamente una delle gru da sopra la felpa - che teneva tra le mani- e gliela porse.
Naruto l’afferrò con decisione, iniziando a squadrarlo per alcuni secondi.
“C-cosa vuoi fare?” chiese, cercando di apparire interessata.
“Vedrai!” Ghignò lui, guardando la zona panoramica che aveva dinanzi. Iniziò a disfare celermente la piccola scultura di carta, fino a quando non divenne nuovamente un quadratino.
“Ma cosa…?” Cercò di chiedere, ma Naruto le fece segno con il dito di fare silenzio.
L’Uzumaki iniziò a rimontare l’opera, ma con qualche modifica.
Dopo pochi attimi alzò trionfante un aeroplanino di carta, mostrandolo alla ragazza.
“Non capisco…” confessò la moretta.
Naruto fece una faccia contrariata, ma non si scompose.
Avanzò verso l’inizio del dirupo, osservando sorridente il sole che incendiava l’orizzonte con il suo placido tramontare. Una scena terribilmente romantica, o almeno così era per la ragazza.
“Osserva Hinata!” Urlò, lanciando l’oggetto, che iniziò a volteggiare guidato dal vento, in direzione del villaggio.
La Hyuga guardò la scena, meravigliata.
Non sarà stato un origami, ma era pur sempre un pezzo di carta che si levava in volo con le proprie forze… e questo le bastava per essere contenta.
“Hai ragione, la carta può essere plasmata a proprio piacimento... Ma ciò non vuol dire che sia un male!” disse lui, portando lo sguardo sulla ragazza, sorridendole.
“E’ facile volare se si dispone di un paio d’ ali. Tu hai solo bisogno di qualcuno che ti aiuti ad aprirle, Hina-chan!” Concluse, fiero di quel meraviglioso discorso.
“H-Hina-chan?” sussurrò la ragazza, colpita.
Sentì le lacrime iniziare a farsi spazio nei suoi occhi, ma non le asciugò.
Era commossa da quel gesto tanto dolce, e non voleva nasconderlo.
Mai come in quel momento aveva apprezzato Naruto, che con un modo di fare tutto suo era riuscito a dimostrarle una cosa davvero importante: e lo aveva fatto esclusivamente per lei.
Le gocce salate che si riversavano sul suo viso non erano altro che un segno di apprezzamento nei suoi confronti, e Naruto parve coglierne il significato.
Le sorrise, e lei fece lo stesso.
Insieme al sole erano anche tramontati i suoi dubbi.
Si sarebbe impegnata, e anche lei sarebbe riuscita a volare via dal nido: e sarebbe stato lui a darle la forza e il coraggio di farcela!
“Arigatò, Naruto-kun!”






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Ed ecco la mia primissima Naru/Hina, ma credo che sarà l'ultima ò.ò Come sapete io sono una Kiba/Hina convinta! xD Comunque ci tengo davvero a questa fic, quindi ci terrei a sapere cosa ne pensate *_* Commentate, please ;P
  
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