PROLOGO

Ciao, questa storia parla di me , Asia, una ragazza come tante, con sogni, speranze e problemi.
Vi starete chiedendo perché il nome Asia:mia madre è una famosissima dottoressa che lavora in territorio asiatico e, oltre a stare là per lavoro, lo fa perché ama quella terra e ha deciso di chiamarmi così.
La mia famiglia è molto divisa: i miei si conoscono e amano da 20 anni come se fosse il primo giorno, ma per lavoro, sono sempre in viaggio e rimango io da sola nel nostro appartamento romano, in compagnia del mio cagnolino Charlie.
Sono passati due anni ormai e ogni giorno che passa mi sento più sola: mia madre non c’è più, il cancro me l’ha portata via, anche se a volte mi piace pensare che lei sia lassù a guardarmi in ogni momento della mia vita.
Mio padre ha avuto così la fantastica idea di farmi trasferire in America da lui, in modo da stare insieme come una famiglia “felice” ed unita.
Qualsiasi normale ragazza non vorrebbe trasferirsi per non lasciare le sue amiche o il suo fidanzato, ma io no. Io sono diversa. Ho a malapena due amiche e non ho mai baciato un ragazzo, e la cosa è inquietante dato che ho quasi 17 anni! Ma in fondo chi vorrebbe un disastro come me? Sono bassina e magrissima; non ho degli occhi azzurro cielo, i miei sono marroni scuro, senza luce; non sono una bionda dai capelli lisci come Barbie, ho i capelli neri, senza colore, e ricci, intrigati. E forse proprio i miei capelli rispecchiano la mia anima: intrigata nei miei pensieri e nelle mie aspettative.
Ma non sono una situazione così irrecuperabile. Riesco bene nella ginnastica artistica, che penso sia l’unica cosa che mi venga in modo eccellente, e spontaneo, perché non c’è momento in cui mi sento più libera che quando salgo su quella trave e svolgoil mio esercizio fino in fondo, con la consapevolezza che sto inseguendo il mio sogno.