Fumetti/Cartoni americani > X-men
Ricorda la storia  |      
Autore: darkronin    11/03/2014    0 recensioni
Song-Fic collocata tra i capitoli 41 e 42 di Rien ne va plus (all'interno della saga L'ira degli eroi).
I pensieri e la disperazione di Rogue per quanto successo al Triskelion, l'abbandono/tradimento di Gambit, la probabile combutta con Sinistro.
Di chi puiò fidarsi davvero? Qual è la verità dietro alla scomparsa del cajun?
Una vecchia canzone aiuta i sentimenti più intensi a venire allo scoperto, scavando una strada di dolorosa consapevolezza nella mutante.
(ma non avrete risposte su che fine ha fatto Remy)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna Raven/Rogue
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gambit l'aveva abbandonata.
Nella migliore delle ipotesi.
Nella peggiore, l'aveva usata e tradita.
Nella più disgraziata e catastrofica, lui era stato solo una vittima. Vittima sua e inconsapevole marionetta di suo padre, quel gran bastardo che era Essex.
Rogue lo odiava.
Rimase da sola a lungo, cullandosi nel proprio abbraccio. Cosa ne era stato davvero di Remy?
Le era sembrato così sincero che la sola idea che lui l'avesse tradita le sembrava inconcepibile.
Eppure, per esperienza, sapeva che era anche la soluzione più probabile. Solo lei non voleva vedere quello che era sempre stato davvero il cajun.
Non voleva perché avrebbe dovuto ammettere la propria superficialità, la propria debolezza. E non c'era nulla di peggio, per una persona forte come lei, di dover scendere a patti col lato debole di se stessi.
E lui lo sapeva.
Nathaniel o Remy. Uno dei due (o tutti e due) lo sapeva.
E se sapeva che lei non avrebbe mai accettato di indagare sul proprio punto debole, forse voleva dire che Remy l'aveva davvero tradita. E ingannata, per tutto quel tempo.
Non doveva pensarci, non voleva.
Si stropicciò gli occhi e su una sedia accanto al letto vide il proprio bel vestito, piegato accuratamente anche se lacero e sdrucito. Le scarpe, abbinate e graffiate irreparabilmente, stavano composte per terra, lì accanto, addossate al muro. Sulla stoffa vellutata erano adagiati i guanti di pizzo, il famigerato bracciale che scintillava ora di una luce sinistra e la sua pochette, l'unica cosa che si fosse conservata in modo quasi accettabile.
L'afferrò sapendo esattamente cosa cercare al suo interno. Aveva bisogno di una sola cosa, quando era così nervosa. O depressa. Doveva calmarsi e sfogarsi al tempo stesso.
Estrasse il lettore mp3 e lo trovò avvoltolato dalle cuffie, proprio come l'aveva riposto la sera prima.
Srotolò il cavetto, indossò le auricolari, fece partire in modalità random, quindi si raggomitolò sul materasso, sperando che la musica potesse conciliarle il sonno

I don't wanna talk

about the things we've gone through
though it's hurting me
now it's history
[Io non voglio parlare / delle cose che abbiamo attraversato / anche se mi fa male / ora è storia]

Un pianoforte delicato ma deciso arrivò come uno sprimacciamento d'ali angeliche. Erano tante gocce d'acqua cristallina che si infrangevano su verdi foglie in una giornata estiva. C'era serenità.
Il coro che si levò sembrò abbracciarla e confortarla, invitandola a lasciarsi andare. La donna sembrava rivolgersi direttamente a lei, esponendole i suoi stessi pensieri.

I've played all my cards

and that's what you've done too
nothing more to say
no more ace to play
[Ho giocato tutte le mie carte / e questo è quello che hai fatto anche tu / non ho altro da dire / non ho più assi da giocare]

Sì, ormai era tutto andato. Non si poteva tornare indietro. Quale che fosse la realtà...
Remy, il suo bel francese dagli occhi simili a tizzoni ardenti. Tanto paziente quanto irritante e invadente. Sorrise al ricordo dell'uomo. No, non poteva averla tradita. Ne era certa. Ma ne era certa perché era innamorata o perché era un dato oggettivo? Doveva ammettere che era più la prima della seconda...

The winner takes it all

the loser standing small
beside the victory
that's her destiny
[Il vincitore prende tutto / il perdente si fa piccolo / accanto alla vittoria / questo è il suo destino]

Chi ne era uscito vincitore da quella giornata? Non lui, non lei. Erano entrambi sconfitti. Chissà se l'avrebbe mai rivisto? Era morto davvero?
Quasi riusciva a tollerare meglio quel pensiero dell'idea del tradimento.
Eppure era stato strano, nell'ultimo periodo. Era sparito, era andato da Essex... e l'aveva evitata. Che si sentisse in colpa per il piano che aveva in mente? Perché già progettava di usarla? no... non poteva essere...

I was in your arms

thinking I belonged there
I figured it made sense
building me a fence
building me a home
thinking I'd be strong there
but I was a fool
playing by the rules
[Ero tra le tue braccia / pensando di appartervi/ Immaginavo che avesse un senso / costruirmi un recinto / costruirmi una piccola casa / pensando che sarei stata forte là / ma ero pazza / a giocare rispettando le regole]

Si strappò le cuffie di dosso e, con un gesto violento, scagliò tutta l'apparecchiatura il più lontano possibile. Ma, dannazione, aveva dimenticato di spegnerlo. Le note le arrivavano ancora, seppur ovattate.
Era vero, era tutto vero! Lui l'aveva usata, doveva farsene una ragione, aprire gli occhi, smetterla di cullarsi nell'idea di un amore che non c'era mai stato e che non avrebbe mai avuto futuro. Farsi una famiglia? Ma chi, lei? Si era proprio rimbecillita a poter anche solo pensare che una cosa simile potesse essere possibile.
E come una stupida si era gettata tra le sue braccia. Aveva resistito tanto a lungo e poi era capitolata nel giro di pochi giorni, come una qualunque donnetta.
Lei sperava e lo assecondava, secondo le regole del corteggiamento, mentre lui usava quelle stesse regole per creare una cortina di fumo attorno alle sue vere intenzioni: voleva confonderla, abbagliarla, stordirla... voleva che si perdesse in una nebbia di menzogne costruite ad arte.

The gods may throw a dice

their minds as cold as ice
and someone way down here
loses someone dear
[Gli dei possono lanciare un dado / a loro mente è fredda come il ghiaccio / e qualcuno quaggiù / perde una persona cara]

Che crudeltà. Se davvero c'era un Dio, che tutto vedeva e tutto giudicava, come poteva essere così spietato? Come faceva Kurt a credere a tutto questo? Era convinta fosse troppo comodo contare sempre su altri, nel bene e nel male, per le proprie disgrazie. Lei era l'unica responsabile della fiducia data a un imbroglione. Lei e nessun altro. Non c'era nessuno da incolpare o da ringraziare. Ciascuno è artefice del proprio destino. E lei si era scavata la propria fossa. Avrebbe dovuto lavorare per cambiare quel maledetto bugiardo, non poteva solo sperare che, dall'alto, per qualche oscura ragione, qualcuno avresse dovuto premiarla. Premiarla per cosa?

The winner takes it all

the loser has to fall
it's simple and it's plain
why should I complain
[Il vincitore prende tutto / il perdente deve cadere / è semplice e chiaro / perché dovrei lamentarmi]

No, la colpa era sua, era semplice. Non si era impegnata abbastanza e si era scelta, per altro, una situazione impossibile dopo l'altra. Quanto al suo potere, quello era un semplice difetto genetico: come la biologia evolutiva le aveva insegnato, l'evoluzione procede con salti avanti a casaccio e solo in un secondo tempo la selezione naturale decreta quali siano i mutamenti vincenti. Il suo, di certo, non lo era. A meno che, lei stessa, non riuscisse a scavarsi una nicchia all'interno del mare evolutivo.

But tell me does she kiss

Like I used to kiss you
does it feel the same
when she calls your name
[Ma dimmi, lei ti bacia / come ti ho baciato io / Provi lo stesso / quando lei chiama il tuo nome]

Un pensiero, improvviso come un lampo. Belladonna, la donna a cui Remy era stato legato a un vincolo più sacro del matrimonio, la sua migliore amica e sua moglie, forzati a un patto di pacificazione tra la confraternita dei ladri e quella degli assassini, novelli Romeo e Giulietta dei banditi.
E se questo piano assurdamente complicato che la vedeva sconfitta avesse riguardato anche lei, la bionda assassina dei Bordeaux? Se non l'avesse mai davvero abbandonata? Se fosse stata tutta una messinscena per rendere credibile il suo abbandono della setta per infiltrarsi tra gli X-men? Se la loro non-relazione non fosse stata altro che una patetica copertura?
Sicuramente si era pentito di aver lasciato Belladonna, la bella, provocante, accattivante e accomodante assassina per seguire una donna impossibile come lei, una rozza contadina violenta.

Somewhere deep inside

you must know I miss you
but what can I say
rules must be obeyed
[Da qualche parte nel profondo / Tu devi sapere che mi manchi / ma cosa posso dire / le regole vanno rispettate]

Brutto bastardo! Non si vergognava? Neanche... un minimo?
L'aveva sedotta e abbandonata. Proprio come le eroine dei romanzi di cui passava il proprio tempo a leggere. Letture che sembravano ora quasi profetiche e che lui definiva autolesioniste.
Si ripromise, per quando fossero tornati a casa, di cambiare genere: dei bei thriller, di quelli norvegesi o svedesi che da un paio d'anni a quella parte avevano invaso le librerie di mezzo mondo, in cui l'assassino la faceva sempre franca. E anche la vendetta trovava il giusto compimento.

The judges will decide

the likes of me abide
spectators of the show
always staying low
the game is on again
a lover or a friend
a big thing or a small
the winner takes it all
[I giudici decideranno / quelli come me rispetteranno / spettatori dello spettacolo / sempre rimanendo in disparte / il gioco è ripartito / un amante o un amico / una cosa grande o una piccola / il vincitore prende tutto]

Ma no... cosa andava pensando? Questo era forse lo spirito chiassoso di Carol che tornava a reclamare giustizia? No... lei era una X-woman.
Che Gambit morisse dissanguato per un bel taglio delle sue amate carte da gioco! Lei non si sarebbe sporcata le mani col suo sangue, non si sarebbe abbassata a fargli scenate, dimostrandogli di essere vulnerabile, non gli si sarebbe offerta come merce di scambio per qualunque piano avesse in mente. Per quanto le costasse la sola idea di rifiutarlo, il remoto e impossibile giorno che fosse tornato alla carica, si sarebbe mostrata come una roccia alle sue avance. Non avrebbe più esitato perché tutto quello che gli sarebbe uscito di bocca sarebbero state nient'altro che becere menzogne.

I don't wanna talk

if it makes you feel sad
and I understand
you've come to shake my hand
I apologize
if it makes you feel bad
seeing me so tense
no self-confidence

But you see
the winner takes it all
[Io non voglio parlare / se ti fa sentire triste / e capisco / sei venuto a stringermi la mano / mi scuso / se ti fa stare male / vedermi così tesa / senza fiducia in se stessa /
Ma si vede / il vincitore prende tutto]

Basta piangere sul latte versato, vittimizzarsi. Stava male e quasi voleva chiedergli scusa per questo? Ci mancava altro: aveva commesso un tremendo errore di valutazione e per poco, a causa di questo, degli innocenti non ci avevano rimesso la vita...
Ora doveva solo calmarsi, farsi una ragione di quello che era successo, accantonare quel sentimento, soffocarlo. Per il bene di tutti. Facile a dirsi.
Poi avrebbe chiesto scusa. Ai suoi compagni, non a lui. Ad uno ad uno.
A cominciare da Kurt. Un uomo che tutto si poteva dire checché fosse un perdente. Anche se lui forse si riteneva tale. L'autostima era una prerogativa di famiglia.
Un sorriso mesto le attraversò il volto mentre le ultime lacrime scendevano a rigarle il volto e si seccavano sulla pelle serica: lui era l'unico, più ancora di Logan, che c'era sempre stato, per lei. Come aveva potuto mettere in dubbio il suo affetto e la sua lealtà? Come aveva potuto anche solo pensare che Logan fosse più importante di suo fratello.
Si riaddormentò un po' più serena, squassata dagli incubi che le attanagliavano il cuore, facendola piangere anche nell'incoscienza. Ma al suo risveglio, sapeva, avrebbe avuto vicino volti amici.
Anche se nessuna di quelle avrebbe avuto gli occhi roventi.




AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV

Ecco qua, la parte mancante tra il capitolo 41 e il 42.
La canzone, per chi non l'avesse riconosciuta è The winner takes it all degli ABBA.
Non è nulla di vitale ai fini della narrazione (l'avrebbe solo appesantita, anche se ci tornerò nella terza parte)  ma era giusto approfondire lo stato d'animo di Rogue dopo quanto successo al Triskelion.
Che altro dirvi?
Ci si risente la prossima settimana!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > X-men / Vai alla pagina dell'autore: darkronin