Unica
premessa: ho visto
soltanto il film qualche mese fa e sono rimasta stregata dalla figura
tenebrosa/tormentata di Harlock. Già mentre
vedevo il film "shippavo" per Harlock e Yuki Kei, e a distanza di tempo
ho dovuto scrivere qualcosa di loro, seppur pochissimo (intanto...
perchè non escludo di tornare con qualcosa di più
corposo). Ciao. Sere
Ci sono giorni che
sembrano davvero non finire mai. Sono quelli in cui
vorresti poter non ricordare nulla della lunga strada che ti ha portato
sino ad essere ciò che sei, un uomo che vive di rimpianti e
scelte sbagliate. Lei sarebbe solo l'ennesima
scelta sbagliata, Harlock. La senti
chiaramente nella tua testa questa voce, è quella dell'unica
coscienza rimasta nella tua vita: Tochiro. E' a lui che ti
aggrappi in questi giorni, perchè diversamente non avresti
la forza di resistere da solo.
Così
è solo nella tua mente che ti vedi percorrere i lunghi
corridoi dell'Arcadia, come un'ombra solo appena più scura
delle altre. Il passo deciso e la
volontà salda di raggiungere la tua meta il prima possibile. Perchè hai atteso
così a lungo, che ora non vuoi più perdere
nemmeno un attimo. Nessuno intralcia o
rallenta il tuo cammino, tutti ti temono più che mai quando
sul tuo viso si disegna quel cipiglio che di solito è
foriero di aspre battaglie. Ne hai vinte
così tante, da non temere più alcuna sconfitta. Quella che gli altri
scambiano per arroganza, in realtà, per te è solo
l'incrollabile certezza che il tuo destino fosse solo quello che ti
attendeva. Capitan Harlock, il pirata senza
anima, taciturno e ribelle. Nella tua visione,
invece, la tua anima brucia insieme alla carne in un fuoco
inestinguibile che ti accompagna da tanti anni. Da quando il tuo sguardo si
è posato su di lei. I suoi occhi ti
hanno guardato come nessun'altro prima aveva mai fatto, conquistandoti
irrimediabilmente ancora prima che ne conoscessi il nome. Yuki Kei. Un suono
più dolce da udire tra le cupe risonanze della tua nave,
l'Arcadia.
Sì, Capitano. Subito,
Capitano. Agli ordini, Capitano. Come vuole lei, Capitano. Lei, invece, non lo
ha mai pronunciato il tuo nome. Forse nella tua
visione lo farà per la prima volta, quando finalmente ti
mostrerai a lei senza più maschere. E' per questo che ti
sei spogliato di tutto ciò che fa di te Il Capitano, abbandonando
il tuo mantello, la tua pistola, la tua benda. Stai andando da lei
proprio come ti vedi ogni sera, quando nella solitudine della tua
cabina provi a ricordarti com'eri prima di navigare senza tregua tra le
stelle. Prima che rinunciassi a vivere. Non è
tardi per farlo. Ne sei sempre
più convinto ad ogni passo che ti divide da Yuki Kei. Sarà
come abbeverarsi di nuovo alla fonte della vita, le tue cicatrici
lavate via dalle sue mani innocenti. Sarà come
risorgere in una terra nuova, sotto un sole che da troppo tempo per te
splende solo oscuro.
Ora vedi la porta
della sua cabina. Hai bussato ad essa
forse in tutto due volte da quando l'Arcadia è diventata
anche la sua casa. Il suo sguardo di
speranza un lampo fugace, subito spazzato via dalla tua voce sempre
uguale, fredda e perentoria. "Non riuscivamo a comunicare con
te. Devi dare il cambio a Yattaran sul ponte di comando." Ora sono altre le
parole che pronuncerai e dopo un tempo lunghissimo, la paura
è di nuovo tua compagna.
Temi di non saperle
dire come lei invece merita. Sei da così
tanto tempo solo Capitan
Harlock, che quasi stenti a ricordare qualsiasi azione che
non sia combattere o distruggere. Con Yuki Kei si tratta
di costruire, invece. Ti domandi se ne sarai
ancora capace, ma forse speri di più che sia lei a sapertelo
insegnare di nuovo. E tu vuoi imparare, ne sei
assolutamente certo. Il colpo alla porta
risuona secco come il primo sparo sul campo di battaglia. Poi ti maledici subito
per questo pensiero. Il pirata fatica a cedere le
armi all'uomo. E ti maledici
ancora, perchè lo hai fatto di nuovo. Sei solo Harlock, maledizione, e
sei lì per lei.
Un tremore improvviso
ti coglie, mentre il viso sprofonda tra le mani in un gesto affranto. Harlock, smettila di farti del
male. La voce non
è più solo nella tua testa ma intorno a te. Tochiro, aiutami! Lo gridi con tutto
te stesso, perchè non sei più nulla in questo
momento, nè uomo, nè pirata. Non sei più
un corpo fatto di carne, ma solo di dolore, intenso, straziante,
assoluto. Yuki Kei, nella
realtà, sta lasciando l'Arcadia e tu glielo stai permettendo. Lei sarebbe solo l'ennesima
scelta sbagliata, Harlock, e tu lo sai. Forse stai gridando
davvero, non lo sai con certezza. L'ultima volta che lo
hai fatto è stato quando hai capito che il tuo mondo sarebbe
diventato solo la galassia scura e fredda che solchi con la tua nave. Hai urlato tutta la
tua paura, prima che tu diventassi un uomo solo e vuoto. E la tua ultima
speranza di spazzare via quella solitudine, sta uscendo dalla tua vita.
Capitano, io lascio l'Arcadia. Ma tu hai udito
altre parole. Harlock, ti prego, fermami. Ma Yuki Kei deve
ricostruire il suo mondo lontano dall'Arcadia e dal suo Capitano. Perchè
ormai siete entrambi legati dallo stesso destino, e lei non ne deve
fare più parte.
Amare significa anche questo,
Harlock. Tochiro continua ad
essere la tua unica coscienza, lo sai e ti aggrappi ad essa come un
naufrago nella tempesta. Fai partire questa nave,
Tochiro, portami via. L'Arcadia stride e
vibra come non ha mai fatto. Soffre insieme al suo Capitano,
dilaniata dallo stesso dolore. Non
sentirà più su di sè i passi leggeri
di Yuki Kei. Come tu non
sentirai mai più la sua voce, nemmeno nelle tue visioni,
chiamarti Capitano. Forse c'era scritto
proprio questo nelle stelle che hai scrutato a lungo nelle tue notti
insonni. Quando la immaginavi
addormentata nella sua cabina, al sicuro sull'Arcadia proprio come se
fosse stata tra le tue braccia. Ora, però,
non riesci a pensare ad altro che al dolore che provi. Non si
spegnerà mai, questa volta ne sei certo anche senza dover
guardare tra le stelle. Sei e rimarrai per sempre
Capitan Harlock, il pirata senza anima, taciturno e ribelle.