11/03/2014
3 recensioniAnd now, You Die
(«Sono rabbia repressa, tristezza mascherata. »)
(«Sono rabbia repressa, tristezza mascherata. »)
E sorrideva, Shion, nel vedere quella ragazza a terra, sanguinante. Rideva, cercando di nascondere il suo dolore, la sua sofferenza.
Non c’era nient’altro da dire, nient’altro da sapere.
Impugnò la sua arma, di nuovo. Un colpo secco riecheggiò in quella stanza macchiata di rosso tenue, come anche la sua anima. Uno squarcio al collo. Si poteva sentire il sangue caldo sgorgare da quella ferita, macchiandole la pelle candida.
L’aria non arriverà mai più ai suoi polmoni.
La fanciulla non creerà più fastidio, andrà via, seguirà l’oblio più buio.
Die
Die Die
Die
Die Die
Die
«Sciagura, sciagura, sciagura … » Ricercava il suo agognato sapore.
Aveva visto troppo, ed era stata punita adeguatamente.
Quello spettacolo aveva sempre avuto modo di smuovere qualcosa nel suo cuore, toccandola nel profondo e risvegliando sentimenti sopiti col tempo.
Sentiva sempre più la necessità di abbandonarsi a quella vista ammaliante, di immergersi in quell’armoniosa meraviglia formata da piccole e lucenti gocce vermiglie, accompagnate dall’agonia dell’inferno incestuoso che reclamava voluttuoso la sua carne dilaniata e il sangue colato in copiosi rivoli scarlatti.
La ragazza rimase immobile in preda all’armonia estatica del suo stesso vacillare, incapace anche solo di fugare i propri dubbi.
Pungente e violento era il ricordo di quanto dolore aveva provato in certi momenti, quando versava silenziosamente e rabbiosamente lacrime di rimpianto.
Ma la rabbia passava, ed anche il resto.
Lei ormai si amava per quello che era.
Quello spettacolo aveva sempre avuto modo di smuovere qualcosa nel suo cuore, toccandola nel profondo e risvegliando sentimenti sopiti col tempo.
Sentiva sempre più la necessità di abbandonarsi a quella vista ammaliante, di immergersi in quell’armoniosa meraviglia formata da piccole e lucenti gocce vermiglie, accompagnate dall’agonia dell’inferno incestuoso che reclamava voluttuoso la sua carne dilaniata e il sangue colato in copiosi rivoli scarlatti.
La ragazza rimase immobile in preda all’armonia estatica del suo stesso vacillare, incapace anche solo di fugare i propri dubbi.
Pungente e violento era il ricordo di quanto dolore aveva provato in certi momenti, quando versava silenziosamente e rabbiosamente lacrime di rimpianto.
Ma la rabbia passava, ed anche il resto.
Lei ormai si amava per quello che era.
Die
Die Die
Die
Die Die
Die
Si percepì un grido soffocato, che le inebriò i sensi.
«Shion, che cosa hai fatto stavolta? » E tremava, tremavano entrambe, mostrando un paio d’iridi inquiete, rifulgenti di un insolito color amaranto nelle tenebre.
No, sua sorella non doveva immischiarsi, non in quel momento; d’un tratto, ci fu solo silenzio, un effimero istante che le percuoteva lo spirito.
«Oh Shion, dovrò chiuderti in gabbia un’altra volta …» Sangue, tensione, odio.
«No, non di nuovo» Non conosceva l’amore. La sua anima era tormentata dalla gelosia più nera, nascosta nei più remoti angoli della sua mente angosciata.
I suoi capelli lussureggianti, per un breve attimo, le parvero più splendenti. Mion era solo uno specchio, una lei che non sarebbe mai diventata. Voleva frantumarlo,
quello sguardo opaco, facendo volare le schegge in una danza di luci, cadendo inermi a terra.
Era un tormento, dimostrava a tutti di essere la sua ombra.
Die
Die Die
Die
Die Die
Die
«Shion, cosa sei diventata? » La sua voce sembrava morta.
«Sciagura, sciagura, sciagura …» Il suono si era fatto più pesante, strozzato. Il sorriso si tramutò in lacrime, le labbra imbronciate vibrarono appena in un brontolio stizzito, quasi un sibilo tra i denti stretti. «Tu non sai niente! » Il cuore palpitava, la rabbia prevaleva sul resto.
«Ti odio! » Ma non lo urlava solo a lei, lo esclamava a se stessa, al mondo intero.
«Sciagura, sciagura, sciagura …» Il suono si era fatto più pesante, strozzato. Il sorriso si tramutò in lacrime, le labbra imbronciate vibrarono appena in un brontolio stizzito, quasi un sibilo tra i denti stretti. «Tu non sai niente! » Il cuore palpitava, la rabbia prevaleva sul resto.
«Ti odio! » Ma non lo urlava solo a lei, lo esclamava a se stessa, al mondo intero.
Die
Die Die
Die
Die Die
Die
Un gesto svelto, un balzo e Shion stava già affondando le sue unghie sul viso di lei. Voleva scarnarla, ridurre quella sagoma un pezzo di carne marcia. Giocava con quei capelli, con i suoi lembi di pelle. Squartava, lacerava, strappava. Rendeva tutto più selvaggio, di un meraviglioso rosso scarlatto.
Loro due non erano uguali, non lo sarebbero mai state.
«Shi-Shion … sei un mostro …» Parole esauste, doloranti.
Ma lei, invece, era solo un piccolo burattino che cercava di muoversi in quel grande palco chiamato mondo.
Un altro attimo di follia pura. Afferrò l’accetta, inerte lungo la sua gamba. Uno schizzo di linfa rossa la colpì, le macchiò il vestito e il viso. Ma non contava neanche quello, perché venì pulito dalle lacrime che scivolavano copiose sulle gote. Si lasciò per un attimo trasportare dallo sguardo ormai vitreo della sorella gemella.
Un tonfo sordo, un cadavere ai suoi piedi, di nuovo. Un altro tonfo, quello delle sue ginocchia contro il pavimento.
Loro due non erano uguali, non lo sarebbero mai state.
«Shi-Shion … sei un mostro …» Parole esauste, doloranti.
Ma lei, invece, era solo un piccolo burattino che cercava di muoversi in quel grande palco chiamato mondo.
Un altro attimo di follia pura. Afferrò l’accetta, inerte lungo la sua gamba. Uno schizzo di linfa rossa la colpì, le macchiò il vestito e il viso. Ma non contava neanche quello, perché venì pulito dalle lacrime che scivolavano copiose sulle gote. Si lasciò per un attimo trasportare dallo sguardo ormai vitreo della sorella gemella.
Un tonfo sordo, un cadavere ai suoi piedi, di nuovo. Un altro tonfo, quello delle sue ginocchia contro il pavimento.
And now,
you die.
you die.
Davvero, ora non contava più nulla per Shion?
(«Sono occhi spenti, passati nascosti. »)