11/03/2014
1 recensioniDi scommesse e penitenze
L'aveva fatto. Alla fine aveva dovuto farlo, non si sarebbe mai potuta tirare indietro. In verità non aveva mai avuto intenzione di fare molte storie, non era la prima volta che le capitava di perdere una scommessa. Solo che non si sarebbe mai aspettata che Hermione potesse essere così spinta. Dopotutto era Hermione. Quella che ancora arrossiva se Ronald la prendeva per mano. Quella che più puritana e rigida di lei, forse, non ce n'erano.
Eppure era lì. Aula di trasfigurazione, ultima ora di lezione. Ginny era riuscita ad arrivare quasi indenne fino alla fine della giornata, se non si contavano il gruppo di Serpeverde e i loro fischi intorno all'ora di pranzo. Si, a causa d'una folata di vento, (troppo ben mirata per essere casuale, avrebbe giurato d'aver visto Hermione allontanarsi mettendo via la bacchetta) il gruppo di ragazzi si era accorto dell'accessorio che la stava accompagnando da quella mattina, fino a quel momento tenuto quasi al sicuro sotto il tessuto della gonna.
Che poi era anche di pessimo gusto, continuava a pensare schifata senza risparmiarsi smorfie. Chi sano di mente avrebbe potuto mai indossare una giarrettiera leopardata e con del pizzo rosa pastello? Hermione aveva decisamente superato sé stessa. Per questo, se mai si fosse ripresentata l'occasione, Ginny era pronta a fargliela pagare. In toni amichevoli, s'intende.
La voce della professoressa Mc Granitt la riportò al presente, allontanando dalla sua testa, per l'ennesima volta, l'immagine di sè stessa mentre cercava di coprirsi la gamba, la coscia, incriminata.
«Quindi Signorina Weasley?»
«Mi scusi?» chiese ricomponendosi velocemente e cercando di capire cosa si fosse persa.
«Se ci onora della sua attenzione, vorrei usarla per un esempio pratico, una veloce dimostrazione.»
«Certo, mi scusi.» E velocemente la raggiunse alla cattedra, posizionandosi accanto a essa, come più di una volta le era capitato di fare.
«Sebbene sia contro la politica della scuola trasfigurare gli alunni per imprimere concetti o, addirittura, punizioni, quest'oggi faremo un'eccezione. Sempre se non la imbarazza.»
«Proceda pure» replicò la rossa, con un gesto affermativo del capo.
«Bene.» E senza più pronunciare una parola, agitò la bacchetta in direzione della ragazza, che solo in quel frangente di secondi si rese conto di cosa sarebbe successo di lì a poco. Ormai troppo in ritardo per replicare, l'ultima espressione del suo viso fu un misto di terrore e imbarazzo.
Al suo posto si ritrovò un piccolo e soffice coniglio bianco seduto. Dopo che Ginny, sotto forma di coniglio, venne recuperata dalla professoressa e, tenuta con due mani, venne mostrata all'intera classe, si scatenò l'ilarità tra i banchi.
Minerva Mc Granitt impiegò qualche attimo in più per comprendere il motivo di tale divertimento, essendosi concentrata poco sulla figura della sua studentessa trasfigurata. La piccola bestiola portava a una delle zampe posteriori una giarrettiera, decisamente rimpicciolita, leopardata e di pizzo rosa pastello.
Trattenendo malamente un sorriso, la professoressa poggiò la giovane Weasley sulla cattedra, si schiarì la voce per ottenere il silenzio da parte della sua classe e poi tornò a guardare il coniglio.
«Dopo la lezione gradirei vederla nel mio ufficio, signorina Weasley.»
E, come se nulla fosse, riprese la lezione spiegando ciò che era andata a fare sull'alunna.
Un movimento della testa e del muso furono l'ultima reazione di Ginny: decisamente Hermione l'avrebbe pagata.
Eppure era lì. Aula di trasfigurazione, ultima ora di lezione. Ginny era riuscita ad arrivare quasi indenne fino alla fine della giornata, se non si contavano il gruppo di Serpeverde e i loro fischi intorno all'ora di pranzo. Si, a causa d'una folata di vento, (troppo ben mirata per essere casuale, avrebbe giurato d'aver visto Hermione allontanarsi mettendo via la bacchetta) il gruppo di ragazzi si era accorto dell'accessorio che la stava accompagnando da quella mattina, fino a quel momento tenuto quasi al sicuro sotto il tessuto della gonna.
Che poi era anche di pessimo gusto, continuava a pensare schifata senza risparmiarsi smorfie. Chi sano di mente avrebbe potuto mai indossare una giarrettiera leopardata e con del pizzo rosa pastello? Hermione aveva decisamente superato sé stessa. Per questo, se mai si fosse ripresentata l'occasione, Ginny era pronta a fargliela pagare. In toni amichevoli, s'intende.
La voce della professoressa Mc Granitt la riportò al presente, allontanando dalla sua testa, per l'ennesima volta, l'immagine di sè stessa mentre cercava di coprirsi la gamba, la coscia, incriminata.
«Quindi Signorina Weasley?»
«Mi scusi?» chiese ricomponendosi velocemente e cercando di capire cosa si fosse persa.
«Se ci onora della sua attenzione, vorrei usarla per un esempio pratico, una veloce dimostrazione.»
«Certo, mi scusi.» E velocemente la raggiunse alla cattedra, posizionandosi accanto a essa, come più di una volta le era capitato di fare.
«Sebbene sia contro la politica della scuola trasfigurare gli alunni per imprimere concetti o, addirittura, punizioni, quest'oggi faremo un'eccezione. Sempre se non la imbarazza.»
«Proceda pure» replicò la rossa, con un gesto affermativo del capo.
«Bene.» E senza più pronunciare una parola, agitò la bacchetta in direzione della ragazza, che solo in quel frangente di secondi si rese conto di cosa sarebbe successo di lì a poco. Ormai troppo in ritardo per replicare, l'ultima espressione del suo viso fu un misto di terrore e imbarazzo.
Al suo posto si ritrovò un piccolo e soffice coniglio bianco seduto. Dopo che Ginny, sotto forma di coniglio, venne recuperata dalla professoressa e, tenuta con due mani, venne mostrata all'intera classe, si scatenò l'ilarità tra i banchi.
Minerva Mc Granitt impiegò qualche attimo in più per comprendere il motivo di tale divertimento, essendosi concentrata poco sulla figura della sua studentessa trasfigurata. La piccola bestiola portava a una delle zampe posteriori una giarrettiera, decisamente rimpicciolita, leopardata e di pizzo rosa pastello.
Trattenendo malamente un sorriso, la professoressa poggiò la giovane Weasley sulla cattedra, si schiarì la voce per ottenere il silenzio da parte della sua classe e poi tornò a guardare il coniglio.
«Dopo la lezione gradirei vederla nel mio ufficio, signorina Weasley.»
E, come se nulla fosse, riprese la lezione spiegando ciò che era andata a fare sull'alunna.
Un movimento della testa e del muso furono l'ultima reazione di Ginny: decisamente Hermione l'avrebbe pagata.