Il piccolo Dende sapeva essere insistente come pochi.
Era questo che pensò l'Anziano Saggio quando il suo figlioletto di tre anni iniziò a chiedergli come si curavano gli esseri viventi. Lui voleva aspettare che compisse dieci anni, come d'altronde aveva sempre fatto con gli altri, ma Dende non voleva sentire ragioni.
«E va bene, Dende, cominciamo subito».
Il piccolo namecciano saltellò dalla gioia.

Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte.

Dende fissava cupamente il piatto che quella strana aliena gli aveva messo davanti al naso.
Era pieno di strane cose che, evidentemente, dava nutrimento alla specie di quel bambino che lo aveva appena salvato da Freezer.
«Non hai fame?» chiese Bulma curiosa.
Dende scosse la testa: «Noi namecciani beviamo solo acqua» mormorò con un tono molto duro per i suoi cinque anni.

In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati.

Quello strano pianeta di nome Terra lo intimoriva.
Dende deglutì e strinse il bastone che gli aveva dato quello strano omino di nome Popo, mentre quel gruppo di persone che aveva conosciuto in passato lo scrutavano.
Goku e i suoi amici gli sorrisero e per Dende fu subito un sollievo.

E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto,

sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre.




 

Note dell'Autrice
Ciao,
ho sempre creduto che il giuramento di Ippocrate potesse raccontare al meglio Dende, personaggio su cui si scrive molto poco. L'idea iniziale prevedeva che il giuramento facesse da filo conduttore per una mini raccolta di tre capitoli che avrebbe dovuto vedere protagonisti anche Kibith e Kibitoshin, ma poi ho preferito concentrarmi solo su Dende.
Le parole in corsivo sono tratte dalla versione antica di questo scritto che potrete leggere per intero qui.
Il banner in alto è stato realizzato da me.
Vi lascio sperando che la flash sia di vostro gradimento.
Alla prossima,
Triz