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Autore: Mon    11/03/2014    2 recensioni
Wendy affondò la faccia nel cuscino cercando di trattenere le lacrime; sapeva benissimo a cosa si stava riferendo sua madre: quella mattina avrebbe dovuto salutare Alex, il suo vicino di casa, il suo migliore amico, il bambino con cui passava la maggior parte del suo tempo libero, giocando in strada d’estate, guardando i cartoni animati, mentre le madri erano solite preparare loro una buona cioccolata calda, d’inverno. Era il suo compagno di classe, il suo vicino di banco, non c’era pomeriggio in cui non facessero i compiti insieme. Non riusciva ad immaginare la sua vita di bambina senza Alex, invece di lì a poco avrebbe dovuto scontrarsi con la dura realtà.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wendy e Alex erano rimasti da soli; non era certamente la prima volta che succedeva, ma stavolta l’atmosfera era diversa, o almeno così la stavano percependo entrambi. Nessuno dei due sapeva da dove cominciare, Alex si sistemò meglio sul divano, Wendy fece lo stesso, rimanendo con gli occhi bassi. 
«Non saprei da dove partire...» disse il ragazzo, dopo qualche secondo.
«Avrei un sacco di cose da dirti, ma non ho idea da che parte cominciare...» rispose Wendy, alzando finalmente lo sguardo ed incontrando quello di Alex. Un gesto successo tante volte da quando si erano rivisti, ma in quel momento stava assumendo contorni diversi. Il cuore di Wendy cominciò a battere più forte, quello sguardo, quegli occhi, sarebbero stati suoi, quello sguardo Alex lo avrebbe riservato solo a lei. Faceva fatica a crederlo, considerando quanto lo aveva desiderato da piccola. Adesso stava succedendo, non solo nei suoi sogni, stava accadendo davvero, e lei si sentiva di nuovo quella bambina che sorrideva felice nel cortile di quella casa un po’ fuori Londra. 
«Posso chiederti una cosa?»
Wendy annuì, Alex continuò: «Quando ti sei fatta il tatuaggio?» Indicò il braccio della ragazza. 
Ella rispose: «Appena ho compiuto 18 anni. Era un’idea che avevo da tempo, mi sono fatta regalare i soldi per il compleanno e sono andata a farlo.»
«Perché?»
«Perché ogni tanto ti pensavo, mi chiedevo come stavi, cosa facevi. Volevo portare qualcosa di te, con me, per sempre...»
«E perché quella frase così triste?»
«Non è triste, lo diventa solo se la associ al momento in cui è stata detta. A dire la verità non so perché ho tatuato questa frase, ma forse è stato quel filo rosso che ci ha sempre legato che mi ha spinto a farlo...» Alzò le spalle e guardò Alex, le stava sorridendo dolcemente.
Si avvicinò a lei, vicino alle sue labbra, le appoggiò delicatamente una mano sul viso e lo accarezzò. «Se te lo chiedessi adesso, saresti disposta a scappare via con me?»
«Verrei con te ovunque!»
Il ragazzo diede un leggero bacio sulla fronte di Wendy, poi tornò a guardarla negli occhi. «Sono innamorato di te come lo ero quando eravamo piccoli, solo che allora ero troppo timido, impacciato, o forse solo troppo, troppo, piccolo, per dirtelo. Non voglio rifare lo stesso errore!»
«E io lo sono di te come quando ero bambina, come quando sognavo una vita insieme a te. Probabilmente esageravo, ero troppo piccola per capire cos’era davvero l’amore, ma so che non volevo passare il tempo con nessuno se non con te. Esattamente come voglio fare adesso.»
«Ti amo Wendy...»
«Ti amo anche io, Peter...»
Alex aggrottò la fronte. «Peter? Peter è mio padre!» disse con tono perplesso.
La ragazza scoppiò in una risata di gusto. «Se io sono Wendy, tu vorresti essere il mio Peter Pan?»
Alex sorrise. «Scema! Però la risposta è si, certo che voglio essere il tuo Peter Pan!»
Il ragazzo si avvicinò nuovamente al viso di Wendy, le diede un bacio delicato sul naso, poi scese, poggiando le sue labbra su quelle della ragazza. I due si baciarono, si allontanarono solo per riprendere fiato. Wendy appoggiò il viso nell’incavo del collo di Alex, lui prese ad accarezzarle i capelli delicatamente, le diede un bacio sulla testa e la strinse forte a sé. La ragazza gli cinse la vita con un abbraccio, lui si lasciò scivolare sul divano, Wendy gli si accoccolò vicino. 
«Possiamo stare qui, così, per tutto il resto della giornata?» chiese la ragazza, appoggiando la testa sul petto di Alex.
«Certo che possiamo, tutto quello che vuoi tu sarà fatto!» rispose Alex. 
Wendy chiuse gli occhi, respirò profondamente e disse: «Mi prometti che non mi abbandonerai più, che qualsiasi cosa succeda tu ci sarai sempre?»
«Io te lo prometto, ma tu devi fare lo stesso. Lo sai, faccio parte di una band, conosciuta a livello mondiale, spesso sono in giro in tour e quando sono a casa scrivo canzoni e provo. Mi prometti che non sarai mai gelosa, che non mi metterai mai davanti al bivio “o me o la musica”?»
La ragazza alzò lo sguardo, scuotendo la testa. «Perché dovrei? Quello è il tuo sogno ed è quello di Rian, Zack e Jack, perché mi dovrei mettere in mezzo? Tu poi saresti infelice e non è quello che voglio. Non mi metterò mai in mezzo, so cosa significa seguire i propri sogni perché è lo stesso che sto facendo io, anche se in proporzioni leggermente più piccole»
Alex la guardò, alzando un sopracciglio. «Proporzioni più piccole? Scherzi? Fare la veterinaria è importantissimo, altrimenti chi cura i miei cagnolini e quelli di Jack?»
Wendy sorrise. «Allarghiamo agli animali di Baltimora?»
«Va bene, te lo concedo!»
La ragazza alzò la testa ed incontrò gli occhi di Alex, le stava sorridendo; Wendy si sporse e gli schioccò un dolce bacio a stampo.
«Ti amo...»
«Anche io piccola mia.»





Eccomi qui. Questo è l'ultimo capitolo, manca solo l'epilogo e poi questa storia è conclusa. Voi non capite quanto mi dispiaccia lasciare questi personaggi, però era ora di chiudere, forse l'ho tirata anche troppo per le lunghe. I ringraziamenti li rimando all'epilogo, per ora mi limito a ringraziarvi, come sempre, per aver avuto la pazienza di arrivare fino a qui. 
Scappo, perché sono già in ritardo per la partita di Champions League, in salotto mi aspettano. La tifosa calcistica che è in me sta venendo fuori. 
Alla prossima mie care.
Mon

  
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