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Autore: my_se_lene    11/03/2014    1 recensioni
Che fai se l'inaspettato ti bussa alla porta?
Corri via? Lo accogli?
Angelica Moro non scappa, ma non è nemmeno disposta a lasciare la sua vita in balia di qualcosa di cui non sapeva di aver bisogno.
Si perché il rapporto con quel ragazzo incontrato per la prima volta in un caffè vicino scuola è diventato una necessità fisica, qualcosa di cui non può fare a meno e dal quale allo stesso tempo vorrebbe fuggire.
Lui le ha sconvolto la vita e lei...
Lei non sa se è pronta per accettarlo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Le mattine invernali di Wildgrass erano piuttosto rigide. 
La nebbia circondava gli alti palazzi del centro città e una fredda brezza si insinuava nelle case sfruttando spifferi di porte e finestre. 
L'unica difesa dalla pungente temperatura era il caldo piumone che tiravo fin sopra gli occhi. 
Sognavo una spiaggia assolata, dove l'acqua tiepida mi sfiorava le punte dei piedi, era tutto tranquillo finché non iniziò a suonare un allarme. 
Guardavo intorno a me cercando la fonte del fastidioso rumore quando mi svegliai. 
La sveglia sul comodino chiedeva prepotentemente attenzione. 
Con un occhio ancora chiuso e gesti scoordinati buttai una mano sul tasto di spegnimento del malefico oggetto. 
Erano le sette e trenta di un lunedì di Settembre, primo giorno di scuola, ed io sapevo già che sarei arrivata in ritardo.
Mi alzai con fatica, il sonno mi annebbiava la mente, presi dall'armadio i primi vestiti che mi capitarono tra le mani e andai in bagno per prepararmi. 
Sembravano essere passati solo pochi minuti, ma quando uscii vestita con un jeans ed una felpa grigia con un cuore bianco disegnato sul petto, e truccata con un filo di matita e mascara erano già le otto meno cinque. 
Il tempo di infilare le converse nere ed ero ufficialmente in ritardo.
Il percorso per arrivare a scuola non era lungo, quindici minuti a piedi, dieci di corsa, ma alla prima ora avevo filosofia e con quella prof bastavano cinque minuti di ritardo per essere costretta ad entrare alla seconda, quindi perché affrettarsi?
Cuffie nelle orecchie con i something corporate che azzittivano il mondo esterno, non avrei potuto chiedere nulla in più, a parte forse una ciambella. 
Una ciambella da Luca, proprietario del mio bar di fiducia, avrebbe rimediato al malumore da fine delle vacanze.
Il caffè Luc era l'unico barlume di colore in un quartiere popolato da scuole bianche e uffici grigi.
I tavolini rossi e le pareti arancioni adornavano il reparto all'aperto per fumatori, che occupava quasi tutto il largo marciapiede. 
All'interno le mura erano azzurre, tutto il resto bianco e giallo brillante.
Il mio solito tavolo era occupato da un ragazzo moro il cui viso era coperto da alcune ciocche di capelli e dal giornale che stava leggendo.
A quanto diceva il quotidiano il giorno prima il governo aveva bocciato una proposta di legge sulla parità dei sessi.
Il maschilismo dilagante nella nostra società mi infastidiva.
Presi posto ad un tavolino nel fondo del locale, tra l'usurpatore del mio posto legittimo e l'ingresso della cucina ed iniziai a sfogliare il menù.
-perché continui a guardare quel coso? Ormai lo conosci a memoria. 
Gianluca, Giangi per gli amici, era un cameriere due mattine a settimana ed uno studente di economia le altre quattro. 
Sua sorella Olivia era diventata una delle mie due migliori amiche quasi quattro anni prima, dopo avermi salvata da una disastrosa interrogazione di matematica grazie alle sue  straordinarie doti da suggeritrice. Giangi e Liv erano molto simili fisicamente, capelli castani, occhi marroni ed una pelle color ebano che chiunque avrebbe invidiato. Caratterialmente però erano agli antipodi.
- cerco di auto-convincermi a provare una di quelle cose dietetiche che proponete per colazione, ma penso di prendere anche oggi il solito.
- ciambella alla crema ed espressino caldo siano allora! 
Disse sfoderando uno di quei suoi sorrisi che mi rendevano la giornata migliore.
Lo guardai passare al tavolo accanto, il ragazzo moro era li da prima di me, ma prendere la sua ordinazione dopo la mia era il minimo che Gianluca potesse fare dopo aver ceduto il mio adorato tavolino ad uno sconosciuto.
- buongiorno, cosa posso portarle?
Dal mio posto sentivo tutta la conversazione
-un caffè e un tè nero. Rispose senza alzare gli occhi dal giornale
Giangi mi guardò con un sopracciglio alzato io risposi mimando un 'simpatico il ragazzo', poi lo vidi scomparire dietro al bancone.
L'immagine della lunga distesa di sabbia che mi aveva accompagnato fino al trillo della sveglia continuava ad apparirmi davanti agli occhi, quella spiaggia aveva un non so che di rilassante, quasi familiare. 
Ero persa nel piacevole ricordo quando il cellulare vibrò.
SMS: stai arrivando? Non puoi perderti il primo giorno! - Liv
SMS: Angie dove sei? Vieni a scuola oggi? - Laine
Elaine era l'altro elemento del nostro terzetto.
La conoscevo sin dalle elementari anche se la nostra amicizia era nata l'estate precedente alla prima media dopo che lei e sua madre si erano trasferite nel terzo piano del palazzo di casa mia.
- siete in ritardo. 
Il tono seccato dell'usurpatore, nella mia mente il ragazzo moro era ormai stato bollato con quel titolo, mi indusse ad alzare lo sguardo dal cellulare.
Due ragazzi biondi si stavano sedendo nei posti che solitamente occupavano Elaine e Olivia.
Uno era di spalle, l'altro poteva avere la mia età, riccio, limpidi occhi azzurri. 
Aveva il naso un po' storto e forse il mento troppo spigoloso, ma questi piccoli difetti non gli precludevano l'ingresso nella top 10 dei ragazzi più belli che io avessi mai visto.
SMS: sul serio se non ti presenti entro dieci minuti ti vengo a prelevare da casa - Laine
Sorrisi, se non fosse stato proibito uscire da scuola durante le ore scolastiche, o se per lo meno non ci fossero state le telecamere puntate verso porte e cancelli dell'istituto, Elaine si sarebbe davvero presa la briga di trascinarmi fuori di casa con la forza.
In passato l'aveva già fatto.
SMS: sono al Luc, tre tizi ci hanno rubato il tavolo e Giangi non mi ha ancora portato la ciambella, se sono in ritardo è colpa sua.
Inviai il messaggio a Laine, ma la risposta mi arrivò da Olivia meno di un minuto dopo, dovevano essersi sedute una accanto all'altra.
In classe eravamo dispari e restava sempre qualcuno che non avendo un compagno di banco doveva affiancarsi ad un altra coppia, quest'anno la ''senza-compagno'' sarei stata io. Poco male, mi sarei unita alle mie due amiche.
SMS: non dare la colpa a mio fratello, sarai sicuramente rimasta a dormire fino alle otto, comunque fai bene ad entrare alla seconda, hai nove mesi per sentirti i cazziatoni della Maggi sui tuoi ritardi, almeno il primo giorno te ne sei evitata uno!
- la sua ordinazione signorina. 
Le parole scherzose accompagnate dall'aroma del caffè mi strapparono un'altro sorriso.
-ma grazie, signor Passerini, lei mi sta migliorando la giornata.
Rise anche Gianluca poggiando la ciambella sul tavolino.
-ne voglio una anche io. Si intromise il riccio.
- vuole una ciambella? alla crema?
Giangi rivestì subito le vesti professionali ed il ragazzo annuì mentre io osservavo i due ragazzi dei quali finalmente riuscivo a vedere il viso.
Gli occhi dell'usurpatore erano di un verde pallido incantevole, il sopracciglio diviso in due da una cicatrice.
Mi fissò per pochi secondi poi prese il tè che nel frattempo Gianluca aveva servito assieme al caffè, e lo portò alle labbra, quello superiore era piuttosto sottile, quello inferiore carnoso. 
Aveva un'altra cicatrice sotto il mento, molto piccola, la notai solo perché ne avevo anch'io una nello stesso punto.
Sfiorai la mia con un dito, nel farlo mi mossi leggermente ed il mio sguardo rimase incatenato a quello del terzo ragazzo.
Davanti ai miei occhi c'erano delle iridi blu come il più profondo degli oceani.
La vibrazione del cellulare mi colpì come una scossa elettrica, spezzando le catene che mi legavano agli occhi dello sconosciuto.
SMS: già che ci sei portaci un paio di ciambelle, al cioccolato! E mi raccomando assicurati che mio fratello ti dia quelle più grandi! -Liv
Quando rialzai il viso dallo schermo il ragazzo si era già voltato, riuscivo a vederne solo la nuca bionda.
Il tempismo di Olivia era davvero pessimo.

Ciao a tutti :) questa è la mia prima storia quindi please siate gentili! Se volete lasciare una recensione tutti i commenti sono benaccetti :D bacibaci e un grazie speciale a chi leggerà questo capitolo :) P.S. Non ho un beta, ogni errore è da imputare a me >.<
  
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