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Autore: Caroline Granger    11/03/2014    0 recensioni
Un evento che può capitare ad ognuno di noi e che è maledettamente successo più di una volta. Io personalmente devo ancora vivere una cosa di questo genere ma ho voluto provare ad immedesimarmi nella protagonista.
Dal testo "Proprio quando credeva di aver raggiunto la felicità tanto agognata ecco che questa le era stata tolta così bruscamente."
La storia conterebbe un solo capitolo ma io ho deciso di aggiungerne un altro nel caso il finale vi lasciasse troppo triste. Perciò do a voi lettori la possibilità di decidere come volete che termini.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti :D ogni tanto riemergo e mi faccio viva ahahahah oggi avevo voglia di scrivere una one-shot e questo è il risultato finale. Spero che vi piaccia :D

15 maggio 2011 ore 18 e 49

Correva a perdifiato e non riusciva a pensare lucidamente. Sapeva che se si fosse fermata avrebbe permesso ai suoi pensieri di raggiungerla e sovrastarla
di tutto il dolore cui erano capaci. Sonia non voleva lasciare che ciò accadesse. Continuava a ripetersi che non era possibile, che quello a cui aveva assistito
non era vero, solo una bugia. Ma dopo aver corso ancora un po’ non ce la fece più e si dovette fermare. Aveva male alla milza e piegata in due tentò di
riprendere fiato. Le lacrime cominciarono a sgorgare copiose e lei nel giro di poco si ritrovò a stringere le gambe al petto mentre le gocce salate le scorrevano
lungo le guance. Uno stridio di freni, il rumore del guard rail che cedeva e il suono del proprio urlo acuto. Solo questo si ricordava. Di quello spaventoso
incidente solo quei tre suoni riusciva a richiamare alla mente. La vista le si era offuscata non appena aveva capito che cosa fosse successo. Dalle labbra le
uscì solo una parola
«Andrea..»
Nella macchina che era appena precipitata si trovava il suo migliore amico. Il ragazzo di cui lei si era innamorata qualche anno prima e che una volta capito
che non ci sarebbe stato altro oltre ad un’amicizia, si era accontentata di rimanergli accanto come amica. E ora anche questa possibilità era svanita insieme
a quell’incidente. Andrea non c’era più, era appena precipitato insieme alla sua macchina dopo una curva presa ad alta velocità. Andava troppo veloce.
Quante volte Sonia aveva detto all’amico che doveva andare più piano quando guidava e lui le rispondeva con un sorriso
«vai tranquilla. Ce la faccio sempre.»
Stavolta non ce l’aveva fatta. Era morto e la ragazza non riusciva a darsi pace. Una volta chiamata l’ambulanza e la polizia, dopo aver risposto alle domande
aveva chiesto di poter tornare a casa. Si era messa a correre senza una meta precisa. Quando si fermò sentì un groppo in gola e potè sciogliere il tutto
solo attraverso una cosa: urlare. Cominciò a gridare e a lasciare che il dolore la riempisse. Urlò e urlò fino a quando le corde vocale non le dolevano.
Poi tornò a casa dove sua madre, che aveva appena appreso la notizia, cercò di consolare la figlia senza successo. Sonia si chiuse in camera e prese in mano
il telefono sperando di vedere un nuovo messaggio da parte sua. Niente. Lo schermo rimandava lo sfondo dell’ultima foto che i due si erano fatti qualche
ora prima dello schianto. Lei radiosa mentre fa la linguaccia all’obiettivo e lui che le cinge le spalle con un sorriso appena accennato. Si erano appena
messi insieme, lui finalmente aveva ammesso che provava dei sentimenti verso di lei che andavano oltre l’amicizia. Quello sarebbe stato l’ultima foto sua.
Lei sarebbe andata avanti con la sua vita prima o poi mentre lui sarebbe rimasto perennemente il ragazzo dal sorriso appena delineato. Sapeva che se lui
l’avesse vista così si sarebbe arrabbiato
«tu non devi stare male per me.»
le avrebbe detto con le labbra a pochi centimetri dall’orecchio di Sonia
«tu non devi piangere. Devi essere forte anche per me.»
La ragazza sapeva che quelle sarebbero state le sue parole, ma per quanto ci provasse era troppo per lei. Si addormentò piangendo. Il giorno del funerale
era qualche fila dietro la famiglia di lui. Non stava piangendo, non aveva più lacrime, le aveva consumate tutte per il suo migliore amico, l’unica persona
con cui si era sentita felice. Rimase a vegliare la tomba fino a quando non rimase più nessuno al cimitero. Proprio quando credeva di aver raggiunto la felicità
tanto agognata ecco che questa le era stata tolta così bruscamente. Aveva preso una decisione. Non era felice e aveva deciso di raggiungerlo. Non voleva
lasciarlo solo, dopotutto anche nell’aldilà Andrea avrebbe avuto bisogno di una migliore amica. Prese la macchina e si diresse sul luogo dell’incidente.
Prima di dare un’accelerata dalle sue labbra uscì una sola parola:
«Andrea..»
Poi una luce bianchissima e infine il buio.

Spazio autrice: ciao. Ecco come vedete la storia non è finita con un "Happily ever after" e questo mi mette tristezza. Perciò se alcuni di voi sono come me
che non riescono a far terminare la storia in questa maniera ho deciso di aggiungere in un capitolo separato la parte di come sarebbe potuta continuare.
Perciò, come spiegato nell'introduzione, sta a voi lettori decidere quale sia il finale più adatto a voi. Se al termine di tutto mi lasciaste una recensione con
le vostre opinioni ne sarei felice. Bacio Caroline Granger
   
 
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