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Autore: Aliiish    12/03/2014    0 recensioni
Storia incentrata sulla difficoltà dei rapporti a distanza, ma di come i sentimenti possano essere il collante di due persone destinate ad amarsi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Proviamoci ancora. Le lacrime non smettevano di scendere, ma cosa potevo farci? Molte decisioni il nostro corpo le prende senza tenere in minima considerazione colui a cui appartiene, così come i singhiozzi, il battito veloce, o anche il naso che cola. Eppure non era una cosa nuova, ma ogni volta ci dicevamo "proviamoci ancora". Anche se ero io quella con il cuore spezzato, perché era difficile pensare a lui come ad uno che soffre. Il telefono prese a squillare, allungai il viso e vidi il suo nome che lampeggiava sul display, non volevo che ascoltasse la mia voce agonizzante, ma sapevo il conforto che la sua sola voce poteva darmi, come un balsamo, e allora risposi. Silenzio. «Ehi» riuscii a dire sforzandomi di mantenere la voce ferma. «Non sei mai stata molto brava a fingere di stare bene, ne sei consapevole?». Pfh, certo che ne ero consapevole. Rimasi in silenzio cercando di assorbire ogni minima inflessione della voce, ogni accento, erano le uniche cose a cui aggrapparsi. «Non sei migliorata per nulla con gli addii, ogni volta una tragedia, anche se sai che mi rivedrai presto» era un tono carezzevole, ma che cercava di essere di rimprovero. «Presto, diciamo che sono punti di vista, perché per me presto significa vederti tra dieci minuti, o domani mattina per la colazione, a esser ottimisti domani sera. Due mesi non sono "presto", per una che come me da l`anima due mesi sono un'eternità, chiunque potrebbe prenderti e conquistarti e io non potrei neppure prenderla per i capelli!». Dal cellulare uscì il suono di una risata, di quelle allegre e di cuore. «Melania, siamo sinceri, quand'è che prenderesti a capelli qualcuno?». Aveva schifosamente ragione. «Solo per me è dura dirti addio ogni volta? Io voglio davvero la tua felicità, ma alla mia chi ci pensa? Perché sì, sono felice se tu sei felice, ma la malinconia che ho nel cuore, quella rimane, e non va via facilmente. Ed ogni notte mi ritrovo a far i conti con me stessa, e a domandarmi se noi valiamo la pena, di tutto questo dolore, di questo sforzo». Sapevo che erano parole capaci di far soffrire, ma ero egoista, e non riuscivo a pensare che quel dolore doveva appartenermi tutto, volevo che lui lo condividesse con me. «Ci siamo detti "proviamoci ancora" e tu mi hai buttato le braccia al collo e hai detto sì, puoi lasciarmi ora se vuoi lo sai, ma sai bene quello che andresti a chiudere. Siamo fatti per amarci, ma forse non per stare insieme è vero, ma se siamo forti possiamo superare ogni ostacolo, ora voglio che tu ci pensi bene, e voglio sentirlo da te, voglio che mi dici che vuoi provarci, perché ci credi in noi». Non mettevo in dubbio le sue parole, ma le mie certezze. Per una ragazza poco sicura come me, era necessario avere un punto fermo, e il mio si trovava a chilometri di distanza, mi riusciva facile pensare che se gli dicevo di finirla io sarei stata meglio, ma al di sopra di me, di quell' "io", c'era qualcosa di più importante, ovvero un "noi". Eravamo gli artefici del nostro destino, e se volevamo stare insieme dovevamo crederci entrambi, per cui per una volta, mi sono asciugata le lacrime, ho preso un respiro e gli risposi «sì, proviamoci ancora».
  
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