LADRO E AMANTE
Capitolo 1

Kagome salì in macchina. Ormai era stufa di fare le solite cose. Chiuse la portiera con rabbia e stress. Avrebbe tanto voluto una pausa…

Si allacciò la cintura e mise la chiave nell’apposito spazio e la girò. Il motore partì e fece per andare, ma d’improvviso la portiera si aprì e un uomo, si riconosceva dal corpo maschilmente perfetto, con una specie di maschera che gli copriva la faccia, salì e si sedette velocemente al posto di fianco a quello di lei.

La ragazza non si preoccupò, al contrario, si eccitò moltissimo… quella situazione, nuova, pericolosa… era o non era dopotutto Kagome Higurashi? Poi sentì qualcosa di freddo puntato alla tempia. Sorrise maligna al suono della sicura rimessa. Perfetto… Incominciava una nuova avventura. “parti… PARTI!”. Kagome non rispose. Allargò ulteriormente il ghigno e mise in moto, per la seconda volta.

Partì sgommando e lui non demordeva alla presa della pistola sulla tempia. “ ora gira a destra, non provare a fare cazzate o giuro che sparo.” Kagome rimase abbastanza sorpresa dal timbro di quella voce.

Roca, sensuale, limpida, scura. Senza rendersene conto, il solo pensare al ragazzo che aveva di fianco, la faceva in un certo senso, eccitare. Ribelle e aggressivo, quello era fatto della sua stessa pasta.

“ Cosa vuoi da me, tanto per cambiare?”

Il suo sguardo si posò un attimo sul ragazzo che aveva di fianco.

“ Niente di particolare, il mio primo sequestro.”

Kagome ghignò ancora di più. Era un principiante allora.

“ E come mai volevi me?”

Fu la volta del ragazzo di ghignare. Il ragazzo con la maschera non rispose. Fu silenzio. Un silenzio privo d’emozioni, tranne che per le direzioni e le sue comandate. La macchina si fermò e l’uomo la precedette, aprendole la portiera. Non la ammanettò né la tirò.

“ Non fare la stupida, o morirai.”

Kagome ghignò ancora di più, per poi annuire e seguirlo in silenzio, in quello che sarebbe stato il luogo della prigionia, una piccola casetta in campagna, con un mulino ad acqua. Era abbandonata e molto vecchia, ma il mulino funzionava ancora.

Bene.

Si prospettava una gita molto interessante. Con gentilezza, il sequestratore aprì la porta e la fece entrare. Il luogo era umidiccio e sapeva di vecchio e di muschio. Odore che sia l’uomo che la donna, trovavano estremamente buono. La porta si richiuse ruggendo. Dentro vi erano poche cose. Una credenza, un comodino, un letto unico ma abbastanza grande, un tavolo e due sedie. Nient’altro che polvere. Per un attimo, a Kagome sembrò di esserci già stata poi però le venne in mente un’immagine.

Aveva visto una botola, sopra il tavolo. Aprendola, c’era…

Kagome alzò lo sguardo e fissò stupita la botola che si trovava sopra il tavolo, proprio come l’aveva immaginato lei. Si avvicinò alla botola di legno e la guardò. Perché le ricordava tanto l’infanzia. In quel momento si sentì tirare un braccio e trascinare. Inuyasha l’aveva tirata fino ad una stanza vuota. Era tutto buio e non si vedeva niente, ma Kagome ebbe un altro flash e si ricordò un divano letto con una signor sdraiata sopra, morta. Kagome tremò e inuyasha se ne accorse. Allora era vero… lei come lui…