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Autore: _ToMSiMo_    29/06/2008    10 recensioni
Ragazze questo è il seguito di Vienna. Alessia e Simona alle prese con la vita dopo l'incontro con i Tokio e dopo i parti. Cosa succederà ora tra quelle mura?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo tutti in Germania. Felici.

Vienna si era addormentata  accanto il camino,appena spento. Alessia e Bill si tenevano mano nella mano e si guardavano teneramente negli occhi. Tom cercava perdutamente i miei sguardi mentre con una mano accarezzava la mia pancia,ormai quasi alla fine dei conti. Si,ero di nuovo incinta,ma questa volta Tom era lì con me.

C’era troppo silenzio.

Sentivo che qualcosa stesse per andare storto. Ma storto nel lato positivo,Alessia infatti iniziò ad avere le prime contrazioni.

Poi i pantaloni di Bill,su cui era poggiata delicatamente si bagnarono.

Bill preso dallo spavento iniziò ad urlare,non riusciva a capire,io avendo vissuto già la mia prima gravidanza,presi velocemente Alessia per un braccio e la portai sul pianerottolo.

Si tormentava dal dolore.

Tom decise di fare andare solo noi 3  all’ospedale,lui ci avrebbe raggiunto presto con la bambina.

Scendemmo velocemente,mentre Tom ci incitava:aveva molta paura.

L’ospedale era abbastanza vicino.

In macchina,Alessia stava cantando per sopportare il dolore e Bill accompagnava la canzone con la sua dolcissima voce. Dolcissima  ironicamente perché in quel momento Bill era isterico. Non cantava ma urlava e questo non aiutava per niente Alessia,che poveretta voleva smettere di soffrire.

Arrivati all’ospedale,Bill stava per scendere quando Alessia lo squadrò per fargli capire che se avesse urlato solo una volta,sarebbe stata la fine per lui.

Parcheggia a accompagnai Alessia dentro.

Appena videro Bill bagnato e Alessia che stringeva i denti portarono una barella su cui l’adagiarono e la portarono in sala parto.

Io rimasi fuori,infatti Bill solo entrò.

Da fuori si sentiva la voce pacata e calma di Bill che cantava By your side,e le urla di Alessia che stringeva sicuramente la mano del suo dolce marito.

Per fortuna il travaglio fu il più breve in assoluto.

Verso le 3 di mattina,sentii il primo pianto. Dieci minuti dopo il secondo.

I gemelli Kaulitz erano appena nati.

Ryan e Kevin.

Mi addormentai con i loro pianti nelle orecchie.

A svegliarmi però fu proprio Bill.

-Simo,alessia ha bisogno di te-

Non risposi,corsi solo fino alla sua stanza.

Teneva stretta tra le braccia  due piccole lenzuola con dei bimbi piccolissimi,caldissimi e biondissimi.

Tedeschi!

-Mamma,auguriii!-

Mi sorrise. Come era bella.

Mi fece segno di avvicinarmi al letto.

Mi posò Kevin tra le braccia

-Kevin è nato per primo quindi è il più piccolo,ha una voglia sulla spalla sinistra-

-è stupendo-

-lui è Ryan è nato 10 minuti dopo Kevin quindi è il più grande è ha una voglia sul polso,ok?Non ti sbagliare-

-non potrei mai-

-auguri zia-

Mi sedetti sul letto con Kevin tra le braccia,piangevo. Ero felice. La zia dei gemelli Kaulitz,la cognata di Bill e la moglie di Tom. Certo che la vita certe volte va troppo bene.

Si dice che la felicità è un momento che divide due momenti brutti,ma io di momenti brutti non ne  stavo passando più.

Certo mi incazzato se Tom rientrava tardi,ma quando poi coccolava Vienna,capivo che le mie preoccupazioni erano davvero infondate.

E poi io ero incinta.  Per lui era davvero importante quella gravidanza. Mi seguiva sempre dal ginecologo,si teneva Vienna quando dovevo fare dei controlli più lunghi,mi ritirava le analisi.

I Tokio Hotel si erano fermati per un po’ siccome,le nostre gravidanze erano più importanti.

Gustav si era fidanzato con una bella americana,e Georg con un’italiana come noi.

Erano davvero tutti e 4 felici.

Diedi un bacio sulla fronte ad Alessia e  decisi di far entrare Vienna dentro,siccome le sue urla si sentivano per tutto il corridoio. Tom era arrivato.

Uscii fuori e Vienna con due saltelli arrivò dalla zia.

Urlava di gioia e tutte le persone del reparto non ci dissero nulla,non perché eravamo le mogli di alcuni membri dei Tokio Hotel,ma semplicemente perché una nuova vita doveva essere festeggiata sempre con dei sorrisi.

Mi sedetti sulla poltrona.

Un improvviso mal di schiena prese il sopravvento sulle mie gambe.

Iniziai a sbiancare quando poi mi accorsi di aver rotto le acque,di nuovo.

Tom iniziò a ridere

-ci resti anche tu sull’ospedale stasera?-

-penso proprio di si-

Mi prese in braccio,mi baciò i capelli e dopo aver chiamato un dottore mi fece sedere su una barella.

Dopo aver litigato con il dottore,lui lo fece entrare.

Non riuscivo più a sopportare il dolore,ma secondo il ginecologo era ancora presto,doveva aprirsi ancora di qualche centimetro.

Ci lasciò soli.

Tom mi teneva la mano,mi toccava i capelli,baciava la fronte e ogni tanto scherzava per farmi pensare ad altro.

-io faccio meno male eh tesò?-

-si,molto-

Ridevo. Anche se certe volte ritornava quello squallido,a me faceva piacere. Mi fece passare il dolore per quel piccolo momento.

Dopo 6 minuti entrò il medico che mi portò in sala parto.

Tom continuava a ripetermi: “guarda che ci sono io” “io non ti lascerò mai” “sei la mia vita” “ti amo amore” “che bella Vienna avrà una sorellina” “sono emozionato”. Tutte cose che volevo mi dicesse,e lo diceva anche mentre piangeva.

Tutto il dolore si calmò appena la mia bambina toccò le mie braccia. Anzi dopo averla vista negli occhi,riuscì a capire perché avevo sofferto tanto.

Il suo volto aveva ripagato ogni mio sforzo.

-Tom- sibilai

-amore dimmi,hai bisogno di qualcosa?-

-questa bambina è uguale a Vienna da piccola,ora sai com’è stata la sua nascita-

Non disse nulla. Anche lui avrebbe voluto esserci alla mia prima gravidanza,ma ora il suo sorriso appagava tutto. Tom era innamorato di me,di Vienna e di Paris.

La mia seconda figlia. Bionda,piccola e calda. Due secondi prima avevo stretto Kevin tra le mie braccia ed ora stringevo Paris.

Tom aveva deciso di chiamarla Paris perché a Parigi era stata concepita.

Dopo aver dormito un po’,mi ritrovai in camera con Alessia.  Mi guardava e rideva.

Vienna aveva messo tutte e 3 le cullette in fila e teneva sotto controllo tutti e 3.

Bill era seduto sul letto con Alessia e Tom sul mio.

Appena mi svegliai,mi diede un bacio Vienna e poi Tom.

-Simona che fai? Vieni qui per fare gli auguri a me e poi partorisci?-

-Alessia questa è una pazzia,auguri zia-

-auguri mamma-

Che bello. I nostri figli si toglievano 2 ore.

Ero davvero felice.

Avevo una bambina che doveva fare 4 anni,un marito,un’amica,una seconda figlia,un cognato,due nipotini,dei genitori,e degli amici.

Non c’era un momento di tristezza,o almeno non era ancora arrivato.

Avrebbe dovuto arrivare un giorno no?

Almeno il nuovo momento di felicità appagava il dolore,un dolore che in quel momento non riuscivo neanche a pensare perché la mani di Vienna,i baci di Tom,i sorrisi di Alessia e Bill e i pianti delle nuove stelle,mi distraevano da ogni dolore!

 

 

Salve,eccomi qui con il seguito di Vienna,che forse non volevate neppure.

Questo capitolo è un po’ tutto quello che è avvenuto dopo Parigi.

Spero vi piaccia.

Ringrazio tutte coloro che hanno commentato l’ultimo capitolo di Vienna. Grazie di tutto.
  
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