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Autore: Sturmfrei    12/03/2014    0 recensioni
. “Mi ha detto di darti questo e di vedere la tua reazione” dice porgendomi un foglietto. Lo apro. C’è scritto: “incontriamoci oggi pomeriggio alle 4.30 alla tua fermata dell’autobus”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: Furry | Contesto: Contesto generale/vago
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Oggi ho fatto prima del solito.
Sono quasi alla fermata e forse riuscirò ad arrivare per un orario decente..
Controllo il cellulare. Il prossimo autobus passa tra due minuti. "Perfetto", mi dico. Infilo le cuffiette ed aspetto. Il tempo sembra non passare mai. Finalmente arriva l’auto. Salgo ma non trovo i miei amici che vedo di solito. "Sono arrivata in anticipo" penso, quindi loro saranno su uno di quelli dopo. Mi guardo intorno. Vorrei sedermi, il tragitto è abbastanza lungo e non mi va di stare in piedi. Il mio sguardo si sofferma su dei capelli neri, arruffati. Appartengono ad un ragazzo, ma non riesco a vederne il viso, perché è coperto da un libro. Dal modo in cui è vestito sembra interessante. Intravedo dei tatuaggi lungo le braccia scoperte. Alza lo sguardo e si sofferma su di me. Mi manca il fiato. I suoi occhi sono verdi, chiari, la bocca carnosa con un piercing sul labbro inferiore. Ha un dilatatore nero su un lobo ma non è molto grande. Non dimenticherò mai il suo sguardo mi dico mentre continuo a cercare un posto libero per poi rendermi conto del fatto che l’unico posto è proprio di fronte a lui. Valuto la situazione: probabilmente dopo tre fermate in piedi farei una figura di merda restando in piedi. Decido di sedermi e non guardarlo ma è impossibile. Lo osservo mentre legge, così preso dal libro, con le sopracciglia corrugate prima, e poi rilassate. Deve aver letto qualcosa di divertente perché fa un sorriso. Vedo due fossette comparirgli tra le guance e penso che siano adorabili. Alza lo sguardo verso di me e io distolgo il mio velocemente ma credo che mi abbia scoperta. Ride e penso di sapere perché. Sorrido anche io senza farmi vedere e penso alla figura di merda che ho appena fatto.
Passo la giornata a pensare a lui e a disegnare il suo sorriso e i suoi occhi ovunque. Chissà se anche lui pensa a me, anche se è molto difficile ed  è stupida come idea: non so neanche come si chiama.
Ultimamente sto prendendo sempre l’auto presto e lui è sistematicamente li, in quel posto, con quel libro che di volta in volta ha sempre meno pagine. Ci scambiamo sguardi continui ma faccio finta di non notarli per non montarmi troppo la testa: è impossibile che un ragazzo come lui possa anche minimamente interessarsi a me.
Sono ormai due settimane che prendo l’autobus prima ma oggi lui non è qui. Al suo posto c’è una ragazza. E’ veramente molto bella e nel guardarla mi rendo conto di trovare qualche somiglianza con Lui. Se fossi più coraggiosa le chiederei se posso farle una foto per poi disegnarla a casa. Mi vede e prende velocemente il telefono. Alza di nuovo lo sguardo su di me, che intanto mi sono seduta di fronte a lei, sul solito posto. Continua a guardare me e il telefono e sto iniziando a preoccuparmi. “Sei tu la ragazza che tutti i giorni si siede davanti a questo ragazzo qui?” mi dice. La guardo e poi guardo il suo telefono. E’ Lui, o almeno è una sua foto. E' così bello. Faccio di si con la testa e penso che sicuramente lei sia la sua ragazza che vuole dirmi di stargli lontano anche se è un po’ strano vista la somiglianza. “Sono sua sorella” mi dice e io la guardo con un misto di sorpresa e sollievo. “Mi ha detto di darti questo e di vedere la tua reazione” dice porgendomi un foglietto. Lo apro. C’è scritto: “incontriamoci oggi pomeriggio alle 4.30 alla tua fermata dell’autobus” sorrido e lei evidentemente mi nota perché mi sussurra “allora gli dirò che sei contenta e che andrai hahah” la guardo e sorrido ma prima di fare si con la testa mi sorge un dubbio e il mio sorriso svanisce. “Che ti prende adesso?” mi chiede “ niente” le rispondo “ è solo che vorrei evitare di essere presa in giro.. come faccio ad essere sicura che questo non sia tutto un enorme scherzo?” “ ti devi fidare e basta.” “ va bene” le dico “ma sappi che se è uno scherzo non è divertente, per niente..” rido e lei anche.
Passo tutte le ore di scuola a pensare al pomeriggio che deve arrivare. Guardo il biglietto più volte per cogliere ogni dettaglio della sua calligrafia, rifugiandomi, inutilmente, nel pensiero di poter  sapere qualcosa di più su di lui. Le ore sembrano non passare mai quando finalmente sento il suono della campanella. Mando un messaggio alla mia allenatrice per dirle che salterò l’allenamento.
Torno di fretta a casa sperando di incontrarlo ma niente. Racconto tutto a mia madre che è un po’ sospettosa, ma non mi interessa.
Manca un’ora e mezza e non so che fare. Sembra non passare mai. Non so se truccarmi ma alla fine decido di rimanere acqua e sapone, come tutti i giorni pensando che se gli sono piaciuta senza niente in faccia non ho bisogno di colorarmi la faccia. Guardo l’ora: le tre e dieci. Cosa faccio per tutto questo tempo? Decido di ammazzare il tempo sentendo un po’ di musica, giocando a palla sul muro. “Finalmente è passata un’ora, mancherà poco” penso. Accendo il telefono e la mia felicità viene smorzata subito dalle cifre scritte in alto. È passata solo mezz’ora. Non posso mettermi a leggere e a disegnare, perché non riuscirei a stare ferma e a concentrarmi. Vado su facebook  provando a far passare più  minuti possibili ma niente. Alla fine rinuncio e mi metto a guardare la televisione sperando che almeno così, la prossima volta che guarderò il telefono, saranno passato cinquanta minuti almeno.
Non riesco a stare ferma un attimo e finalmente, dopo aver guardato l’ora per la ventesima volta mi accorgo che è ora di uscire. Ho paura però di arrivare troppo presto aspetto altri cinque minuti dicendomi che ho aspettato per ore e che quindi cinque minuti non sono poi così tanti. Esco di casa finalmente, metto le cuffie e faccio partire la musica.
Comincio a farmi film mentali su quello che potrebbe succedere e senza neanche rendermene conto sono arrivata. Eccolo li, perfetto. Oggi ha una maglietta a maniche corte abbastanza stretta che gli mette in risalto i muscoli e fa vedere i tatuaggi. Sta fumando. Non mi piace la gente che fuma ma potrei fare un’eccezione. Gli si avvicina una ragazza, bellissima e si abbracciano. Mi sento orribile in confronto a lei. Abbasso lo sguardo e una grande delusione si impossessa di me. “Che stupida” mi dico, “avrei dovuto capirlo che c’era qualcos’altro sotto.” Come se fosse fatto apposta parte la canzone triste. Faccio per andarmene ma Lui mi blocca. Mi guarda, ha un’aria preoccupata. “Tutto bene?” mi dice, come se ci conoscessimo già. “Si” gli dico “è solo che ti avevo visto impegnato” continuo facendo finta di sorridere. Se ne accorge e mi abbraccia. È caldo e tra le sue braccia forti mi sento protetta. Mi prende la mano e si presenta. Daniel è il suo nome e ha 16 anni. Non posso fare altro che farmi trascinare e cominciare con lui una fitta conversazione.
  
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