16 gennaio 1870, San Francisco.
Nelle selvagge terre della California, tra aridi deserti e canyon cotti dal sole impietoso la ferrovia transcontinentale cresce sotto il lavoro degli uomini.
Amelie, conosciuta come “il corvo” è una ragazza che sopravvive in quelle terre ostili continuamente battute da cow boy, indiani e banditi.
Mezza indiana nel sangue e orfana la giovane cresce facendosi una fama come cantante, districandosi con grazia animale tra casinò fumosi e ostelli.
Pelle e capelli neri, occhi come carboni e lingua tagliente, la ragazza sopravvive in una terra dove le pistole governano in mano a uomini crudeli, la corruzione è affilata come un coltello, la terra impietosa brucia sotto i raggi del sole e gli indiani, popolo che la rifiuta, è in continua lotta contro l’uomo bianco, deciso a colonizzare le terre dell’America in intrighi e alleanze malsane.
La sua vita, avvolta da quel vortice di vita frenetica, verrà presto distrutta e Amelie dovrà lottare per salvarsi, ma per farlo dovrà rendere ancora più dura la sua lotta per la sopravvivenza, tra alleanze contro problemi che sembrano non coinvolgerla e patti con persone che nessuno vorrebbe avere accanto.