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Autore: _Broken Dream_    13/03/2014    5 recensioni
Il ritorno di Grace dal college nel giorno di San Valentino.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Danny Williams, Grace Williams, Steve McGarrett
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'From Uncle to... Dad'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono. La storia non è scritta a scopo di lucro ma per puro divertimento personale. I personaggi e alcune situazioni sono prese direttamente dallo show Hawaii Five-0 e appartengono al Canale Televisivo Americano CBS. Le immagini non sono di mia proprietà ma sono state copiate da google immagini
 
 
 
 
 
 
 
“È per te che sono verdi gli alberi
E rosa i fiocchi in maternità
È per te che il sole brucia a luglio
È per te tutta questa città
È per te che sono bianchi i muri
E la colomba vola
È per te il 13 dicembre
È per te la campanella a scuola 
È per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
È per te che a volte piove a giugno
È per te il sorriso degli umani
È per te un'aranciata fresca
È per te lo scodinzolo dei cani
È per te il colore delle foglie
La forma strana della nuvole
È per te il succo delle mele
È per te il rosso delle fragole
È per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
È per te il profumo delle stelle
È per te il miele e la farina
È per te il sabato nel centro
Le otto di mattina
È per te la voce dei cantanti
La penna dei poeti
È per te una maglietta a righe
È per te la chiave dei segreti
È per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
È per te il dubbio e la certezza
La forza e la dolcezza
È per te che il mare sa di sale
È per te la notte di natale
È per te ogni cosa che c'è
Ninna na ninna e...”
 
 
 
“Quando ti addormenterai
con gli occhi chiusi
i pugni quasi

Sognerai quel che vedrai
i suoi sorrisi
rossi e accesi

Una melodia che sale su
fin dove sei

A te che non sei ancora tu
ma presto lo sarai

Ora dorme pure lei
la braccia ai fianchi
fresche e stese

Sogna te che sognerai
cuscini bianchi
come rose

Ninna nanna
che poi scende giù
fin nei tuoi sogni

A te che non sarai più solo tu
perchè sarete voi

Sarete voi
la vostra storia

Sarete voi
due sguardi in aria

Sarete voi
la mia memoria

Sarete voi
il mondo intorno a me

Pigiami
Moine
La culla con le apine
Triciclo
Girello
Il mondo sembra bello

Le scarpe
che indossi
per fare i primi passi
Il mare
Gli abbagli
I granchi tra gli scogli

Cortili
Bambine
col fiocco e le treccine
Problema
sei meno
ma sempre in due per mano

Regali
Natale
La neve sotto il sole
Playstation
Ma quando
Ti giuro
sto studiando

Ritardi
promesse
Duecento sms
Ti chiamo
C’hai un casco?
Neanche ti conosco

Chitarre
Distorte
Dalle finestre aperte
Ballare
Da solo
Alzando gli occhi al cielo

Campeggio
Concerto
Il primo bacio storto
Mi guardi
Ti amo
Domani autogestiamo

Silenzio
Sai cosa?
Noi siamo soli in casa
Poi scosti le tende
Sei diventato grande”
 
 
 
 
 
 
 
-   Gracie, ehi, che cosa ci fai qui? –
-   Vi disturbo? –
-   Scherzi? Vieni qui, fatti abbracciare, è troppo tempo che non torni a casa. Ci sei mancata. –
Eccomi qui, davanti alla porta di quella che considero un po’ anche casa mia, il pomeriggio di San Valentino.
Appena Steve mi abbraccia sento quel calore che solo lui e mio padre riescono a trasmettermi, come se, qualunque problema ci possa essere nella mia vita, si risolverà e tutto tornerà alla normalità.
-   Super Seal, chi è alla porta? –
Ecco la voce di mio padre, fintamente polemica come al solito. Steve scioglie il nostro abbraccio e lo vedo alzare gli occhi al cielo ma contemporaneamente sorridere.
-   Il mio amante Danno. –
Mi fa l’occhiolino. Si provocano in continuazione, a volte penso che la loro storia vada alla grande soprattutto per questo, non smettono mai di battibeccare. Ora si può veramente dire che sembrano una coppia sposata da anni, lo sono.
-   Digli di sparire nel giro di cinque secondi se ci tiene ad avere ancora tutte le dita dei piedi al loro posto. Nel caso fosse più sexy di te invece, sparisci tu,  per almeno un paio di ore potrei decidere di divertirmi. Qualche novità ogni tanto mette un po’ di pepe alla solita routine. –
Mettendomi un braccio intorno alle spalle mi fa entrare in casa, seguiamo la voce di mio padre fino in cucina. Si sentono dei rumori inquietanti. Già il fatto che Danno sia in cucina è una premessa a dir poco terrificante, chissà che cosa incendierà questa volta.
-   Danno, se non sbaglio il capo dei vigili del fuoco ti aveva proibito di avvicinarti ai fornelli.Ti ha imposto una distanza minima di sette metri, quelli al massimo sono sette centimentri. Cosa stai tentando di fare? –
Al suono della mia voce, lascia cadere il cucchiaio di legno che aveva in mano direttamente nella pentola e si gira fissandomi sbalordito.
-   Scimmietta, che cosa ci fai qui! –
Si avvicina per stritolarmi in un abbraccio.
-   Quando sei arrivata? Potevi dirmelo, ti saremmo venuti a prendere. Quanto ti fermi? C’è anche... si insomma, c’è anche lui? –
Siamo ancora abbracciati ma so che sta scrutando dietro alle mie spalle, terrorizzato dal veder comparire quello che ormai è il mio ex ragazzo, non si sono mai sopportati, non piaceva a nessuno, questo avrebbe dovuto insospettirmi.
Essere finalmente abbracciata a mio padre dopo tutte queste settiname ma soprattutto dopo lo stress e l’ansia dell’ultimo periodo, fa crollare definitvamente tutte le mie difese. Sono settimane che sono giù di morale, ho sempre tentato di affrontare le difficoltà a testa alta, non mi piace che gli altri pensino che io sia una persona debole. Mi accorgo di cominciare a singhiozzare quando sento le lacrime scendermi lungo le guance, bagnandogli la camicia.
-   Ehi, ehi, scimmietta che succede. Mi stai facendo preoccupare, vieni andiamo di là. –
Scioglie l’abbraccio con l’intenzione di accompagnarmi in sala, sul divano.
-   Papà, il fuoco. –
Mi guarda confuso.
-   Quale fuoco? –
-   Quello sotto alla pentola. –
-   Quale pentola? –
-   Faccio io Gracie non ti preoccupare. Rimango qui così voi potete chiacchierare tranquillamente senza interruzioni e da soli. –
Anche Steve ha un’espressione preoccupata dipinta in viso, so quanto mi vuole bene e so che sto facendo preoccupare anche lui. Le sue premure mi commuovono.
-   Zio Steve mi abbracceresti anche tu? -
-   Ma certo piccola, vieni qui. Che c’è che non va? –
Non lascio andare il braccio di mio padre, trascinando anche lui tra le braccia di suo marito.
-   Che bello essere a casa, mi siete mancati. –
-   Gracie, anche tu ci sei mancata tanto. Puoi venire a trovarci quando vuoi lo sai. –
Questo è il mio primo anno di college, per la prima volta mi trovo a vivere lontano dalla mia famiglia, come se non bastasse ho appena affrontato la prima sessione di esami della mia vita.
Probabilmente non ero pronta alla pressione a cui sono stata sottoposta, alcuni esami non sono andati come speravo e come se non bastasse sono stata scaricata dal mio ragazzo del liceo subito prima di Natale. Nessuno sa ancora nulla, nonostante siano passati mesi.
Rimaniamo qualche minuto abbracciati, sono io la prima a mollare la presa dalla schiena di papà e Steve. Tiro su con il naso, nonostante sia un gesto per nulla adatto ad una ragazzina bene educata, come mia madre mi farebbe sicuramente notare. Mi passo le dita sotto agli occhi cercando di arginare le lacrime. Sembrerò sicuramente un Panda. Il mascara e la matita saranno colati.
-   Allora, cosa stai preparando Danno? –
Sento Steve ridacchiare, mi volto a guardarlo e poi sposto lo sguardo su mio padre. So già cosa accadrà tra pochissimo, papà mi risponderà e subito dopo offeso comincerà a battibeccare con suo marito per essersi lasciato scappare la risatina.
-   Cosa stavo preparando vuoi dire. Non credo che Steve si meriti la golosità che gli stavo cucinando per San Valentino, maleducato rozzo animale della peggior specie. –
-   Sto per arrossire per i troppi complimenti, non ti sembra di essere troppo melenso? Davanti a Grace poi, Danno non vorrai sconvolgere la bambina. –
-   Per quale motivo, mi chiedo, dovrei perdere tempo a prepararti una torta. Non apprezzi. In questo momento avrei voglia di infilarti il cioccolato nelle orecchie. Scimmietta non ascolatare, queste discussioni non sono adatte ai minori. –
Non mi lasciano intervenire, ricominciano esattamente come se io non fossi presente all’interno della stanza ma soprattutto come se non fossi accanto a loro.
-   Dicevo, perchè dovrei sprecare le mie grandi doti culinarie per te? –
-   Doti culinarie? Quali doti? Ogni volta che tocchi i fornelli incendi qualcosa. Danno siamo sinceri, cucinare non fa per te. –
Danno subito guarda Steve scioccato. L’espressione immediatamente successiva che si dipinge sul suo viso è offesa. Punta una mano sul fianco e solleva l’altro braccio in aria come per prepararsi a dire qualcosa. Ci ripensa, gesticola un po’ senza dire nulla e poi si rivolge a me.
-   Ho deciso che non mi abbasserò al suo livello. Lo ignorerò e donerò il mio affetto e le mie prelibatezze solo alla mia bambina che è l’unica che sembra apprezzarle. –
Detto questo si incammina borbottando verso la sala lasciando me e Steve a scambiarci occhiate divertite.
-   Ti vedo triste, sicuro vada tutto bene piccola? Sai che siamo qui per te. –
-   Grazie Zio Steve, sono venuta subito appena atterrata perchè sentivo la necessità di stare un po’ con voi. –
Steve mi abbraccia e io mi abbandono di nuovo al calore che mi trasmette. Potrei stare così per ore, a differenza di mio padre, che solitamente si lascia subito prendere dal panico cominciando subito a farmi l’interrogatorio di terzo grado, Steve è capace di starmi vicino senza chiedere nulla.
-   Steve la smetti di monopolizzare mia figlia, egoista che non sei altro? Vorrei poter capire, in breve tempo, quanti membri dovrà avere la squadra punitiva che ho intenzione di riunire per andare a cercare quel marmocchio insolente che sicuramente avrà trattato male la mia bambina. Il grado di dolore che gli procurerò verrà deciso appena scoprirò la gravità delle sue azioni. –
Sciolgo l’abbraccio e decido di andare in sala a contenere le idee bellicose di mio padre, prima che faccia dare un permesso premio a Wo Fat e lo spedisca a casa di TJ.
 
Sono seduta sul divano rannicchiata con le ginocchia strette al petto e mio padre di fronte a me mi guarda con un’espressione preoccupata negli occhi.
-   Scimmietta perchè non ce lo hai detto? Perchè non ci hai chiamati? Ti avremmo potuto tranquillizzare, supportare, venire a trovare... –
Sento dei rumori provenire dalla cucina, Zio Steve ci ha lasciato chiacchierare da soli. Continuo a giocare con i mie braccialetti, tic nervoso che ho quando devo parlare di quello che mi preoccupa o di qualcosa che mi imbarazza.
-   Grace, vorrei che capissi che tutte le paure e le ansie sono pienamente normali. Tutti i ragazzi della tua età probabilmente condividono con te almeno la metà dei tuoi problemi, ciò che tu hai e che non tutti hanno, sono delle persone che ti sostengono al massimo. Ti adoriamo, non devi pensare di essere debole solo perchè vuoi supporto dalla tua famiglia. –
-   Lo so papà ma non volevo deludervi e dimostrare di farcela da sola. –
-   Puoi farcela da sola anche facendoti coccolare dal tuo papà. –
Veniamo interrotti da Steve che entra in sala con un vassoio con delle ciotole piene del mio gelato preferito.
-   Vedi Scimmietta, anche lui, che è un animale, almeno con te mette da parte i suoi modi rozzi e maleducati. Super Seal non pensare di comprarmi con il gelato, ti ci vorrà molto di più per farti perdonare. La strada per il tuo perdono è lunga e faticosa. Il gelato è solo la prima tappa. –
-   Chi ha detto che la terza coppetta è tua Danno? Magari Grace vuole fare il bis, tu invece ingrassi e basta. –
Mi sorride facendomi l’occhiolino. Capisco subito qual è la mia porzione perchè sul mio gelato sono stati messi gli smarties e le meringhe.
-   Faccio finta di non aver sentito, solo perchè oggi è San Valentino e non ti permetterò di rovinarmi la serata. –
-   Gracie, rimani con noi questa sera? Possiamo andare a fare una nuotata prima che faccia buio, le tue cose sono in camera tua. Per cena decidi tu, possiamo rimanere a casa o se preferisci possiamo farti da accompagnatori. Siamo ancora abbastanza giovani per non far sfigurare una bella ragazza come te? –
-   Si, Scimmietta rimani. –
Per me ormai San Valentino non è più un dramma ma c’è stato un periodo, durante la mia adolescenza, al liceo, in cui essere sola in questa giornata era una tragedia. Tutte le mie amiche facevano a gara per trovare un malcapitato che fosse costretto a regalare loro una rosa e a portarle fuori a cena, solitamente la relazione durava l’arco di una settimana ma l’importante era avere un accompagnatore da poter sfoggiare. Devo ammettere, un po’ con rammarico, di essere stata anche io un’adolescente fissata con queste stupidaggini.
Le parole di Steve mi riportano indietro di qualche anno e mi fanno ricordare il giorno di San Valentino migliore che io abbia mai passato.
 
-   Scimmietta alzati, è ora di andare a scuola, faremo tardi. –
-   Mh. –
Sento bussare alla porta di camera mia.
-   Grace, conto fino a tre, se non ti alzi, al tre entro e ti butto giù dal letto. –
-   Mh. –
-   Uno, due, due e mezzo... –
Sento la porta di camera mia aprirsi, sono nascosta con la testa sotto al cuscino. Sento il peso di mio padre abbassare il materasso, mentre si siede sul letto accanto alle mie gambe.
-   Scimmietta, non ti senti bene? Qual è il problema? Non hai mai fatto storie per andare a scuola, cos’hai questa mattina. Faremo tardi, Steve si sta facendo la doccia dopo la nuotata, tra poco la colazione sarà pronta. –
Da quando Steve e mio padre convivono, spesso mi fermo a dormire qui, ho una camera e tutte le mie cose, in questo modo posso stare un po’ di più con loro.
-   Non ci vado! –
-   Non ci vai? A scuola? Perchè? Ti senti forse male? Fammi sentire la fronte. –
-   Sto benissimo ma oggi non voglio andare a scuola. –
-   Grace, per favore, non ti sembra di essere un po’ troppo cresciuta per fare i capricci, hai ormai 16 anni, mi aspettavo questa ribellione molto prima. –
-   Non puoi capire, lasciami qui. –
Sto facendo delle storie ridicole me ne rendo conto, oggi però non voglio uscire e vedere nessuno.
-   Che significa che non posso capire? –
Non gli rispondo, sa perfettamente che quando sono di quest’umore non c’è nulla che può fare per farmi parlare, tranne… Sento papà alzarsi e uscire dalla mia camera. So già cosa succederà, è andato a chiamare i rinforzi.
Dopo qualche minuto infatti sento entrare di nuovo qualcuno in camera.
-   Piccola che succede? Danno sta dando di matto. Hai voglia di parlare con me? –
-   Zio Steve, non voglio andare a scuola oggi. Sarà una giornata orribile, lo so con certezza. –
-   Grace, non sarà per caso perché oggi è San Valentino? –
Come ha fatto a capirlo. Pensavo che fosse uno di quegli uomini che non sa neanche cosa rappresenti il 14 febbraio, credevo che queste stupidaggini romantiche non facessero per lui. Mi sento talmente stupida e infantile che non rispondo nemmeno alla sua domanda, sono sicura che trarrà da solo le sue conclusioni.
-   Facciamo un patto. Tu ora ti alzi, ti prepari, ti vesti, scendi a fare colazione e vai a scuola, io ti prometto che sarà una magnifica giornata. Affare fatto? –
Rifletto un secondo sulla sua proposta ma non credo neanche per un secondo che la giornata posso migliorare, non vedo l’ora che arrivi questa sera per poter andare a dormire. Mi tolgo il cuscino da sopra la testa e lo guardo con aria particolarmente scettica.
-    Gracie, ti fidi di me? –
Annuisco debolmente e non troppo convinta. Lo vedo aprirsi in uno dei suoi sorrisi fascinosi e darmi un bacio sulla fronte. 
-    Ti aspettiamo di sotto. –
Non ho idea di cosa abbia in mente, ma credo che mi abbia appena obbligato a trascinarmi fuori dal letto per andare a scuola.
 
Sapevo che sarei dovuta rimanere sepolta sotto le coperte. Le mie migliori amiche non fanno altro che cinguettarmi attorno da quando ho varcato la soglia di questa scuola. Non ho più voglia di sentir parlare di quali e quanti fiori i rispettivi ragazzi hanno inviato loro, non ho più voglia di sorbirmi un altro dettagliato racconto relativo a come si vestiranno, truccheranno e sveniranno davanti alla fantastica serata che passeranno. Non posso fare come in quel film, in cui la protagonista desidera di avere trent’anni e si sveglia il giorno dopo, esattamente come aveva desiderato? A me basterebbe molto meno, solo svegliarmi a San Valentino concluso.
In più sta per cominciare la lezione di filosofia. La odio, non posso pensare di dover stare seduta qui ancora per due ore a sentire parlare di argomenti che non capisco.
Mi incanto a guardare fuori dalla finestra della mia aula, siamo al piano terra. Vedo avvicinarsi l’ennesimo fiorista della mattinata. È stato un continuo andirivieni, rose rosse e mazzi di fiori, anche se a volte orribili, almeno rappresentano il pensiero di qualcuno per la propria ragazza. Razionalmente mi rendo perfettamente conto che il ricevere un fiore a San Valentino non significa nulla ma, probabilmente a causa dei miei 16 anni, l’unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è “Perché io no?”.
Tento di concentrarmi nuovamente sulla spiegazione impossibile della mia professoressa. Sarà una lunga giornata.
Per fortuna sentiamo bussare alla porta dell’aula, sarà l’ennesima consegna ma almeno garantisce cinque minuti di urletti da parte delle mie compagne e cinque minuti di respiro per tutti gli altri.
Appoggio la fronte sul quaderno che ho sul banco, cercando di controllare il mal di testa che mi è scoppiato appena sveglia questa mattina.
-   Grace Williams? –
Sento la professoressa chiamarmi, possibile che sia già finita la pausa?
-   Si, professoressa mi scusi, sto seguendo glielo giuro. –
Ho abbassato la testa da circa venti secondi non può già accusarmi di essere distratta.
-   Grace, vieni a prendere i tuoi fiori per piacere, così posso ricominciare a spiegare, stiamo perdendo già troppo tempo oggi, non vedo l’ora finisca questa mattinata. Questo giorno è impossibile quasi quanto quello delle nomine per la reginetta del ballo. –
Alzo di scatto la testa dal quaderno, fiori? Ha detto fiori? Per me? Ci dev’essere un errore. Guardo nella direzione della docente ed effettivamente accanto a lei è comparso un enorme mazzo di tulipani bianchi e rose rosse carminio. Sono i miei fiori preferiti.
-   Grace, per favore, puoi velocizzarti? Neanche ti avessi chiesto di ripetere la spiegazione su Kant. –
-   Subito, mi scusi Professoressa. –
Mi alzo molto velocemente dalla sedia, rischiando di far crollare qualunque cosa, per andare a recuperare la meraviglia che mi è stata regalata.
Dopo essere tornata al mio posto scorgo un biglietto.
-   Grace, non ti riprendo più, alla prossima vieni veramente a spiegarci Kant, con voto. Leggi silenziosamente e velocemente quel biglietto e poi metti via tutto e rimettiti a prendere appunti. Grazie. Allora ragazzi, stavamo dicendo. –
Mi isolo completamente nella contemplazione dei fiori e del biglietto… la calligrafia la riconoscerei tra mille, in caso contrario, il messaggio mi avrebbe tolto tutti i dubbi.
 
“Tantissimi auguri alla più bella Principessa delle Hawaii, fino a che non troverai il cavaliere con l’armatura scintillante e il cavallo bianco, ci penseranno sempre i tuoi principi a farti sentire speciale in questa giornata.”
 
Sento la professoressa schiarirsi la voce. Prima di farle perdere la pazienza definitivamente, faccio sparire biglietto e fiori e mi rimetto a scrivere. Forse questa giornata non è destinata ad essere poi così terribile.
 
Sento l’ultima campanella della giornata suonare. Si! Grazie, Signore. Non ne potevo più. Saluto molto velocemente le mie amiche, nonostante la giornata sia migliorata, continuo a non aver voglia di sentire sempre gli stessi discorsi.
-   Ragazze devo scappare mi spiace, ci vediamo domani. Divertitevi questa sera. –
Non ascolto nemmeno le loro risposte e mi dirigo quasi correndo verso l’uscita della scuola, a testa bassa per evitare che qualcuno mi fermi nei corridoi. Esco talmente velocemente che non mi accorgo nemmeno di andare addosso a qualcuno.
-   Scusi, non l’ho fatto apposta. –
-   Ehi Grace, dove corri? –
Alzo gli occhi e mi accorgo di essere andata a sbattere contro Kono e a Leilani.
-   Ehi. Ciao! Che ci fate qui? –
Abbraccio entrambe. Kono e Leilani, da quando lei esce ufficialmente con Chin, sono diventate amiche e ogni tanto andiamo tutte a fare un giro assieme. Mi trovo bene a passare del tempo con loro, sono ragazze fantastiche.
-   Aspettavamo te. Siamo in missione. –
Non capisco. Le guardo confusa e loro si sorridono complici.
-   Mettiamola così Grace, oggi abbiamo ricevuto ordine di rapirti, sarai in mano nostra fino a questa sera. –
Non ho la più pallida di cosa abbiano in mente e questo mi spaventa ma credo l’unica cosa da fare sia fidarmi e godermi il pomeriggio, quanto brutto potrà mai essere?
 
Sono in camera mia davanti allo specchio. Non mi aspettavo una giornata come questa. Ha superato ogni mia aspettativa, nonostante sia stata totalmente diversa da quello che mi aspettavo per San Valentino.
Mi guardo e mi sento una vera principessa. Kono e Leilani mi hanno portato a comprare un vestito, un paio di scarpe con il tacco da abbinare e per concludere dal parrucchiere che mi ha sistemato i capelli e truccato per questa sera. Mi è stato solo detto di farmi trovare pronta per le sette e mezza. Non so altro.
-   Scimmietta sei pronta? –
Mio padre mi sta chiamando dal piano di sotto. Penso sia ora di andare.
Scendo le scale sperando di non cadere, non sono abituata a portare i tacchi, nonostante non siano troppo alti. Arrivo in sala e trovo mio padre e Steve, vestiti eleganti ad attendermi. Sono bellissimi.
-   Gracie, sei bellissima, come sempre del resto. -
-   Principessa, ci farebbe l’onore di venire a cena con noi questa sera? Sempre che farsi vedere in giro con due vecchi bacucchi,  non la faccia sfigurare. –
Mi giro a guardare Steve che mi rivolge un sorriso mozzafiato facendomi l’occhiolino. Mi aveva promesso una bellissima giornata e penso proprio che sia riuscito nel suo intento.
Sono felice, per i fiori, per il pomeriggio trascorso in giro con le ragazze e per la serata che sto per trascorrere, sono sicura sarà tutto perfetto. Mi volto verso la cucina e vedo il mio mazzo di fiori dove l’ho lasciato, sul tavolo della cucina disposto in un vaso con l’acqua per non farlo seccare.
Vado in cucina e prendo due tulipani bianchi. Torno in sala e mi avvicino a loro, mettendo i fiori nel taschino delle loro giacche.
-   Ecco così siete perfetti. -
Non so cosa dire, sono commossa dal fatto che sia papà che Steve abbiano deciso di trasformare il capriccio di una ragazzina ancora immatura in una bellissima giornata, rinunciando probabilmente ai loro programmi per San Valentino.
Li abbraccio facendo attenzione a non sgualcire i fiori.
Mi sorridono ed entrambi  mi porgono il braccio per uscire di casa.
-   Grazie. Sono pronta, andiamo? Non vedo l’ora di sfoggiare due principi come voi.  –
 
Ripensando a quel San Valentino, rifletto su quanto sono fortunata. Questa sera però non ho intenzione di rovinare i piani romantici di mio padre.
-   Grazie, ma avrei un impegno questa sera. Nulla di romantico, solo una serata tra amici. –
In realtà l’amico è uno. Sto ancora valutando se dirlo a Danno o meno. Potrebbe fraintendere e dare di matto.
-   Bene, quindi scimmietta, serata tra donne single? Pizza, film e chiacchiere a zero sugli uomini? Raccontami, sai che sono curioso. -
-   Impiccione vorrai dire. Danny, lascia stare Grace, magari non ha voglia di dirci dove andrà questa sera, mi toccherà sopportarti da solo eppure io un po’ ci speravo nella sua presenza. –
-   Super Seal se non vuoi passare una serata molto dolorosa, sotto tutti i punti di vista ti conviene cominciare a tacere. Per quale motivo mia figlia non dovrebbe voler condividere con me i suoi piani per San Valentino, scusa? –
Forse è meglio vuotare subito il sacco. Non riesco a tenerlo all’oscuro per troppo tempo.
-   E va bene, ho in programma una serata pizza e film con il mio migliore amico. Prima che ti saltino del tutto le coronarie, siamo solo AMICI, non c’è nulla tra di noi. Ok? –
-   Chi sarebbe questo amico? Perché non ho ne ho mai sentito parlare? Sarete da soli? Perché? Non ci saranno alcolici vero? Non puoi rimanere con noi? Ci saranno i suoi genitori in casa? Hai ancora lo spray al peperoncino che ti ho regalato? Ti ricordi le mosse di autodifesa che ti ha insegnato Steve l’anno scorso? Sai cosa devi fare se per caso prova ad allungare le mani? Dove abita? Se ci sono problemi chiama e io arrivo a sirene spiegate e gli farò passare un bruttissimo quarto d’ora… -
Non riesce a finire di parlare perché Steve lo immobilizza e gli tappa la bocca con una mano.
-    Gracie, tesoro, stai tranquilla e divertiti, tua padre non farà irruzione nel bel mezzo della serata. Se mai vorrai presentarci il tuo amico sai che noi siamo qui e ne saremo felici. –
-    Mhmhmh mhhhhh. –
-    Danno smetti di agitarti altrimenti soffochi. –
Mio padre tira su gli occhi e tenta di liberarsi ma Steve è più forte. Mi viene da ridere e cerco di trattenermi.
-    Ahia. Ma che fai? Mordi? –
-    Non mi lasciavi andare, era l’unica possibilità. E comunque Steve, dannazione, ma che modi! Sei un bruto. –
Guardo l’orologio e mi rendo conto che è ora di andare. Logan mi sta aspettando, devo ancora preparare il dolce, anche se a questo punto direi che mi porterò gli ingredienti da casa e approfitterò del mega forno di sua mamma, tanto non ci sarà nessuno, i suoi genitori sono andati a trascorrere San Valentino su un’isola e si fermano per il weekend. Magari questo a mio padre posso evitare di dirlo, in modo che non gli venga un infarto.
-    Devo andare. Grazie di tutto, come sempre, siete gli unici in grado di tirarmi veramente su di morale. –
-    Ti aspettiamo presto Scimmietta, mi manchi sempre lo sai. Danno ti vuole bene. –
-    Grazie, anche io te ne voglio. –
Ci abbracciamo e rimango così per qualche minuto. Subito dopo vado ad abbracciare Steve.
-    Grazie Zio Steve, di tutto. –
-    Piccola, vieni a trovarci più spesso. –
Li saluto ed esco di casa. Appena chiudono la porta li sento ricominciare a battibeccare.
-    Allora Danno questa torta? La devo mangiare cruda? Cioccolato fuso e burro, cosa ne vogliamo fare. –
-    Ti meriteresti che te la versassi in testa. –
Decido di lasciare loro la privacy di cui hanno bisogno, ho una crostata alla nutella da preparare.
 
 
 
 
 
 
 
Note:
 
Buongiorno a tutti!
Stranamente sono ancora viva, mi spiace veramente tanto per la prolungata latitanza ma è stato un periodo intenso e non è ancora finito.
Nel periodo di San Valentino avrei voluto aggiornare per poter pubblicare questa OS, sono mesi che mi frulla in testa ma non ho mai avuto il tempo di scriverla. Spero mi perdoniate il ritardo di un mese. Voci di corridoio mi dicono che in Giappone esattamente il mese dopo San Valentino (dove sono le donne che regalano dolcetti agli uomini) esiste una festa analoga, dove però sono gli uomini che si occupano di “coccolare” le proprie donne, il White Day. Facciamo finta di essere in Giappone, la vicinanza geografica (mica tanto vicine ma facciamo finta anche in questo caso) con le Hawaii mi può scusare?
Spero mi perdonerete.
È la prima volta che scrivo dal punto di vista di Grace, spero di non aver fatto disastri, soprattutto spero che non sia uscito qualcosa di banale e scontato.
Volevo concentrare l’attenzione sul rapporto Grace/Danny/Steve.
Detto questo spero che l’Os vi sia piaciuta.
Ho scelto come canzone “Per te” di Jovanotti perchè a suo tempo, lui l’aveva scritta per la nascita della figlia, ho trovato fosse azzeccata, visto che il rapporto di cui si parla è padre/figlio. Nonostante Steve non sia il padre di Grace, i sentimenti che lui prova nei confronti di Grace sono molto simili a quelli di Danny. Ho deciso anche di inserire “Ninna Nanna” di Matteo Branciamore perchè anche questa è dedicata nella serie tv ad una bimba, in più è un “regalo” per A. dato che è una delle sue canzoni preferite.
Ringrazio tutti quelli che non si sono dimenticati di me in tutto questo periodo di assenza, quelli che continuano a leggere, a mettere me o le mie storie tra le preferite, seguite e ricordate. Ringrazio chi legge e soprattutto ringrazio anche chi legge e mi lascia una sua opinione, critica, commento o qualunque altra cosa, apprezzo veramente tantissimo.
Grazie ad A. che sempre mi sopporta, hai una pazienza infinita e grazie anche a Z., seconda persona che aihmè è costretta a sopportarmi.
Volevo anche dirvi che ho creato una serie per queste Os più la long, visto che sono tutte collegate ho pensato sarebbe stato carino metterle in ordine cronologico.
Spero di non essermi dimenticata nessuno. A presto spero. Un bacione a tutti!
G.

 
   
 
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