Seduta sul tavolo della cucina con una tazza in mano con cioccolato fumante, osservo la porta scheggiata dal tempo.
Le mie gambe penzolano avvolte in una tuta grigia ormai scolorita, ai piedi un paio di calze con un gatto sopra con un musino dolcissimo.
La mia faccia sembra neutra, ma intanto nella mia mente si affollano tutti i problemi dai più piccoli ai più grandi. Problemi che nel corso della giornata aumenteranno, ma più che problemi sono paure, paure di problemi.
Ripensando ad un piccolo particolare, all'apparenza insignificante, aggrotto le sopracciglia e sospiro rassegnata alla mia continua sbadataggine e alla mia stupida boccaccia, che continua a parlare nei momenti sbagliati e continua a dire cose idiote...
Stupida, stupida, stupida contino a ripetermi.
Ma le cose non cambiano. Io continuo a rimanere una stupida, che non sa come risolvere questa situazione.
E i dubbi mi assalgono.
Mi manca il respiro, poso la tazza, chiudo gli occhi e me li strofino come se potessi cambiare magicamente la realtà, ma quando li riapro c'è una sorpresa: non è cambiato un bel niente.
Rassegnazione.
Ecco cosa traspare dai miei movimenti, con una calma molto apparente mi accingo a lavare la tazza e a riporla nella credenza. Cammino piano, come un condannata a morte, come se cercassi più tempo per trovare una soluzione, i miei passi sono come dei tonfi in una stanza vuota. Decido di leggere, inizio e la prima pagina mi colpisce e intanto mi rendo conto, che magari, tra queste righe, troverò la risposta per qualcosa di cui ho paura e che mi tormenta, che la soluzione è a portata di mano. Prendo un bel respiro e mi immergo in un nuovo mondo.