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Autore: Dreamer47    13/03/2014    3 recensioni
"Senti, ci stiamo preoccupando tutti, soprattutto Dean!" disse Sam con un sorriso amaro sul viso, avvicinandosi alla ragazza ancora priva di sensi distesa sul divano. "So che non ci conosci e che potresti essere spaventata, ma sappi che di noi ti puoi fidare, vogliamo solamente aiutarti. Quindi svegliati prima che puoi, d'accordo?".
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo: aveva ancora un po’ di sangue vicino all’orecchio sinistro e sotto il labbro inferiore, mentre il viso ed i capelli biondi erano sporchi di nero, ma nonostante ciò, rimaneva comunque bellissima.
Distolse lo sguardo e andò in cucina per preparare la colazione a tutti, uova strapazzate; non appena iniziò a sbatterle, udì dei versi provenienti dal soggiorno ed immediatamente corse nell'altra stanza osservando la ragazza sbattere la palpebre.
"Avevo detto prima che puoi ma non mi aspettavo così presto" mormorò Sam fra se e se, mentre con due falcate la raggiungeva. "DEAN!".
La ragazza si mise seduta con una gran fatica, ogni singolo muscolo era indolenzito, e si guardò attorno senza riuscire a capire dove si trovasse, per poi focalizzare l'attenzione sulla figura di Sam che le si avvicinò velocemente.
"E tu chi diavolo sei?!".
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti ragazzi/e, questa è la mia prima fiction e, come ho scritto in descrizione, ho sempre sperato che inserissero in Supernatural un personaggio femminile fisso, ma dato che non è mai stato così ho deciso di inserirlo io e di scrivere la storia dal mio personale punto di vista, scatendo al massimo la mia fantasia. 
Siate clementi, spero che vi piaccia tanto quanto piace a me, fatemelo sapere lasciandomi un piccolo commento se volete!! Buona lettura ! :)


Capitolo 1

I really need you to stay over here.



Il gelo pungente della sera gli pizzicò il viso mentre era alla guida della sua amata Impala: aveva spinto una cassetta all’interno della radio e quando le note di una delle sue canzoni preferite invasero l’abitacolo dell’auto, Dean sperò di riuscire a trovare un po’ di pace, azzerando i suoi pensieri per qualche minuto.
Sospirò sapendo che, quando lui e suo fratello avrebbero risolto il caso che avevano fra le mani, sarebbe andato a sciupare un po’ dei loro soldi in uno dei soliti bar che frequentava, per poi tornare a casa con una delle sue solite avventure.
Era questa la sua vita, cacciava di giorno e si rilassava la notte in un bar, bevendo fino ad avere alla nausea, perché aveva un costante senso di vuoto all’interno di sé che Sam non avrebbe mai potuto colmare completamente, che provava molto spesso da quando suo padre era morto per salvarlo; la domanda che più spesso lo tormentava la notte era “Ma perché accidenti ha salvato proprio me?”.
Non avrebbe dovuto dare la sua vita per lui, sarebbe dovuto rimanere al fianco di Sammy per aiutarlo a continuare la sua vita e a dare la caccia a quel bastardo di Occhi Gialli, per vendicare la loro madre e Jessica; non avrebbe dovuto scaricare quella responsabilità su di lui, era davvero troppo doloroso per lui sapere che il proprio padre era finito all’inferno per salvarlo dalla morte.
Dean era davvero troppo giù di morale in quel periodo e sapeva di non poter mostrare quella parte di se al fratello, il suo orgoglio glielo impediva; lui era stato sempre il più forte fra i due, quello che riusciva a prendere fra le mani le situazioni e gestirle con calma, quello che si prendeva cura di quel mocciosetto del suo fratellino. Ma adesso, per la prima volta nella sua vita, aveva bisogno di qualcuno di diverso di suo fratello che lo aiutasse ad andare avanti, aveva bisogno di qualcuno che lo tirasse fuori dal buco nero in cui stava precipitando, aveva bisogno che qualcuno entrasse nella sua vita e spazzasse via i tormenti che stavano mandando a rotoli la sua vita. Il ragazzo lanciò uno sguardo sofferente alla strada vuota davanti a sé e sospiro nuovamente: aveva bisogno di qualcuno.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal suono del suo cellulare che prese a squillare e a vibrare all’interno della tasca dei suoi jeans; abbassò il volume della musica e afferrò il telefono irritato, leggendo il nome di chi fosse la persona che lo avesse appena interrotto.
"Dean dove sei ? Qui fuori c’è la polizia" disse Sam dall’altro capo del telefono, mentre osservava da dietro le tende della finestra del motel, gli agenti che parlavano con il titolare. 
"Ti stai agitando per niente, abbiamo cambiato le carte di credito, non sono qui per noi" disse Dean accennando un sorriso, ricordando quanto il fratello si preoccupasse per le piccole cose.
Sam tirò un sospiro di sollievo osservando la macchina della polizia andare via e disse: "Falso allarme".
"Sei troppo ansioso" scherzò Dean sorridendo.
"Essere ricercati non è esattamente uno sballo" gli rispose Sam sospirando, chiudendo le tende e tornando ad esaminare le carte che teneva sulla scrivania. 
"Quante volte te l’avrò detto che alle ragazze piace il brivido, fratellino ?" disse Dean ridendo continuando a guidare, scuotendo leggermente la testa. 
"Hai scoperto qualcosa ?" chiese Sam ignorandolo completamente, alzando gli occhi al cielo.
"Ho perlustrato la stazione ferroviaria, ma niente" disse Dean alzando un sopracciglio, sospirando.
"Si, ma le vittime sono scomparse li" osservò Sam prendendo fra le mani le informazioni che aveva raccolto sul caso.
"Ci provo, tu invece hai trovato qualcosa di utile?" disse Dean sospirando.
"Beh, sono quasi sicuro che si tratti di un Jinn" disse dall'altro capo del telefono Sam aggrottando le sopracciglia.
"Il genio della lampada? Esaudisce i desideri?" Chiese Dean sarcasticamente, ridendo.
"No, ma credo che sia abbastanza potente. Ma non penso somigli a Barbara Eden” scherzò il minore sorridendo. “Da secoli questi geni illudono la gente! Anche il corano ne parla!".
"Barbara Eden era così sexy, davvero molto eccitante" osservò Dean ancora al volante, sognando ad occhi aperti, con un sorriso stampato sul viso.
"Ma mi stai ascoltando?" Disse Sam ridendo, sentendo il fratello fare la medesima cosa.
"Certo che si.. Dove si nascondono i Djinn?" Chiese Dean con ancora un sorrisino sul viso.
"Di solito.. mm.. preferiscono stare in edifici abbandonati" disse Sam leggendo le pagine trovate su quell’essere.
"Tipo un vecchio capannone isolato?" disse il maggiore aggrottando le sopracciglia. “Ci sono passato appena 5 minuti fa, vado a controllare”.
"No, vieni a prendermi e andremo insieme!” esclamò Sam preoccupato per l’incolumità del fratello.
"Sta tranquillo, terrò gli occhi aperti" disse Dean sorridendo, riattaccando il telefono senza dargli neanche la possibilità di ribattere.

 
Fece inversione e in poco tempo arrivò al luogo abbandonato, posteggiò e scese dalla sua macchina facendo rifornimento di armi nel bagagliaio: afferrò la sua pistola e l’adagiò nel tessuto dei suoi pantaloni, mentre preferì usare come prima arma un coltello spesso e lungo, in grado di affettare qualsiasi tipo di carne, mentre nell’altra mano serrava con decisione una torcia.
Osservò l’edificio per qualche secondo, pensando che quello fosse proprio il posto ideale per uno di quei mostri, dato l’assenza di presenze umane per almeno 4-5 km, ed entrò di sottecchi.
Cominciò a perlustrare il posto e a scrutarlo in ogni singolo particolare: era spoglio, sporco e poco illuminato, vi erano cianfrusaglie sparse per le varie stanze e delle piccole vetrate malmesse, quasi attaccate al soffitto, dalle quali entravano dei deboli raggi chiari della Luna.
Continuò a perlustrare il posto, alla ricerca di qualche indizio che provasse che quel Jinn tenesse le proprie vittime lì, per poterle liberare ed uccidere quel mostro una volta per tutte.
Improvvisamente sentì alle sue spalle uno scricchiolio sospetto e una presenza così, cercando di non far prevedere all'avversario le sue mosse, strinse il coltello nella mano destra, girando la testa leggermente in quella direzione per ascoltare eventuali rumori, ma quando si girò di scatto per cogliere di sorpresa il Jinn, non vide nessuno, continuando però a sentire il rumore di alcune gocce d'acqua che si infrangevano al suolo.
Prese un respiro e continuò a farsi luce con la torcia e a camminare per la stanza, finché sentì delle mani posarsi sulle sue spalle e la durezza del muro di cemento contro la sua schiena: il ‘genio' lo aveva appena attaccato, ma Dean, prontamente, strinse il coltello e si scontrò contro il demone che lo disarmò in poche mosse.
Il ragazzo tentò di difendersi il più possibile, colpendolo numerose volte al viso e allo stomaco, ma ogni sua mossa era inutile dato che il genio era più forte di lui. Il Jinn afferrò e tenne stretto il cacciatore con il braccio destro, incastrandolo nuovamente contro il muro, e sorrise osservando Dean cercare di divincolarsi inutilmente, mentre avvicinava lentamente la mano destra al suo volto, impregnata di veleno.
Gustò per qualche secondo la visione del cacciatore che tentava ancora di liberarsi e combattere, e con un altro sorriso appoggiò la mano sulla fronte del cacciatore trasmettendogli il veleno: in pochi secondi, gli occhi di Dean rotearono all’indietro, divenendo bianchi, e perse i sensi cadendo rovinosamente a terra.

 
 

 
Dean aprì gli occhi nel cuore della notte, svegliato dalla televisione accesa nella stanza buia e, sedendosi sul letto, cominciò a guardarsi attorno non riuscendo a capire dove si trovasse: non riconosceva quel posto, né tanto meno vi era mai stato in passato.
Guardò attentamente la stanza scrutandone ogni singolo oggetto, analizzandone forma e colore, ma nulla di quello che vide gli sembrava familiare; osservò il letto in cui fino a qualche secondo prima stava riposando, trovando accanto a lui una figura dormiente. Era una donna bionda che dormiva coricata sul fianco destro, voltata verso di lui, e a coprirla c’era un semplice leggero e sottile lenzuolo, che si stendeva anche su di lui all’altezza del basso ventre; si avvicinò silenziosamente alla ragazza per scrutarla meglio ma, sforzandosi, non la riconobbe. Non l’aveva mai vista prima di quella notte.
“Devo essermi preso una bella sbronza ieri sera..” pensò Dean accennando un sorriso amaro, sapendo però che qualcosa non quadrasse.
Afferrò i suoi vestiti sparsi per la camera e li indossò, cominciando a girare per la casa in cui si era appena risvegliato; nel piccolo salone accese la luce, ancora spaesato e cercò qualche indizio che potesse spiegargli la sua presenza in quella casa.
Sul piccolo tavolo della stanza, trovò un cellulare e lo afferrò, sperando che fosse il suo, cercando il numero di suo fratello per mettersi in contatto con lui e capire in che strana situazione si fosse cacciato.
"Dean?" chiese il minore sorpreso della telefonata a quell’ora, con voce parecchio assonnata.
"Sam?" bisbigliò Dean continuando a guardarsi attorno.
"Che succede?" chiese Sam preoccupato.
"Non so dove mi trovo" disse Dean, preoccupandosi di non alzare troppo il volume della voce per non svegliare la ragazza.
"Cosa? Che vuoi dire?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia dall’altro capo del telefono.
"Stanotte quel Jinn mi ha attaccato" ammise il ragazzo passandosi una mano sul viso e scuotendo la testa.
"Il gin? Ti sei messo a bere gin?" Disse Sam ridendo.
"Non fare il cretino. Il Jinn mi ha stordito e.." disse Dean irritandosi. ".. e mi sono svegliato accanto ad una donna.."
"Chi? Katherine?" disse Sam continuando a ridere, capendo che il fratello avesse esagerato un po’ troppo con l’alcool la sera precedente.
"Chi?" Chiese Dean a bocca aperta, aggrottando le sopracciglia.
"Sei ubriaco per caso?" disse Sam sorridendo, tornando però a preoccuparsi.
"Non dire stronzate!" Disse Dean, sforzandosi di tenere il tono di voce basso.
"Senti, è tardi! Perché non provi a dormire un pò?" Disse Sam sbadigliando. "Ci vediamo domani"
"Aspetta! Sam! SAM!" Disse Dean, ma il fratello aveva già riattaccato.
Dean guardò il telefono, stupefatto del comportamento di Sam e sospirò, se la sarebbe dovuta cavare da solo; cercò altri indizi e la sua attenzione fu catturata dal un paio di bollette e pubblicità, appoggiate sul tavolino, ed i mittenti della posta erano "Katherine Collins" e "Dean Winchester".
"Ma che significa?" pensò scuotendo la testa.
Davvero aveva una relazione con la bionda? A lui neanche piacevano le bionde, non poteva addirittura viverci.
Improvvisamente le bollette gli scivolarono di mano, quando lesse, per almeno due volte, la città indicata sulla busta, restando a bocca spalancata.
Lawrence?" Esclamò stupefatto sgranando gli occhi.
"Tesoro? Che fai alzato?" Disse la ragazza che dormiva con lui, Katherine, avvicinandosi al suo ragazzo in piedi nel salotto.
“Katherine.. Katherine ecco io.." cercò una giustificazione plausibile, ma non ne trovò una adeguata, rimanendo a sorridere.
"Non riesci a dormire?" Chiese la ragazza guardandolo negli occhi e sorridendogli, avvicinandosi lentamente a lui.
"Già" rispose Dean accennando un sorriso.
Poco prima il ragazzo non aveva avuto modo di osservarla bene: la ragazza aveva dei bellissimi occhi azzurri con delle ciglia fittissime, delle labbra carnose proprio come piacevano a lui, i capelli biondo miele le ricadevano perfettamente sulle spalle e sulla schiena e aveva un fisico atletico, evidenziato dai pantaloncini stretti e corti e dalla canottiera aderente che aveva messo qualche secondo prima.
"Non ho mai visto una ragazza così bella" pensò Dean rimanendo ammaliato.
"Torna a letto, magari io riesco ad aiutarti in qualche modo" disse Katherine cingendo con le sue braccia il collo del ragazzo e guardandolo con aria maliziosa.
"Si, tra un minuto, tu va avanti" disse Dean sorridendole.
"Va bene, non metterci troppo" disse Katherine avvicinando i loro volti e baciandolo castamente, per poi sciogliere l'abbraccio e, sorridendo, tornare in camera da letto.
Dean scosse la testa, doveva ammettere che quella ragazza lo aveva davvero mandato su di giri in pochi secondi; decise che avrebbe pensato a Katherine in un secondo momento e continuò a dare un'occhiata in giro e in alcuni scaffali vide una serie di foto in cui i protagonisti principali erano lui e la ragazza.
Quando improvvisamente vide una foto qualcosa gli scattò dentro, cambiò espressione e uscì immediatamente dalla stanza e con la sua Impala si recò nell'unico posto in cui sarebbe potuto andare: nella casa dei suoi genitori.



 
Bussò freneticamente alla porta in piena notte e quando si aprì, Dean rimane sconvolto nel vedere chi le stava davanti.
"Dean?" Disse una voce a lui familiare, ancora un po’ assonnata.
"Mamma?" Disse guardandola, a metà tra lo sconvolto e il felice.
"Che cosa ci fai qui? " chiese toccandogli un braccio, preoccupata. "Ti senti bene?".
"Io... io non lo so" rispose il ragazzo fissandola negli occhi, con una voce tremante.
"Katherine mi ha appena chiamata e mi ha detto che eri uscito all'improvviso" disse la donna dirigendosi verso il salotto, mentre il ragazzo si chiudeva la porta alle spalle.
"Già..” disse velocemente sospirando, sapendo che la ragazza era l’ultimo argomento di cui voleva parlare con la madre che aveva appena ritrovato.
“Mm.. posso farti una domanda mamma? Quando ero piccolo che cosa mi dicevi quando mi mettevi a letto?" chiese il ragazzo con le lacrime agli occhi, preoccupato che quello fosse solamente un bel sogno. 
"Che gli angeli vegliavano su di te." Rispose la madre non riuscendo a capire il figlio, aggrottando le sopracciglia.
Dean la guardò e non esitò più, si avvicinò alla madre e l'abbracciò forte, facendosi scappare qualche lacrima.
"Non posso crederci" esclamò il ragazzo stringendo sempre più forte.
"Tesoro, perché non mi dici che cosa succede?" chiese la madre ricambiando l’abbraccio.
"Tu credi che i desideri si possano avverare?" Chiese il ragazzo staccandosi dall'abbraccio. “Sono così felice di vederti".
La madre sorrise, sedendosi sul divano mentre il figlio vagava per il salotto osservando e toccando ogni oggetto.
"Non c'è mai stato un incendio quand'ero piccolo qui? E papà dov'è?" Chiese il ragazzo osservando tutte le foto della sua famiglia riposte sugli scaffali.
"No tesoro, non c'è stato nessun incendio. Perché mi chiedi di papà ? Sai che è morto nel sonno con un infarto" rispose la madre aggrottando le sopracciglia.
"È fantastico.. che se ne sia andato così in pace" disse Dean correggendosi. "Ehi tu torna pure a dormire.. io passerò la notte qui con te, d'accordo?".
"Ok tesoro. Sicuro di stare bene?" Chiese la madre accarezzandogli il viso.
"Credo di si" rispose guardandola negli occhi.
"Ok, cerca di riposare. Ti voglio bene" disse la madre salendo in camera, dopo avergli dato un bacio.
Dean si stese sul divano, con un sorriso stampato sulle labbra: era così felice che sua madre fosse viva, che suo padre non fosse all’inferno e della sua bella ragazza. Si addormentò nonostante non capisse ciò che gli stesse capitando, ma felice di aver riabbracciato sua madre dopo tanto tempo. Che esistessero anche Jinn in grado di non fare del male, ma di aiutare a realizzare i sogni della gente ? Ma al ragazzo non importava, aveva ritrovato sua madre e non poteva essere più felice di così. 

 
 

 
Dean si svegliò sul divano della madre rilassato, dopo aver dormito un'intera notte senza tenere la pistola sotto il cuscino. Aprì gli occhi e si sedette, mentre la luce del sole filtrava da dalla finestra e cominciò ad osservare nuovamente le foto di famiglia, notandone una che ritraeva Sam, nel suo giorno del diploma, con i loro genitori: ciò lo portò a sgranare gli occhi e a provare la sensazione che aveva provato la scorsa notte nella casa che, successivamente, aveva scoperto essere sua: era disorientato.
Chiamò Sam ma attaccò la segreteria telefonica e, non appena ascoltò il messaggio preregistrato, capì di essere solo. Salì sulla sua auto e si recò presso l'università di Lawrence per parlare con un esperto di cultura araba e del corano, di cui il fratello gli aveva sempre parlato.
"Molti musulmani credono che i Jinn siano reali" spiegò il professore, illustrando a Dean dei libri. "Sono menzionati anche dal Corano".
"Sisi lo so; mi parli dei desideri. Possono esaudirli davvero?" Chiese Dean guardandolo negli occhi.
"Potrebbero esaudirli, si, hanno poteri divini e possono alterare la realtà a loro piacimento: passato, presente e futuro." Rispose l’uomo aggrottando le sopracciglia.
"E perché lo farebbero? Per volontà personale o forse perché non sono malvagi?" Chiese Dean appoggiandosi al tavolo con entrambe le mani, aggrottando le sopracciglia. 
"Mi scusi.. ha forse bevuto?" Chiese il professore sgranando gli occhi.
"Tutti non fanno che chiedermelo però.. mmm no" rispose il ragazzo sorridendo per poi ringraziarlo e andare via.
Uscito dalla facoltà volle controllare il portabagagli, per cercare le armi, ma quando lo aprì lo trovò completamente vuoto, sorrise all'idea di essere diventato un bravo ragazzo e pensando che, forse, quel Jinn avesse realmente esaudito il suo desiderio.
In pochi secondi Dean si dovette appoggiare all'auto perché la testa prese a girargli parecchio e la terra gli mancava sotto ai piedi, cominciando ad avere una visione distorta del mondo intorno a sè.
"Ti prego non farlo" sentì improvvisamente come una cantilena.
Dean si voltò di scatto e vide una ragazza di spalle vestita di bianco che tremava, che dopo pochi secondi scomparve e tutto tornò alla normalità.


 
Decise di tornare a casa da sua madre, non riuscendo a capire che cosa stesse succedendo, e si concentrò sui bisogni della madre così Dean sorrise andando nel giardino e accese la falciatrice; ancora più felice salutò i vicini e falciò il prato. Aveva una vita perfetta, una famiglia perfetta, una ragazza perfetta. Era così felice da non poterci ancora credere. Cosa poteva desiderare di più dalla vita?
Quel Jinn aveva esaudito il suo più grande desiderio; fu contento di essere incappato per una volta in uno dei 'buoni'. Dopo la morte di suo padre, finalmente ritrovò un pò di serenità. Quando finì il lavoro in giardino, prese una birra che gustò sorridendo e, con questi pensieri ancora in mente, vide arrivare la macchina di suo fratello.
"Non posso crederci!" Esclamò Dean, vedendo Jessica scendere dal sedile del passeggero. "Ciao Jessica" aggiunse correndo letteralmente ad abbracciarla.
"Ehi ciao Dean! Anch'io sono felice di vederti" riuscì a dire la ragazza, fin troppo stretta nel suo abbraccio. "Fammi respirare".
"Sam! Ma guardati, sei con Jessica! È meraviglioso! " esclamò ridendo e toccando la spalla del ragazzo.
"Si, certo" disse Sam guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Da dove venite?" Chiese Dean ancora sorridendo .
"Siamo appena arrivati dalla California" rispose la ragazza mentre Sam prendeva le valigie dall’auto.
"California! Stanford! Facoltà di legge scommetto" disse Dean ancora ridendo.
Sam osservò la bottiglia che il fratello aveva in mano e gli disse seccato: "Vedo che hai già iniziato i festeggiamenti per il compleanno della mamma".
"E’ oggi?" Esclamò Dean sorpreso, sgranando gli occhi.
"Certo Dean, per questo siamo venuti!" disse Sam fissandolo negli occhi e continuò: "Non dirmi che l'hai dimenticato?!" .
E Dean rimase stupefatto quanto il fratello per non essersene ricordato.
 
 
Sam, Jessica, Dean e la madre andarono al ristorante, dove furono raggiunti da Katherine; si sedettero al loro tavolo e ordinarono qualcosa da mangiare, e quando il cameriere fu di ritorno con i piatti di ciascuno, Sam fece un brindisi alla madre e tutti le augurarono buon compleanno. Dean vide Sam e Jessica baciarsi lievemente prima di iniziare a mangiare e sorrise felice.
Nello stesso momento Katherine, sorridendo, si avvicinò di più a Dean sussurrandogli all’orecchio: "Dopo però andiamo a mangiare un bel cheeseburger?" .
"Oh Dio si! Come ho fatto a finire con te?" Disse il ragazzo osservandola sorridere.
"Perché sono una di poche pretese!" Esclamò ridendo la ragazza e avvicinandosi per baciarlo.
"Scusate, Jessica e io abbiamo una sorpresa per il compleanno della mamma. " disse Sam prendendo la mano sinistra di Jessica e facendo vedere a tutti l'anello che indossava.
"Oh mi Dio, è meraviglioso. Congratulazioni!" Disse la madre abbracciando la ragazza, così come fece Katherine.
"Congratulazioni Sammy, sono contento credimi" disse stringendogli la mano.
Prima che Sam potesse dire qualcosa, Dean sentì dire alla sua ragazza qualcosa che gli ricordò ciò che era successo fuori dall’università: "No ti prego. Lasciami andare".
Si avvicinò velocemente alla ragazza che ancora abbracciava Jessica e staccandola dall'abbraccio, la scrutò per capire cosa non andasse.
"Ehi tesoro va tutto bene? Cos'hai detto? Chi ti deve lasciare andare?" Disse afferrandola per un braccio, attirando l'attenzione di tutti e cinque i presenti e la ragazza, sorpresa del gesto, sgranò gli occhi.
"Dean che stai dicendo? Mi stavo semplicemente congratulando con Jessica! Non c'è nulla che non va" affermò Katherine, scossa dalle affermazioni del ragazzo.
Tutti lo osservavano senza dire una parola, incerti sul suo strano comportamento mentre nella mente del ragazzo si stavano insinuando dei dubbi e dei sospetti: qualcosa non quadrava, così si limitò a sorridergli imbarazzato. 

 
Tornarono a casa tutti insieme e la madre li ringraziò tutti per il magnifico compleanno e augurò la buonanotte, salendo in camera sua.
"Anch'io sono stanco, andiamo Jessica?" Chiese Sam alla ragazza, avendo chiaramente altri piani.
"Aspettate sono soltanto le 9. Che ne dite di bere qualcosa insieme?" Disse Dean sorridendo.
"Oh si!" "Magari un'altra volta Dean" dissero all'unisono Sam e Jessica.
"Coraggio fratellino, abbiamo due splendide donne con noi, ti sei fidanzato, andiamo a festeggiare!" Esclamò Dean eccitato solamente all'idea.
"Scusate ragazze, vorrei parlare un secondo con Dean." Disse Sam e le due ragazze andarono in un'altra stanza.
"Va bene, si può sapere che hai? Da dove vengono tutta questa cordialità e queste smancerie? E da quando in qua mi chiami 'Sammy' ?" Sam osservò la faccia sbalordita di Dean e continuò: " Dean andiamo, ci parliamo solo durante le feste!"
"Davvero? È sbagliato, tu sei mio fratello!" esclamò visibilmente sorpreso.
 " ' Tu sei mio fratello' ? È la stessa cosa che hai detto quando hai usato i miei documenti o quando hai rovinato la mia festa di diploma." Disse Sam.
"Be sono le stronzate che faccio io, senti.."
"No sta tranquillo, non mi importa. Lasciami stare, noi due non abbiamo nulla in comune" disse Sam lasciando il fratello senza parole per un breve momento, sorpassandolo per uscire dalla stanza.
Dean lo afferrò dal braccio e gli disse: " E invece no, ti sbagli! C'è la caccia!".
" La caccia? Non ho mai cacciato in vita mia Dean. " rispose Sam, ridendo.
"Be, dovremmo andarci una volta. Te la caveresti bene."
"Ok" disse allontanandosi dal fratello e , prima di raggiungere la sua fidanzata disse al fratello : "Cerca di riposare".
 

 
Durante il tragitto per arrivare a casa loro, Dean e Katherine non parlarono. Entrambi erano immersi nei propri pensieri e nessuno dei due aveva intenzione di parlare di ciò che era accaduto qualche ora prima al ristorante.
Mentre Dean guidava, pensava a tutto quello che gli aveva detto il fratello poco prima. Com'è possibile esaudire il desiderio più grande della sua vita e perdere chi della sua vita faceva già parte ? Avrebbe fatto di tutto per fare tornare la sua vita alla normalità.
Arrivati a casa, Dean si mise sul divano ancora molto pensieroso così Katherine si sedette accanto a lui e gli porse una birra.
"La mia preferita? Mi conosci bene" disse Dean accennando un sorriso.
"Ti senti bene tesoro?" Si limitò a chiedere la ragazza preoccupata.
"Beh, Sammy e io non andiamo d'accordo" ammise Dean triste, fissando la birra. 
"Non passate tanto tempo insieme, secondo me non ti conosce a sufficienza. Mi dispiace per lui, ma non sa che cosa si perde" disse la ragazza avvicinandosi e dandogli un bacio sulla guancia.
Dean si limitò a fissare il vuoto per qualche secondo e disse: "Sistemerò le cose con Sam. Le sistemerò con lui, le sistemerò con tutti".
"Va bene. Si può sapere che cos'hai? Cos'è successo al ristorante?" Chiese Katherine sospirando.
Dean la guardò per qualche secondo, di certo non poteva dirle che una donna lo stava perseguitando chiedendogli aiuto e che, per farlo, si era servita anche di lei stessa.
"Non te lo so dire; è come se mi avessero dato una seconda occasione e non voglio sprecarla. Sistemerò ogni cosa e, per quanto riguarda il ristorante, bè.. dimentica ogni cosa. " spiegò il ragazzo.
"Bè hai ragione, non puoi sprecarla e.." iniziò la ragazza, ma non poté continuare la frase perché Dean si avvicino a lei e la baciò.
"Ora ho capito" disse Dean guardandola negli occhi.
"Che cosa?" Rispose la ragazza sorridendo.
"Perché sei quella giusta" disse il ragazzo tornando a baciarla.
Ma lei si staccò velocemente esclamando: "Andiamo non puoi farmi questo adesso! Devo andare a lavoro". E si alzò controvoglia dal divano per correre nella camera da letto.
"Vai a lavorare ora?" chiese il ragazzo sorpreso bevendo la sua birra.
 "Lo sai che il giovedì ho il turno di notte" disse la ragazza dall’altra stanza .
"Giusto, lavori di notte" disse raggiungendola nella camera da letto e osservandola estrarre dalla cabina armadio il camice.
"All'ospedale. Sto con un'infermiera. È tutto così rispettabile" sorrise salutando la ragazza che era pronta per andare a lavoro.
Dopo un bacio veloce, Dean rimase a casa da solo e cominciò a fare zapping, passando da programmi di cucina a programmi di economia, a cartoni. Finché non fu attirato da un servizio al telegiornale: "Oggi ricorre l'anniversario dell'incidente aereo della United Britannia 424, gli abitanti hanno organizzato una fiaccolata in ricordo dei 108 passeggeri che persero la vita nell'incidente.. ".
"Avevamo impedito quell'incidente" osservò sconvolto Dean.
Prese il suo portatile e cominciò a scavare fra le notizie finché non arrivò ad una conclusione: ogni caso che aveva seguito, tutta la gente che lui Sam e suo padre avevano salvato, adesso era morta.
In quel momento ebbe un'altra delle sue brevi visioni e vide la ragazza, con l’aspetto di Katherine, come la prima volta, e lo condusse nella stanza da letto. Lentamente aprì la porta della cabina armadio e vide una delle cose più impressionanti che avesse mai visto: due donne, ormai scheletriche, appese ad una corda per le braccia e completamente ricoperte di sangue. Subito dopo le due donne sparirono, insieme a quella che lo aveva condotto in camera.
Sconvolto uscì con l'Impala, non potendo più rimanere in quella casa, e guidò senza una meta.
Si ritrovò difronte al cimitero dove avevano seppellito il padre e decise di fargli visita; davanti alla lapide, lesse il nome di suo padre e gli parlò come se lui fosse ancora li: "Tutti quanti, tutti quelli che tu, Sammy ed io abbiamo salvato, sono tutti morti. E poi c'è questa donna che mi insegue e non so perché. Non so che rapporto ci sia, o almeno non mi è ancora chiaro, ed è come se la mia vecchia vita mi inseguisse, come se non volesse che io fossi felice. Se fossi qui mi diresti 'trova quel Djinn! Ricorda che io ho dato la vita per te, la tua felicità in cambio di quelle vite, non accetto scuse! Chiaro?'. Ma perché?! Perché devo essere io a salvare quelle persone? Perché devo essere proprio io l'eroe? E noi? E mamma ? Non dovrebbe vivere la sua vita? Sammy non ha il diritto di sposarsi? Perché dobbiamo sacrificare tutto noi? Non è......”.
Dean fu costretto a fare una pausa perché le lacrime che gli erano scivolate sul viso, gli impedivano la vista. “Certo" continuò, capendo quale fosse la cosa giusta da fare; guardò un'ultima volta la lapide, si asciugò il viso e tornò in macchina.

 
Decise che doveva affrontare quel Djinn, ma per farlo aveva bisogno di un coltello di argento.
Andó a casa di sua madre e per non svegliare nessuno si intrufolò cercando l'argenteria. Prese un coltello, quando improvvisamente qualcuno lo afferrò da dietro, ma Dean lo ribaltò senza problemi e lo atterrò. 
"Sei fuori allenamento fratellino" disse Dean al fratello ridendo.
"Dean? Che diavolo ci fai qui?" Esclamò sorpreso. 
"Stavo cercando una birra".
"In soggiorno?" Disse Sam accendendo la luce.
"Quella.. è l'argenteria! Ti sei intrufolato in casa per rubare l'argenteria ?" Chiese Sam avvicinandosi a lui.
"Ehi, non è come credi! Non avevo altra scelta! Devo dei soldi ad un tizio" Disse Dean sospirando.
"Non posso credere che siamo fratelli" disse solamente Sam dopo averlo fissato.
Dean lo guardò cercando le parole e, sospirando, disse: "Sam mi dispiace, mi dispiace che non andiamo d'accordo. Vorrei sistemare le cose tra noi ma adesso devo andare. La vita di molte persone è in pericolo". 
"Ma di che stai parlando?" chiese preoccupato Sam.  
"Nulla, lascia perdere.  Solo di a mamma che le voglio bene. Ci vediamo Sammy". 
Dean uscì di casa ed entrò in macchina ma qui esitò un pò, fermandosi a pensare a tutto quello che stava succedendo e a ciò che avrebbe potuto perdere, finché la portiera del passeggero si aprì e Sam si sedette accanto al fratello. 
"Che stai facendo? Scendi dall'auto" disse Dean aggrottando le sopracciglia.
"Vengo con te. Potresti farti male" rispose Sam allacciandosi la cintura di sicurezza e incrociando le braccia al petto. 
"Appunto, è pericoloso.  Sam scendi dall'auto." Continuò Dean con un tono perentorio.
"Qualsiasi stupidaggine tu stia per fare, non la farai da solo, è chiaro?" Disse Sam alzando il sopracciglio e guardandolo male. 
"Si può sapere perché lo fai?" chiese Dean senza pensarci.
"Si da il caso che tu sia mio fratello" rispose semplicemente Sam. 
"Puttana!" esclamò Dean accennando un sorriso.
"E adesso perché mi dai della puttana?" Chiese Sam sorpreso.
"Dovevi dire 'fesso'! " disse seccato Dean accendendo il motore.

 
 

 
Durante il viaggio, in cui i due fratelli non pronunciarono neanche una parola, Sam notò una busta vicino al suo sedile e la prese in mano.
"Che c'è in questa busta?" chiese girandola fra le mani.
"Niente" rispose Dean troppo velocemente. 
"Niente? Bene" disse Sam prendendo la bottiglia all'interno della busta.
"Ti conviene non farlo" lo avvertì Dean sorridendo.
"Cosa è questo? Sangue? Mi spieghi che ci fa qui?" chiese Sam fuori di sé dalla rabbia.
"Ok tanto prima o poi lo scoprirai: devo intingere un coltello d'argento in sangue d'agnello" rispose Dean guardando la strada.
"E perché dovresti farlo?" chiese perplesso e abbastanza scioccato Sam. 
"Perché c'è questa creatura, il Jinn, che devo eliminare. Lo so che sembra assurdo, ma è la verità".
"Si ok certo, ferma l'auto Dean" disse Sam ormai certo che il fratello fosse impazzito.
"È la verità Sam, non puoi capirlo ma c'è gente che deve essere salvata e posso farlo soltanto io" disse Dean sospirando. 
"Ne sono convinto Dean. Credo che tu abbia una specie di esaurimento nervoso, sta tranquillo adesso ti aiuto" disse estraendo il cellulare e componendo un numero, ma Dean abbassò il finestrino e con nonchalance gettò il cellulare del fratello per strada. 
"Ma che cosa hai fatto Dean?! Era il mio cellulare!" urlò Sam perdendo le staffe.
"Non ho tempo da perdere Sam, abbiamo del lavoro da fare."

 
"E io cercavo di aiutarti, non voglio che tu ti faccia del male!"
"Tu proteggi me? Oh molto divertente! Resta seduto e cerca di non farti ammazzare, ok ?" Disse accendendo la radio e chiudendo la conversazione, lasciando il fratello senza parole.
 
 
 
Arrivati alla palazzina dove probabilmente si trovava il Jinn, Sam dormiva bellamente e quando Dean lo svegliò, lo informò che avevano lasciato il Kansas e che adesso si trovavano nell'Illinois.
"Che c'è lì dentro?" Chiese Sam riferendosi alla palazzina, una volta sceso dall’auto e raggiunto il fratello. 
"Di sicuro c'è qualcosa" disse Dean aprendo la porta ed entrando.
Dean percorse la stessa strada che aveva percorso qualche giorno prima e Sam continuava ad insistere che quello fosse un magazzino vuoto e malmesso finché non sentirono un pianto e il minore: "Che accidenti è questo?".
"Cerca di tenere la bocca chiusa, intesi?" bisbigliò il maggiore seccato.
Sam annuì e seguì il fratello durante la scoperta di alcuni cadaveri. Spostarono lo sguardo e videro una donna ancora viva attaccata ad una 'flebo demoniaca' e, dopo averla fissata per qualche secondo i due ragazzi esclamarono all’unisono: “Ma è..”.
Udirono il rumore di una porta sbattere e dei passi farsi sempre più vicini, così si nascosero dietro una grata potendo ugualmente vedere senza essere scoperti.
"Tu sei mio padre! No no, non farlo! Non farlo, ti prego! No!" piagnucolò la ragazza legata con delle funi ad una lastra di metallo, al Jinn che le stava davanti.
"Dormi" disse semplicemente il mostro sfiorandole il viso e la ragazza perse i sensi. 
Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nel locale, il Jinn tornò dal posto da cui era venuto. 
"È tutto reale! Non sei pazzo" esclamò Sam, non credendo neanche a quello che avesse appena visto.
"Non sa dove si trova, pensa che lui sia suo padre" disse Dean fra se e se.
Si avvicinarono alla ragazza e la slegarono immediatamente visto che entrambi la conoscevano e le volevano bene: era Katherine. 
"Quindi è questo ciò che fa il Jinn? Non esaudisce i desideri, ti fa credere che lo faccia" disse Dean cominciando a mettere in ordine i pezzi del puzzle. 
"Dean potrebbe tornare, dobbiamo uscire da qui" disse Sam afferrando per un braccio Katherine. 
Ma Dean non rispose per qualche secondo, la sua mente stava facendo un collegamento dopo l'altro arrivando ad una conclusione più che amara.
"E se io fossi come lei?  Se anch'io fossi legato da qualche parte ? Se fosse tutto nella mia testa?" Chiese sgranando gli occhi. "È possibile, magari ci sta dando qualche acido sovrannaturale e ci nutre lentamente" continuò il ragazzo profondamente triste; questo avrebbe voluto dire che la madre non fosse realmente viva, ma che lo fosse solo nella sua testa.
"No Dean tutto questo non ha senso" cercò di convincerlo Sam.
"Ecco perché continuava ad apparirmi. Sono dei flash di realtà che io catturo! Lei non è uno spirito! Forse anch'io sono legato qui dentro, in uno stato catatonico. Sto ingerendo questa roba e non ho la forza di scappare!" Disse Dean fissando il vuoto per qualche secondo. 
"Ok va bene, avevi ragione tu, lo ammetto. Non sei pazzo. Ma ora andiamo via da qui e in fretta" disse Sam afferrandolo per il braccio e spingendolo via, lasciando Katherine a terra.
Dean si liberò presto dalla sua stretta e disse : "Neanche tu sei reale, ne Jessica, ne Katherine, né la mamma".
Sam fece un balzo in avanti e lo afferrò dalle braccia per scuoterlo. "Adesso mi senti? Sono reale, non stai sognando credimi. Sono reale e adesso andiamo prima che quell'essere torni qui e ci ammazzi".
"Beh penso proprio che lo scopriremo" disse Dean estraendo il coltello e puntandolo contro se stesso. "È una vecchia legenda: se stai per morire in sogno ti svegli".
"Tutto questo è pazzesco, morirai davvero" disse Sam preoccupato per la salute fisica e psichica del fratello.
"O forse mi sveglierò, ne sono sicuro.. al 90 % ma può bastarmi!" Esclamò il maggiore con un sorriso amaro sulle labbra e facendo spallucce.
"ASPETTA!" urlò Sam bloccandolo. 
Dietro di lui comparvero dal nulla tre figure: la madre, Jessica e Katherine, quella che aveva sognato per tutto il tempo, non la ragazza legata e impaurita di prima, che scomparve. 
"Perché non hai lasciato tutto com'era? Eri felice no?" Chiese Sam, cambiando tono e diventando quasi amorevole.
"Metti giù il coltello tesoro" disse la madre avvicinandosi a lui.
"Tu non sei reale, nessuno di voi lo è" ammise Dean curvando le labbra all’ingiù. 
"Non ha importanza.  È sempre meglio di quanto avevi, no? È ciò che hai sempre desiderato: siamo di nuovo una famiglia. Andiamo a casa" Disse la madre aprendo le braccia verso di lui.
"Morirò in un paio di giorni!" esclamò il ragazzo tristemente. 
"Ma qui dentro ti sembrerà di vivere anni, tutta una vita!" Disse la madre sorridendo. "Niente più dolore o paura.  Solo tantissima pace, Dean resta con noi" aggiunse carezzandogli il viso.
"Non dovrai più preoccuparti per Sam. Vivrà una vita felice e piena" Disse Jessica avvicinandosi al fratello e abbracciandolo. 
Katherine si avvicinò a lui, lo baciò e disse: "Potremmo avere un futuro insieme, una nostra famiglia. Ti amo Dean, ti prego".
"Non è compito nostro salvare tutti, abbiamo sofferto tanto. Ti supplico, dammi quel coltello" disse Sam avvicinandosi. 
Dean li guardo tutti, uno per uno: guardò sua madre, sembrava così reale, sarebbe stata viva, avrebbe potuto conoscere i suoi nipotini, vivere una vita lunga e serena; guardò Jessica e pensò che avrebbe reso felice Sam; e per ultima, volse il suo sguardo verso Katherine e immaginò la loro vita insieme capendo però che non sarebbe stato reale.
"Mi dispiace" disse guardandoli e colpendosi dritto nello stomaco con il coltello prima che qualcuno potesse intervenire.
Il ragazzo aprì gli occhi, sentendosi molto stordito, e vide suo fratello che tentava di svegliarlo con dei leggeri colpi sul viso.
"Dean! Dean!! Svegliati! Svegliati maledizione! Ehi, ehi? " disse il vero Sam scuotendolo.
"Ciao Sam! È bello tornare a casa" disse Dean privo di forze.
"Dean, pensavo di averti perso" disse Sam spaventato. " Ti tiro giù". 
Ma non appena cercò di slegarlo il Jinn comparve alle sue spalle, attaccandolo, e colpendolo ripetute volte fino a quando Dean si liberò definitivamente e si diresse verso il mostro che stava per avvelenare Sam, così il maggiore lo trafisse con il coltello impregnato di sangue, cancellando il mostro dalla faccia della terra. 
Dean corse immediatamente a liberare la ragazza, identica al suo sogno, la liberò e appoggiò la sua testa sulle sue gambe, le carezzò il viso e le disse: "Non preoccuparti, ti tireremo fuori da qui, andrà tutto bene, ma ho davvero bisogno che tu rimanga qui!".
"La conosci?" Chiese Sam osservandoli con le sopracciglia aggrottate.
"In un certo senso.. Il suo nome è, o dovrebbe essere, Katherine" disse Dean accennando un sorriso. 
"...Katherine? È così che si fa chiamare adesso? La ragazza è piena di sorprese" disse un uomo apparso all'improvviso dietro di loro: era sulla quarantina alto e snello, ed in mano reggeva un contenitore pieno di sangue che poggiò su una mensola del magazzino.
Dean appoggiò la ragazza su Sam e andò in contro all'uomo estraendo il coltello e dicendogli: "Chi diavolo sei tu?".
"Cagnolino, stai a cuccia. Non sono qui per te. Io voglio la ragazza" disse l'uomo sorridendo. 
"Dovrai passare sul nostro cadavere" ringhiò Dean fra i denti. 
"Non dovrebbe essere troppo difficile no?" disse il demone scoppiando in una risata fragorosa. 
Il sangue all'interno del contenitore cominciò a ribollire il demone divenne serio e gli si avvicinò. 
"Come?....l'ha persa? ..sei sicuro?... la profezia?... sei sicuro?... per tutti gli inferi" disse scoppiando nuovamente in una fragorosa risata. 
"Per adesso potete anche tenervela!" Un'altra risata. Il demone osservò bene la ragazza fra le braccia di Sam e pensò seccato ad alta voce: "Ha perso la memoria, questo stupido Jinn ha esagerato con quella roba demoniaca!".

 
"Non mi sarebbe utile."  disse scoppiando in un'altra risata e tornando di buon umore. "Ma manderò qualcuno quando l'avrà recuperata". Un'altra risata. "A presto Winchester" disse guardando tutti un'ultima volta e svanì.
Sam guardò Dean e gli disse perplesso: "Ma che significa?!".
"Non lo so, ne so quanto te, ci penseremo dopo. Dobbiamo andarcene di qui. Ha bisogno di cure!” esclamò Dean preoccupato, guardando la ragazza.
"D'accordo portiamola in ospedale" disse Sam, afferrando la ragazza fra le braccia.
"E cosa gli raccontiamo? Non ha documenti, è drogata e, se quello che ha detto il demone è vero, ha perso la memoria e torneranno a cercarla! " Concluse Dean prendendo dei respiri profondi. 
"E allora dove la portiamo?" Chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
Dean accennò un sorriso e guardandolo disse: "Andremo a trovare Bobby".
Adagiarono la ragazza sui sedili posteriori e, sospirando, non sapendo in che guaio si stessero andando a cacciare, salirono anche loro in macchina per andare verso casa del loro vecchio amico Bobby.  Sarebbero arrivati in fondo a questa storia e a qualunque costo avrebbero salvato la vita di quella ragazza.
  
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