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Autore: lady_cocca    13/03/2014    0 recensioni
Nikita non sa quasi nulla di Sam, ma è convinta di conoscerlo. Lui avrebbe certamente di che ridire, se solo lei osasse affermarlo ad alta voce, eppure dentro di sé sente che è così. Perché Owen, lei ne è sicura, ha solo portato a galla una personalità che già era presente in Sam, e quindi, sì, può tranquillamente dire di conoscerlo, o per lo meno di conoscere un lato di lui che spera di poter nuovamente far emergere.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nikita Mears, Owen Elliott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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N//A: Prima parte ambientata in pre!season4 e seconda parte è un missing moment della 4x06. Anche in questo caso, ho voluto ignorare il canon Alex/Owen e seguire il mio headcanon Ryan/Alex. ^^

I'll know my name as it's called again.


Lo scatto metallico e familiare del carrello di una pistola arriva imprevisto. Non ha sentito alcun rumore provenire dall'esterno, nonostante il capanno nel quale ha trovato rifugio sia in mezzo al bosco, il cui terreno è coperto di foglie secche e rami spezzati.
Sa bene che questo può significare soltanto una cosa. “Owen...”
Anche attraverso la maglia la raggiunge il freddo della canna premuta contro la sua schiena.
“Il mio nome è Sam”, la corregge laconicamente, e nel suo tono asciutto Nikita può cogliere una nota di fastidio.
Solleva le braccia sopra la testa e si volta lentamente verso di lui, mostrandogli un'espressione distesa e priva di qualsiasi traccia di turbamento. Non ha mai smesso di sperare di poter un giorno ritrovare Owen e, pistola a parte, le piace considerare un segno positivo il fatto che l'abbia raggiunta. Perciò quando gli domanda cosa l'abbia condotto fin lì, la sua voce suona rassicurata, cosa che a Sam sembra quanto mai fuori luogo, considerato che è lui a tenere un dito premuto sul grilletto.
“Mi annoiavo e ho pensato che trovarti potesse essere un valido passatempo”, spiega facendo spallucce; la sua, di voce, è fredda e arrogante. Tuttavia abbassa la pistola e la ripone nella cintura del pantaloni. “Immagino che a questo punto sarò costretto a trovarmene uno nuovo”, dichiara sospirando. “Peccato: è stato piuttosto divertente inseguirti. All'inizio, lo ammetto, ho faticato parecchio a capire dove potessi esserti nascosta o dove fossi diretta”, rivela fissandola negli occhi e rimanendo quasi deluso nell'incontrare sul volto di Nikita un'espressione impassibile; quindi prosegue, nella speranza di ottenere una qualche reazione da parte sua. “Ho dovuto girare a vuoto per qualche settimana, ma proprio quando ero tentato di rinunciare, mi è venuta un'illuminazione. Mi sono ricordato di quando Owen aveva deciso di condividere con te la posizione di alcuni suoi nascondigli, e questo”, dice, indicando la struttura attorno a sé. “Era proprio uno di quelli. Devi ammetterlo, sei stata un po' troppo prevedibile”, e non può fare a meno di sentirsi un po' stupito di fronte al sorriso di Nikita.
“Dispiaciuta di averti deluso. Tu invece non l'hai fatto: ho sperato a lungo che tu mi trovassi. Volevo vedere confermata dai fatti la mia convinzione che, da qualche parte lì sotto, ci sia ancora Owen”, confessa puntando un dito contro il suo petto. “E così è stato”.
La risposta di Sam è carica di rabbia. “Ti sbagli!”, ringhia, riafferrando la pistola con entrambe le mani e puntandogliela contro la fronte. “Tu credi che io sia qui per aiutarti?”, e segretamente si compiace nello scorgere finalmente il sorriso di Nikita congelarsi sulle sue labbra. “Cosa mi impedisce di venderti al miglior offerente, uh? Hai una vaga di quante persone siano disposte a sborsare fior di quattrini pur di averti in loro pugno e sfruttare ciò a proprio vantaggio?”, le chiede retoricamente. “Tu credi di conoscermi perché conoscevi Owen, ma non è così. Io non sono Owen”, ribadisce con fermezza.
“Ma tu conosci me, non è così? Owen mi conosceva così bene che sei riuscito a trovarmi addirittura prima di Michael”, gli fa notare.
Sam inarca un sopracciglio e si ritrova a sorridere. “Questo te lo devo concedere. Owen si fidava di te al punto da confessarti tutti i suoi segreti, da parlarti di Emily, da mostrarti il significato di questi fastidiosi tatuaggi che ora mi ritrovo su tutto il corpo”.
“Owen-”, Nikita abbassa gli occhi al suolo e deglutisce a fatica. “Owen era un buon amico”.
Sam le solleva il mento con due dita e la penetra con il proprio sguardo, che si fa presto canzonatorio. “Amico!”, esclama, lasciandola andare e abbassando l'arma per la seconda volta. “Sai, non sono particolarmente esperto di amicizie, ma non credo che sarebbe stata la stessa definizione che avrebbe usato lui. Io non sono Owen e, credimi, non avrei mai voluto esserlo – dopotutto, si è rubato sette anni della mia vita –, ma purtroppo è successo, e mi ricordo tutto. Mi ricordo i suoi pensieri, le sue azioni e anche i suoi sentimenti, e posso assicurarti che per quanto abbia tentato di convincersi del contrario Owen provava per te qualcosa che semplice affetto decisamente non era”.
“Ti sbagli”, nega lei con decisione, scuotendo la testa.
“Mi chiedo cosa ci trovasse in te”, riflette ad alta voce, scrutandola a lungo. “O cosa ci trovino Michael e Birkhoff, se è per questo”, soggiunge.
“Cosa c'entra Birkhoff, in tutto questo?”
Sam spalanca gli occhi, sorpreso e chiaramente divertito. “Tu non-”, boccheggia. “Non dirmi che non ti sei mai accorta di come ti guarda! Nikki”,  la sua voce si fa flautata e morbida, mentre pronuncia quel nomignolo.
“No”, ribatte lei, irremovibile. “Birkhoff è innamorato di Sonya”.
“Okay, okay, come preferisci”, la asseconda, anche se un certo luccichio derisorio non abbandona ancora i suoi occhi. “Forse non conosco Birkhoff così bene, hai ragione tu, ma riguardo ad Owen so di non sbagliarmi”.
Nikita non sa quasi nulla di Sam, ma è convinta di conoscerlo. Lui avrebbe certamente di che ridire, se solo lei osasse affermarlo ad alta voce, eppure dentro di sé sente che è così. Perché Owen, lei ne è sicura, ha solo portato a galla una personalità che già era presente in Sam, e quindi, sì, può tranquillamente dire di conoscerlo, o per lo meno di conoscere un lato di lui che spera di poter nuovamente far emergere.
Ed è proprio perché lo conosce che crede di poter intuire la vera ragione per cui si trova lì. Da un lato, Sam vorrebbe scoprire di aver fatto la scelta giusta nel decidere di seguire il suo istinto e mettersi sulle sue tracce, vorrebbe da lei la conferma di non aver commesso l'errore di rincorrere un'estranea.
Dall'altro, però, a livello più o meno inconscio, vorrebbe che lei si arrabbiasse con lui – non ha potuto fare a meno di notare come abbia cercato di stuzzicarla sin dall'inizio -, che lo allontanasse, così che lui possa andare per la sua strada senza nessun rimpianto e senza più ragioni per voltarsi indietro.
Sam potrebbe giurare che Nikita abbia trascorso un'eternità a fissarlo in silenzio, e sebbene non abbia intenzione di darlo a vedere, sta iniziando a sentirsi a disagio sotto quello sguardo.
“Probabilmente è vero quel che dici, probabilmente Owen nascondeva i suoi sentimenti per me, esattamente come tu adesso ti stai nascondendo dietro questa facciata. In fondo, non siete così diversi come credi o come ti sforzi di far credere agli altri, trincerandoti dietro il nome 'Sam', che continui a ripetere in modo ossessivo. Sam, Sam, Sam. Quasi che tu stesso abbia paura di dimenticarti chi sei. Non so quanto di Owen sia sopravvissuto in te, ma, se lui fosse ancora qui ad ascoltarmi, gli direi di raggiungere Alex. So bene quanto sia forte, ma potrebbe comunque aver bisogno di aiuto, del tuo aiuto”.
Questa volta Sam non ha parole per ribattere, ha timore che la sua voce possa tradire quanto sia turbato in quel momento, ma d'altro canto capisce che Nikita non si aspetta una risposta. Gli ha detto tutto ciò che doveva: ora sta a lui.
E mentre abbandona quel capanno, può sentire distintamente gli occhi di Nikita puntati sulla sua schiena.

***

“Dove sono le cose di Ryan?”, l'esitazione nel pronunciare il suo nome è stata appena percepibile, ma a Nikita non è sfuggita. È preoccupata per Alex. Non hanno ancora avuto tempo per parlarne apertamente – negli ultimi giorni lei si è lasciata totalmente assorbire dal piano per fermare Amanda -, ma Nikita non può fingere di non aver notato come l'altra si sia sforzata di portare il discorso verso tutt'altra direzione ogni volta che l'argomento Ryan veniva toccato. Ora che ci pensa, quella è la prima volta da quando Alex è tornata che glielo sente nominare.
Birkhoff le aveva accennato al fatto che Ryan era rimasto al fianco di Alex per molto tempo, prima che Sonya prendesse il suo posto. Non ha idea di cosa sia successo in quelle settimane di stretto contatto, ma dal comportamento di Alex ha intuito che si siano avvicinati molto; sicuramente Ryan è diventato per lei più importante di quanto sia disposta ad ammettere.
“Questa casa è stata assegnata solo a Michael e a me, quella di Ryan è questa accanto, sulla sinistra. Vai pure”, la esorta, poggiandole una mano sul braccio. “Ci penso io a radunare le ultime cose qui. Prenditi il tempo che ti serve”, le sussurra poi per non farsi sentire da Sam, che dà loro le spalle, sentendosi improvvisamente di troppo.
Alex non trova il coraggio di guardare Nikita negli occhi, per paura di scoprire quanto dei suoi sentimenti per Ryan abbia fiutato. Accompagna la porta con gentilezza ed esce nella luce dell'alba appena sorta.
Nikita rivolge un caldo sorriso all'uomo rimasto nella stanza insieme a lei. “Bentornato, Sam”.
“Credevo saresti tornata a chiamarmi Owen'”, commenta lui sinceramente sorpreso, anche se non c'è più traccia della strafottenza e dell'ironia che aveva mostrato durante il loro ultimo incontro.
“Ho riflettuto molto, dopo l'ultima volta che ci siamo visti, e ho capito di aver sempre sbagliato prospettiva. Pensavo che Sam fosse Owen, ma è Owen ad essere Sam”, ride. “Non guardarmi così, lo so che suona come il discorso di una pazza; adesso mi spiego. Credevo che Sam fosse una parte di Owen che tu potessi accantonare per lasciar posto all'Owen che ho conosciuto io, ma la realtà è che il tuo passato non può essere cancellato, né quello come Sam né quello come Owen, e io non voglio che tu ti dimentichi di nessuno dei due, di quello che entrambi sono stati, nel bene e nel male. Vorrei solo che tu guardassi ad Owen come a un lato di te, sebbene non privo di difetti, dal quale hai molto da imparare, esattamente come Owen ha molto da imparare dall'esperienza di Sam. Mi auguro che tu riesca a trovare presto il giusto equilibrio tra i due. Se vuoi il mio parere, per ora te la stai cavando bene”.
Sam si gratta il collo, sorridendo imbarazzato. “Grazie, credo”.
Raggiunge la libreria del soggiorno e sfiora le copertine dei pochi libri disposti sulle mensole.
“Questi li devi mettere negli scatoloni?”, domanda.
“Solo un paio sono nostri, gli altri erano già qui. Nonostante i tanti periodi di inattività che ci consentiva la vita nella Divisione, nessuno dei due si è mai dedicato molto alla lettura. Un po' perché c'era l'inconveniente di dover farne richiesta a Percy e un po' perché la direzione cercava di non lasciare mai troppo tempo libero per se stessi: la maggior parte delle ore giornaliere erano occupate dagli allenamenti o dalle lezioni di Birkhoff”, si ferma. “Ma questo tu lo ricordi bene, non è così?”
“Già”, annuisce.
“Passiamo a controllare quello che è rimasto al piano di sopra”, gli suggerisce, lanciando una rapida occhiata intorno a sé per assicurarsi di non essersi dimenticata nulla
“Ascolta, fermati un attimo”, la blocca da dietro, trattenendola per un gomito. “Forse non è il momento adatto, ma domani tu e Michael partirete per il vostro viaggio di nozze e non so quando ci rivedremo ancora, perciò preferisco parlartene subito”.
Nikita corruga la fronte. “Dimmi pure”.
“Riguardo a quello che ti ho detto, sui sentimenti di Owen per te, non avrei dovuto. Non che non sia la verità, ma non avrei comunque dovuto”.
Nikita non può negare di aver a lungo pensato anche a quella rivelazione che le aveva fatto Sam, e nonostante le riserve iniziali, ha dovuto ammettere a se stessa di averlo sempre saputo, in qualche modo. “Non preoccuparti, davvero”, lo rassicura lei.
“E poi volevo dire che, sebbene io non provi i suoi stessi sentimenti, capisco finalmente cosa ci trovasse di tanto speciale in te da innamorarsi... sì insomma, non abbandoni nessuno. Non ti sei mai arresa con me, nonostante tutto. Grazie”.
Quasi non si rende conto che si è mossa, perché tiene gli occhi bassi. Se ne accorge solo quando sente le sue braccia circondargli la vita. Nikita accosta la bocca al suo orecchio.
“Prego, Sam”.
E lui se ne rimane lì, immobile e impacciato, incapace di ricambiare l'abbraccio.
“Nikita?”
“Mh?”
“Dato che sono sia Sam sia Owen, non mi dispiacerebbe se di tanto in tanto ti andasse di tornare a chiamarmi Owen”.
   
 
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