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Autore: jehan du moulin    30/06/2008    7 recensioni
Certe conversazioni non andrebbero mai ascoltate.
Mai. Per nessuna ragione e/o motivo.
Perchè?
Ma perchè è così facile che la mente voli via leggera.
Anche se, in fondo, che cosa c'è di male nell'ascoltare il puro e casuale intreccio di voci in dilettanti dialoghi?
Un po' di curiosità non ha mai ucciso nessuno, pensava Molly Weasley.
Ma come si suol dire ''la curiosità uccise il gatto''.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Weasley, Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: La Curiosità Che Uccise Il Gatto

AUTORE: Jehan Du Moulin

PERSONAGGI: Ron Weasley; Pansy Parkinson; Molly Weasley

PAIRING: G

DISCLAIMER: I personaggi utilizzati non sono miei, purtroppo, ma appertengono a J.K.Rowling. Come forma di vendetta io li torturo e gli faccio fare quello che voglio, ah.

INTRODUZIONE: Il matrimonio di Harry e Ginny. Molly ascolta ( per caso ) un’amabile conversazione in cucina fra due persone che non avrebbe mai immaginato. Ma infondo anche da un innocuo discorso possono nascere tanti equivoci.

A quelle conversazioni che non dovrebbero mai nascere.

A quelle madri che non dovrebbero mai ascoltare.

A quei ragazzi (e ragazze) che non mettono mai il soggetto alle frasi.

 

 

LA CURIOSITA’ CHE UCCISE IL GATTO

 

Dopo la guerra era arrivata la pace. E con essa era giunta, anche, una splendida quanto prematura estate, che aveva portato il matrimonio di Harry e Ginny a sfumature di romanticismo a vette ancora più elevate di quanto non avrebbero mai potuto credere.

Perfetto.

Il loro matrimonio, la vita che sarebbe iniziata per loro, dopo quel giorno, sarebbe stata semplicemente perfetta.

E Molly Weasley era fermamente convinta che ciò dovesse accadere.

Motivo per il quale le redini della festa erano state presto prese da lei.

Ora, Molly Weasley era una donna curiosa. Anzi, di più, era una donna estremamente curiosa, così curiosa che non poteva fare a meno di ascoltare di trovare meravigliosamente irresistibile tutto.

E bisogna anche dire, ma questa è solo una piccola parentesi, che Ron Weasley era una persona estremamente distratta.

Quindi, quando,( per caso), Molly Weasley, passando per il soggiorno che portava poi alla cucina (ma non solo a quella stanza), udì un gemito soffocato da un ‘qualcosa’ non ben definibile uscire, flebile come un fil di fumo, scivolare via dalla porta della sua camera ( e del suo regno), di cui aveva esplicitamente vietato l’ingresso (visti i risultati che i suoi figli avevano dato nell’arte culinaria), non poté fare a meno di provare l’irresistibile voglia di avvicinarsi e poggiare con delicatezza l’orecchio sulla parete liscia e vellutata del legno ben levigato. Si maledì per un’istante (ma solo per un’istante) per aver vietato ad (ormai solo) George di usare nuovamente le sue Orecchie Oblunghe. Il che fu un vero peccato perché forse, molte cose, sarebbero andate diversamente.

 

Questo è quanto udì:

 

« Tu… tu sei malata! »

« Non dire sciocchezze… »

« Che cosa stai facendo? La… la mia creatura… »

« La tua…cosa ? »

« Tutti gli danno un nome »

« Oooh… maccerto »

« Davvero »

« Meno chiacchiere e più panna, Weasley »

« Dio… Hermione non l’avrebbe mai fatto »

« Hermione era una santa… e poi ora non c’è »

« Muoviti »

« Ops! »

« Dai, toglila »

« Come?! »

« Scusami, ma cosa facevi con Malfoy? »

« … »

« Appunto »

« Fatto »

« Mmmh…»

« Dai! Abbiamo poco tempo! »

« Sei tu che perdi tempo con la panna! »

« Quando pensi di dirlo a tua sorella? »

« Di cosa? »

« Di questo »

« Ah. Dopo. Ma immagino che lo vedrà »

« Sei pronto? »

« Per cosa? »

« Devo farti un disegnino? Sono settimane che ne parliamo! »

« Sì. Sì. Occhei, ci sono »

« Perfetto »

« Al tre? »

« Ma quale tre? Cosa vuoi? Una standing ovacion? »

« Non sarebbe male »

« Datti una mossa. Prendilo »

« Quindi… tu apri io metto dentro? »

« Esatto »

« Attenta, eh. Potrei farti male con sto coso »

« Dai, campione. »

« Ora provo, eh »

« … »

« … »

« … »

« Sei pronta? »

« Cinque minuti fa ero pronta. Ora sono in paranoia »

« Occhei, occhei, ci sono »

« … »

« … »

« … »

« Dio santissimo Weasley! Ma vuoi tenerlo fermo? Smettila di titubare a fallo!»

« Ma… ma… »

« E dire che Hermione era sicura che almeno questo lo sapessi fare! »

« Ahah. Non è così facile! Scivola »

« Incapace »

« Solo perché sei abituata a Draco Malfoy non vuol dire che io sia una mezzasega, sai? »

« Direi che il termine, ora, è appropriato »

« Perfida. Ma vuoi aprire? Non so quanto riuscirò a tenerlo così…»

« Ma come? Credevo fossi un’esperto… »

« Sei una stronza »

« Però ti piace »

« Perfavore »

« Occhei, occhei. Ecco. Aperto. »
« Mh… »

« Che c’è? »

« E’ caldo… »
« Grazie »
« Gn… »
« Più a destra… e muoviti! »
« Va bene così? »

« Sì…uff… perfetto… »

 

Molly Weasley era stata preparata a tutto nella sua vita.

A un marito disordinato e babbanofilo.

A sei (cinque) figli tutti maschi e tutti scalmanati come pochi.

Ad accogliere il bambino che è sopravvissuto e proteggerlo fino alla morte.

Alla guerra.

Alla perdita di un figlio.

Ma no. Non era stata preparata per udire una conversazione del genere.

Si allontanò, molto dignitosamente, dalla porta decidendo, seduta stante, che qualsiasi cosa fosse avvenuta là dentro a lei nonimportavaproprio.

Girò quindi i tacchi, veleggiando, rapidamente, verso un’altra meta, e, decidendo poi, che il suo figlio minore non solo le avrebbe pagato una nuova cucina (visto il lavoro ben remunerato), ma si sarebbe pure dato una mossa a darle dei nipotini. Altrimenti sapeva lei come usare quel mattarello…

 

Ma, intanto, nella cucina, la discussione andava avanti.

 

« Mai più »

« Cosa? »

« Io giuro, Weasley, che con te non ci cucino più »

« Perché ? »

« Primo: hai dato un nome alla torta! E secondo, la panna sui profiteroles era perfetta »

« Se tu non l’avessi fatta cadere per terra »

« Se tu fossi stato fermo »

« Ma, davvero Parkinson, il corso di cucina che ti ha fatto Malfoy non ti è servito a niente, eh? »

« Parla lo Chef del Gran Hotel! »

« Facciamo che la prossima volta tu tieni il vassoio e io apro il forno »

« E facciamo anche che la prossima volta lasci a me il compito di imburrarlo? Così evitiamo scene patetiche di lanci inutili di torta »

« Scivolava »

« Pensi che Ginny sarà felice di questa sorpresa? »

« Suo fratello che rischia la vita per farle i dolci di matrimonio? »

« No. Suo fratello che rischia la vita ebbasta »

« Tu parli troppo, Parkinson »

 

 

E come se fosse stata la cosa più naturale del mondo lasciò volare leggera una mano sulla schiena della ragazza, attirandola a sé e posando dolcemente le labbra sulle sue.

 

Oh sì.
Sarebbe stata una splendida giornata.

 

Questa fic è stata scritta e pubblicata come partecipante al Contest di 'Mischief Fangirl'.

La frase utilizzata è: Meno Chiacchiere, Più Panna { da House MD }

  
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