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Autore: SkyDream    14/03/2014    4 recensioni
Un certo Ayane invita Kazuha a una cena un po' speciale, peccato che un detective di nostra conoscienza scopra tutto prima del previsto.
Per fortuna!
Dal testo:
"“Ci sono strane voci –tagliò lui- dove sei?”
“Ah, oggi Ayane mi ha invitato a cena, ma non riuscivo a divertirmi con il dubbio che tu fossi arrabbiato con me o meno…ora sono più tranquilla, sai?” Il sorriso che si delineò sul viso della ragazza sopraggiunse sino alle orecchie di Heiji."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La serie di Ayane'
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E cosa poteva chiedere di più?
 
 
[HeijixKazuha]
Unico capitolo.
 
Tic-toc.
Tic-toc.
Tic-…Bum.
Heiji prese la sveglia togliendole le batterie e poggiandola con forza alla scrivania, le lancette erano ferme alle ore 21 e 30.
L’irritante ticchettio era cessato, ma qualcosa nella sua mente rintoccava ancor peggio.
“Si, Ran! Non è fantastico? E’ stato proprio lui, Ayane Nakamura a invitarmi a cena…si si, e non ho idea di cosa mettermi, pensavo a quel vestito nuovo e rosa che avevamo comprato a Tokyo il mese scorso, sempre se non faccia troppo freddo. Già, ma a chi importa? E’ la prima volta che qualcuno mi invita ad uscire.”
Le parole di Kazuha erano come un continuo eco nella mente del ragazzo, lei non si era degnata di dirgli nulla, e lui aveva disgustosamente origliato la conversazione tra i corridoi scolastici.
Ma quelle parole sbattevano una contro l’altra, cozzavano tra di loro nelle orecchie, come quei fastidiosi tormentoni estivi che ti rimbombano in testa fino a farti impazzire del tutto.
Ayane Nakamura, lo conosceva bene…un ragazzo ambrato della classe accanto alla loro, la sezione G.
Era da un po’ che durante l’intervallo entrava in classe con una scusa e chiedeva  a Kazuha qualche informazione, poi un giorno si era fermato a parlare…e a da allora veniva sempre più spesso solo per lei.
Certo, poteva anche evitare di invitarla a cena alle nove proprio quella sera.
Qualcosa prudeva sulle mani del detective.
E se non fosse stata al sicuro?
Chi gli garantiva che quello non fosse un maniaco depravato? Un pervertito magari.
In fondo era un detective ed era anche il suo mestiere proteggere la gente qualunque, anche se Kazuha non era una qualunque…lei era la sua amica d’infanzia.
E basta.
Ma cosa poteva fare? Irrompere al centro della cena con una scusa solo per non farli stare soli? Ridicolo era dire poco.
Si alzò dal letto e sospirò rumorosamente portando entrambe le mani alla testa: quella ragazza l’avrebbe fatto ammattire, lo sapeva.
Il cellulare vibrò un paio di volte –segno che fosse una chiamata e non un messaggio- e il ragazzo rispose senza guardare chi fosse.
“Chi è?” Chiese scorbuticamente accendendo la luce della stanza e aprendo l’armadio alla ricerca di un giubbotto più pesante, era abbastanza fresca come serata.
“Ma come siamo simpatici questa sera! Cos’è, hai un caso tra le mani che non riesci a risolvere? Lo sai che presto ci riuscirai, è inutile prendersela così tanto.” La ragazza rispose radiosa dall’altro capo del telefono.
“No, nessun caso da seguire…o per lo meno niente che c’entri con i criminali, per ora.” Rispose quello infilando il giubbotto color nocciola e mettendo in tasca le chiavi di casa, stava facendo una passeggiata…era mica diretto al ristorante.
“Ti ho chiamato perché oggi non mi hai parlato per tutta la giornata, sospettavo che ci fosse dietro qualcosa…ma temevo che fossi arrabbiato con me.” Disse dispiaciuta mentre un paio di voci maschili si fondevano alla sua voce.
“Ci sono strane voci –tagliò lui- dove sei?”
“Ah, oggi Ayane mi ha invitato a cena, ma non riuscivo a divertirmi con il dubbio che tu fossi arrabbiato con me o meno…ora sono più tranquilla, sai?” Il sorriso che si delineò sul viso della ragazza sopraggiunse sino alle orecchie di Heiji.
“Ayane? Ah, allora divertiti pure. Tanto io faccio due passi e poi vado a dormire, quindi è meglio se ci vediamo direttamente domani mattina.” Lui lo sapeva bene, per chissà quale arcano mistero, Kazuha aveva il vizio di chiamarlo spesso prima di andare a dormire…e lui a volte aspettava con ansia quelle vibrazioni.
“Ah, va bene. Allora Oyasumi Nasaii, Heiji…a domani mattina.” La voce ora era un po’ più pacata e dolce…come se dovesse essere simile a una ninna nanna.
“Oyasumi Nasaii, Kazuzu, ci sentiamo.” E lui aveva riattaccato prima che lei potesse fare quella domanda.
Perché mi hai chiamato Kazuzu? Che cosa sta succedendo?
Si, lui la chiamava in quel modo solo in casi eccezionali: o se stava rischiando la vita o se stava per cacciarsi nei guai, la chiamava così per rassicurarla e per farle capire che andava tutto bene…nonostante fossero menzogne.
Eppure quella volta non l’aveva detto per far capire a lei che andava tutto bene, ma per auto convincere se stesso che andava tutto bene.
Ma perché quel bruciore allo stomaco? Era la sua migliore amica, era giusto che uscisse con chi le pareva e piaceva, no?
Pensava, si stringeva le meningi arrivando alla soluzione ma girandoci di lato perché non riusciva ad accettarla.
Ad accettare che quella ragazza era più di un’amica.
Sospirò rumorosamente appoggiandosi al muro e lamentandosi del freddo che dominava quella sera, una signora robusta uscì da un locale accanto a lui, solo allora si accorse di essere al Tenshi Yume, il locale dove Ayane aveva portato la ragazza.
Il vento cominciava a tirare forte, il freddo sembrava far volar via le stelle.
Cosa fare? Entrare e spiare tutto di nascosto?
Pensando a cosa fare nemmeno si accorse del cameriere che era venuto a fare l’ordinazione guardandolo male perché nascosto in parte dal menù arancio per i bambini.
Si, era entrato senza accorgersene e si era seduto dietro un pilastro con un’ottima visuale sul tavolo interessato.
Kazuha aveva la coda a cavallo di sempre, leggermente arricciata alle punte e sistemata in modo molto raffinato con tanto di mollettine scintillanti su una tempia, il leggero vestitino rosa e bianco lasciava scoperte parte delle gambe, mentre sulle sue labbra si rifletteva una velata di trucco, le ciglia erano molto più lunghe del solito e anche le unghie erano molto curate.
Quando mai lei si era sistemata così tanto e così bene a un loro incontro? Ok, va bene che si incontravano tutti i giorni da una vita, l’aveva vista anche in pigiama una volta e per lui rimaneva sempre bel…sempre molto stupida, o almeno così sosteneva.
Eppure qualcosa bruciava dentro lo stomaco del ragazzo – che nemmeno si accorse del piatto di ramen che gli avevano servito.
“E così frequenti spesso Heiji Hattori, vi conoscete da tanto tempo, vero? Ho notato che avete un’amicizia molto stretta…spero che ciò non ti impedisca di far amicizia con altra gente, no?” Il rossiccio sorrise allungando una mano sul tavolo –troppo vicino a quella di Kazuha, secondo il parere del detective.
“Si, io ed Heiji ci conosciamo praticamente dall’asilo, è un ragazzo fantastico anche se maniaco di misteri e a volte sconsiderato.” Sorrise lei guardando nostalgica per terra…non le sarebbe dispiaciuto passare quella serata con lui piuttosto che con…lui.
“Quindi se tu avessi una storia a lui non dispiacerebbe…no?” La mano del ragazzo si strinse di più a quella della ragazza.
“No, certo che no –arrossì lei- però sono certa che mi farebbe una lista infinita di raccomandazioni, è sempre stato molto protettivo nei miei confronti.” Sospirò rassegnata lei.
<< E per fortuna aggiungerei, se non fosse stato per me saresti nei guai da un sacco di tempo.>> Aggiunse mentalmente Heiji mentre un cameriere cominciava a spazientirsi nel chiamarlo…il ramen si era raffreddato e lui non aveva toccato nulla, era giusto se dalla cucina volessero spiegazioni, no?
“Allora facciamo così, passiamo la notte insieme e poi domani mattina appena ci svegliamo ti riaccompagno a scuola. Puoi dire di essere stata da lui, va bene?” Ayane si mise il giubbotto guardando la ragazza con aria maliziosa, la prese per un polso e la tirò letteralmente fuori dal locale senza aspettare che si mettesse il giubbotto.
<< Accidenti a quella ragazza, è proprio stupida!>> Pensò il detective uscendo di corsa dopo aver lasciato qualche soldo sul tavolo.
Ayane stava trascinando Kazuha fino alla panchina del parco circostante, il vento tirava forte scompigliando i capelli di entrambi.
“Sei molto bella, sarebbe un peccato iniziare in altro modo il nostro rapporto.” Il ragazzo le bloccò le spalle alla corteccia di un albero, si avvicinò al collo freddo e ne inspirò il dolce profumo di fragola.
“Insomma, sei stupido? Lasciami andare immediatamente o non risponderò più delle mie azioni, hai capito?” Gli occhi della ragazza si tradivano da soli, tremavano mentre la pupilla si rimpiccioliva.
“Perché? Perché tutta questa vergogna e questo pudore? In fondo io mi sono innamorato di te, e se l’amore c’è non vedo perché dovresti ritirarti dal fare qualcosa di così piacevole…” Il ragazzo le cinse i fianchi continuando ad assaporare il suo collo, il corpo tremava impaurito sotto le sue braccia.
“Insomma, ora basta!” La ragazza si scansò dandogli un calcio tra gli stinchi, le gote erano ormai scarlatte e cozzavano terribilmente col candore della sua pelle, gli occhi tremanti erano sgranati mentre le mani si coprivano le spalle nel vano tentativo di scaldarsi da quel freddo glaciale che stava letteralmente impossessandosi di quella serata.
Il rossiccio la raggiunse bloccandola per un polso mentre ancora stringeva i denti per il dolore.
“Credimi, speravo che ormai fossi pronta! Stai sempre e solo con quel fanatico di casi polizieschi e vedere che avevi accettato la proposta…speravo che tu ricambiassi, non volevo…credimi io.” Ayane si avvicinò ancora alle labbra della ragazza.
“Allora non hai capito nulla, tu non fai deduzioni come lui… se fossi stato un detective ti saresti accorto che una persona non può amare due ragazzi contemporaneamente e, per tua informazione, il mio cuore è già occupato da un ragazzo che ha più sale in zucca di te! E che non ci ha spudoratamente provato in una villa glaciale in piena serata senza il mio consenso, capito?” I tacchetti delle scarpe sbattevano violentemente sulla terra del parco, si sentiva tradita e ferita.
Si, perché a volte il mondo sembrava avercela con lei?
Era così difficile trovare un ragazzo come il suo Heiji? Una persona a volte stupida quanto gentile, protettivo quanto bello e rassicurante quanto dolce.
Era veramente così difficile? Veramente dei ragazzi come lui si era rotto lo stampo?
Il vento gelido le feriva le labbra e la pelle, solo dopo un po’ si accorse di essere rimasta ferma a metà del parco a contemplare la grande fontana ornamentale.
Nulla aveva senso in quella serata.
 “Prendi freddo, genia!” La voce dolce del detective si impossessò della notte.
“Dovresti stare attenta, sai bene che la gente di cui fidarsi è veramente poca.” Le braccia del ragazzo la abbracciarono da dietro coprendola in parte con la giacca nocciola.
La ragazza si voltò facendo incontrare i loro corpi, così vicini che Heiji pensò bene di allontanarsi e togliersi il giubbotto per darlo a lei pur di non abbracciarla in quel modo, il suo corpo a contatto con i suoi vestiti gli faceva solleticare le mani che, curiose, avrebbero certamente cercato le sue guancie e poi le sue labbra.
Quelle labbra rosee e fredde, scheggiate dal vento gelido.
Gli occhi smeraldo di lei incrociarono quelli del ragazzo, le dita di lui sfiorarono le gote di lei, passarono sulle sue labbra liberandola da quel trucco fin troppo superfluo per una bellezza già abbagliante da se.
“Ti sta uscendo sangue, è meglio se torniamo a casa.” Lei acconsentì mettendo un fazzoletto sulla parte ferita.
“Sei stata veramente brava a mettere K.O. quell’imbecille, si vede che l’allieva ha imparato dal maestro.” Si pavoneggiò lui beccandosi una gomitata da parte di lei.
“Se non la finisci do’ un calcio anche a te, e non garantisco che tu riesca ad alzarti da terra.” Lo avvertì sorridendo e guardandolo subito dopo con gratitudine, lui era sempre stato là…e se lei ne avesse avuto veramente bisogno sarebbe intervenuto.
“Ah, mi spieghi cosa ci facevi anche tu alla villa? Era una serata a due…non a tre!” Specificò lei fermandosi un attimo mentre imprecava sulle scarpe alte che si era ostinata a mettere.
“Infatti, siamo in due, no? Sali, ti porto io o finisce che sorge il sole e siamo ancora qui.” Il ragazzo posizionò le mani dietro la schiena e fece in modo che la ragazza potesse sedersi e tenersi al suo collo.
“Sei sicuro?” Rise lei mentre sentiva le scarpe allentarsi.
“Oh, ma prima una cosa più importante, tieniti forte.” Tolse le mani e le fece scivolare le scarpe dai piedi lasciandoli scoperti, dopodiché le gettò con poca grazia dentro un bidone dell’immondizia.
“Eri ridicola, non ci sapevi camminare proprio…un dinosauro era più graziato di te.” Disse quello serio e con la speranza di non scoppiare a ridere.
“Baka!” Urlò lei sorridendo e dandogli un bel finto pugno sulla spalla.
“Baka tu!” Rise lui accelerando il passo per il freddo pungente che lo trafiggeva sotto la maglietta in cotone che lo copriva.
“Grazie, baka.” Sussurrò lei sentendo un “Prego, baka.” Come risposta.
In fondo quel ragazzo era ciò di cui lei aveva bisogno.
E cosa poteva chiedere di più?
 

Angolo autrice.
Heiji e Kazuha sono diventati la mia droga TwT
I miei POV sono ormai ShiRan e HeijiKazuha, ci sta poco da fare!
Spero che la storia non sia uscita poi così orribile, oggi ho finalmente terminato l'esame di recupero di matematica (dopo una settimana a vomitare letteralemente numeri -.-), ma purtroppo già da domani dovrò ricominciare il calvario verso venerdì prossimo T-T 
Fortuna che tra 88roxina94 con l'ultimo chap di "Tortured Mind"
adler_kudo con  "The last bullet"
Inu_Ran con  "Life" 
Qui non ci si annoia mai :3
Per questo vi ringrazio veramente tanto ♥

 Angolo pubblicità♥: Seguimi su Instagram con skydream_efp ;)♥
   
 
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