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Autore: Clown    15/03/2014    2 recensioni
Caledon Hockley, immerso nei suoi ricordi, la mente ripercorre i momenti salienti della notte del disastro. Troppe vite spezzate, un'esistenza sprecata, un'anima dannata. Un amore perduto
Cal è un personaggio disprezzato o ignorato dai più, ma anche lui ha il suo posto nella storia, un ruolo essenziale, un carattere forse più profondo di quanto ci si aspetti
Ma, dentro di sé, Caledon rimpiangeva di non aver mai imparato veramente ad amare
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caledon Hockley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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REMORSE AND REGRET





1929. Il crollo dei mercati.
Con loro era crollato anche il suo mondo.
Nathan Hockley aveva speso la propria esistenza per fondare un regno sull'acciaio; in pochi anni, Caledon Hockley aveva visto questo regno affondare. Proprio come l'acciaio del Titanic.
Il sopravvissuto alla tragedia era seduto su una poltrona, morbida, in velluto rosso, barocca come l'ufficio in cui si era chiuso dentro. Un pallido fuoco agonizzava nel caminetto, il tocco di legno vicino al diventare semplici braci fumose: non era un inverno freddo, ma nemmeno un incendio avrebbe potuto scaldare l'animo raggelato di Caledon, eccezion fatta forse per le fiamme dell'inferno.
Guardava di sbieco quelle tristi fiammelle, accarezzando con una mano la rivoltella adagiata sulla scrivania. Fissava il rosso di quel bagliore e pensava ai capelli di Rose, della sua Rose.
Non era mai stato capace di amare, non quanto quel... Dawson. Quel miserabile di terza classe. Nella sua estrema povertà era riuscito dove tutte le sue ricchezze avevano fallito; si augurò che fosse finito dal fondo degli abissi direttamente nel Tartaro.
Caledon aveva tentato, in tutti i modi da lui conosciuti, di conquistare l'amore della sua fidanzata: l'aveva coperta d'oro, gioielli, dell'arte che così poco riusciva a capire. Eppure l'aveva persa, in tutti i modi in cui era possibile perdere una persona.
Distolse per un secondo la mente da quel ricordo, sollevando lentamente la pistola, soppesandola, osservandola con malinconia. Con un'arma simile, quella notte, era quasi diventato un assassino. Il suo orgoglio era stato ferito troppo in profondità, era stata toccata una sua proprietà, era stata rubata la sua fidanzata. Da un maledetto topo di fogna.
Un sorriso amaro gli affiorò sul viso: quelle parole gli erano costate uno sputo nell'occhio, quella notte.
Aveva perso l'anima. Si sentiva vuoto, nero, abbandonato da Dio. Con la sua arroganza aveva ucciso la sua fidanzata, spingendola a rimanere sulla nave. Aveva usato una bambina, abbandonandola nel momento di maggiore pericolo. Aveva allontanato con i remi delle persone disperate, per evitare che salissero sulla sua scialuppa. Aveva salvato la sua vita, privando altri della propria.
Dopo la tragedia, si era stabilito definitivamente in America. Era convolato a nozze con una dama di alto rango, un'ereditiera: una sciocca donna con la mente ottenebrata da merletti e pettegolezzi. Non gli aveva mai causato fastidi, a differenza di Rose. Ma, dentro di sé, Caledon rimpiangeva di non aver mai imparato veramente ad amare: forse sarebbe riuscito a salvare la sua Rose.
Aveva pensato che sarebbero bastati i soldi e il potere per dimenticarla, che la sua vita sarebbe tornata normale, se non meglio senza una moglie ribelle. Il tracollo in borsa gli aveva strappato anche quel vano simulacro di salvezza.
Avvicinò la pistola al volto. Profumava di acciaio.
I suoi figli si sarebbero spartiti la carogna, una volta finito in mezzo ai vermi, la sua anima all'inferno. Avrebbero pensato tutti che non avesse retto la nuova situazione economica. Nessuno avrebbe mai sospettato che erano rimorso e rimpianto, gli assassini.
Finalmente conosceva anche il sapore, dell'acciaio




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Una storia su Cal, in un momento particolare della sua vita. Penso abbiate capito quale senza che lo debba sottolineare. Premessa, io adoro questo personaggio, ma lo considero un grandissimo bastardo e spero di essere rimasta oggettiva e IC: ho sottolineato più volte la parola sua e il disprezzo per Jack per sottolineare come il suo carattere sia pregno di egoismo e egocentrismo, anche nei momenti "espiatori" che guidano il suo atto finale. La mia idea è che Caledon amasse veramente Rose, ma nel suo personale modo, quello di un rampollo di prima classe abituato a non essere mai contraddetto. Ho tentato di lasciar trasparire questo sentimento, immaginando più o meno come avrebbe potuto esprimerlo interiormente, in un misto di affetto e possessione morbosa

Spero sia piaciuta, e voi che avete donato un frammento del vostro tempo per recensirla, un sincero grazie di cuore



Altre fanfic a tema Titanic:
The last breath : un soffio, un respiro, una preghiera. Una speranza. Vivi... (Jack POV)
Everywhere : il gelo nell'aria, nell'acqua, nel cuore... (Rose POV)
- Full - : la partita a poker. Il momento della vittoria. La gioia di vivere. (Jack POV)

Aggiungo il link a una storia non mia, scritta 2 anni fa (e che avevo pure commentato, ma andarselo a ricordare), che ricorda molto la mia storia in quanto a tematiche e background. Per questo ritengo sia giusto che, chi ha apprezzato questa storia, possa leggere anche il suo involontario racconto predecessore
L'illusione di Aurore

  
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