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Autore: Ili_sere_nere    15/03/2014    3 recensioni
Claire ha ormai deciso di lasciare la serie e viene organizzata una cena d'addio con tutti i suoi colleghi nel suo ultimo giorno di riprese.
Per qualcuno questo addio, però, significherà molto di più.
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OS Closeph, perché dopo il male provato per la puntata di The Originals ne serve ancora dell'altro.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Claire Holt, Joseph Morgan, Joseph Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Forever_





«Brindiamo alla nostra bellissima e unica Claire Holt! Grazie per questi tre anni insieme, grazie per averci regalato gioie e dolori, grazie di essere entrata a far parte della nostra grande famiglia. Più semplicemente, grazie di essere come sei, Claire» Julie sollevò il suo calice, colmo di champagne, guardando Claire commossa, ma con tanto orgoglio.
Claire sorrise, mordendosi il labbro inferiore per trattenere le lacrime. Quel giorno aveva girato la sua ultima scena in ‘The Originals’, l’ultima sua scena nei panni di ‘Rebekah Mikaelson’. Nonostante tutti, comunque, sapessero quanto la ragazza non fosse intenzionata a vestire i panni della bionda originaria ancora per molto, ammetterlo ad alta voce e dire ‘Ok, per me può bastare così’ fu un duro colpo.
Quel giorno si erano conclusi i tre anni più belli della sua vita, in cui aveva conosciuto meravigliose persone che ormai considerava una famiglia a tutti gli effetti.
«Io.. Avrei così tante cose da dirvi, ma non saprei da dove iniziare. Vorrei dirvi quanto io sia felice di avervi incontrato, quanto io sia felice di aver lavorato con persone meravigliose, persone che amo e che considero come parte della mia famiglia. – la bionda guardò Julie e Kevin, seduti l’uno accanto all’altra – Grazie per avermi dato questa opportunità, sia per quanto riguarda ‘The Vampire Diaries’, sia per ‘The Originals’. Grazie, perché mi avete permesso di crescere artisticamente e professionalmente. Daniel e Joseph, voi mi avete accolto e trattato davvero come una sorella, mi avete viziata, mi avete fatto ridere e mi avete coccolato. Phoebe…» la ragazza rise guardando la sua migliore amica, mentre la bruna si mordeva con forza il pollice di una mano per non piangere a dirotto. «Sei la mia migliore amica, la mia persona, la ragazza più forte e determinata che io abbia mai avuto il piacere di conoscere in tutti questi anni.»
Claire si portò una mano sul petto, dentro cui il cuore stava battendo così velocemente che temette di vederlo uscire dalla sua sede, e alzò gli occhi al cielo, imponendo a se stessa di non piangere. «Siete la mia famiglia, dal primo all’ultimo. Siete la cosa più bella che mi sia mai capitata, e non potete capire quanto mi faccia male lasciarvi.. – prese un profondo e tremante respiro, asciugandosi poi le lacrime dal viso – Potrò anche aver lasciato la serie, ma non vi libererete di me poi così facilmente. Ok, ora posso anche piangere come una disperata!» esclamò ormai con la voce rotta dai singhiozzi.
Daniel, seduto accanto a lei, si alzò e la stringe a sé, cullandola e lasciandole dolci baci sopra il capo. A quelle braccia se ne aggiunsero altre, e ancora altre, fino a quando non divenne un abbraccio collettivo in cui le ragazze piangevano e i ragazzi le guardavano con occhi lucidi.

Quando finalmente tutti riuscirono a trovare la calma, Claire si asciugò gli occhi e prese un sorso d’acqua. Daniel continuava a tenerla stretta al petto, accarezzandole di tanto in tanto la schiena. Lei lo guardò sorridente, prima di far correre involontariamente lo sguardo alla ricerca di una persona in particolare. Perlustrò ogni angolo della stanza, ma non riuscì a trovarla.
Dove era finito? Era andato via e non l’aveva salutata?
No, non lo avrebbe mai fatto, non lui.
Claire iniziò ad agitarsi lentamente, e le lacrime tornarono a farsi prepotentemente strada verso i suoi occhi.
Notando lo stato della ragazza, Daniel avvicinò le labbra verso il suo orecchio. «Dovrei sentirmi ferito, lo sai? – Claire lo guardò, confusa – Sto abbracciando una splendida donna che, però, desidera essere abbracciata e stretta da un altro uomo, per giunta mio amico. E’ un duro colpo per il mio ego.»
Claire abbassò lo sguardo, portandosi dietro l’orecchio una ciocca ribelle di capelli. «Non sapevo che tu e Matthew foste amici stretti.»
Daniel inarcò un sopracciglio. «Claire, il fatto che io non ti dica nulla non vuol dire che io non veda, e fidati, ci vedo davvero bene.»
«Davvero, Daniel, non capisco a cosa tu ti stia riferendo.»
«D’accordo, visto che non capisci… – si schiarì la voce – So di te e di Joseph, so tutto. E per ‘tutto’ intendo proprio tutto.»
Claire annaspò alla ricerca d’aria, i muscoli in tensione. Lui sapeva, lui sapeva tutto. Da quanto? Chi era stato? Cosa avrebbe pensato di lei, o di Joseph? Li avrebbe giudicati? 
«Non vi potrei mai giudicare, smettila di pensarci… Perché ci stai pensando, lo so. – ancora abbracciati, i due si spostarono verso una delle finestre che conducevano al terrazzo – E’ stato Joseph a dirmelo, anche se ammetto di averglielo estorto con la forza. Ma va beh, quello che sto cercando di dirti è che sono l’unica persona a saperlo, l’unico a sapere di voi due. Sono bravo ad osservare le persone, e conosco voi due. Siete libri aperti per me, per questo non mi è stato difficile capire cosa passasse nella testa di Joseph ben due anni fa, e non mi è stato difficile neanche capire cosa tu iniziassi a sentire per lui poco tempo dopo.» Daniel rise, ricordando vecchie vicende. «Joseph continuava a fare situazioni ipotetiche, a parlare di questo suo ‘amico’ che non sapeva cosa fare con questa fantomatica sua ‘amica’. Diceva che l’amico era indeciso sul da farsi, temendo un possibile rifiuto, ma soprattutto temendo di rovinare totalmente l’amicizia che li legava. – Daniel guardò Claire, un sorriso complice sulle labbra – Sai perfettamente che Joseph potrà anche essere un magnifico attore, ma toppa brutalmente quando si tratta di raccontare balle su di sé a persone che lo conoscono bene. L’ho aiutato comunque, lo consigliavo, ma sapevo che stava mentendo e alla fine l’ho obbligato a parlare. Claire, voi siete due persone meravigliose, il vostro legame fuori e dentro il set è qualcosa che non si vede molto spesso ai giorni d’oggi nel nostro campo lavorativo. E’ qualcosa di prezioso e di importante che non deve essere perso. La vita è vostra, voi decidete per la vostra vita, non gli altri. Loro non c’entrano niente con voi, e non sono nessuno per potervi giudicare.»
«Daniel, io…»
«Claire, non devi dare alcuna spiegazione a me. Ti voglio bene con tutta l’anima, vi voglio bene e sapere che stare insieme vi fa stare bene è l’unica cosa che per me conta, che per me ha importanza. Fanculo tutto il resto!»
Claire si buttò contro il petto di Daniel, stringendosi a lui. «Ti voglio bene.» Quelle erano le uniche parole che davvero contavano in quel momento.
«Vai da lui, Claire. Ne ha bisogno.» si staccò delicatamente da lei, voltando il viso verso la terrazza. Claire seguì quel gesto, e nel buio della notte intravide la figura di Joseph.

Aveva aperto delicatamente la porta finestra, il rumore era comunque ovattato dalle voci che provenivano da dentro l’appartamento. L’aria fredda della notte colpì il suo corpo e la fece tremare dalla testa ai piedi. Portò le braccia a cingersi il busto alla ricerca di calore.
«Prenderai freddo stando qui fuori.» esordì timidamente.
Joseph, sorreggendosi con i gomiti alla terrazza, rimase in silenzio, né si voltò verso di lei. Claire trattenne il fiato, muovendo alcuni passi verso di lui. «Joseph…»
«Non voglio sentirti, Claire. Non voglio sentire niente uscire dalla tua bocca.» sputò a denti stretti lui, spegnendo con forza la sigaretta nel posacenere.
«Non sapevo avessi ripreso a fumare.»
Joseph alzò il viso, restando di spalle. «Ti ho detto che non voglio sentirti.»
«Perché mi tratti così? Perché proprio adesso? Io… Io non capisco.»
Il posacenere venne scaraventato con rabbia per terra e Joseph si voltò di scatto verso di lei. «Un fratello, è questo che sono sempre stato per te? Un fratello? Uno stupido fratello con cui divertirti nei momenti di noia?»
Claire lo guardò con occhi colmi di sorpresa e spavento. Perché stava facendo quel discorso? «Joseph…»
«Io ti amo Claire, dannazione! Ti ho amata per oltre un anno in silenzio, e l’ho fatto fino a quando non ho visto che tu provavi la stessa cosa per me. Ma questo non è amore, Claire, non lo è se non posso uscire alla luce del sole con te, poter dire a tutti che sei mia solamente come farebbe un qualunque uomo. Come fa… Matthew.» pronunciò quel nome con una espressione di disgusto sul volto. «Ma ti amo così tanto che non riesco a privarmi di te. Sei la mia aria, il mio ossigeno, la mia linfa vitale… Vorrei che tu fossi mia davvero. Vorrei vivere la mia vita con te. – il tono della sua voce scemò a poco a poco – Vorrei che tu non avessi mai deciso di lasciare la serie, vorrei che tu non avessi mai deciso di lasciare me per lui. Un anno, Claire, è quello che tu stai buttando via. Inizio a credere che per te non abbia significato mai niente.»
Claire, rimasta in silenzio fino a quel momento a subire le accuse di Joseph, strinse i pugni e si avvicinò ad ampie falcate verso di lui, spingendolo poi con tutte le forze che aveva. «Tu… Tu non capisci un cazzo! Tu non hai mai capito un cazzo di niente di me, Joseph, se vieni a farmi questo discorso! – gli urlò in faccia, fregandosene se gli altri l’avrebbero sentita –  Tu soffri, tu sei arrabbiato, tu sei frustrato, tu vuoi… Tu, tu, tu… Sempre e solo tu, mai che avessi pensato a me. No, mai! Perché io sono la persona cattiva, io sono quella che ti ha fatto innamorare, io sono quella che è arrivata a tradire il fidanzato per un altro uomo. E’ mia la colpa, no? Sai che ti dico, caro il mio Joseph? Vaffanculo,  vaffanculo tu e tutti i tuoi stupidi problemi! Vuoi sapere perché? Perché io ti amo, ti amo più di quanto tu possa immaginare o pensare. Ti amo perché mi fai stare bene, perché con te posso essere me stessa e non devo fingere di essere qualcuno che non sono. Con te io vivo davvero, non per finta, ma sei sempre stato troppo impegnato a pensare ai tuoi di problemi che non hai mai visto i miei.» Nervosamente la ragazza si asciugò le lacrime dalle guance, ma quelle non avevano alcuna intenzione di fermarsi. «Non ti sei reso conto che io e Matthew ci siamo allontanati da mesi, che non ci vediamo o sentiamo più? Non ti sei reso conto che non porto neanche più la collana che mi regalò al mio compleanno? Tu… Tu non ti sei accorto di niente. – gli occhi azzurri di Claire andarono alla ricerca di quelli schivi di Joseph, il quale continuava a non guardarla – Ci siamo lasciati, Joseph. Io l’ho lasciato.»
«Non mi interessa, non più.»
Claire abbassò il viso e portò le mani dietro il suo collo, dove aprirono il gancetto della collana che la ragazza stava indossando. Seppur con difficoltà, riuscì a prendere una mano di Joseph e posò sul palmo la catenina d’oro. «So quanto questa collanina sia importante per noi…»
«Per te.» la corresse Joseph.
«Per me… E’ il mio ultimo giorno qui e non voglio andar via sapendo di averti perso per sempre, Joseph.» il tono della voce di Claire si incrinò ancora una volta in quella serata. Gli aveva aperto ancora una volta il suo cuore, aveva confessato la sua rottura con Matthew. «Non sei mai stato un fratello per me, mai, neppure per un secondo. Sei l’uomo che amo, che mi fa battere il cuore, l’uomo con cui vorrei andare a dormire la sera per poi svegliarmi la mattina seguente. Possiedi il mio cuore dal primo istante che ci siamo visti, e sei l’unica persona in grado di annientarmi per sempre.» notando lo sguardo duro e serio di Joseph, Claire abbassò il viso, sorridendo amaramente.
La ragazza si mise sulle punte e posò le labbra su una sua guancia. «Addio, Joseph.» fu il suo turno di dargli le spalle, dirigendosi di nuovo all’interno dell’appartamento. Tuttavia qualcosa la bloccò, e il suo corpo venne schiacciato contro il muro.
Joseph la guardava con occhi persi, lucidi e spaventati. Al loro interno era possibile leggere tutte le emozioni e i sentimenti che stava provando in quel preciso istante, e la maggiore fra tutte era la paura di essere abbandonato. «Non andare via. Ti prego, Claire, non andare via da me. Non fuggire.»
«Non fuggo da te, ma a causa di quello che sento per te. Sei andato oltre qualunque mia previsione, tutta la nostra storia lo ha fatto. E io ho paura di tutto ciò.»
«Claire, ti prego…»
«Ti amo, Joseph, questo non cambierà mai, per nulla al mondo. Saremo in due posti diversi, ma io ti amerò sempre.»
Joseph annuì, mentre una lacrima gli solcava una guancia, e posò le labbra su quelle morbide di Claire nel loro ultimo bacio. «Tornerai prima o poi?»
Claire sorrise lievemente. «Tornerò sempre per te.»
 
 
 
 
*un anno e mezzo dopo*

Sulla sedia a dondolo, Claire guardava fuori dalla finestra il parco davanti casa. Era un pomeriggio di primavera, caldo e soleggiato, e il parco era stato preso d’assalto dai bambini con i loro genitori. Guardava quei bambini giocare e divertirsi, guardava i visi sorridenti dei loro genitori chiedendosi come sarebbe stato essere madre, avere qualcuno da proteggere, da curare e da crescere. Ogni tanto immaginava come sarebbe stato suo figlio, o sua figlia, pensava a quanti ne avrebbe voluti avere nel corso della sua vita.
Si era persa così tanto nei suoi ricordi e nei suoi pensieri da non rendersi conto che qualcuno era entrato nella stanza e la stava osservando.
«Potrebbero entrare i ladri e tu non te ne renderesti conto, persa nei tuoi pensieri.» Claire voltò lo sguardo verso la porta della stanza, e i suoi occhi si illuminarono maggiormente incrociando gli occhi del suo uomo. Lui si avvicinò a lei e le lasciò un dolce bacio sul capo. «A cosa pensavi?»
«A te. A noi. A quanto sono stata sciocca e stupida a lasciarti andare. Joseph…»
Lui le posò l’indice sulle labbra. «Sei tornata da me, e io sono contento di questo.»
Dovettero passare almeno sei mesi dal loro addio prima che Claire capisse di non poter vivere senza di lui. Prese il primo aereo da Sydney, dove si era rifugiata, ed era volata a Londra, a casa di Joseph, nel cuore della notte e nel bel mezzo di una pioggia incessante. Si era presentata da lui, lui aveva aperto la porta e l’aveva stretta a sé, impedendole di andare ancora via.
«Come ti senti oggi?» domandò lui, preoccupato per la sua salute.
«Stanca. Ho male alla testa, i piedi gonfi e ho preso ancora altri due chili… Diventerò una botte di questo passo.»
Joseph alzò gli occhi al cielo, sorridendo divertito, e si accovacciò fra le sue gambe. «Quanto sei melodrammatica. E’ vero che la mamma è melodrammatica? Sì che è vero!» chiese come se aspettasse da un momento all’altro che la risposta arrivasse dalla pancia di Claire.
Dopo la loro riconciliazione, passarono altri quattro mesi prima che Claire si rendesse conto che qualcosa dentro di lei non stava andando come doveva. Scoprire di essere incita fu qualcosa di inaspettato e improvviso, che lasciò sia lei che lui interdetti, ma subito quel sentimento venne sostituito da gioia e felicità. Una nuova vita si era generata per via del loro amore.
«Sai che non ti può rispondere.» mormorò, accarezzandosi il pancione all’ottavo mese.
Joseph fece una piccola smorfia di disapprovazione, ma i suoi occhi tornarono a splendore di felicità osservando il ventre della sua compagna.
«E’ il miglior dono che tu potessi mai farmi.»
«Il tuo dono per me, invece, è stato quello di avermi aspettato e di non aver mai smesso di credere in noi. – Claire si piegò per quanto possibile verso di lui. – Ti amo, ti amo così tanto Joseph.»
«Ti amo anche io, e amo la piccola creaturina che sta crescendo dentro di te.»
  
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