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Autore: Lunatica_92    15/03/2014    2 recensioni
Dopo la 5x11, non tiene conto degli avvenimenti successivi. E se la bambina non fosse sopravvissuta, quale sarebbe stata la reazione di Klaus? Chi ha tutto, non teme nulla, incute terrore, costringe alla fuga, può commuoversi per la morte della sua bambina? Può avere una reazione terribilmente umana, normale, comune, ma soprattutto banale? Può banalmente non accettare? E qual è il ruolo di Caroline?
CIT: -Non trovi che sia bellissima, dolcezza?-
-Trovo che sia una bambina bellissima, Klaus.-
-Peccato che sia stata incapace di sopravvivere fuori dal grembo materno, Caroline. Non mi entusiasmava il pensiero di diventare padre, mentre ora sono così distrutto, che potrei anche distruggere la mia città.-
-Ti capisco, davvero ti capisco.-
-Come puoi capirmi, Caroline? Non mi sembra che un tuo bambino sia mai morto, quindi evita queste frasi di circostanza.-
CIT:-Affinchè tu possa dimenticare per un attimo il tuo dolore, Niklaus.-
-Se facessimo sesso, non sarei minimamente gentile con te.-
-Non voglio che tu lo sia, desidero solo che tu possa accantonare per un attimo la consapevolezza della morte della tua bambina. Bramo aiutarti a dimenticare, rigenerarti e rilassarti.-
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, CarolineKlaus, Elena, Gilbert, Klaus | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Spazio mio: dopo la 5x11, non tiene conto degli avvenimenti seguenti, ma ha un “E… se” grandissimo.
Storia particolare, un po’ personale e piena di amarezza.
 

 
Nata morta
 
Caroline avvertì una stretta al cuore, cercò di regolare il respiro, ma non vi riuscì. Era seduta ai piedi di un pino, aveva le mani poggiate sulle ginocchia, lo sguardo basso, mentre attendeva che la sua amica dicesse qualcosa. Elena era seduta accanto a lei, aveva i capelli legati in una coda, un sopracciglio incarnato, ma sembrava incapace di pronunciare sillaba. Soffiava un vento gelido, che scuoteva le chiome delle querce, quando il temporale scoppiò e il telefonino della vampira bionda vibrò. Caroline estrasse il telefonino dalla borsa vintage, vide chi fosse il destinatario del messaggio, ma prima che potesse leggerlo, sentì la voce della sua amica. Elena aveva avvicinato le labbra al suo orecchio, poggiato le mani sulle sue guance, quasi avesse dovuto rivelarle un segreto di stato.

-Per questo motivo ha cercato di aggredirti, Caroline?-

-Esattamente. Se non vi fosse stato Stefan, probabilmente mi avrebbe morso. Era furioso.-

-Si può dire che la colpa sia sua. Se non avesse preferito una sterile vendetta a te, o non fosse fuggito da Mystic Falls, non sarebbe accaduto nulla tra voi.-

-Probabilmente sarebbe successo ugualmente, perché non avrei potuto continuare a rinnegare i miei sentimenti. Diciamo che la sua scelta, la sua fuga, ha accelerato i tempi.-

Elena inclinò le labbra in una smorfia ilare, quasi sorrise sardonicamente, per poi replicare alla sua amica. Era una vampira ritornata nel suo corpo, dopo il pessimo scherzetto di Nadia, e se non fosse stata tale, sicuramente non avrebbe esitato a giudicarla. Avrebbe giudicato i sentimenti di Caroline, condannato il suo pomeriggio di sesso, senza curarsi di ferirla. Avrebbe biasimato la sua scopata, avvenuta con un mostro, con colui che aveva cercato di dissanguarla, se fosse stata ancora umana. Fortunatamente era una vampira, capace di comprendere la complessità dei sentimenti umani, incapace di essere conformista, moralista e perbenista. Lei stessa aveva una relazione con Damon Salvatore, che certamente non era in lista per la beatificazione!

-Per quale motivo sei ancora qui, Caroline? Sono trascorsi mesi dalla vostra scopata, lui è ritornato a New Orleans, mentre tu sei restata qui. Hai il college da frequentare, i tuoi progetti da realizzare, ma hai un’eternità per farlo!-

-Lui rappresenta il lato oscuro di me, come Damon incarna il tuo. Se avessi accettato di seguirlo nella sua città, o non avessi rinnegato i miei sentimenti per lui, avrei accettato anche il mio lato oscuro. Io non sono solo una maniaca del controllo, una vampira perbenista, ma sono anche altro. Sono una vampira assetata di sangue umano, potere e sesso. Sono un mostro, come direbbe Bonnie.-

-Bonnie è una strega, ama la natura e ha il compito di preservarla. Non è una vampira, non sa cosa significa esserlo, mai lo saprà, quindi non può comprendere. Diciamo che il suo giudizio è alquanto discutibile, un po’ condizionato dalle sue convinzioni.-

-Sicuramente hai ragione, però non perdonerei mai me stessa, se la deludessi. Non perdonerei mai me stessa, se deludessi i miei amici, familiari e conoscenti.-

-Non puoi vivere in relazione alle esigenze altrui, Caroline. Anch’io pensavo tali cose, prima che accettassi i sentimenti di Damon. Forse ho deluso alcune persone, ma cosa importa? Se non avessi ricambiato i sentimenti di Damon, o avessi continuato la mia relazione con Stefan, sarei stata profondamente infelice. Ora sono una vampira serena, vivo con la persona maggiormente importante della mia vita, senza curarmi di niente e nessuno. Probabilmente sono un po’ egoista, ma non mi interessa. A me interessa solo la mia felicità, mentre a te cosa interessa?-

-Pensavo che Tyler fosse la persona adatta a me, con la quale avrei trascorso il resto della mia eternità, ma sbagliavo. Lui ha preferito la vendetta a me, poi è ritornato da me, ma io sono stata incapace di riprendere la nostra relazione. Ho trascorso un pomeriggio indimenticabile con Klaus, concesso alle sue mani di lambire il mio corpo, abbandonato le mie remore, e se non lo avessi fatto, non avrei mai capito cosa realmente mi legasse a lui. A lui non mi lega solo una banale attrazione fisica, ma qualcosa di maggiormente importante. Mi lega un sentimento forte, intenso e puro. Io sono innamorata di lui, Elena.-

-Come lui è innamorato di te, Caroline. Non dico che sia la persona migliore del mondo, perché non lo è, basti ricordare come abbia distrutto le nostre vite. Eppure non tutte le sue azioni sono direttamente imputabili a lui, come non lo sono tutte le morti, senza contare che non ha esitato a salvarti la vita. Ha salvato la tua vita due volte, non una, per poi salvare anche quella di Damon. Diciamo che è un megalomane bastardo, ossessionato dal potere, però…-

-Diciamo che ha qualche merito, Elena. A me interessa vivere con lui, trascorrere la mia eternità nella sua casa, senza curarmi di niente e nessuno. Sono stanca di preoccuparmi sempre del prossimo, quando il prossimo non si cura affatto di me. Tu hai una relazione con Damon, con un autentico bastardo, perché non potrei avere un rapporto con Klaus?-

-Potresti averlo, se lo desiderassi. Lui è a New Orleans,cosa aspetti a raggiungerlo? Sai benissimo il motivo per cui sia lì, come tenga a riconquistare la sua città, ad assistere alla nascita del suo bambino, ma non a condividere la sua eternità con la madre della creatura, o con qualche altra donna. Lui aspetta te.-

-Vuole essere il mio ultimo amore, Elena, come anch’io voglio esserlo per lui. Ho un bisogno disperato di vederlo, sentire la sua voce, avvertire nuovamente le sue mani sul mio corpo, mentre mi stringe a sé, facendomi sua.-

-Insegui la felicità, come l’ho inseguita io. Sicuramente Damon comprenderà, come lo farà Stefan. Penso che Matt capirà, anche Jeremy. E per quanto riguarda Bonnie, non importa.-

-Non è immortale, Elena. Prima o poi comprenderà, o morirà, chissà.-

-Immagino che questo sia il tuo lato oscuro, Caroline. Stranamente concordo con te.-

-Non avevo alcun dubbio, Elena.-

Continuava a piovere, quando Elena si allontanò dalla sua amica e attese che lei leggesse il messaggino. Caroline lo lesse, metabolizzò, comprendendo quanto la situazione fosse grave. Il testo era estremamente conciso, diretto e terrificante. Immaginò un barlume di amarezza nello sguardo di Klaus, anche in quello della lupa, forse dei suoi fratelli, e se non fosse stata una vampira, avrebbe perso i sensi. Inconcepibile che fosse nata morta, incapace di sopravvivere al mondo esterno, senza poter neanche vedere il viso della sua genitrice.

La vampira bionda immaginò un corpicino esamine, un visino mortalmente bianco, le palpebre chiuse e la tristezza nei cuori dei presenti. Sarebbe stata bellissima, se fosse sopravvissuta fuori dal ventre materno. La vampira mora notò quanto la sua interlocutrice fosse agitata, cercò di comprendere il contenuto del messaggio, ma prima che potesse riuscirvi, fu la sua amica a comunicarglielo.

-E’ nata morta, Elena.-

Elena capì chi fosse nata morta, intuì quanto la situazione fosse grave, capace di destabilizzare, strinse a sé la sua amica e attese che lei dicesse qualcosa. Caroline lasciò cadere il telefonino sul terriccio fangoso, comprese il motivo della stretta al cuore, quasi il suo cuore avesse predetto una simile notizia, chiuse le palpebre e parlò.

-Devo andare a New Orleans, Elena. E’ stata sua sorella a inviarmi il messaggio, e considerando quanto a lei io non piaccia, immagino che la rabbia di Klaus sia implacabile. Non vorrei che commettesse qualche imprudenza, facesse qualcosa di avventato, Elena.-

-Comprendo perfettamente, Caroline. Potrebbe distruggere la sua città, uccidere i suoi fratelli, e se lo facesse, dubito che sarebbe capace di conviverci. Spiegherò io la situazione ai nostri amici, anche a tua madre, non temere.-

-Ti ringrazio, Elena. Debbo prendere il primo aereo.-

-Lascia che faccia una chiamata. Penso che Damon possa acquistarti subito un biglietto aereo, okay?-
-Perfetto.

Caroline sciolse la stretta, raccolse il telefonino, attese che la sua amica chiamasse Damon, e rilesse nuovamente il testo del messaggio. E’ nata morta. Quelle tre parole furono capaci di destabilizzarla, annullare le sue certezze, insinuarsi nella mente, soprattutto nel cuore.

Comprese quanto Klaus soffrisse per la morte della sua bambina, sapeva quanto vi tenesse alla sua nascita, come avesse iniziato ad abituarsi a tale idea, e se la creatura fosse nata viva, sarebbe stato un padre meraviglioso. Caroline aveva tale certezza, era impaziente di raggiungerlo, prima che potesse commettere qualche errore. Non avrebbe mai perdonato se stessa, se non fosse giunta in tempo.
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Anche a New Orleans pioveva, quando Caroline giunse nella casa di Klaus. Fu una domestica soggiogata ad aprirle la porta, condurla nel salone barocco, e se non le avesse offerto un calice di sangue, avrebbe dubitato di sedere nel salottino della persona maggiormente spietata del mondo. Sedeva su una poltrona, ammirava i dipinti del secolo seicento, mentre attendeva che un membro della famiglia la raggiungesse.

Fu sua sorella a raggiungerla, accennarle un sorrisino, quasi bramasse ringraziarla per aver soddisfatto la sua richiesta implicita, per essere volata a New Orleans, prima di spiegarle dettagliatamente la situazione.

-La gestazione non è stata complicata, neanche il parto naturale lo è stato, però la bambina è nata morta. E’ nata con il cordone ombelicale attorcigliato intorno al collo, il ginecologo ha provato a rianimarla, anche noi vi abbiamo provato, ma non vi siamo riusciti. Avremmo potuto farle bere il nostro sangue, mio fratello avrebbe potuto darle il suo sangue, se avessimo udito il battito del suo cuoricino. Purtroppo il suo cuore non batteva più, quando è nata.-

-Insofferenza fetale, Rebeakh. Alcune volte accade, soprattutto nei parti naturali, ma non è colpa di nessuno. A volte il destino è un vero bastardo. Loro come stanno?-

-Hayely è nella sua stanza, piange, e se non vi fosse mio fratello con lei, probabilmente commetterebbe qualche sciocchezza. Elijah asciuga le sue lacrime, la stringe a sé e cerca di consolarla. Fortunatamente vi riesce, perché sarebbe sconveniente seppellire anche la madre, Caroline. Il problema è mio fratello.-

-Immagino che sia fuori di sé.-

-E’ nella sua stanza, ha il corpicino della bambina tra le braccia e non mi permette di entrare. Sono trascorsi due giorni dalla sua morte, bisognerebbe seppellirla, offrirle il riposo eterno, ma mio fratello non ammette una simile soluzione. Vuole tenerla con sé, quasi potesse riportarla nel mondo dei vivi. Per questo motivo ti ho inviato il messaggio, perché sono sicura che tu possa convincerlo a desistere da una simile idea.-

-Probabilmente non esiterebbe a sbranarmi, se osassi entrare nella sua stanza. Comprendo il suo dolore, ma bisogna dare sepoltura alla bambina, prima che inizi il processo di decomposizione.-

-Sei la donna che ama, colei che è riuscita a risvegliare il suo cuore sopito, non potrebbe mai nuocerti, se cercassi di farlo desistere da una simile follia. Non può tenere la bambina con sé, perché in tale modo alimenterebbe solo la sua follia. Ormai mia nipote è morta.-

Caroline assentì, si alzò dalla poltroncina, raggiunse la sua interlocutrice e poggiò le mani sulle sue braccia. Avvicinò le labbra al suo viso, baciò la sua fronte, prima di dirle quanto fosse addolorata per la sua perdita. Alla vampira bionda non piaceva Rebeakh, era troppo simile a lei, però in quel momento non era il caso di badare a simili sottigliezze. La vampira originale apprezzò il gesto, la ringraziò per le sue condoglianze, e attese che raggiungesse suo fratello.

Caroline lasciò il salone barocco, salì le scale e immediatamente comprese quale fosse la stanza della persona maggiormente importante della sua esistenza. Raggiunse la stanza, bussò, nessuno le rispose e non esitò ad aprire la porta. Entrò nella stanza sfarzosamente arredata, chiuse la porta e percepì una fragranza dolciastra. In un angolo della stanza vi era Klaus, sedeva su una sedia dallo schienale rigido, aveva lo sguardo basso e contemplava il viso di una bambina.

Stringeva nelle braccia la sua bambina nata morta, quasi in stato di decomposizione, senza capire quanto tale cosa fosse deleteria per la sua salute mentale. Caroline lo raggiunse, si inginocchiò sul pavimento, poggiò le mani sulle sue ginocchia, avvicinò il viso alla bambina e minuziosamente la osservò. Sarebbe stata una bambina bellissima, sanissima, se fosse nata viva.

-Non trovi che sia bellissima, dolcezza?-

-Trovo che sia una bambina bellissima, Klaus.-

-Peccato che sia stata incapace di sopravvivere fuori dal grembo materno, Caroline. Non mi entusiasmava il pensiero di diventare padre, mentre ora sono così distrutto, che potrei anche distruggere la mia città.-

-Ti capisco, davvero ti capisco.-

-Come puoi capirmi, Caroline? Non mi sembra che un tuo bambino sia mai morto, quindi evita queste frasi di circostanza.-

La vampira bionda umettò le labbra, chiuse le palpebre e ricordò un momento bruttissimo della sua infanzia. In quel periodo suo padre aveva ammesso di amare un uomo, pretendeva il divorzio da sua madre, mentre la sua genitrice aveva confessato di aspettare un altro bambino. Caroline era piccola, non comprendeva il significato di taluni parole, ma sapeva cosa significasse la confessione di sua madre. La sua mamma avrebbe partorito un bambino, che avrebbe giocato con lei, rendendo i suoi pomeriggi meno solitari e tristi. Sarebbe stata la sorella maggiore migliore del mondo, se quel bambino fosse nato.

-Avevo quattro anni, quando mia madre disse di aspettare un bambino. Ero così entusiasta, felice e speravo tanto che lei aspettasse una bambina. Sarei stata una sorella eccezionale, sicuramente lo sarei stata. Mia madre era al settimo mese di gravidanza, quando ebbe un aborto spontaneo. Fu costretta a subire un raschiamento, puoi immaginare la tristezza nel suo sguardo, quando si risvegliò e realizzò cosa fosse accaduto. Il suo bambino era morto per arresto cardiocircolatorio, non avrebbe mai potuto stringerlo a sé, vederlo crescere e raccontargli la fiaba della buonanotte. Era un maschietto, lo desiderava davvero tanto, pensa un po’. Posso capirti, perché il mio fratellino è morto. So cosa significa perdere un bambino, prima ancora che lo si possa sentire piangere.-

Klaus cessò di contemplare il visino della sua bambina, osservò la sua interlocutrice e comprese quanto fosse sincera. Vi era un barlume di tristezza nel suo sguardo, non sorrideva, e non avrebbe esitato a piangere, se fosse stata sola.

La sua Caroline fingeva di essere immune alla tristezza, incapace di versare lacrime, ma lui sapeva quanto la sua fosse una banale maschera. La sua vampira era emotiva, incapace di controllare i sentimenti o di placare le sue emozioni. Era la persona maggiormente sincera che conoscesse, la più importante della sua vita, che avrebbe bramato nella sua casa, se fosse stato certo dei suoi sentimenti.

-Ti chiedo scusa, dolcezza. Non sono capace di sostenere una conversazione decente, senza offendere il mio interlocutore. So quanto dolore abbia avvertito tua madre, come la notizia ti abbia destabilizzato, perché tale sofferenza la provo anch’io. Non riesco a dividermi da lei.-

-Non riesci a metabolizzare la sua morte, Klaus. Finché la bambina è nelle tue braccia, stretta a te, puoi illuderti che sia ancora viva. Puoi illuderti che nulla sia accaduto, sperare di udire il suo pianto, senza dover affrontare la realtà della sua morte. E’ una reazione estremamente comune, giusta e umana.-

-Io non sono umano, Caroline. Se accettassi di adagiarla in una bara bianca, di seppellirla nel giardino di questa casa, la condannerei a un riposo privo del mio affetto. La condannerei a dormire in un letto freddo, privandola del mio calore, soprattutto di quello della madre. Sarei ancor più un mostro, se la seppellissi.-

-Non sei un mostro, perché ti ricordo quanto tu non abbia esitato a salvare la mia vita e ad aiutarmi. Sei un po’ cinico, megalomane, privo di remore morali, ma nessuno è perfetto. Saresti un mostro, se non accettassi di seppellirla. La tua bambina ha il diritto di riposare, di ritornare alla terra che l’ha generata, che non esiterebbe ad accoglierla nuovamente, se tu la seppellissi. Non temere che il suo letto sia freddo, perché non potrebbe mai esserlo, neanche fra qualche secolo.-

-Cosa intendi dire, Caroline?-

-Finché continuerai ad amarla, il suo letto non sarà mai freddo. Sarà il tuo ricordarla, il non dimenticarla di sua madre, anche dei tuoi fratelli, pure di me, a riscaldare il suo letto. Non soffrirà mai il freddo, finché noi continueremo ad amarla.-

-Sei certa delle tue parole, dolcezza?-

-Come non lo sono mai stata, Klaus. Abbi fiducia in me, come l’hai sempre avuta.-

-Non immagini quanta fiducia abbia in te, come abbia permesso solo a te taluni libertà, quanto ti ami. Sei la persona maggiormente importante della mia vita, Caroline.-

-Come tu sei la persona maggiormente importante della mia vita, Klaus. Anche per questo motivo sono qui.-

-Pensavo che avessi ripreso la tua relazione con Tyler, che fossi felice insieme a lui, invece non lo sei?-

-Non so dove sia, perché ha preferito la vendetta a me. Non avrei mai potuto riprendere la relazione con lui, perché non ho mai dimenticato il nostro pomeriggio, le tue mani sul mio corpo, i nostri gemiti sussurrati e le tue parole suadenti.-

-Quel pomeriggio ti ho chiesto di seguirmi nella mia città, perché bramavo renderti la padrona del mio mondo, ma tu hai rifiutato. Ora hai cambiato idea, Caroline?-

-Sono pronta ad accettare i miei sentimenti per te, Klaus. Non desidero essere la padrona del tuo mondo, ma del tuo cuore.-

-Sei da mesi la regina del mio cuore, tesoro.-

-Come da un po’ di giorni tu sei il re del mio cuore, Niklaus.-

Klaus inclinò le labbra in una smorfia ilare, reclinò il viso, avvicinò la bambina alla sua interlocutrice e attese che lei comprendesse. Caroline si alzò dal pavimento, tolse le mani dalle sue ginocchia, prese la bambina nelle sue braccia e le donò un’ultima occhiata.

Era una bambina bellissima, aveva le iridi azzurre, un po’ di capelli biondi, però doveva assolutamente essere seppellita. Il suo corpicino emanava una fragranza dolciastra, un po’ di sangue macchiava le sue labbra, mentre lei lentamente si decomponeva. A breve non sarebbe restato nulla della sua bellezza, neanche il suo ricordo, se non fosse stata seppellita immediatamente.

La vampira bionda sorrise al suo interlocutore, attese che si alzasse dalla sedia, le aprisse la porta della stanza, e quando lo fece, vide quante persone li attendessero. Rebeakh aveva i crini biondi intrecciati, osservava la bambina nelle sue braccia, mentre cercava di non piangere e mestamente sorrideva. Elijah sorreggeva la madre della creatura, evitava che potesse cadere, incapace di impedirle di salutare un’ultima volta la sua bambina.

Hayely aveva il viso stanco, era provata, ma era incapace di distogliere le iridi verdi dal corpicino della sua creatura. Klaus chiuse dietro di sé la porta della sua stanza, scese i gradini della scala, attese che i suoi familiari lo raggiungessero, per poi aspettare che suo fratello prendesse la bara della sua bambina. Elijah affidò la lupa a sua sorella, scomparve nel nulla e dopo ricomparve al centro del salone barocco. Poggiò su un basso tavolino una bara bianca, imbottita, dotata di un cuscinetto morbido e di veli rosa.

Era una bara semplice, priva di inutili abbellimenti scultorei, perché sarebbe stata destinata a marcire nel terreno, quindi non occorreva che fosse dannatamente costosa.

-Portala qui, Caroline.-

Caroline assentì, si avvicinò alla bara e osservò il suo interlocutore. Klaus accennò un sorrisino mesto, guardò la madre della sua bambina, attese che lei dicesse qualcosa, e quando lo fece, non badò al suo viso improvvisamente bagnato. Non badò a una lacrima solitaria, che aveva bagnato la sua guancia, cadendo sulla camicia nera che indossava.

-Addio, bambina mia. Sei così bella, che se fossi nata vita, saresti stata la bambina maggiormente bella del mondo. Ormai di te non resta che il ricordo, amore mio.-

Klaus tolse la bambina dalle braccia di Caroline, baciò la sua fronte, anche le sue labbra, prima di adagiarla delicatamente nella bara. Coprì il suo corpicino con i veli, tolse una delle sue collane dal collo e discretamente la depositò vicino alla sua bambina.

Era una collanina semplice, aveva un piccolo crocifisso ed era estremamente cara a lui. Rappresentava un lato di sé. Hayeley raggiunse la bara, avvicinò le labbra al viso della sua creatura, baciò la sua fronte, anche le sue guancie, e pianse. Fortunatamente fu sorretta da Elijah, altrimenti avrebbe perso i sensi e sarebbe caduta a terra.

Elijah osservò un’ultima volta la sua nipotina, attese che sua sorella la salutasse, e quando Rebeakh lo fece, chiese a suo fratello come intendesse procedere.

-Sono pronto a dividermi da lei, fratello. Voglio che sia seppellita nel giardino di questa casa, ai piedi della quercia secolare, che la sua tomba sia sempre adornata con le rose bianche, rosse e con le camelie. Pretendo che sia sempre circondata dai fiori.-

-Certamente, fratello.-

Caroline avvicinò le labbra al viso della bambina, baciò la sua fronte, poi si allontanò dal suo corpicino, poggiò la mano sul braccio di Klaus e attese che suo fratello chiudesse la bara. Elijah affidò nuovamente la lupa a sua sorella, sigillò la bara, la sollevò nelle sue braccia ed eseguì le disposizioni di suo fratello.

Scavò una buca ai piedi quella quercia secolare, vi calò la bara, riempì la fosse con il terreno, recitò una breve preghiera e sperò che la sua nipotina fosse in un luogo migliore. Recise il gambo della rosa di un roseto del giardino, adagiò il fiore sulla tomba e poi ritornò nel salone. Vi era una fragranza dolciastra, che continuava a impregnare la casa, nonostante la bambina fosse stata seppellita e le finestre fossero state aperte.

La lupa era ritornata nella sua stanza, anche sua sorella, mentre Klaus e Caroline erano seduti sul divano del salotto. Suo fratello stringeva nelle sue braccia la vampira bionda, aveva le labbra poggiate sul suo collo, era impegnato a bere il suo sangue, ma sembrava che alla donatrice non interessasse affatto. Caroline aveva le mani poggiate sulla vita di suo fratello, un sorrisino sincero sulle labbra, mentre aspettava che Klaus terminasse il suo pasto.

Discretamente Elijah salì al piano superiore, lasciò i due nel salone, consapevole di quanta pace necessitassero. Klaus terminò di bere il sangue, delicatamente allontanò le labbra dal collo di Caroline e la ringraziò. La ringraziò per essere volata a New Orleans, averlo persuaso a seppellire la sua bambina e avergli permesso di bere il suo sangue. La ringraziò anche per aver ammesso di amarlo, cessando di rinnegare il suo amore.

-Per quanto tempo resterai qui, Caroline? Immagino che tu debba riprendere le lezioni al college, ritornare dai tuoi amici, da tua madre.-

-Non ho intenzione di lasciare New Orleans, non prima di averla visitata. Per ora non mi interessa ritornare al college, seguire i corsi, sostenere gli esami, perché ho tutto il tempo del mondo per farlo. I miei amici sanno dove sono, immagino che Elena li abbia aggiornati, e se non lo avesse fatto, non mi interesserebbe minimamente. A mia madre ho telefonato, prima di venire qui, quindi non ho alcuna fretta di andare via.-

-Resterai qui per sempre, Caroline?-

-Fino a quando mi vorrai accanto a te, Klaus.-

-Allora non lascerai più la mia città, perché io non mi stancherò mai di te. Ho intenzione di mostrarti New Orleans, portarti nei locali di musica jazz, farti visitare i musei, le gallerie, e poi sappi che qui il Carnevale è favoloso.-

-Lo so, ma non sono impaziente di vederlo. Abbiamo tutto il tempo del mondo, Klaus.-

-Abbiamo tutto il tempo del mondo, sì.

Inevitabilmente ricordarono il loro pomeriggio, quanto fosse stato semplice amarsi, fare sesso, come il tutto fosse stato divertente, desiderando ripetere tale esperienza. Caroline si alzò dal divano, abbassò la cerniera del vestito, tolse le scarpe, e maliziosamente osservò Klaus.

Lui comprese il motivo del comportamento della vampira bionda, si alzò dal divano, le abbassò le spalline del reggiseno, avvicinò le labbra alle sue e la baciò. Fu un bacio duro, intenso e privo di dolcezza. Il baciò terminò, Caroline strinse a sé Klaus, avvicinò le labbra al suo orecchio e vi sussurrò il motivo del suo gesto.

-Affinchè tu possa dimenticare per un attimo il tuo dolore, Niklaus.-

-Se facessimo sesso, non sarei minimamente gentile con te.-

-Non voglio che tu lo sia, desidero solo che tu possa accantonare per un attimo la consapevolezza della morte della tua bambina. Bramo aiutarti a dimenticare, rigenerarti e rilassarti.-

-Penserei solo al mio piacere, non avrei riguardi per te, Caroline.-

-Pretendo che tu faccia tali cose, Klaus.-

-Mi odierai, se mi comportassi in tale modo.-

-Ti amerei ancor di più, amerei me stessa maggiormente, perché riuscirei a distogliere la tua mente dal ricordo del corpicino esamine della tua bambina. Permettimi di aiutarti, Niklaus.-

-Come vuoi, tesoro. Non dimenticare mai quanto tu sia importante per me, come ti ami.-

-Non potrei dimenticarlo mai, Nik!

E poi non fu più tempo per le parole, le promesse, le confessioni o le tenerezze. Klaus le strappò il vestito, anche le mutande, sbottonò i pantaloni ed entro dentro di lei. La penetrò senza alcuna gentilezza, non attese che fosse pronta, bagnata, non si curò dei suoi gemiti di dolore, ma pensò unicamente a sé. Badò al suo piacere, non a quello della sua compagna, dimenticando per un attimo la sua bambina morta.

Caroline serrò la bocca, strinse maggiormente a sé il suo amante, cercò di non gridare, riuscendovi. Velocemente Klaus venne dentro di lei, uscì da lei, riabbottonò i pantaloni, tolse la camicia e la poggiò sulle spalle della sua amante. Caroline strinse la camicia, annusò la fragranza di Klaus, cercò di coprire totalmente il suo corpo, ma non vi riuscì.

Aveva lo sguardo basso, temeva quasi di alzarlo, ma fu il suo amante a farlo. Klaus alzò il suo viso, avvicinò le labbra alle sue, languidamente la baciò, per poi sollevarla nelle sue braccia.

-Ti ringrazio, Caroline. Ora andiamo nella mia stanza.-

La vampira bionda assentì, circondò il collo del suo amante con le braccia, preferendo non replicare in alcun modo. Avvertiva un bruciore fastidioso tra le gambe, un po’ di liquido seminale macchiava le sue cosce, necessitava di una doccia, ma era incapace di pronunciare alcuna sillaba. Bramava solo dormire nel letto di Klaus, stretta tra le sue braccia, protetta da lui, senza pensare a niente e nessuno.

-Ti prometto, anzi ti giuro, che mi farò perdonare.-

-Non hai nulla da farti perdonare, Klaus. Sono stata io a volerlo.-

-Di questo ti ringrazio, perché mi ha aiutato, siccome per un attimo ho potuto dimenticare. E’ mia intenzione farmi perdonare, però.-

-Hai tutto il tempo del mondo, Niklaus.-

-Ho tutta la mia eternità per farmi perdonare, tesoro.-

-Sì, perché non ho alcuna intenzione di allontanarmi da te.-

-E’ una promessa la tua, dolcezza?-

-Lo è, Niklaus.-

Dopo qualche minuto Caroline era seduta sul letto immenso della stanza di Klaus, indossava una camicia da notte, probabilmente era di sua sorella, osservava il suo amante, aspettando che la raggiungesse.

Klaus sedé accanto a lei, la strinse a sé, permettendole di annusare il suo odore. Vi era ancora un po’ della fragranza dolciastra sulla sua pelle, sempre vi sarebbe stata, perché nel suo cuore vi sarebbe sempre stato il ricordo della sua bambina, che era morta prima di poter vedere il mondo.

Era morta prima di poter vivere, perché quasi sempre il destino era un autentico bastardo. E questo Caroline lo sapeva benissimo.
###
Sotto la quercia secolare vi era la bara bianca, che conteneva il corpicino della bambina. Ospitava il corpo di una bambina morta prima di poter vedere il mondo, senza che sua madre avesse potuto cullarla, o suo padre avesse potuto leggerle la fiaba della buonanotte.

Era una bambina bellissima, così simile a suo padre, eppure così diversa. Era pura come un fiocco di neve, appena caduto sul terreno. Era in avanzato stato di decomposizione, i suoi organi interni erano collassati, quando un’altra falange del ditino si consumò.

Un suo ennesimo ossicino diventò polvere, ritornò alla terra e non lasciò alcuna traccia della sua esistenza. Di quella bambina senza nome sarebbe restato solo il suo ricordo, perché il suo corpicino era destinato ad essere nutrimento della terra.

Carne da macello.
 
 
  
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