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Autore: Naxi_4ever    15/03/2014    8 recensioni
'Alba Rico Navarro,una studentessa diciassettenne della scuola piú prestigiosa di Buenos Aires.
Non troppo alta,ma carina. Dolce e gentile,ma molto timida. Cercava di fare amicizia,ma tutti la consideravano una sfigata.
Si sentiva brutta,non si trovava accettata,dato che nessuno la voleva come amica,forse per la sua timidezza.
Per nessuno esisteva,era come se stesse a scuola solo per scaldare la sedia.
Lei si interessava alle lezioni,spesso comprendeva perfettamente tutto,ma per paura di essere ritenuta anche la secchiona della classe,non alzava mai la mano,ricevendo di conseguenza le ramanzine dei professori.
Leggeva molti libri,era appassionata di molte saghe,ma non ne parlava mai per paura di essere considerata una sfigata.
Le piaceva ridere e divertirsi,ma non lo faceva mai perché nessuno pensava neanche lontanamente di parlare con lei'.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maxi, Naty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alba Rico Navarro,una studentessa diciassettenne della scuola piú prestigiosa di Buenos Aires.

Non troppo alta,ma carina. Dolce e gentile,ma molto timida. Cercava di fare amicizia,ma tutti la consideravano una sfigata.

Si sentiva brutta,non si trovava accettata,dato che nessuno la voleva come amica,forse per la sua timidezza.

Per nessuno esisteva,era come se stesse a scuola solo per scaldare la sedia.

Lei si interessava alle lezioni,spesso comprendeva perfettamente tutto,ma per paura di essere ritenuta anche la secchiona della classe,non alzava mai la mano,ricevendo di conseguenza le ramanzine dei professori.

Leggeva molti libri,era appassionata di molte saghe,ma non ne parlava mai per paura di essere considerata una sfigata.

Le piaceva ridere e divertirsi,ma non lo faceva mai perché nessuno pensava neanche lontanamente di parlare con lei.

Le mancava incredibilmente la madre,morta quando lei era molto piccola. 

Viveva con il padre,che non si é mai occupato di lei come una figlia. Pensava soltanto al lavoro,l'unica cosa veramente importante per lui.

La sua migliore amica morí di cancro all'età di 14 anni; da lí si era chiusa in se stessa. Da lí non aveva piú avuto il coraggio di parlare con nessuno.

Non ha mai pianto,non ha mai voluto essere debole né farsi veder distrutta.

L'unica soluzione che aveva trovato anziché piangersi addosso era stata quella di farsi del male.

Sí,le sue braccia erano piene di tagli,coperti perennemente da pesanti maglioni di lana. 

Molte volte tentó di suicidarsi,ma venne sempre stata fermata da uno strano presentimento. Forse era la paura,forse la consapevolezza che non era la cosa giusta da fare.

Ma il vizio dei tagli non smise. Ogni anno le sue braccia si riempivano di piú,nessuno cercava di fermarla. Nessuno ne era consapevole.

Lei cercava di nasconderlo; durante le ore di educazione fisica insisteva decisa per non togliere la felpa,nonostante la professoressa la guardasse contrariata.

In estate si riempiva di cerotti,con la scusa di essersi scottata con il sole. 

Ma tanto a nessuno,nemmeno a suo padre importava. 

Se solo ci fossero ancora mamma e Jessy,pensava ogni giorno. Eh sí,loro erano le uniche che le davano la forza di andare avanti.

Jessy c'era sempre stata per lei; sin dall'asilo erano state migliori amiche. Avevano giurato di non separarsi mai,qualsiasi cosa fosse successa. Avevano promesso che ogni difficoltà l'avrebbero affrontata insieme,che ci sarebbero sempre state l'una per l'altra. 

Quando la madre di Alba era morta,Jessy era accanto ad Alba,l'aveva aiutata a tornare a sorridere e a pensare che lei e sua mamma sarebbero sempre state unite,che lei l'avrebbe guardata dal cielo.

Ma nella difficoltà piú importante lei non c'era stata. E questa difficoltà l'aveva causata proprio lei. 

Alba ricordava ancora perfettamente quel giorno d'estate,quando i medici le riferirono che il cancro non poteva essere curato. La ferita che le avevano provocato non si era piú rimarginata.

Era distrutta,si era chiusa in camera e non ne era uscita per una settimana. Ma durante tutto quel tempo non aveva mai pianto,aveva solo scoperto l'effetto di una lametta sulla sua pelle. 

Sapeva di non fare la cosa giusta,ma solo in questo modo riusciva a non pensare al dolore che la riempiva. 

Da quel giorno nessuno l'aveva piú spinta a fare ció che voleva,a parlare,a fregarsene di ció che le dicevano gli altri,a fare amicizia.

Perché quel vizio e non quello del fumo o della droga? Non lo sapeva neanche lei. 

Forse perchè una lametta era piú facile da procurarsi,non spendeva niente e nessuno se ne accorgeva.

Lasciava solo segni fisici,la rendeva debole,pallida,ma la aiutava a non pensare alle numerose tragedie a cui aveva assistito.

Un giorno,dopo un anno e mezzo dall'inizio di tutto,nella sua classe arrivó un ragazzo secondo lei bellissimo. Non era molto alto,ma neanche basso,aveva dei ricci neri e corti e degli occhi sinceri e profondi,che riuscivano a esprimere tutto ció che gli passava ler la testa,ma allo stesso tempo riuscivano ad assolverti come in un mare profondo. 

Da quel giorno aveva iniziato a provare qualcosa di profondo per lui,nonostante avesse giurato che non si sarebbe mai piú affezionata a nessuno.

Ma lui era diverso. Lui era l'unico che riusciva a vedere la vera Alba,l'unico che la apprezzava per quello che era,che la ascoltava e cercava di scavare nel profondo per scoprire il perché dei suoi modi di fare.

Ma Alba non voleva farsi illusioni; sapeva che quel ragazzo non la avrebbe mai voluta davvero,che non l'avrebbe mai amata. 

E lui,che ormai credeva di sapere tutto di lei,ignorava qualcosa. Una cosa che potrebbe sembrare piccola ma che per lei non lo era affatto.

Lui non sapeva come la ragazza stava dentro,nonostante con lui volesse mostrarsi sempre sorridente. Lui non sapeva dei tagli e dei suoi tentativi di abbandonare questo mondo per sempre,per essere finalmente in pace. 

Ma un giorno tutto questo cambió. 

Facundo,cosí si chiamava il ragazzo,stava passeggiando allegramente nei corridoi in cerca di Alba. Al contrario di lei,era un ragazzo molto solare e apprezzato,perció salutó tutti sorridendo prima di arrivare in biblioteca,dove era solita rintanarsi Alba.

La cercó dappertutto,persino negli angoli piú nascosti e tra gli scaffali con i libri di fantasia,i suoi preferiti,ma non la trovó.

La campanella suonó per avvisare dell'inizio delle lezioni,ma lui,nonostante fosse scoraggiato per non averla trovata,decise di andare a cercarla ancora. 

C'era qualcosa dentro di lui,un presentimento,che gli diceva di andare da lei,che senza di lui sarebbe sicuramente successo qualcosa di brutto.

Corse disperato tra i piani della scuola,quando sentí un singhiozzo provenire da un bagno al piano di sopra. 

Senza pensarci due volte,corse all'ultimo piano; quella era Alba,ne era certo.

Non ci volle molto a trovarla,dato che lí sopra c'era solo uno sgabuzzino. 

Si infiló velocemente nel bagno,dove trovó una scena che gli fece venire la pelle d'oca. Alba era in lacrime,seduta in un angolino dietro alla porta,con un braccio rosso di sangue. 

Nella mano destra teneva una lametta piccola,quasi invisibile. 

Ma per quanto potesse essere piccola,aveva causato un danno enorme.

-Alba!- urló facendola sussultare -Che stai facendo? Lascia giu quella lametta!- urló piú forte,ma con voce tremante. 

Aveva paura,non era mai capitato in una situazione del genere,non sapeva come comportarsi! Era terrorizzato all'idea che avrebbe potuto perdere Alba.

-Lasciala giu ti ho detto!- le ordinó di nuovo vedendo che la ragazza non si decideva a posarla.

-Alba,dammi quella lametta- provó di nuovo cercando di stare piú calmo.

All'ennesima scossa di testa della ragazza,non poté resistere e si avventó su di lei,afferrando la lametta.

-Dammela- ordinó la ragazza tra le lacrime -Facundo,dammela!- urló di nuovo tra le lacrime.

-No. Alba,non so perché lo stai facendo,ma non voglio che tu lo faccia ancora- le disse spaventato,avvicinandosi a lei.

-Facundo,dammela. Facundo,ascoltami,ridammela!- cercó di urlare di nuovo la ragazza,ma venne fermata dal pianto sconsolato che oramai non riusciva piú a trattenere.

Istintivamente si alzó dall'angolo in cui era seduta e abbracció forte Facundo. 

Neanche lei sapeva il perché l'avesse fatto,semplicemente era stato il suo cuore a spingerla a svolgere quell'azione.

Facundo le accarezzó la schiena e i capelli,titubante ma molto protettivo. In quel momento voleva solo aiutarla,proteggerla.

-Alba- sussurró sciogliendo l'abbraccio -Perché fai questo?- chiese a bassa voce.

Lei abbassó la testa,mentre le lacrime continuavano a scendere numerose sulle sue guancie pallide. 

-Perché nessuno mi accetta- disse in un sussurro quasi impercettibile. 

Facundo la guardó sorpreso; Alba era sempre sorridente e gentile con lui... Non gli aveva mai riferito di qualche suo problema. 

Vedeva che non partecipava mai alle conversazioni,che non stava mai con nessuno,ma credeva fosse una sua scelta. 

-Alba... I-io non lo sapevo- disse titubante abbassando lo sguardo come lei.

-Lo so. Nessuno lo sa. Nessuno si accorge di quanto io stia male ogni giorno! Quí nessuno sa quello che ho dovuto passare! Nessuno capisce che io piango,che non vorrei essere mai nata in questo fottutissimo mondo!- si sfogó iniziando di nuovo a piangere rumorosamente. Le lacrime scendevano pesanti e amare,facendole pizzicare gli occhi. Le bagnavano le sue guance,finché arrivavano alla fine del suo pallido volto per poi cadere sul pavimento grigio del bagno. 

-Alba,non dire cosí ti prego!- disse Facundo con voce tremante,mentre cercava di trattenere le lacrime. 

Non voleva vederla piangere,non voleva vedere un secondo di piú il sangue che usciva dalle sue braccia,non voleva vederla stare male. 

-E allora? Anche se lo dico? A voi cosa interessa?- chiese la ragazza afferrandosi i capelli con le mani come per strapparseli.

-Agli altri magari non interessa,ma interessa a me! Non vuoi piú essere esclusa? Vuoi parlare con qualcuno? Vuoi essere accettata? Io ci sono cavolo,ci sono! Capiscilo Alba,io sono quí e ci saró sempre per te. Non vuoi dirmi cosa ti é successo,vuoi dirmelo? Io ci sono! Alba,io ti amo fottutissimi numi,ti amo!- urló lui per poi sedersi per terra prendendosi il viso tra le mani. Finalmente era riuscito ad esprimere i suoi sentimenti alla ragazza che amava,ma non si sentiva meglio. 

Sapeva che nonostante questo lei non avrebbe smesso di disperarsi,magari non gli avrebbe nemmeno creduto.

-Come hai detto?- chiese Alba cercando di fermare il pianto che ormai stava prendendo il sopravvento.

-Che ti amo! Ti amo Alba,per me non sei ne la sfigata,ne la secchiona,ne qualsiasi altra cosa esista. Per me sei solo una ragazza speciale,che mi ha fatto perdere la testa con il suo sguardo e con il suo accennato sorriso! Ma lei non fa caso alla gente che le vuole bene,perché tutti l'hanno sempre fatta soffrire! E io sono uno scemo,perché non ti ho mai aiutata! Non ho mai capito la tua situazione,non ho mai cercato di aiutarti ed ero inconsapevole di ció che facevi!- urló alzandosi di scatto e avvicinandosi nuovamente a lei -Sono uno scemo...- disse di nuovo sussurrando.

-Non lo sei Facundo,non sei uno scemo! Sono io una stupida che ha deciso di farsi male per colpa di avvenimenti avvenuti in passato. Avrei potuto andare avanti,ma non l'ho fatto- rispose lei prendendo una mano al ragazzo per rassicurarlo -Tu non hai colpe- 

-Sí invece! Alba,non posso essere considerato un amico. Avrei dovuto aiutarti- disse rafforzando ancora la sua opinione,tenendo forte la mano della ragazza con una mano,e stringendo un pugno con l'altra.

-Facundo,basta! Non dire piú cosí! Sei l'unico ad essermi stato sempre accanto,sono stata io a non dirti niente!- disse Alba rimettendosi a piangere e allontanandosi da lui.

Era debole,non riusciva piú a trattenere le lacrime che aveva accumulato durante tutti quegli anni,ora era giusto che si sfogasse un pó. 

Facundo la lasció fare,ma dopo averle lasciato un attimo per stare sola,le si avvicinó di nuovo e con gli indici le asciugó le lacrime sfiorandola appena,come se avesse paura di romperla in mille pezzi.

-Mi prometti che non piangerai piú?- chiese dolcemente facendole alzare lo sguardo verso di lui,in modo da fare incontrare gli sguardi; il suo rassicurante e comprensivo,quello della ragazza sconfortato e triste. 

-Non posso prometterlo- rispose lei a bassa voce. 

Facundo le si avvicinó ancora,lasciando solo qualche centimentro tra i loro visi. 

-Sí che puoi- ribatté annullando quel poco di distanza che li separava con un bacio dolce e sincero. 

Alba all'inizio rimase come paralizzata al contatto con le labbra morbide del ragazzo che amava,ma dopo poco rispose al bacio,muovendo le sue labbra in contemporanea con quelle del ragazzo. Erano coordinati,i loro cuori battevano allo stesso ritmo,mentre nelle loro teste intercorrevano mille pensieri diversi. 

Ma entrambi avevano avuto la conferma che il loro amore era vero. Grazie a quel bacio stavano bene,si sentivano in pace con il mondo intero.

Facundo posó le mani sui fianchi di Alba,che invece gli avvolse il collo,per poi salire ad accarezzargli i capelli. 

Poco dopo si separarono,guardandosi dolcemente.

-Ora mi prometti che non lo farai piú?- chiese lui appoggiando la sua fronte su quella della ragazza,sapendo che lei avrebbe capito a cosa si riferiva.

-Lo prometto- riuscí infine a rispondere lei,abbracciandolo forte. 

Continuava a sussurrargli nell'orecchio 'Grazie',mentre qualche lacrima solitaria scendeva nuovamente sulle sue guance. Ma subito le ricacciava dentro. 

Non avrebbe piú pianto,ne si sarebbe fatta del male. 

Da ora avrebbe vissuto la sua vita come prima degli incidenti,sarebbe tornata la ragazza solare e sorridente di prima. 

E l'avrebbe fatto con Facundo,che aveva giurato di non lasciarla mai.

Il tenero abbraccio che si era creato tra i due venne interrotto dall'entrata della signora delle pulizie nel bagno,che sembró quasi sconvolta dalla scena che si trovó davanti. 

Ordinó loro di andare subito fuori con voce rimproverante,ma si vedeva che in fondo si era commossa nel vederli. 

Facundo raccolse da terra la lametta,pulendo accuratamente con un fazzolettino le tracce di sangue rimaste per terra senza farsi vedere dalla signora,e uscí fuori con Alba.

Da quel giorno grazie a Facundo riuscí a non farsi piú del male,a trovare l'amore,a riuscire finalmente a sorridere. 

Grazie a Facundo riuscí a vivere gli anni migliori della sua vita,come se fosse un'altra persona. Riuscí a trovare dei veri amici e a risolvere la situazione con suo padre. 

Non sapeva se le persona che ora le stavano accanto sarebbero rimaste per sempre,ma di una cosa era certa; avrebbe avuto per sempre accanto la persona che era riuscita a farla rivivere,che aveva creduto in lei sin dall'inizio.

 

                                              ~~~~~~~0~~~~~~~

 

Ciao a tutti e sí... Non sono morta! 

Sicuramente nessuno si sarà accorto della mia assenza,ma vabbuo lol

Questa volta torno con una one shoot Falba (Eh,é piú forte di me scegliere quei due) con un tema su cui non ho mai scritto... Purtroppo conosco molte ragazze che hanno questo 'vizio',alcune della mia classe,alcune su twitter,altre volte ho semplicemente sentito di ragazze che si fanno del male.

Ed ecco dove ho avuto l'ispirazione per scrivere questa one shoot. 

Non ne sono soddisfatta,perché me la immaginavo in modo diverso... Non so,avrei voluto riuscire a descrivere meglio tutto,ma spero che a voi piaccia :3

Dedicata a tutte queste ragazze,anche se non sono iscritte su efp,e a tutte quelle che lo fanno. 

Spero vi sia almeno un pó piaciuta,lasciatemi una recensione con quello che pensate ;) 

Besoos <3

 

 

 

 
  
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