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Autore: Reneil Vesman    15/03/2014    1 recensioni
Una storia d'amore in una scuola maschile Giapponese.
Due ragazzi apparentemente sconosciuti hanno, però, un particolare in comune, ma questo non sconvolgerà il loro amore, anzi lo rafforzerà.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Che strano ragazzo...

 

TOC TOC

Prima di concepire che c'era qualcuno alla porta osservai l'orologio. Erano circa le sei del mattino.

Andai alla porta e la aprii di malavoglia.

"Buongiorno... Che cosa c'è prof.?? Che ho fatto??".

"Niente Ren stai tranquillo... c'è solo un piccolo cambiamento... Stanotte c'è stato un piccolo incendio nell'edificio est...".

Mi appoggiai allo stipite della porta con sfacciataggine.

Il prof. allungò un braccio verso il corridoio. "Vieni pure".

Comparve un ragazzo con i capelli neri e dei bellissimi occhi azzurri, si stringeva imbarazzato a un cuscino verde con il timore negli occhi.

Mi sembrava un cucciolotto indifeso. L'ho trovai molto dolce. E per me, che sono conosciuto come un bullo, dire che qualcosa è dolce vuol dire che lo è davvero tanto.

"Ren, lui è Hotaru starà in camera con te per il resto dell'anno. So che vuoi stare in stanza da solo dopo che il tuo amico Shunsuke si è trasferito, ma non si può fare altrimenti... e, comunque sono sicuro che lui non ti darà alcun fastidio".

Il prof. detto questo fece passare lo sguardo da me a lui con un sorrisetto di incoraggiamento sul viso.

"Beh ragazzi, buona domenica".

Mi incitò con lo sguardo e se ne andò con passo svelto.

Osservai per qualche secondo il visetto spavento del mio nuovo compagno.

"Entra... mettiti nel letto di sinistra, il tuo armadio sarà quello di destra. Fai cosa ti pare basta che tu non mi venga a dare noia".

Scansai il casino che c'era sul pavimento e, ributtatomi sul letto, pensai di dormire almeno un altro po', ma mi sentivo osservato con insistenza.

Mettendomi a sedere: "Io voglio dormire. Smetti di fissarmi". Mi accorsi subito di aver spaventato ulteriormente Hotaru.

Ma semplicemente mi girai e mi misi a sonnecchiare.

Fui svegliato da uno strano suono.

Hotaru stava piangendo.

Facendo finta di continuare a dormire, mi girai nel letto e lo vidi di schiena che stringeva disperatamente quel suo cuscino verde.

Sapendo che non avrei avuto nessuna risposta sul perchè fosse in quello stato, tornai a dormire.

 

Qualcosa mi pizzicò il naso.

Un odorino gustoso e prelibato.

Aprii gli occhi e poco dopo misi a fuoco l'immagine di Hotaru che stava pranzando.

Mi alzai dal letto con un capogiro e mi avvicinai al tavolino.

Mi sedetti scompostamente su una sedia.

"B...Buongiorno... vuoi un po' di riso...?" disse porgendomi una ciotola piena di riso allo zafferano.

"Ah.. grazie... Buongiorno" dissi cercando di sorridergli ma mi venne una mezza smorfia per via di uno sbadiglio improvviso.

Mangiammo in silenzio per qualche minuto poi cominciai a sentirmi a disagio.

"Mmh.... Hai cucinato te?".

Alzai gli occhi dalla ciotola e lo vidi accennare un timido sì; io gli sorrisi quasi ridacchiando.

Una volta in piedi mi avvicinai a lui.

"Stai fermo un attimo... hai del riso sulla faccia".

Misi una mano sulla sua guancia e con il pollice strusciai sulla sua bocca per torglierci i chicchi rimasti.

Hotaru arrossì: "G...Grazie...".

Tornai a sedere e ricominciai a mangiare il mio pranzo.

Cercai di instaurare un discorso, anche se non parlo mai con nessuno al di fuori del mio gruppo.

"Come mai non ti ho mai visto a scuola?".

Mi sembrò di vedere un che di dispiaciuto nel suo sguardo, ma lo abbassò subito nascondenosi dietro i ciuffi di capelli.

"E' da 2 anni che sono seduto nel banco dietro al tuo.... ma probabilmente non mi hai mai visto... sei sempre fuori con.......", si interruppe di colpo. Vidi una piccola lacrima scendergli sul viso.

"Dici Shunsuke? Beh siamo migliori amici da tanti anni ormai...... Perchè quella lacrima? Cioè scusami se non mi sono mai accorto di te...".

Non sembrava che mi stesse ascoltando.

Vidi scendere sempre più copiosamente piccole lacrime piene di sentimento.

Sbatte la ciotola sulla tavola.

"Io ti rivoglio..... IO TI RIVOGLIO..", si stava mettendo ad urlare.

"Io voglio tornare con te.... TU SEI UN.....", non riuscì a finire la frase che fu interrotto dai singhiozzi.

Non sapevo cosa fare.

"Senti io vado a fare un giro" dissi andando verso la porta.

"NO!!!".

Sentii il suo piccolo corpo, tremante, che mi abbracciava.

Fui preso alla sprovvista; cercai di ricambiare il suo “abbraccio”, ma con poco successo.

In tutta la mia vita questa fu la prima volta che qualcuno mi ha abbracciato, nessuno ci aveva mai provato.

Il mio aspetto incuteva terrore negli altri, così da vedermi come un maligno, nonostante lo fossi solo diventato con il tempo.

Goffamente gli misi una mano sulla testa e lo strinsi a me.

Quella che sentivo era una bellissima sensazione.

Senza che me ne accorgessi, la mia mano prese ad accarezzargli dolcemente i capelli.

"Mmh.... va bene.... resto qui...". Sembrava più calmo.

"G...gr-azie...", si spostò sciogliendo l'abbraccio.

"S-scusami.... tu sei praticamente l'unica persona che mi abbia visto così e ti chiedo di.... dimenticartene".

Rimasi leggermente scioccato dalla durezza del suo sguardo, ma risposi:

"Come vuoi tu, tanto non sono affari miei".

  
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