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Autore: controcorrente    15/03/2014    0 recensioni
Si è disposti a dire di sì a qualsiasi cosa, pur di porre fine ad una tortura, se chi infastidisce è una persona pesante. Ne sa qualcosa Jane Bingley, di fronte all'ennesima visita della madre. Impegnata nella faticosa organizzazione di un importante ricevimento, la primogenita di Mrs. Bennett, offre inavvertitamente alla madre l'occasione per un'altra delle sue decisioni impreviste...Cosa potrebbe succedere se, ad occuparsi del ricevimento, è la bizzarra Mary?
E Mary, che non ha mai fatto altro che leggere e suonare il piano, come se la caverà, in questa nuova sfida? Leggete e lo saprete.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne de Bourgh, Mary Bennet, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quell'improbabile coppia...'
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CAPITOLO 2

Dove Kitty tenta d'istruire Mary nell'arte della preparazione del baule e dove Jane soffre di preoccupazione.

 

 

Mary Bennett non sapeva cosa aspettarsi...ma prese coscienza della decisione materna solo in ritardo quando, dopo essere tornata a casa ed aver cenato, si trovò di fronte le proprie cose.

Con un filo di disappunto, osservò i modesti vestiti che possedeva.

Non avendo ereditato il fisico flessuoso delle sue sorelle Jane e Elizabeth, aveva avuto molte difficoltà nel riadattare i loro vestiti, non appena queste avevano lasciato la casa per sposarsi. Le stavano infatti troppo stretti nella parte superiore ed inferiore, cosa che aveva messo di malumore sua madre la quale, senza perdersi d'animo, aveva messo da parte gli abiti più belli per Kitty, lasciandole gli altri. Così sarà molto più semplice e utile aveva sentenziato. La terzogenita non aveva sollevato obiezioni. Lo stile delle maggiori le risultava assai difficile da imitare e, poiché considerava la vanità come qualcosa di nocivo, si era ben guardata dal pretendere più vestiti di quanti ne avesse effettivamente bisogno.

In quel momento, tuttavia, si pose di fronte a sé un quesito difficilmente risolvibile: cosa mettere dentro il baule?

Proprio in quel momento, passò Kitty. -Mary- fece, affacciandosi alla camera che condividevano- cosa state facendo? Non andate a dormire?-

La signorina Bennett continuò a fissare il baule. -Cara Kitty, ho un quesito di difficile risoluzione e non raggiungerò il sonno di Morfeo fino a quando non ne verrò a capo.-rispose, con il suo tono da vecchio saggio.

Catherine Bennet aggrottò la fronte.

Non aveva mai capito il significato di tutte le parole ricercate che sua sorella maggiore era solita usare...ma si guardò bene dall'esternare la sua ignoranza. Non aveva voglia di ascoltare le lunghe e, ai suoi occhi, noiose spiegazioni della maggiore. -Che problema avete?-disse poi, allungando il collo, sorrise sollevata. -Avete difficoltà a preparare i bauli?-

Mary non rispose a parole.

Si limitò ad annuire, con fare corrucciato.

Kitty si avvicinò ai bauli. -Effettivamente, sorella, i vostri averi sono assai miseri-notò, allungando la testa dentro- non riempiono neppure una cassa. Dovremo provvedere assolutamente.-

La terzogenita inarcò la fronte.

-Potrei metterci dentro dei libri-azzardò...ma venne freddata dal mugolo esasperato di Kitty.

-Siete incorreggibile, Mary- esclamò- Questa trovata vi renderà oltremodo ridicola e metterà in imbarazzo Jane. Non avete minimamente pensato di chiedere alla mamma di avere dei vestiti migliori?- L'espressione meditabonda della terzogenita fu abbastanza eloquente. -Non avete chiesto a nostro padre e a nostra madre di andare a Covent Garden per vedere qualche abito nuovo?-chiese- SANTI NUMI, Mary! Avete pensato a quale imbarazzo potreste causare a nostra sorella Jane? Lei ora vive negli agi ma sarebbe davvero sconveniente farvi vedere con abiti tanto miseri!-

Così dicendo, si fece pallidissima, come se avesse detto chissà quale mortale verità. -Ma, davvero, non avete...-provò a domandare, ma la voce si afflosciò quasi subito.

-Voi non avete chiesto a nostra madre di andare con lei al mercato di Covent Garden!-esclamò, portandosi una mano sui capelli scuri- Avete idea del pasticcio che avete combinato!-

Mary sbuffò. -Prima che potessi pensare ad una cosa del genere, nostra madre aveva già deciso.-rispose, con aria fatalista.

Kitty si rabbuiò a quel tono.

-Però faremo una brutta figura- obbiettò, portandosi le mani al viso- e se voi farete una pessima figura, io come farò ad avere dei corteggiatori?-

La terzogenita la fissò con biasimo. Benché fosse lapalissiano quanto il matrimonio della loro sorella Lydia avesse arginato la dannosa leggerezza del suo agire, era altrettanto palese che Kitty non era stata mondata dalla sua terribile influenza. Ogni volta che parlava di pretendenti, Mary scorgeva con orrore i germi della presenza della piccola della casa...ed il suo animo di studiosa si interrogava su quanto potesse essere recidivo quel modo di fare. Come è possibile che costei abbia il mio stesso sangue? -Temo che non debba essere questa la vostra preoccupazione.- fece, fissandola severamente- La vanità è indice di scarso acume e incide negativamente sul nostro agire.-

L'altra la guardò perplessa.

-Cosa?-fece, non capendo...e Mary sospirò. Quanto acume, quanto intelletto sprecato! Possibile che il mio sapere non serva a redimere l'ottusità presente in questo mondo?si disse addolorata.

Vedendola in quel modo, Kitty si indispettì. -Volevo solo mettervi al riparo dalle possibili proteste di Jane o di nostra madre...poi però non venite a dirmi che non ve lo avevo detto!- esclamò, facendo per allontanarsi.

La signorina Bennett rabbrividì. Quel pensiero le fece venire in mente le risatine di scherno che l'avevano accompagnata poco dopo il suo debutto. Aveva intimamente sperato di poter riscattare la sua scarsa avvenenza con la sua abilità nel piano...ma i risultati erano stati oltremodo deludenti e quasi ringraziava l'avventatezza di Lydia, causa del ritiro forzato di Kitty dalle scene mondane. Grazie a lei, adesso poteva dedicarsi al suo studio senza essere infastidita dalla smania di visite, pettegolezzi e balli che aveva posseduto la madre. Un vero peccato che Catherine non apprezzasse un simile ritiro...e Mary non faticava ad indovinarne il motivo. Malgrado avesse la mente rivolta al sapere, non era un mistero che il signor Bennett, dopo lo spavento provocatogli dalla fuga della più giovane, avesse deciso di tener sotto chiave le ultime figlie nubili rimaste, Kitty in particolar modo. Persino Mary, la più intellettuale e meno pragmatica delle sorelle, aveva compreso quella verità. -Va bene- disse- farò come dite. Del resto, è nella natura del sapiente, sapere di non sapere, come sosteneva il grande Socrate.-

Kitty si illuminò. -Oh, Mary, allora lo farete? Come sono felice che vi vogliate far aiutare.- poi si accigliò- Toglietemi una curiosità: chi era questo Socrate?-

 

 

 

 

 

 

 

Jane fissava meditabonda la finestra.

Il buio copriva tutti i boschetti e gli anfratti della campagna, lasciando libere della sua morsa solo le luci delle case che, come lucciole, facevano qua e là capolino. Aveva appena terminato di ricamare una delle coperte per la culla, quando sentì qualcuno bussare alla porta. -Avanti...oh, Mr. Bingley!-esclamò, sorridendo radiosa.

Charles le venne incontro.

-Mrs. Bingley-disse, con gli occhi luminosi- cosa ci fate ancora in piedi?-

Jane gli sorrise. -Avevo intenzione di terminare questa parte del corredo del vostro erede.-rispose, con dolcezza.

Charles le prese le mani. -Non vi stancherete troppo?-disse, fissandola con adorazione.

Il cuore della donna ebbe un balzo.

Malgrado fossero sposati da mesi, le attenzioni di suo marito erano le medesime di quando si erano promessi l'uno all'altra in quella chiesa...e tutto questo, malgrado Jane si sentisse meno avvenente dal giorno in cui aveva scoperto di essere incinta. -No, mio caro-rispose-stavo solamente ricamando qualcosa per nostro figlio. Vorrei dargli tutto il necessario.-

Charles la guardò con ammirazione, facendola arrossire. -Siete sempre molto buona-disse, prima di farsi serio- ma siete sicura di voler davvero fare quel ricevimento? Non vorrei che vi stancaste.-

Jane scosse il capo. -Vi preoccupate troppo.-rispose.

-Però vi vedo seria. Il maggiordomo mi ha detto che abbiamo ricevuto visite oggi.-disse Charles- E'così?-

La moglie annuì. -Ha saputo del ricevimento e vorrebbe dare una mano.-disse, tentando di celare l'ansia.

-Ma è una splendida notizia!-esclamò questi -Potrete riposarvi e guardare alla vostra salute.-

Jane sgranò gli occhi. -Marito mio, temo che sarebbe comunque assai faticoso il solo pensiero, più che l'azione in sé. Promettere aiuto in qualcosa di cui si ignora potrebbe essere poco sicuro...siete davvero certo?-domandò, tentando di fargli intuire la sua ansia. Non aveva mai dubitato dei buoni sentimenti del suo sposo ma quando esprimeva i suoi pensieri, tracimando candore ad ogni lettera, era avvolta dai dubbi. Sapeva perfettamente che il signor Bingley era il migliore marito del mondo, almeno ai suoi occhi...ma, talvolta, quando l'ottimismo vacillava come in quella fatidica sera, non riusciva proprio a condividere quei pensieri eccessivamente rosei.

E Charles non smentì tale convinzione.

-Mia cara, la vostra famiglia è la mia. Non dovete mai dubitare di lei.-rispose serafico, prima di chiedere- A proposito, verrà davvero vostra madre?-

Jane scosse la testa. Che anche il buon cuore di Charles vacilli, al solo sentir pronunciare il nome di mia madre?fu la domanda che balenò nella sua mente. -No- fece- verrà mia sorella Mary.-

L'improvviso rasserenarsi del volto di Mr. Bingley confermò quei dubbi...ma Jane non commentò quel rilassamento. -In ogni caso, marito- disse-ho timore per la sua capacità. Mary è la più intelligente della nostra famiglia ma non è molto...come dire, pratica di queste cose. Nella mia famiglia non è costume organizzare questo genere di ricevimenti. Io, ecco, sarei molto nervosa.-

Charles la guardò.

-Non dovete temere- fece, sorridendole- Mary è la più colta della vostra famiglia...sono certo che riuscirà ad aiutarvi degnamente. Abbiate fede e vedrete che ho ragione.-

Jane sorrise forzatamente. Avrebbe tanto voluto credere a quelle parole. Erano così convincenti e dolci...e allora perché, per quale ragione, aveva come il presentimento che sarebbe successo qualcosa di terribile?

 

 

 

Vedendola in quel modo, Charles ebbe un dubbio. Il nervosismo non faceva bene né al bambino né a sua moglie. Forse è meglio chiedere consiglio a Mr. Darcy fu il pensiero che lo attraversò...ma non disse niente e, dopo averle augurato un felice riposo, andò a bersi un bicchiere di liquore alla menta, prima di andare a dormire.

Grazie a questa premura, Jane Bennett Bingley passò la prima notte in bianco della sua vita di donna sposata, persa nei suoi timori a proposito dei possibili danni che avrebbe potuto combinare Mary, non appena avesse messo piede nella sua dimora.

 

Bene, questo è un capitolo transitorio. Qui abbiamo i Bingley. Jane è alle prese con il primo figlio in arrivo e Mary sta ponderando cosa portare a casa della sorella. Io adoro questo personaggio e prometto solennemente che sarà molto fedele. E'un capitolo brevissimo ma spero di fare qualcosa di più lungo in seguito. Grazie a coloro che leggono, al prossimo capitolo.

   
 
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