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Autore: Sunrise19    15/03/2014    0 recensioni
" Ed ora, sentire il mio nome era tutto quello che volevo. Perchè è vero, lui teneva la busta, ma quel nome era stato scelto dall'intera Galassia, o almeno, dalla maggior parte di essa. Io, potevo essere stata scelta dalla Galassia. "
Sinedd x Mei
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- E la vincitrice del concorso Miss Galassia 3296 è... -

In quel momento il mio cuore smise di battere, i palmi delle mani iniziarono a sudare. Sono sicura che la mia compagna si sentisse allo stesso modo, quindi probabilmente nemmeno si accorse di quanto i miei occhi stessero pregando, di come il cuore cercasse di scappare dalla sua gabbia.
Non ero mai stata una fanatica di questi concorsi, tutti basati sull'aspetto fisico e mai su ciò che si ha dentro. Ma ora ero lì, e tutto ciò che avevo passato era racchiuso in quella busta, in mano ad un signore che conoscevo solamente grazie alla tv, fino a due mesi fa. Ed ora, sentire il mio nome era tutto quello che volevo. Perchè è vero, lui teneva la busta, ma quel nome era stato scelto dall'intera Galassia, o almeno, dalla maggior parte di essa. Io, potevo essere stata scelta dalla Galassia.
Pensarci, mi faceva venire i brividi.
Tutto iniziò a ruotare, e davvero non saprei dire come facessi ad essere ancora in piedi. Io e la mia compagna ci sorreggevamo a vicenda, probabilmente.
La guardai negli occhi, e vidi la paura. Mi chiesi improvvisamente perchè. Era bellissima, che motivo aveva di dubitare di sè, proprio in questo momento? Iniziai a non capire, ma qualche pensiero riuscì a scorrermi ancora nella mente: lei non era mai stata data per favorita. Lei non era mai stata indicata come la quasi-sicura vincitrice. Mentre io lo ero sempre stata, e non me n'ero mai sentita all'altezza. Alla fine, l'unica persona che sapevo essere davvero, totalmente e indubbiamente dalla mia parte era mia madre. Era stata lei a portarmi qui, a costringermi in questo stupido, o almeno così lo consideravo fino a qualche settimana fa, concorso. Era stata lei, con il suo sogno giovanile infranto. Lei era arrivata seconda e non l'aveva mai accettato. Ora, io dovevo essere succube del suo mancato futuro, del suo "sventurato" destino. L'avrei presa per pazza, solamente un anno fa. Arrivare seconda ad un concorso di bellezza in cui gareggiavano cinquecento aspiranti reginette era già un premio. Accontentarsene era felicità, gratitudine. Rimanerci male era solamente egoismo, egocentrismo.
Mi chiesi se anche lei avesse provato tutte queste cose. Sicuramente per lei tutto ciò valse molto di più: vincere avrebbe significato diventare famosa in un modo pazzesco, con paparazzi, interviste, tv, cinema, sport, musica. Arrivare secondi avrebbe significato, invece, vedere aperte le porte di un sogno, quasi raggiunto, e sentirle sbattere, ad un palmo dal naso.
E lei, ora, mi dava per favorita. Ma cosa pensava davvero il resto della Galassia? Ognuno poteva cambiare idea in un batter d'occhio: dicendo una cosa sbagliata, posizionandomi in un certo modo o ponendomi in un altro, avrei potuto perdere voti su voti. Io e la mia compagna eravamo nella stessa situazione.
Iniziai a sudare. Iniziavo forse a tenerci realmente?
Sentivo così tanto casino, mentre tra il pubblico regnava il silenzio. La mia mente non voleva saperne di stare in pace. I pensieri rimbalzavano qua e là, come se fosse l'unica cosa che sapevano fare.
Pace, pace, pace. Volevo solo questo. Anzi, volevo anche che il conduttore dicesse velocemente un nome. Volevo che dicesse il mio nome.
Quanto ci stava impiegando? Tutta questa suspance, fatta per ucciderci lentamente.
Avevo gli occhi chiusi, ma riuscivo a sentire tutti gli sguardi su di noi, tutti gli sguardi su di me. Chissà cosa pensavano loro, ora, guardandoci. Erano impazienti? Chi avevano votato? Si erano pentiti della scelta?
E con la mente, inquadrai il viso di mia mamma e percepii la pressione, come un'enorme peso che cade addosso ad una piccola formica che tenta solamente di vivere la sua vita, come una piccola bambina trascinata di qua e di là da persone che la bacchettano di continuo, che non può esprimere la sua opinione, che non può sottrarsi a ciò che non vuole. Quella bambina ero io, e non avevo mai potuto dire no a mia mamma.
Spalancai gli occhi, una mano mi lasciò, venti braccia iniziarono a strattonarmi.
Stavo sognando.



Angolo autrice.
Prima storia scritta su qui, con un po' di timore anche ahah. Spero di non farvi perdere il vostro tempo, facendovi leggere parte dei miei film mentali. Storia Sinedd x Mei, chiamati ( almeno da me ahah ) Medd :)
  
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