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Autore: Farrah    16/03/2014    2 recensioni
Un notte, Alexandra non riesce a dormire, immersa nei suoi pensieri. Decide così di alzarsi dal letto ed andare a fare una passeggiata fuori per prendere un drink ed ammazzare il tempo. Trova un pub chiamato "Eclipse" ancora aperto alle tre di notte, e decide così di entrare. Quel venerdì nel locale si esibisce Justin, un cantautore misterioso con delle delusioni d'amore del suo passato che ancora lo tormentano...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eclipse – Sotto al chiaro di luna



Erano le 2.48 della notte. Troppo distratta dai miei stessi pensieri, non riuscivo a prendere sonno. Così, esausta ed annoiata, uscii di casa nell’intento di ammazzare il tempo con una passeggiata al chiaro di luna. Magari bevendo un drink in qualche Pub, sperando si trovarne uno aperto a quell’ora della notte.
Prima di uscire di casa mi resi presentabile, sciacquandomi il viso. Il contatto con l’acqua mi fece subito tornare con i piedi per terra.
Dopo essere uscita di casa mi sorpresi nel trovare così velocemente un Pub aperto. Ad un paio di centinaia di metri da casa, dopo aver camminato per un po’ su dei sampietrini irritanti ed accanto a un ponte il quale sotto scorreva fluidamente dell’acqua cristallina, un’insegna luminosa attirò la mia attenzione. Nonostante la forte luce bianca al neon, riuscii a distinguere le lettere che vi erano sopra.
La parola “Eclipse” risplendeva sull’insegna nera, nell’oscurità di quella notte profonda. Un leggero venticello smosse i miei capelli mossi, ed il loro colore scuro si confuse nel buio.
I miei occhi dal colore del mare riflettevano il luminoso colore dell’insegna che le mie iridi scrutavano curiosamente. Decisi così di entrare, facendomi avvolgere da un  molesto odore di fumo.
Una fitta nebbia era sparsa per tutto il locale, e, nel buio delle luci spente, risplendevano le sigarette ed i sigari che bruciavano lentamente.
Poche lampade sparse intorno al bancone del barman, che, con occhi curiosi, mi osservava lucidando dei bicchieri di cristallo. Mi diressi verso di lui, sedendomi su uno degli alti sgabelli dal cuoio rosso, per poi guardarmi intorno.
«Cosa posso darti, dolcezza?» domandò il barman dai capelli neri e gli occhi verdi brillanti.
«Un invisibile, per piacere» risposi, guardandomi intorno. Osservai i tavoli e le persone che vi erano sedute. Osservavano tutti un palco in legno, illuminato da un solo occhio di bue chiaro.
«Un invisibile? Non trovi sia un po’ troppo forte?» disse, afferrando la bottiglia di Invisibile sopra gli scaffali.
«Ho detto, fammi un Invisibile.» dissi, irritata.
Le persone attorno a me continuavano a bisbigliare e a sussurrare, smettendo poi in un secondo momento improvvisamente. Capii subito dopo il perché.
«Ecco a te, dolcezza. Goditelo.» Il moro mi passò un  bicchiere di cristallo con il mio cocktail.
«Stai pur certo che lo farò.» mormorai.
Afferrai il cocktail, portandolo alle labbra sorseggiandolo. In quell’istante tutte le luci presenti nel locale si spensero, anche le luci fioche delle lampade attorno al bancone.
Fu in quel momento che una voce roca iniziò a cantare, sorprendendomi.
Alzai lo sguardo verso il palco, quando vidi un ragazzo in piedi davanti ad un microfono. Portava una camicia bianca con i primi due bottoni aperti con un papillon sciolto attorno al collo, dei jeans neri stretti e delle scarpe lucide ed  eleganti, nere.
«Uh-oh, just as sure as the stars in the sky, i need you to shine in the light, not just for the meanwhile, for a long long time… better believe it»
La sua voce era così piacevole, e, nonostante ciò mi accorsi che quel che diceva e, ad essere sincera, non sembrava che credesse veramente alle parole della canzone.
Il ragazzo, cantando, teneva il microfono stretto alle mani, ammiccando sensualmente di tanto in tanto alle donne presenti nel locale, seppur già accompagnate dal proprio uomo.
«Uh-oh, whenever you’re not in my presence, It feels like I’m missing my blessings, yeah»
I suoi capelli erano di un biondo cenere rilassante, mentre I suoi occhi erano marroni, e ricordavano tanto la nocciola. O meglio, avevano un colore caldo, come il  miele… ma comunque freddi come il ghiaccio.
Improvvisamente, mentre lo scrutavo, le nostre iridi si incontrarono. Subito abbassai lo sguardo, per poi bere l’ultimo sorso rimasto del mio drink e posarlo sul bancone delicatamente. Lasciai anche delle banconote.
«Ci vediamo» dissi al barman, con tono di indifferenza.
«Alla prossima, dolcezza.»
Alzandomi dal bancone in marmo verde acqua mi diressi verso l’uscita, lasciando così il  locale. E nel farlo, mi accompagnarono le ultime parole cantate dal ragazzo biondo.
«You’re all that matters to me…»
Uscendo fuori un forte vento si abbatté su di me, facendomi rabbrividire. Mi feci più piccola nel mio cardigan nero, coprendomi maggiormente. Annoiata e senza voglia di tornare a casa raggiunsi la ringhiera che mi divideva dal fiume che scorreva lentamente sotto di me.
Incrociai le braccia poggiandomi sopra, sentendo il freddo del metallo penetrarmi nelle vene.
Guardai la luna riflessa nell’acqua, con un’immagine che si frantumava di tanto in tanto tra le rocce.
Poco  dopo mi colse di sorpresa il rumore della porta del  locale aprirsi. Non mi girai, perché subito dopo una figura alta si posò sulla ringhiera come me a circa un metro di distanza.
Sobbalzai comunque, per lo spavento, accorgendomi di chi fosse: era il ragazzo di prima. Quello che cantava. Ora, al contrario di prima, aveva una giacca nera addosso.
Lo vidi accendersi una sigaretta, portarsela sulle labbra e assaporarne il sapore amaro. Dalla sua bocca uscì il fumo grigio e oscuro, passando davanti ai miei occhi  trasportato  dal vento.
Mi resi conto che stavo tremando. Così, mi strinsi nuovamente tra le mie braccia.
«Cosa ci fa a quest’ora della notte una ragazza,sola come te, ancora in giro?» fremetti alle sue parole. Non immaginavo che mia avrebbe rivolto la parola. Fui colta di sorpresa.
«Non credo siano affari tuoi, ragazzo» risposi, continuando a guardare distrattamente il fiume.
«Penso solo che sia pericoloso, non credi?» insistette.
«Non mi sembra di aver chiesto una tua opinione» Questa volta mi girai verso di lui, notando che la mia risposta lo aveva fatto sorridere.
«Mhm, sai rispondere a quanto sento. Sei difficile, questa cosa mi piace» ammiccò, e ciò mi ricordò di quando lo stava facendo a tutte le donne del locale mentre cantava.
Era un ragazzo affascinante, a dir la verità.
Io comunque non dissi nulla, dopodichè fu lui  a continuare a parlare.
«E comunque, dovresti stare attenta, perché in questi momenti potresti incontrare qualche tipo losco»
«Tipo, mhm, te?» dissi sarcasticamente.
Lui ridacchiò leggermente. «Un tipo losco vedendo tremare una ragazza non le mette la propria giacca sulle spalle» si tolse la giacca, per poggiarla sulle mie spalle facendomi rabbrividire. «Allora perché io lo dovrei fare?» disse, lasciandomi senza parole per il suo gesto.
Già, perché lui lo faceva?
Ero solamente una sconosciuta, perché era così gentile con me?
«Io… grazie» Fu l’ultima cosa che dissi, dopo ci fu un silenzio intenso.
Nel frattempo mi strinsi maggiormente la giacca sulle spalle, respirando a lungo l’inebriante profumo che vi era sopra. Mi piaceva quel profumo, rilassava molto.
Poco dopo il silenzio fu interrotto dalle parole del ragazzo misterioso.
«L’ho fatto perché ti ho notata dentro l’Eclipse e ti ho trovato affascinante, a dir la verità.» ammise, lasciandomi a bocca aperta.
Era sincero, lo si capiva dal tono. E non sembrava affatto imbarazzato o a disagio dopo aver ammesso che ero una ragazza affascinante. In realtà, stavo pensando lo stesso di lui.
Arrossii, dopodichè annuii, come per avvertirlo che lo stessi ascoltando attentamente.
«L’hai scritta tu?» dissi dopo un po’, facendomi avanti. Gli domandai della canzone, curiosa di sapere il perché della sua poca convinzione delle parole che cantava.
«Sì, e pensare che una volta le pensavo davvero quelle cose.» ammise, sospirando e facendo uscire il fumo dalle sue labbra a cuore. «Ora, invece… sono solo un mucchio di stronzate.»
Mi prese una fitta al cuore. Avevo sofferto anche io per amore, e sapevo cosa si provava.
«So cosa si prova ad avere delle delusioni» dissi, guardandolo negli occhi.
«Non credo tu possa capire»
«No, certo che no. Tutti abbiamo passato differenti delusioni d’amore» gli sorrisi. «Posso, perlomeno, provare a capire… non trovi?»
«Sì, penso di sì. » fece un sorriso quasi visibile, guardando poi la luna.
«Trovo comunque tu abbia scritto una bellissima canzone…Mhm..» lui mi interruppe.
«Justin, mi chiamo Justin. E grazie.» stavolta mi mostrò i denti, bianchissimi, sorridendo.
Aveva un bel sorriso. «Io sono Alexandra, piacere» mormorai porgendogli la mano.
Lui la notò, e, buttando via la sigaretta lasciando che precipitasse giù nel fiume, strinse la mia mano dolcemente. «Il piacere è tutto mio, credimi»

Un secondo dopo averla stretta mi tirò a sé, facendomi ritrovare con il viso a pochi centimetri di distanza. La luna rifletteva nei suoi occhi pieni di brama. Per un secondo quasi sussultai per lo spavento, ma mi rilassai subito quando si avvicinò a me afferrandomi per un fianco con una mano e con l’altra mi sfiorandomi il viso. Successe tutto velocemente, che quasi andai in panico.
Lui era a pochi millimetri da me e potevo sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra. Nel dubbio di sbagliare qualcosa, lo guardai negli occhi sorridendogli prima di ricambiare il bacio. Rabbrividii, un po’ perché stavo baciando qualcuno appena conosciuto, un po’ perché avevo paura che quella diventasse una vera e propria cotta con il passare del tempo. Perché sì, un po’ quel ragazzo appena conosciuto forse lo trovavo carino  e magari anche simpatico. Magari mi piaceva pure…
Le sue labbra erano morbide e avevano il gusto di ciliegia e sigaretta. Poteva sembrare strano, ma adoravo quel misto di essenze.
Lui profumava di miele, come la sua giacca. Stavo cominciando ad adorare quel profumo, mi stava ipnotizzando così tanto che misi le mani fra i capelli del biondo, accarezzandoli dolcemente, mentre lui mi accarezzava il volto con passione lasciandosi andare, sotto al chiaro di luna.


Heilà, ciao a tutte :)
Inizialmente non pensavo di pubblicare questa Os perché non sembrava niente di particolare, ma va be’, pazienza. L’idea mi era venuta in mente per caso, tanto valeva scrivere qualcosa prima di dimenticarsi :)
Quasi dimenticavo, appunto, scusate l’ora. So che è tardi ma fremevo dalla voglia di pubblicarla e conoscere le opinioni di alcune i voi. Che siano positive o negative poco m’importa, basta che siano costruttive e con l’intento di aiutarmi a migliorare.
Ringrazio tutte per l’attenzione, detto questo vi do la buonanotte.
Ora mi dileguo,
Farrah


 
  
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