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Autore: Dama delle Comete    16/03/2014    0 recensioni
Molti anni erano passati.
Era partita con una navicella a forma di fungo e una missione.
Poi era diventata principessa e lui era stato dimenticato.
Ma ora era il momento di rivelarsi e raccontare la sua storia.
Attenzione: storia incompiuta!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luigi, Mario, Nuovo personaggio, Peach, Rosalinda
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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How to find a brother
 
Capitolo 4
 
 
 
 
 Appena riuscii a distinguere la figura di un edificio, certa che non si trattasse di un miraggio, emisi un sospiro di sollievo.
Vagare per un posto sconosciuto, da sola, stanca e affaticata non era di certo l’ideale, perciò ero rimasta tesa tutto il tempo. Fortunatamente, dopo solo un paio d’ore avevo scorto la sagoma di un tetto, ma prima di esultare avevo aspettato di osservare meglio l’edificio in lontananza.
Forse perché appena mi era accorta di camminare su un prato di pallida erba avevo arricciato le labbra e affrettato il passo, ero comunque sicura di non star sognando.
Vidi il triste fiumiciattolo che mi aveva quasi seguita durante il tragitto scomparire tra i grappoli di casette colorate e mi sbracciai per salutare una donna che stava tornando al villaggio con una brocca d’acqua, talmente ero felice. Me ne pentii subito.
La donna mi gettò un’occhiata penetrante, squadrandomi da capo a piedi. Evidentemente decise che non c’era da fidarsi, infatti si girò verso di me e sbraitò: - Chi va là?
Io mi raddrizzai per darmi in qualche modo un contegno e la guardai dispiaciuta. - Sono la principessa delle Galassie Rosalinda.
- Delle galassie? Allora non vieni dal Regno dei Funghi - constatò l’altra, ancora diffidente.
- Esatto. Sto cercando la Reggia Verde.
- Ti sconsiglio di continuare la tua ricerca, allora. Però vieni a casa mia a riposarti, mi sembri piuttosto stanca, cara - propose la donna, esibendo il primo sorriso - Potrai mangiare e recuperare le forze.
Per un momento esitai: entrare nell’abitazione di una sconosciuta che per di più mi aveva guardata male fino al momento in cui avevo rivelato il mio nome era più che imprudente. Ma dovevo davvero diffidare?
Sperai di non aver appena fatto una sciocchezza e seguii la donna, che mi fece entrare in una delle casette. Era arredata in modo spartano, solo con un tavolo e un paio di sedie.
Mi sedetti su una di quelle e guardai la sconosciuta armeggiare con il focolare e qualche pentolino, per poi vederla tornare con due tazze di liquido fumante.
- Ecco qui, il mio migliore infuso. Ti rimetterà un po’ di energia.
Io annusai sospettosa, ma poi lo bevvi e sentii le dita formicolare di piacevole calore.
- Devi essere pazza ad andare in giro per la Pianura da sola, ma spero che tu abbia un buon motivo - commentò la donna. - Scusa, non ti ho detto come mi chiamo. Sono Elma.
Notai che mi si rivolgeva dandomi del “tu”, ma forse era normale per persone piuttosto povere. Decisi di fare lo stesso.
- Elma, devo trovare la Reg...
- Sì, ho capito. Ma io intendevo dire: oltre per cercare ‘sto posto, sei qui per qualcos’altro, vero? Te lo si legge in faccia - disse l’altra indicando la mia fronte.
Davvero si capisce subito? pensai imbarazzata. Forse era meglio raccontare tutto.
Mi ricordai della lettera. “Chiedi di me agli abitanti”.
- Non ti sbagli. Tieni - dissi porgendole la busta - Forse puoi aiutarmi.
Elma lesse velocemente e mi guardò accigliata.
- Vorrei aiutarti, ragazza, ma temo di non saperne niente. Sono in questo villaggio solo da qualche mese!
Oh. E adesso?
- Però il capo villaggio si ricorderà, forse ti saprà dire qualcosa. Quanto alla Reggia - sospirò - di quella parleremo dopo.
 
˜
Attraversammo mezzo villaggio, compresa una triste piazzetta piena di bambini che giocavano, e ci fermammo davanti alla casa più grande e più vecchia.
- Meglio se entri da sola, cara. Potrebbe incutere un po’ di timore, ma è una brava persona.
Così entrai.
La luce era fioca e i mobili decorati, doveva essere una dimora sfarzosa, una volta.
Senza incontrare nessuno, aprii d’istinto una delle porte del corridoio e mi ritrovai in un salottino accogliente. Ogni poltrona era enorme e imbottita, ogni tappeto un’esplosione di colori, ogni soprammobile un tesoro. Su una delle poltrone sedeva un vecchietto gobbo e raggrinzito, chino sulle proprie mani che stringevano un bastone. Il classico anziano capo villaggio.
Sobbalzai quando lui alzò di scatto il capo e mi guardò con un sorriso sul volto rugoso.
- Ci hai messo un bel po’ ad arrivare, principessa Rosalinda. Ti aspetto da due anni, sai.
Se ci fosse stata anche Daisy, lo avrebbe definito “un vecchino inquietante”. Capii che non mi aveva riconosciuta dalla corona.
- Gli somigli, sai? Sì, stessi capelli.
Trattenni il fiato.
- C-conosce Lyle? Lo ha visto?
- E come potrei non averlo visto? Arrivò qui l’altro anno, con indosso vestiti più vecchi dei miei e con un’aria stravolta. Ci disse di aver bisogno di aiuto, prima di svenire.
Mi guardò, e a giudicare dalla sua espressione, la mia doveva essere piuttosto buffa. Quell’uomo era la prova che lui mi aveva scritto, che forse era ancora vivo!
- Continui!
- Così lo risistemammo e quando si svegliò, disse di voler vedere il capo. Mi raccontò di essere nato secoli prima e di essere sopravvissuto grazie a un incidente. Voleva trovare la sua famiglia, e quando mi descrisse la sorella, non ebbi dubbi. Gli spiegai la tua storia, principessa, che lui trovò assai interessante; scrisse una lettera e la spedì, anche se io lo avvertii che la posta delle stelle può non essere molto efficiente, e avevo ragione, visto il tuo ritardo. Comunque, abitò qui per qualche mese, per poi sparire all’improvviso. Non mi feci molte domande, pensai che si fosse deciso a trovarti da solo.
Per un momento sembrò intristirsi, ma tornò subito a sorridere.
- Ci ha aiutato molto, quel ragazzo. Era volenteroso e intelligente. Peccato non averlo più visto...
Mi fece cenno di avvicinarmi, cosa che feci. Mi fissò con i suoi occhi brillanti.
- Stanno accadendo cose strane, qui nella Pianura. Se vuoi ancora andare alla reggia, fai molta attenzione. Ci sono stati avvistamenti sospetti.
Bene. Udienza dal capo villaggio, fatto.
 
˜
- Sul serio, ragazza. È un posto pericoloso, non abbassare mai la guardia.
Elma infilò un'altra pagnotta nello zaino e me lo porse.
- Me lo ripetete in continuazione. A parte questo, dovrebbe essere disabitato, giusto? Ma prima a cosa serviva? - chiesi curiosa.
- Mi hanno detto che ci viveva un nobile, o cose del genere. Forse un membro della famiglia reale - grugnì con una smorfia al nome.
Feci per chiedere cosa avevano contro la famiglia reale, ma lei mi spinse fuori dalla porta.
- Buona fortuna!
Trattenni un sospiro e imboccai il sentiero che mi aveva indicato quando le avevo raccontato cosa mi aveva detto il capo villaggio. Era rimasta impassibile per tutto il racconto, tranne quando le avevo detto che mio fratello aveva voluto spedirmi una lettera. “AH! Si vede che siete fratelli! Testardi uguali!” aveva riso.
Mi arrampicai su per una collinetta coperta di meravigliosa erbetta e scorsi una guglia. Affrettai il passo e mi ritrovai a guardare un bel castello dipinto di verde, cosa che spiegava il nome; era piuttosto alto e ricordava la casa del capo villaggio.
Il portone scolpito si aprì prima che avessi il tempo di bussare e rivelò un salone buio, tranne che per la luce di un lampadario.
Un toad in vestiti neri mi accolse con un: - Identificarsi.
- Sono la principessa Rosalinda, principessa delle gal...
Dovetti interrompermi per parare un colpo sferrato con una lancia dal toad.
Un posto dove i toad, i simpatici, affettuosi toad, attaccavano una principessa. Ma dov’ero capitata?
Creai uno scudo con la magia per proteggermi dal funghetto e lo feci diventare una bolla che imprigionò il toad. Non volevo usare la bacchetta per ferire qualcuno, soprattutto se ero abituata a conversare gentilmente con questo qualcuno.
- Dimmi dove posso trovare Mario e Luigi - dissi, decisa.
- Giù nelle segrete. Ma non riuscirai a liberarli, il capo ha posizionato allarmi e guardie dappertutto!
- Bowser non mi metterà fuori gioco con un paio di sentinelle - replicai.
Lo lasciai ingabbiato e corsi verso la prima scala che scendeva che trovai.
Seppi di aver preso la strada giusta quando vidi le prime celle. Avevo fatto pochi metri, spiando attraverso le sbarre, quando un koopa, sempre in nero, mi fermò.
Gli feci perdere i sensi prima che cominciasse a parlare e continuai a controllare le prigioni, mettendo KO ogni guardia, che fosse un toad, un tartosso o un goomba.
Mi accorsi troppo tardi di non avere pensato agli allarmi, ma ormai si sentiva una sirena.
Fermai di colpo la mia corsa quando individuai un berretto verde.
- Luigi! Luigi!
- Rosalinda! - esclamò lui svegliandosi. - Menomale che sei qui!
- Dov’è Mario?
- Qualche cella più in là, credo. Mi hanno colpito prima che avessi l’occasione di vedere bene quale.
Trovai con sollievo il mio amico baffuto tre celle a destra, che mi salutò entusiasta, così tornai da Luigi e feci esplodere la serratura. Il cancelletto cigolò quando si aprì e lui corse fuori.
- Wow! Questo non te lo avevo mai visto fare! - disse allegramente, nascondendo una gran fifa.
Feci lo stesso con quella di Mario e cominciammo a correre fuori da quel posto strano.
Attraversammo il salone principale, ma il postone era chiuso a chiave con la magia, quindi non riuscii ad aprirlo.
- Noo! Ci mancava questa! - esclamò sconsolato Luigi.
- Dai, Lu, riusciremo ad uscire di qui! - lo rincuorò il fratello.
- Mi spiace, ma non sarà così facile. Anche le finestre sono inutilizzabili - dissi io.
I due avevano un’aria così afflitta che mi ricordavano gli svavillotti quando avevano un problema. Invidiavo il rapporto tra i miei due amici, ma non era il momento per pensarci.
- Allora andremo a dare una sistematina a Bowser, che se non sbaglio dovrebbe essere ancora qui.
Loro sorrisero, pronti a lottare.
Lo ero anch’io.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
A parte il mostruoso ritardo...
*Ritardo: GROOAAAAAR!*
Ehm ehm. Volevo dire, mi spiace, ma mi era venuto uno schifosissimo blocco, e sono riuscita ad aggiornare solo la raccolta.
Comunque non credo che voi foste preoccupati, dato che nessuno la segue...
Aaalloooora. Mi è piaciuto scrivere questo cap (compreso l’accenno a come Daisy definirebbe il capo villaggio, eheh).
Pronti ad assistere a un bel combattimento? :D
Ciaoo!

Dama delle Comete
 
P.S.: ma quanto è carino Mario che chiama Lu il fratellino?? :3




 
  
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