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Autore: _Marlee_    16/03/2014    0 recensioni
April e Jackson, quando la medicina divide ma allo stesso tempo unisce piu che mai.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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"Mamma, non preoccuparti, starò bene, questa è la vita che ho sempre sognato, li c'è il mio sogno, e questo treno mi ci porta dritta dentro" dissi io mentre salivo su quel treno che mi avrebbe portato a Seattle. Lasciai la mia casa e la mia vecchia vita, volevo fare il chirurgo, e una fattoria non era il luogo ideale. Non ho un luogo dove andare, l'unica mia certezza è il denaro che i miei mi daranno per pagare la retta universitaria, per il resto devo arrangiarmi. Appena arrivai, mi scontrai con una ragazza tutta impegnata tra le sue cuffiette e il libro che aveva in mano "Ma guarda dove vai" mi disse a voce alta per via della musica, andai al bar difronte all'ospedale, e li c'erano altri giovani aspiranti medici, sapevo chi erano grazie a internet, c'è Meredith, Alex, Lexie e Arizona, poi un altro ragazzo che non avevo mai visto ma che era molto bello. Mi avvicinai a loro e Meredith mi disse "Tu dovresti essere April Kepner" sorrise "Eccomi, sono io" mi sorrisero e mi porsero le mani, fino allo sconosciuto "Io sono Jackson Avery" non avevo capito nulla di quello che aveva detto perche mi ero letteralmente persa dentro ai suoi occhi, gli strinsi la mano e mi sedetti vicino a Lexie. Il nostro primo giorno all'ospedale universitario, quello che ho sempre sognato appena sono entrata alla facoltà di medicina, ci guardammo un'attimo attorno per renderci conto della grandezza del nostro presente, avremmo iniziato letteralmente a salvare vite, cosa che per adesso avevamo solo studiato, quest'idea era eccitante. Fummo tutti affidati alla Nazista, cosi la chiamavano, noi pensavamo che fosse una stangona bionda, e invece ci si presentò davanti una donna piccola e di carnagione scura che aveva l'aria da dura, non avremmo avuto vita facile con lei, sicuramente. Il nostro primo turno durò 18 ore, non ho mai provato in vita mia una sensazione cosi grande di stanchezza ma allo stesso tempo di entusiasmo, era un mix perfetto di adrenalina "Hei April, ti va di bere qualcosa con me stasera?" mi disse il ragazzo dai perfetti occhi azzurri, Jackson mi sembra che si chiami "Dipende cosa intendi tu per stasera, è l'una di notte e siamo ancora qui, non possiamo bere in servizio" dissi io piuttosto dispiaciuta "Chi ha parlato di alcool? Mi farebbe piacere bere con te anche una coca cola, ti ho notato subito, insomma sarebbe difficile non farlo, sei cosi bella" in quel momento il mio imbarazzo salì alle stelle, ma quel complimento non poteva far altro che lusingarmi, lui, un ragazzo cosi bello, mi aveva notata, non ero abituata a questo.
La notte la passammo tutta in pronto soccorso, infondo uno specializzando non può fare programmi, perche non farebbe altro che vederli rompersi, uno specializzando non deve pensare a nient'altro al di fuori della chirurgia, in fondo sono solo 5 anni.
"Dato che la notte è passata e adesso sono le 9.00, che ne dici se quelle coca cole che dovevamo berci si trasformassero in due belle ciambelle? Ti va la colazione?" mi disse sempre Jackson avvicinandosi a me mentre ci cambiavamo nella nostra stanzetta, io rimasi nascosta dietro alla porta del mio armadietto, che fu proprio lui a chiudere per cercare una mia risposta "Ehm, per me va bene, dammi solo un minuto che finisco di sistemarmi" dico io sfilandomi la divisa e rimanendo in canottiera, lui mi fissò per un istante, fino a quando fu distratto da Alex che lo prese in giro per via del suo continatuo fissare "Stai zitto Karev" disse lui un po imbarazzato, io sorrisi e lui diventò tutto rosso, quanto è carino, in quel momento intervenne Meredith "Bhe almeno lui ne fissa una, non è un porco come te che le fissi tutte" tutti scoppiammo in una grossa risata, perche lei non aveva problemi a dire le cose in faccia e non aveva tutti i torti. Io e Jackson andammo al bar per fare colazione, la mia ciambella era piena di zucchero, e avevo il terrore di sporcarmi, ad un tratto Jackson sorrise e mi disse "Sei buffa, hai un po di zucchero sulla punta del naso" io cercai di pulirmi in fretta, e lui continuò a ridere "Andiamo, non c'è niente da ridere, non è divertente" dissi io "Si lo è" finimmo le nostre ciambelle e andammo a fare una passeggiata per il ponte "Ma tu sei Avery nel senso, quell'Avery che penso io?" dissi io trovando un argomento del quale parlare "Temo proprio di si, sono il nipote dell'Avery famoso" disse lui con un tono quasi malinconico "Non avresti voluto fare il medico?" dissi io incuriosita "Nono, fare il medico è il mio sogno, ma forse avrei voluto non essere un Avery, perche questo cognome apre molte porte che avrei preferito aprire con lavoro e impegno" disse lui "Io sono sicura che tu saresti arrivato qui anche senza avere questo cognome, ti ho osservato oggi, sei un medico fantastico, sarai quella persona che porterà il nome Avery ancora in alto" dissi io sicura di quello che stavo affermando. Mi prese un braccio mi fece girare velocemente verso di lui, sarebbero stati pochi i secondi che ci avrei messo ad allontanarmi se lui non avesse deciso di baciarmi, cosi senza preavviso. "E questo cos'era? La voglia di conquista appena arrivato?" dissi io leggermente scocciata "Volevi farti bello davanti agli altri maschi? Cosa sono? La prima di una lunga serie?" dissi io sempre piu arrabbiata, lui sorrise "Scusa, non so cosa mia sia preso" disse lui molto dispiaciuto "Non si da uno schiaffo per poi chedere scusa, un po di spina dorsale ci vuole" dissi io e lo ribaciai, lui sorrise e mi prese in braccio appoggiandomi al muretto del ponte, quando finì di baciarlo "Di che colore sono i miei occhi?" gli dissi io mettendo la faccia nascosta tra le mani "Hanno dei colori strani, sotto la luce del sole sono di un verde chiaro, molto simile all'azzurro, ma quando non osservi il cielo, sono verdi con sfumature quasi gialle che rendono il tuo sguardo ancora piu bello" concluse lui lasciandomi stupita "A me bastava che dicessi che erano verdi" dissi sorridendo "Quando sorridi sei ancora piu bella" affermò lui convinto. Adesso però devo pensare a cosa fare, non ho una casa, non so dove andrò a dormire stanotte, e non posso continuare a farlo in sala di guardia. "Senti, lo so che potrebbe sembrarti completamente fuori luogo, tu hai una casa o qualcosa di simile?" dissi io vergognandomi un po "Ahahah, me ne ero completamente dimenticato, non ho nessuna casa o qualcosa di simile" disse lui divertito "Ecco, so che Meredith, Alex e Arizona hanno trovato un appartamento e ce ne sarebbe uno proprio vicino, ne ho parlato anche con Lexie, ma per riempirlo dobbiamo essere in te" dissi io sempre piu imbarazzata, è come se gli stessi chiedendo di convivere mezz'ora dopo il primo bacio "Credo che possa essere una possibilità ma.."
"Dimenticavo che tu sei un Avery, cercherai sicuramente una casa tutta per te, con tutto il benessere necessario" dissi io convinta "Bella questa battuta, non ho niente di tutto questo, mia madre non è d'accordo con la vita facile, non è piaciuta neanche a lei la storia del mio cognome, se non ti do fastidio accetto volentieri il tuo invito" questo fu l'inizio di una lunga storia, ricca di amore, ma non sempre rosa e fiori, però amore.
Sette anni dopo, la situazione era cambiata, io e Jackson abbiamo preso strade diverse, non volevamo le stesse cose, non avevamo le stesse idee, non avevamo lo stesso futuro. Lui ha seguito le orme di Sloan, che abbiamo perso insieme a Lexie durante un disastroso incidente aereo, credo che sia stata la perdita piu sentita in tutto l'ospedale, loro due erano delle leggende, io invece non ero iteressata alla plastica, e decisi di diventare un chirurgo d'urgenza. La mai vita è perfetta,ho quello che ho sempre sognato. Ma la vita non è solo la medicina, la mia vita non si è fermata dentro a quell'ospedale, la parte piu bella della giornata è la sera quando uscendo dall'ospedale, un jeep nero si ferma davanti all'entrata e io vedo scendere mio marito e dopo di lui i due gemelli. La vita di un chirurgo non è solo medicina, la vita di un chirurgo non è diversa da tutte le altre, perche dopo una giornata di interventi e di salvataggi è bello tornare a casa e raccontarli al proprio marito, davanti ad una cenetta a lume di candela e guardare i propri figli che combattono contro il sonno pur di vedere la fine del cartone animato. 

  
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