mai [mài] avv.

• 1 Accompagnato da negazione significa “neanche una volta”, “in nessun caso”

• 2 Da solo, nelle risposte, equivale a una negazione recisa quale “assolutamente no”

Mai era l'effettivo modo/spazio/tempo in cui loro due sarebbero potuti essere una coppia. Mai era il contrario di sempre. “Ti amerò per sempre”, “Dopo tutto questo tempo?” “Sempre”. Frasi da film, che promettevano eternità, felicità, amore.

Eppure Sherlock e Molly erano il “mai”, l'impossibile, il neanche una volta.

Non c'era una motivazione precisa, era così e basta senza possibilità di scelta. Ineluttabile.

Molly non era intelligente come Mycroft o affascinante come Moriarty o sensuale come la Donna, non aveva neanche quel misto perfetto di tenerezza e coraggio come John. Lei era quella poco appariscente, quella timida che non diceva mai la cosa giusta, quella che non aveva il coraggio di dichiararsi. Mentre Sherlock era troppo preso dagli esperimenti, dai clienti e a dare la caccia a killer psicopatici per accorgersi di qualcosa.

E poi Sherlock non era in grado di amare, non come Molly avrebbe voluto essere amata. Lei amava fantasticare guardando film romantici, ma davvero sapeva quando era giunto il momento di smetterla di illudersi e per lei era giunto da ormai molto tempo.

Si era detta “mai più” ed in effetti aveva smesso di assecondare ed accontentare Sherlock in tutto e per tutto, aveva smesso di lanciarli occhiate di soppiatto e ad ammirare il suo profilo mentre lavorava al microscopio.

Aveva cercato una storia seria e aveva trovato Tom, all'inizio sembrava perfetto ma poi si era rivelato un idiota come tutti gli altri (eccetto uno).

Si era ritrovata sola, sola come Sherlock, e aveva pensato che in fondo avrebbe potuto sopportare con dignità quando lui irrompeva nel laboratorio con aria esaltata dicendo “The game is on, Molly” – con quel particolare modo di pronunciare il suo nome che ogni volta la faceva sorridere –.

Aveva deciso che probabilmente non sarebbe successo niente di male se Sherlock voleva passare più tempo con lei e veniva molto spesso in laboratorio e magari si fermavano anche a cenare insieme. Bastava solo ricordarsi di quel mai per evitare di farsi del male, anche se un po' male faceva sempre; per non illudersi – di nuovo – perché non avrebbe mai potuto pretendere qualcosa di più.

A lui mancava John, adesso che era sempre impegnato con sua figlia, ed era solo almeno quanto lei. Per questo le loro cene non erano mai niente più che un modo per trascorrere la serata, il più possibile lontano da fantasmi indesiderati.

Molly era certa che mai fosse un avverbio immutabile, eterno, definitivo. Sapeva che lei e Sherlock non sarebbero mai stati una coppia, ma neanche amici. Erano qualcosa di diverso. Neanche lei avrebbe saputo come definirlo se non qualcosa di bello.

Molly conosceva il potere del mai, perché aveva pensato per tutta la vita a cose che non sarebbero mai potute accadere. Per questo gli credette davvero quando una sera Sherlock le disse che non l'avrebbe lasciata mai.









Note d'autrice:
Questa flash giaceva nel mio pc da un mesetto e visto che in questo periodo sono improduttiva (dovrei finire di scrivere una long, ma dettagli) ho deciso di darle una sistemata e di pubblicarla. Anche perché ultimamente di Sherlolly se ne vedono poche T-T
Spero che Sherlock non risulti troppo fluffoso nell'ultima frase, ma magari a forza di stare vicino a Molly si è intenerito anche lui :3
Grazie se siete arrivati fin qui, fatemi sapere cosa ne pensate <3