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Autore: _Aeris_    30/06/2008    0 recensioni
La vita vista dal punto di vista di una ragazza qualunque...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Astrid è li, a fissare la luna stando seduta su un ramo di quell'albero secolare, che dal giardino della vecchia casa aveva visto passare e dileguarsi nel nulla vite. Un albero... Lui che ha fatto? Sta lì da secoli, fermo senza muoversi, respirare, pensare, sperare, aver paura, amare, non ha mai fatto nulla, ha solo vissuto anni ed anni fermo lì, notando soltanto come il mondo cambia nel tempo. Vite fatte di istanti e malinconie, brividi e paure, amori e speranze.
Astrid sfiora la ruvida corteccia nera. Non pulsa più di vita, la sua linfa finirà presto, morirà. Morirà come la persona che ha piantato il seme da cui è nato, nel caldo terreno arso dal sole di Luglio. Morirà come tutti, le sue foglie ingialliranno e cadranno e il suo tronco si inaridirà.
Ha visto molto e non ha vissuto nulla. Le persone vivono? O vedono soltanto?
Astrid è solo un bambina, ma pensa molto, fissa la luna bianca e piena che si staglia nel cielo tenebroso della notte. E pensa, si domanda molte cose. Si sente sola, la sua vita è dura, diversa da quella di molte altre bambine, non ha nulla e ha tutto. A volte crede che la sua vita non abbia senso, in 15 anni ancora non ha ricevuto niente se non false speranze.
Quella bambina che a cospetto dell'albero non ha idea di cosa sia veramente il mondo. Tutto ciò che ha sono le sue stesse speranze, vede il mondo morire sotto i suoi piedi, preda di un destino segnato da millenni. Profonde ferite solcano la terra, profonde come i segni che quella ragazza porta nel cuore.
Ci sono giorni in cui crede che tutto sia perfetto, ma poi apre gli occhi e il mondo non è più l'ovattato luogo confortante dei suoi sogni.
Vede le persone con gli occhi dell'albero secolare, lei ha visto e capisce tutto, si è resa conto troppo in fretta che la vita non è la preda ma il predatore, che non si può afferrare, ma che lei afferra te e ti stritola, perché il tuo destino è segnato dal tempo inesorabile scandito da minuti, ore e giorni e non c'è scampo. Il tue destino è morire. La morte segna la fine, tutto ha una fine, il tempo è scandito inesorabilmente e non vi è modo di fuggire e prima o poi ti troverai di fronte all'ineluttabile realtà costituita dalla fine stessa.
E li a cospetto della luna e dell'albero la piccola Astrid si rende conto di quanto la vita sia un inganno.
Le persone sono un inganno, ti scrutano con occhi languidi e ti sorridono falsamente, dicendo cose che non pensano e pensando cose che non dicono. Mentono a loro stessi dicendosi che è per non farti soffrire. Ti guardano, ti dicono che sei importante per loro, e il giorno dopo si dimenticano di te fino a quando non ne avranno bisogno. Ti sorridono e ti rincuorano mentre la tua vita va in mille pezzi, per poi scappare e non tornare più. Ti chiedi se il loro cuore batte. Ma la risposta spesso è no.
La vita stessa è un inganno, trappola mortale per ogni anima. Ti rende schiavo della proprio ineluttabile periodicità, ti costringe a vivere a tua vita in un mondo che si restringe a qualche chilometro dalla tua casa. Il lavoro, la famiglia, gli hobby stessi, il sonno... Ha tutto un suo ritmo, un suo tempo scandito con il ritmo di un diapason che ogni tanto, seppur raramente stona.
Astrid, crebbe, divenne donna, si fece una famiglia, degli amici, un lavoro, una casa. Si creò quella che tutti definiscono una vita più che soddisfacente. Ma dentro di lei l'anima dell'albero secolare vaga alla ricerca della luce, della libertà perduta infondo all'anima di ogni uomo. E quando la trova... La follia si impossessa di ciò che Astrid è.
La libertà non si può ottenere, sta infondo alla nostra anima e non la si deve toccare, nessuno lo deve fare, perché allora ti renderai conto di cos'è la vita. E allora non ci sarà salvezza e l'unica via per trovare la piena soddisfazione dalla libertà sarà soltanto la fine.
Passano secoli ancora, o forse sono solo anni, o giorni, o mesi, il tempo mangia inesorabilmente il tempo, un susseguirsi di secondi che si annullano tra loro senza mai fermarsi.
E da dove Astrid riposa, l'anima dell'albero si infonde nel terreno, e una nuova vita ha luogo dalla fine.
  
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