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Autore: RedSonja    16/03/2014    9 recensioni
Tutti ricordano la leggenda della fondazione di Roma.
Le battaglie e le vicende che riguardano la Città Eterna e i grandi uomini che guidarono l'Impero verso la massima espansione.
Ma pochi ricordano che se tutto ciò è stato possibile lo si deve alla Lupa.
Ecco, questo è il mio tributo alla protettrice di Roma.
Spero che leggerete questa mia piccola shot e che mi lascerete una recensione: vorrei sapere cosa ne pensate di questa piccola follia ^^
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       De lupa matre                                       




Era ancora lì, ferma sulla riva di quel fiume che l'aveva vista crescere.
Un fiume impetuoso e selvaggio, come lei, come il dio che serviva.
Tevere.
Così gli umani chiamavano quel corso d'acqua che da molto tempo bagnava la loro terra, da molto prima che i Dardanidi arrivassero su quella terra.

Lei era nata insieme a quel fiume, lì, da quelle acque scure e gelide che molto sangue avevano accolto nella loro corsa verso il mare.
Era nata lì per volere di Marte, il dio della Guerra. E sempre il dio l'aveva amata e onorata come sua compagna in battaglia, tanto che la portava raffigurata su quello scudo che aveva resistito ad innumerevoli colpi.
E molti avversari le sue fauci avevano dilaniato, in perfetta armonia con la spada insanguinata di Marte, molte morti aveva causato. 
Questo era sempre stato il suo compito, fin da quando era stata in grado di reggersi sulle forti zampe. 

Finchè un giorno il dio non le affidò la cura di due strani cuccioli senza pelo. Le aveva chiesto di proteggerli e nutrirli, fino al giorno in cui un umano non li avrebbe trovati ed accolti come propria progenie.
E così si era ritrovata ad essere madre ed a crescere i capostipite di una stirpe di guerrieri indomiti e coraggiosi, che avrebbe dominato fin oltre il mare di cui aveva sentito parlare. Aveva obbedito al suo dio, crescendo i due cuccioli come i suoi lupacchioti, insegnando loro come essere cauti, ma sempre pronti alla lotta.

Doveva ammettere che le era anche dispiaciuto quando vide venir loro incontro un umano anziano e piuttosto mal ridotto, visto che si appoggiava ad un bastone, tentennante per la paura ma mosso dall'intenzione di toglierle quelli che ormai aveva considerato come suoi cuccioli.
Ma sapeva di non dover opporsi. Così lasciò che si avvicinasse e prendesse in braccio quei due esserini senza pelo che aveva nutrito con il proprio latte e tenuto al caldo nelle gelide notti invernali con il proprio pelo.

Non li aveva abbandonati, continuando a tenerli d'occhio anche dopo che erano andati a vivere con quell'umano. Erano cresciuti in pochi inverni, diventando simili al suo dio: stessi occhi scuri, carnagione chiara e i bruni capelli riccioluti. Eppure per lei sarebbero rimasti sempre quegli esserini indifesi che le si aggrappavano al folto pelo ogni qualvolta che cambiavano tana.
Era stata orgogliosa di vederli combattere l'uno al fianco dell'altro, come due giovani lupi, per andare a riconquistare il trono che spettava loro di diritto, governando saggiamente... ma sapeva che non ci potevano essere due re per la stessa città.

Pianse ed ululò a lungo nella notte, rendendo omaggio a quel figlio che era morto per mano del fratello, che ora sedeva sul trono che gli avrebbe portato l'eterna memoria.
E continuò così a vegliare su quella stirpe, che in suo onore fece fondere il bronzo a creare l'immagine di una lupa che allatta due gemelli.
Lei, che i Romani avevano chiamato Lupa Capitolina, emblema e protettrice della Città Eterna.

Lei, semplicemente Lupa, chiudeva gli occhi ora, volgendo lo sguardo triste alla luna a urlare il suo dolore.
Dolore per essere costretta a vedere la fine dell'Impero che per anni aveva protetto.
Dolore per vedere dimenticati gli dei che per secoli immemori erano stati adorati e che avevano permesso la supremazia di quegli uomini sugli altri popoli.
Dolore perchè sapeva che mai avrebbe potuto ricongiungersi ai suoi cuccioli, piccoli mortali.

E così, si alzò, scomparendo nel bosco, fiera nella sua maestosità. Algida nella sua solitudine.

Lupa era il suo nome, e ancora oggi veglia sui discendenti dell'antica stirpe che venne dagli dei.





Angolo dell'Autrice


Buona sera XD
Mi presento: il mio nome è RedSonja e questa è la mia prima opera originale.
Visto che ultimamente sono in fissa con l'epica, ho pensato di scrivere qualcosa a proposito della fondazione di Roma (la mia amata città *-*) ma visto che amo la leggenda di Romolo e Remo, be', mi è venuto in mente qusto.
Spero che vi piaccia e che mi lascerete qualche recensione (anche negativa... vorrei sapere sinceramente cosa ne pensate)
Baci <3 <3 <3
RedSonja



 
  
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