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Autore: shesbroken    16/03/2014    1 recensioni
«L'ho fatto per mio fratello. Ci tengo molto a lui.» Dissi stringendomi nelle spalle, prima che il ragazzo buttasse la sigaretta a terra, per potersi così parare di fronte a me. Il sorriso ammiccante, la fossetta appena accennata, avrebbero ammaliato molte ragazze, ma non me.
«Ed è per questo che ora ti stai nascondendo da lui?»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1

Non saprei dire con precisione quando incominciai a pensare che dovevo dare una svolta alla mia vita. Probabilmente quando mia madre abbandonò Rupert per un signorotto dell'alta società, o forse quando vidi mio fratello Scott tagliare il traguardo per la prima volta. Sta di fatto che non sono ancora riuscita a organizzare il mio progetto per il futuro, a trovare il modo per lasciarmi alle spalle il passato per potermi concentrare sul presente.
Era ormai buio quando decisi di uscire casa, incurante delle raccomandazioni di mio fratello. Nonostante fosse il menefreghismo fatto persona, con me era diverso. Fin da bambini era sempre stato a dir poco protettivo nei miei confronti, come se in qualche modo volesse riparare agli sbagli di nostra madre. Diceva sempre che si sarebbe preso cura di me, che non mi avrebbe mai abbandonato e fortunatamente aveva mantenuto la promessa.
Non appena arrivai alla solita biblioteca che ormai frequentavo abitualmente da mesi, mi precipitai subito tra le corsie alla ricerca di un buon libro da leggere durante le festività natalizie, ovviamente dopo aver salutato Susan, l'anziana proprietaria del posto sempre disponibile a consigliarmi e ad aiutarmi nelle mie scelte. Passai le dita sulle copertine di quei vecchi libri, soffermandomi per un momento su “Le Pagine Della Nostra Vita”, accennando così un sorriso prima di passare oltre. Era sempre stato il mio libro preferito, riuscivo sempre a immedesimarmi nel personaggio, probabilmente grazie al modo di scrivere semplice ma efficace di Nicholas Sparks.
«Mi scusi.» Sentii dire improvvisamente alle mie spalle, mentre con un tocco delicato, una bambina di appena undici o dodici anni appoggiava la propria mano sulla mia giacca in pelle. Non appena mi girai per chiederle di cosa avesse bisogno, mi domandò dove poteva trovare un vecchio libro che avevo letto mesi prima. Con un sorriso accennato, le indicai lo scaffalle alle mie spalle, facendole vedere il libro di cui aveva bisogno.
«E' quello?» Chiesi tornando ad osservare per un momento la bambina. Gli occhi marroni erano incorniciati da lunghe ciglia e nel suo sguardo riuscii a cogliere quella serenità che solo i libri potevano dare. Mi venne da sorridere per un momento, era come se mi rivedessi in lei. Una giovane donna che cercava di non pensare a tutto il caos che aveva in testa.
«La ringrazio.» Mi disse volgendo lo sguardo alle mie spalle, prima che io mi voltassi per vedere chi o cosa aveva attirato la sua attenzione. Un ragazzo all'inizio della corsia ci osservava con un'aria cupa e non potei fare a meno di osservarlo mentre chiedeva alla bambina se avesse finito. Gli occhi verdi non lasciavano trapelare alcuna emozione, i capelli ricci e scuri portati scompigliati erano stati coperti da una delle solite cuffie vendute a buon mercato mentre la giacca lasciata aperta, lasciava intravedere un tatuaggio al di sotto della maglietta bianca. Era di certo una bellezza particolare, un ragazzo slanciato che avrebbe sicuramente fatto colpo su molte ragazze, persino su di me.
«Si Blake.» Disse la bambina, lanciandomi un sorriso fugace, prima di avvicinarsi al ragazzo che, d'altro canto, tornò ad osservare la bambina, prima di sparire dalla mia vista. Non ero di certo il genere di ragazza che cedeva facilmente davanti a un fisico ben scolpito, ma in quel momento mi sentii diversa, come se niente sarebbe stato più lo stesso.
Non appena mi resi conto di quanta stupida fossi stata anche solo a pensare una cosa del genere, presi il primo libro che mi capitò tra le mani, prima di tornare alla casa. Fiona Harris non era così ingenua da cadere in tentazione.

«Fiona sei tu?» Urlò mio fratello dalla cucina, non appena chiusi la porta di casa alle mie spalle, accompagnata dalle due borse della spesa.
«Tu cosa dici?» Dissi trascinandomi da lui, prima che mi si parasse difronte con un aria corruciata. Sapevo già cosa voleva dirmi e senza pensarci due volte alzai gli occhi al cielo.
«Dove sei stata? Sono le sette passate.» Mi disse, mentre io nella mia testa pensavo a quanto fosse prevedibile.
«Ho preso qualcosa da mangiare e un libro nuovo.» Dissi stringendomi nelle spalle, prima che lo superassi per andare ad appoggiare le borse pesanti sul tavolo, sotto il suo sguardo indagatore.
«Non dovresti andare in giro da sola a quest'ora.» Mi disse appoggiandosi allo stipite dalla porta, mentre io, come sempre, sistemavo quelle poche cose che avevo preso. I soldi non abbondavano di certo.
«Forse dovresti accompagnarmi anche in bagno, potrei venire risucchiata dallo scarico del cesso.» Dissi esasperata, prima di riprendere il controllo. Odiavo dover alzare la voce con Scott, ma a volte non riuscivo a darmi un contegno. Per un momento, fortunatamente, lo vidi accennare un sorriso.
«Non sei simpatica.» Disse stringendosi nelle spalle, cercando di ignorare il mio sguardo divertito.
«Quindi è per questo che stai sorridendo.» Dissi dandogli una pacca sulla spalla, prima di andare a portare il mio nuovo libro in camera, mentre una vecchia canzone degli All Time Low rieccheggiava nella casa. Io e mio fratello eravamo fatti così, prima ci maledicevamo a vicenda e dopo neanche un minuto ridevamo come se niente fosse.
«Comunque sorellina, mi sono dimenticato di dirti che stasera andiamo al Black Hole.» Urlò mio fratello dalla cucina, mentre io mi bloccavo nel bel mezzo del salotto, cercando una scusa buona da dargli. Non era un segreto che quel posto non mi fosse mai piaciuto. Gare di moto clandestine, scommesse, erano cose che avrei preferito evitare, ma da quando Scott era entrato a far parte di quell'ambiente non avevo scelta.

«Ma c'è Supernatural alla tv.» Dissi irrumpendo in cucina, mentre mio fratello, ai fornelli, improvvisava qualcosa.
«Potrai guardarlo sul computer domani.» Disse voltandosi per un momento verso di me, prima di tornare a concentrarsi sulle sue uova. Era giunto il momento di mettere le cose in chiaro, ero stufa di dover continuare a fingere che andasse tutto bene.
«Perchè continui a frequentare quel posto?» Chiesi sedendomi sul tavolo, mentre Scott continuava a darmi le spalle. Si stava rovinando con le sue stesse mani, e sapevo che non sarei riuscita a fargli cambiare idea tanto facilmente .
«Perchè tra qualche mese avremo abbastanza soldi per permetterci qualcosa di meglio Fiona. Tu non meriti questa vita.» Disse prima di voltarsi verso di me, spegnendo così i fornelli. Il suo sguardo era sincero.
«E poi mi piacciono queste gare. la velocità, l'adrenalina fanno parte di me ormai.» Disse avvicinandosi per un momento a me, mentre io abbassavo lo sguardo scoraggiata. Come potevo negargli l'unica cosa a cui fosse realmente dedito? L'unica cosa che riuscisse a farlo sentire vivo?
«Ho paura che tu ti faccia del male Scott.» Dissi scrollando la testa, prima che mio fratello mi abbracciasse, riuscendo in qualche modo a rassicurarmi.
«Non succederà, almeno non stasera.» Disse scostandosi da me, per potermi spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Stasera gareggerà un nuovo ragazzo negli Hurricane. Voglio solo andare per vedere come se la cava.» Disse facendomi un occhiolino, prima di tornare alla nostra cena. Almeno sarei stata tranquilla nel vederlo al mio fianco. Per una volta non dovevo preoccuparmi, o almeno così pensavo.

Mi misi una tenuta comoda prima di uscire. Una maglia pesante, un paio di jeans e i miei inseparabili anfibi sarebbero stati inadeguati per quell'ambiente, dove ragazze succinte e con in mostra le loro "doti", come amava dire mio fratello, cercavano di catturare l'attenzione dei partecipanti alla gara.
«Ancora non capisco perchè tu voglia che venga. Non eri tu a dire che volevi tenermi lontano dai guai?» Dissi osservano mio fratello che, concentrato sulla strada, accennò un sorriso non appena sentii le mie parole.
«Voglio tenerti d'occhio, a casa rischieresti di essere risucchiata dallo scarico del cesso, non ricordi?» Mi disse con un sorrisino malizioso, mentre io cercavo a stento di trattenere le risate. Era a dir poco adorabile quando faceva uscire il suo lato paterno, ma a volte davvero superava il limite.
«C'è il pienone stasera.» Dissi prima di tornare a volgere lo sguardo difronte a me, dove continuava ad arrivare gente da tutte le parti. Ragazzi della nostra età, uomini sulla quarantina, di certo stasera se ne sarebbero viste delle belle.
«Tu mi devi tanto.» Dissi poco prima che mio fratello parcheggiasse, lasciandosi sfuggire una risata.
«Un giorno mi ringrazierai.» Disse probabilmente alludendo a tutti i soldi che avrebbe guadagnato grazie a quel secondo lavoro.
Non appena ci avvicinammo per osservare con più attenzione il nuovo arrivato degli Hurricane, rimasi sorpresa nel vedere la stessa persona di quel pomeriggio. A differenza di qualche ora prima, sul volto aveva un'aria divertita, beffarda e incurante del pericolo. Non aveva niente a che vedere col ragazzo cupo e pensieroso che aveva incrociato il mio sguardo in quel vecchio negozio.
«Blake Stewart, gli Hurricane hanno fatto un vero e proprio affare.» Disse una voce alle nostre spalle, che riconobbi senza neanche il bisogno di voltarmi per vedere di chi si tattasse. Il migliore amico di Scott amava prenderci alla sprovvista.
«Da dove viene?» Chiesi continuando a tenere lo sguardo fisso sul ragazzo, che continuò a scherzare con i suoi nuovi compagni d'avventure e con un paio di ragazze già pronte all'attacco.
«Ciao anche a te Fi. Viene dalla Florida, dicono sia imbattibile.» Disse James, prima di ricominciare a parlare insieme a Scott. Blake nel frattempo iniziò a flirtare con una delle ragazze, una rossa mozzafiato che avrebbe portato volentieri a casa sua se solo avesse potuto, prima di incominciare a guardarsi incontro. Nel giro di qualche secondo incrociò il mio sguardo indagatore, e come una bambina, decisi di nascondermi dietro a mio fratello, cercando di ignorare l'imbarazzo che stava crescendo dentro di me.
«Fi hai sentito, se tutto va bene entro la settimana prossima potremmo permetterci un divano nuovo.» Disse mio fratello, esaltato, al solo pensiero di ricevere così tanti soldi per una stupida e rischiosa gara contro gli Hurricane.
«Dovrei saltare dalla felicità?» Chiesi scettica, alzando un sopracciglio, mentre James, con una smorfia volgeva lo sguardo altrove. Non volevo discuterne ancora con Scott, ma davvero non riuscivo a fingere che mi andasse bene.
«Dovresti incoraggiarmi per una volta.» Disse semplicemente, prima che qualcuno, al megafono, incitasse gli spettatori a farsi da parte. Le scommesse erano state fatte, era giunto il tempo di correre.
Vedere quei ragazzi correre all'impazzata, così concentrati sulla strada, mi fece ritornare alla mente la prima volta in cui Scott aveva partecipato a un evento del genere, quando mai avrei pensato di poter provare così tanta paura in vita mia.

15 Aprile 2013
«Voglio solo provare Fi, non temere.» La voce di mio fratello, il suo sguardo sereno mentre saliva in sella a quella vettura infernale, mi fece rabbrividire, per un momento. Non aveva esperienza e tantomeno aveva mai visto una gara del genere. Era rischioso e lui non riusiva davvero a rendersene conto.
«Sai benissimo che non è vero.» Dissi stringendomi nel mio cardigan blu, mente mio fratello mi accennava un sorriso, cercando di incoraggiarmi a credere in lui.
«Fidati di me.» Mi disse per poi stamparmi un bacio sulla fronte, lasciandomi con la consapevolezza che niente sarebbe stato più lo stesso.

Provai la stessa sensazione in quel momento. Angoscia, paura, mentre immaginavo mio fratello in sella alla sua motocicletta, che sfidava la velocità, il pericolo, la morte.
«Sii più comprensiva con lui, è il suo sogno infondo.» Mi sussurrò James all'orecchio, mentre io volgevo lo sguardo verso Scott, cercando di reprimere ogni tipo di emozione. Non volevo che mettesse in gioco la sua vita, ma neanche volevo ostacolare le sue ambizioni.
«Non voglio mentirgli dicendo che va tutto bene.» Dissi in un sospiro, poco prima che qualcuno tagliasse il traguardo. La folla esultò, io per un momento sobbalzai sentendo tutto quell'improvviso fracasso, e quando il vincitore si tolse il casco, rimasi sorpresa nello scoprire che si trattava del nuovo arrivato.
«Scott, hai trovato un rivale.» Disse tra le risate James, mettendo sotto pressione mio fratello che, d'altro canto, strinse i pugni, osservando con attenzione il ragazzo.
«La fortuna del principiante.» Disse senza lasciar trapelare alcuna emozione, prima di volgere lo sguardo verso di me. Sapeva che non avrei mai apporvato la sua scelta, ma non poteva di certo ignorarmi a vita.
«Vieni con noi all'Hooks?» Mi chiese trafiggendomi con lo sguardo, mentre mi stringevo nelle spalle. Era nervoso, riuscivo a percepirlo chiaramente e non potevo di certo lasciarlo solo.
«Certo.» Sussurrai semplicemente, prima che quel tale, Blake, la sua brigata e James, si avvicinassero a noi. Il sorriso beffardo di quel ragazzo, lo sguardo divertito, non avrebbero portato a nulla di buono. Era diventato tutt'altra persona.
«Ecco il tuo prossimo sfidante, sarà la corsa dell'anno, te lo posso assicurare.» Annunciò James, prima di incominciare con le presentazioni, mentre io rimanevo dietro a Scott, cercando di non dare nell'occhio. L'aria era già abbastanza tesa.
«Dimenticavo, lei è Fiona. Sua sorella.» Il danno era fatto. Non appena incrociai lo sguardo di Blake, capii che quello era solo l'inizio, che quel ragazzo sarebbe stato solo l'ennesimo guaio nella mia vita.
«Ho avuto l'onore di contrarla oggi pomeriggio.» Disse ammiccando un sorriso, mentre i muscoli di Scott si facevano ancora più rigidi. Senza pensarci due volte appoggiai una mano sul braccio di mio fratello, che per un momento si rilassò, cercando di ignorare i suoi istinti omicidi verso Blake.
«Vi va di venire all'Hooks? Leeroy ci sta aspettando lì.» Disse infine James, riuscendo a farmi venire la pelle d'oca. I giochi potevano avere inizio.

Non appena arrivamo a quel piccolo locale, che ormai frequentavamo abitualmente da mesi, non mi stupii quando all'improvviso fui circondata da ragazzini che a stento si reggevano in pieni. Era una generazione in degrado. Una generazione dove i ragazzi seguivano la massa, facevano le scelte sbagliate e non pensavano al proprio futuro.
Senza rendermene conto, mio fratello mi trascinò in un punto isolato del locale, e non appena si accertò come fummo soli, volse lo sguardo verso il mio volto, iniziando a parlare.
«Come lo conosci?» Mi chiese incrociando le braccia al petto, mentre io esaperata, cercavo di mantenere il controllo. L'ultima cosa che volevo era una scenata davanti a tutti.
«L'ho incontrato in biblioteca.» Dissi a mia volta alterata, non riuscendo a trattenere le mie emozioni. Fu in quel momento che mio fratello scoppiò.
«Dannazione Fiona! Quel tipo è portatore di guai. Quante volte ti ho detto che non voglio che qualcuno ti faccia del male, sei un'incosciente.» Mi urlò letteralmente in faccia, facendo voltare quei pochi ragazzi sobri che non volevano proprio farsi gli affari propri. Lo odiavo quando perdeva le staffe in quel modo, e per di più se cose futili come queste.
«Vuoi veramente che ti faccia parlare per un buon motivo?» Chiesi a mio volta, prima di andarmene senza troppi giri di parole, riuscendo a divincolarmi dalla sua presa. Forse era giunto il momento di dimostrare a mio fratello cosa volesse veramente dire cacciarsi nei guai.
Fortunatamente il locale si riempì velocemente, e mentre mio fratello mi cercava tra la gente, mi andai a nascondere nel retro del locale, ignorando le sue telefonate. Ero stanca di sentirmi accusata senza un motivo valido.
«Ecco dove ti eri cacciata.» Disse improvvisamente una voce, mentre, appoggiata al muro, fissavo il vuoto difonte a me. Fu facile riconoscerla.
«Volevo stare sola.» Dissi semplicemente, mentre il fumo della sua danata sigaretta mi finiva in faccia, facendomi fare una smorfia di disgusto senza neanche volerlo.
«Non sembri quel tipo di ragazza.»
«Quel tipo di ragazza?» Chiesi voltandomi verso di lui. Il volto di Blake era incorniciato da un grande sorriso beffardo, che, d'altro canto, mi fece venire la pelle d'oca. Scott aveva ragione, quel ragazzo non avrebbe portato a nulla di buono.
«Che ama le scommesse, la sfida, che frequenta posti come questo.» Disse prima di tornare alla sua sigaretta, mentre, dal locale, le note di Sweet Dream arrivavano alle mie orecchie. Il suo sguardo divertito, i tatuaggi che riusicivo a stento a vedere, mi fecero tonare alla mente le parole di mio fratello, e come una sciocca, pensai al da farsi.
«Non ho mai detto di essere parte di tutto questo.» Dissi in un sospiro, abbassando per un momento lo sguardo, mentre sentivo lo sguardo del ragazzo trafiggermi la pelle. Provai ribrezzo quando lo sentii sogghignare. Non c'era niente di divertente in tutta quella situazione, almeno non per me.
«Fino a prova contraria potevi rimanere a casa a leggere un buon libro. Non penso che qualcuno ti abbia costretta a venire.» Disse lasciando che il fumo mi finisse in faccia, prima che io mi staccassi al muro, per riuscire a guardarlo faccia a faccia. Forse quel ragazzo era portatore di guai, ma di certo io non sarei scappata. Non ero debole come mio fratello si ostinava a dire, e ero abbastanza matura da riuscire a ignorare gli sguardi ammicanti di un perfetto sconosciuto.
«L'ho fatto per mio fratello. Ci tengo molto a lui.» Dissi stringendomi nelle spalle, prima che il ragazzo buttasse la sigaretta a terra, per potersi così parare di fronte a me. Il sorriso ammiccante, la fossetta appena accennata, avrebbero ammaliato molte ragazze, ma non me.
«Ed è per questo che ora ti stai nascondendo da lui?» Mi chiese lasciandosi scappare un ghigno. Riuscivo a sentire l'odore di fumo proveniente dal suo alito, ma non cedetti. Non ero debole.
«Non puoi capire.» Dissi scrollando la testa, abbandonando il ragazzo con un gesto repentino. Prima che se ne rendesse conto, tornai al locale, sperando di trovare Scott in mezzo a quella folla di ragazzini super eccitati. Avevo dato il via a una serie di sfortunati eventi.

   
 
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