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Autore: Rakshasa    16/03/2014    0 recensioni
La storia parla di un ragazzo-fantasma che inizialmente non si renderà conto di essere morto ma con l'aiuto di svariati indizi riuscirà a comprenderlo, la storia ha dei caratteri psicologici che cercano oltre di far appassionere il lettore alla trama anche a farlo riflettere.
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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N0N ESISTENZA Jonathan Williams. Ero appena tornato a casa da una faticosa giornata lavorativa, ero esausto, in casa non c'era nessuno,allora decisi di buttarmi sul divano e guardare la tv. Dopo qualche ora mi svegliai e mi ricordai che dovevo accomagnare il mio amico Joshua all'areporto, così mi incamminai verso casa sua, bussai... Ma non rispose nessuno, era strano, com'era strano il fatto che non c'era nessuno in casa mia... a quel punto andai a casa di Edward, suonai il campanello...Anche lì nessuno rispondeva. Tornai a casa per provare a telefonare a Joshua, ma non appena presi il telefono in mano esso mi diede una scossa elettrica ed esplose, lo scagliai sul divano, ero stufo, in tutta la giornata non avevo fatto che vagare a vuoto per la città senza ottenere nulla.
Il giorno dopo decisi di andare al locale di mio zio Leonard... Stranamente era chiuso e c'era un cartello : < CHIUSO PER LUTTO >, "molto strano" pensai, non ne sapevo nulla, a quel punto andai al cimitero per vedere chi fosse morto... Vidi tutti coloro che conoscevo messi in cerchio, era in corso la sepoltura, mi avvicinai e vidi la lapide dove c'era scritto: "Qui giace Jonathan Williams", a quel punto sobbalzai,sbarrai gli occhi, incominciai a sudar freddo, ero come paralizzato, poi però incominciai ad urlare: < < CHE RAZZA DI SCHERZO E' QUESTO?? VI SEMBRANO SCHERZI DA FARE??? EHI! IO SONO QUI! SONO CON VOI! SONO DIETRO DI VOI!!!> > Poi il prete incominciò a parlare, diceva esattamente le parole che seguono < < Oggi siamo qui per dire addio al nostro caro amico Jonathan Williams, il fato volle che egli in quella tragica sera venisse investito morendo sul colpo...> > Realizzai di essere morto, non riuscivo ad accettarlo, come?Non potevo... Pensavo a cos'ero, perchè ero, chi ero... il motivo per il quale ero ancora lì, che senso aveva avuto la mia esistenza, tutto quello in cui avevo creduto in quel momento, ma prima di tutto pensavo a cosa avrei fatto da quel momento in poi, perchè dovevo restare lì? Tutt'ora ancora non sono riuscito a darmi una risposta e non credo che ci riuscirò... Mi sento come in una foresta innebbiata, tra fitti alberi in cerca del mio sentiero, che forse non ritroverò mai più. Queste domande...Questa mia storia... Chiamerò tutto questo "NON ESISTENZA".
   
 
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