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Autore: ADayInTheLife_    16/03/2014    1 recensioni
"R-Roger" La sua voce, per la prima volta, tremò.
"Vai al piano di sotto, chiama un'ambulanza, il numero lo sai.." strinse la mano della ragazza mentre il suo figlio più piccolo spariva correndo per le scale.
Accarezzò con due dita la guancia della sua piccola e si lasciò andare, sfogando tutto ciò che provava con un pianto silenzioso.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Martedì 26 Novembre 1957

"Anne? Anne, ti prego.." Il piccolo di casa si lasciò scivolare lungo il muro più vicino.
La madre, arrivata da poco, si precipitò al primo piano e cominciò a bussare alla porta in legno che la divideva da sua figlia.
"Anne, dai, non fare così, apri" Cercò a lungo il mazzo di chiavi nella borsa e, quando lo trovò, si mise a cercare la piccola chiave in ottone che le avrebbe permesso di accertarsi che tutto fosse a posto.
"Da quanto tempo non risponde?" Chiese al figlio più piccolo cercando di mascherare la paura.
"La chiamo da mezz'ora..." Rispose il piccolo dai grandi occhioni azzurri colmi di lacrime.
Trovò finalmente la chiave ed una volta inserita nella serratura, la fece girare per poi scaraventarsi nella stanza.
Era sdraiata a terra, priva di sensi, in una mano un bicchiere, nell'altra delle pasticche.
Aveva gli occhi spalancati e lo sguardo perso nel vuoto.
"R-Roger" La sua voce, per la prima volta, tremò.
"Vai al piano di sotto, chiama un'ambulanza, il numero lo sai.." strinse la mano della ragazza mentre il suo figlio più piccolo spariva correndo per le scale.
Accarezzò con due dita la guancia della sua piccola e si lasciò andare, sfogando tutto ciò che provava con un pianto silenzioso.



Mercoledì 27 Novembre 1957

Mi svegliai in quella che riconobbi essere una stanza d'ospedale.
Mi diedi qualche pizzicotto sul braccio e, una volta capito che non era solo un sogno, scoppiai a piangere, stringendo il cuscino.
Guardai l'orologio e mi dissi che a quell'ora, se non fosse stato per mio fratello e mia madre, probabilmente non sarei stata li, così affondai il viso viso nello stesso cuscino che avevo stretto poco prima, prendendo un respiro profondo.
Cercai di fare mente locale e tornare agli attimi prima del gesto estremo ma fui interrotta dal bussare di qualcuno.
Mi limitai a dire svogliatamente un "Avanti" e mi ritrovai un dottore in camera.
"Ciao Anne.." Sorrise guardando la cartella che aveva in mano
"Buongiorno dottore.." alzai la testa dal cuscino, squadrandolo.
"Come va oggi?" Alzai un sopracciglio cercando di capire se scherzasse o meno.
"Ho capito.. Sai perché sono qui, giusto?" Annuii e cominciai a giocare con un lembo del lenzuolo.
"E allora saprai anche che non dovrai rimanere ma dovrai essere seguita da uno psicologo, giusto?" Sbarrai gli occhi e scossi la testa.
"Ma io sto bene, dottore... La prego.." 
"Mi dispiace, Anne, lo facciamo per te.. E' tutto.. I tuoi familiari sono di fuori, puoi riprendere le tue cose.."
Diedi un'occhiata veloce alla stanza e poi abbassai lo sguardo. 
Realizzai di avere ancora addosso i miei vestiti, ripresi la giacca dalla sedia poco lontana e scesi dal letto sospirando rumorosamente, per poi raggiungere la mia famiglia.

 

  -

 

Eravamo arrivati a casa da circa un'ora e nessuno aveva avuto il coraggio di dire mezza parola.
Mi sdraiai sul divano e chiusi gli occhi, cercando di placare il forte mal di testa massaggiandomi le tempie.

'Dovrai andare dallo psicologo, complimenti Anne.. Non potevi ucciderti in un altro modo? No, ovviamente, dovevi farti salvare.. ' 

Sbuffai cercando di scacciare la vocina idiota che da un po' di tempo a questa parte mi faceva fare solo danni e portai un cuscino sul viso.
"Anne, il dottore ha detto che questa settimana dovrai essere seguita da uno psicologo, tornerai la prossima settimana a scuola"

'Evviva'

"Mamma, non voglio andarci" replicai seccata.
"Non puoi decidere, devi e basta.. Ah, scordati le uscite il pomeriggio, gli unici tragitti concessi sono casa-scuola, scuola-casa, al massimo puoi raggiungere la biblioteca ma  devi essere a casa alle cinque e mezza, intesi?" Alzai gli occhi al cielo e borbottai un 'Si, padrona' poi mi rigirai e mi concentrai sulla televisione, da poco accesa da mio fratello.
Mi aspettava una settimana molto divertente.

Angolo autrice: Okay ragaffi, fono tornata dopo tanto tempo con una nuova ftoria.
No, okay, parlo normale.
Non sono molto ispirata e non ho nemmeno molto tempo per scrivere, ma questa storia dovrei riuscire a portarla a termine.
Anyway, come sempre se avete critiche e consigli non esitate a recensire.
Graffie a chiunque legga quefta ftoria :B




 
  
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