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Autore: Sprjng    16/03/2014    10 recensioni
"Che succede?"
"Mi hanno visto, Ash." disse, singhiozzando.
"Chi ti ha visto?" chiesi confusa.
[...]
"Tranquilla, sistemerò tutto."
-
"Devo dirti una cosa importante."
"Non mi interessa, devo andare dalla mia famiglia."
"Ashley, quella non è la tua vera famiglia."
-
Alcune esperienze ti portano a chiuderti in te stessa. E innalzi muri insormontabili, obbligando le persone a restarne fuori.
Ma lui voleva entrare. Avrei dovuto permettergli di distruggere la barriera che ci divideva?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro,
non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.'

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I was not enough.



 

Harry

 

"I stared up at the sun, thought of all of the people, places and things I’ve loved."

"I stared up just to see, with all of the faces, you were the one next to me."

 

Allungai la mano e tastai il comodino alla ricerca del telefono. Non lo trovai e la sveglia cominciò a farmi venire il mal di testa.

Così aprii gli occhi e notai che la luce del display illuminava una cornice. Avevamo scattato quella foto durante un raro giorno di sole. Katy sorrideva e mi guardava, mentre io esibivo una delle mie migliori smorfie.

Avrei dovuto sbarazzarmi di quel ricordo, come di tutte le altre cose che mi facevano pensare a lei. Sospirai e decisi di alzarmi.

Andai ad aprire la finestra e quando passai di fianco al comodino, presi la cornice e la misi nella libreria, infilandola tra due libri.

 

Alzai il viso e i riccioli ricaddero sulla fronte umida. Allungai un braccio e dopo aver afferrato l'asciugamano, lo strofinai contro il volto e lo lasciai cadere in un angolo a caso.

Scesi le scale, consapevole del fatto che avrei dovuto sopportare le urla di mia madre e mia sorella.

Non perchè litigassero, ma perchè il loro tono di voce era incredibilmente alto, anche alle sette di mattina.

 

"Buongiorno amore." disse mia madre, sorridente. "Giorno." le risposi.

"Robin vi ha comprato i cornetti." disse, indicandoli. Mi sedetti a fianco di mia sorella e ne presi uno. Robin era il nuovo marito di mia madre. Era un tipo simpatico e ci comprava la colazione tutte le mattine.

"Sono in ritardo." disse nervosamente Gemma, afferrando con velocità un cornetto e mordendolo. "Per?" chiesi, fingendomi interessato alla sua vita. "Nuovo lavoro." disse biascicando.

Nonostante frequentasse l'università e fosse mantenuta dai miei, voleva lavorare. E così, optò per un lavoro bellissimo. La cameriera.

Diceva che oltre ad essere un posto di lavoro sicuro, interagiva con le persone e altre stronzate che si era inventata per auto convincersi di star facendo la cosa giusta.

Presi una tazza di latte e ci versai una quantità industriale di cacao per poi iniziare a mescolare il tutto, lentamente. Piegai la testa, sorreggendola con il palmo della mano.

"Harry, cos'hai?" chiese dolcemente mia madre. Alzai lo sguardo. "Niente." dissi poi, cercando di apparire disinvolto.

Sentii Gemma fingere una tosse e mi voltai a guardarla. "Che vuoi?" chiesi scocciato.

"Non vuoi dire alla mamma perchè sono giorni che sembri un morto vivente?" chiese. "Gemma." dissi duramente.

Era mia sorella maggiore, ma era incredibile come a volte sembrasse una bambina dispettosa.

"Che è successo?" chiese mia madre, preoccupata. Sbuffai, sapendo già che nonostante la domanda fosse rivolta a me, avrebbe risposto qualcun altro.

"Katy l'ha mollato." disse puntualmente Gemma. "Sai che sei una stronza?" le chiesi sottovoce.

"La verità brucia." disse lei, divertita. "Anche una gomitata in un occhio brucia, Gemma." dissi seccato.

"Perchè non me lo hai detto?" chiese mia madre, sorpresa. "Non ho voglia di parlarne." dissi, alzandomi.

"Harry." mi richiamò lei. Ma io salii le scale ed andai a vestirmi.

 

Aprii la finestra e uscii sul balcone, attraverso la portafinestra della casa di fronte, vidi Liam intento a chiudersi il cappotto.

A Wolverhampton l'inverno era rigido e la sera prima aveva nevicato. Perciò faceva freddo e questo diminuiva ulteriormente la mia voglia di andare a scuola.

Il mio miglior amico mi vide e uscì sul suo balcone, a pochi metri dal mio.

"Buongiorno." disse. "Mica tanto." farfugliai. Alzò gli occhi al cielo, probabilmente stufo di vedermi in quello stato.

"Muovi il culo e portami a scuola." disse divertito, cercando di strapparmi un sorriso. Ci riuscì.

 

Parcheggiai la mia auto a pochi metri dalla nostra scuola. Solo quando scesi mi accorsi della panchina rossa situata sul marciapiede vicino.

Li avevo chiesto a Katy di essere la mia ragazza. Li lei mi aveva detto di si, abbracciandomi e facendomi sentire il ragazzo più fortunato del mondo.

Liam mi diede una pacca sulla spalla appena si accorse di cosa stavo guardando.

"Ci sono milioni di ragazze, Harry. Ragazze più speciali di Katy." disse, per poi avviarsi all'entrata.

Aveva ragione. Ma io non volevo le altre. Volevo solo lei.



 

Ashley

 

Entrai in cucina e la prima cosa che feci, fu accendere la televisione e sintonizzarla su Mtv.

Apparecchiai la tavola sulle note di Jessie J e mi preparai una tazza di latte. Al cacao ovviamente.

"Piccola." Mi voltai quando sentii la voce assonnata di mia madre alle mie spalle.

"Buongiorno." dissi. "Giorno." rispose, sbadigliando. "Papà prima di andare a lavoro ti ha portato un paio di cornetti." disse, indicandoli sul ripiano della cucina. Non li avevo visti.

"Ricordarmi di dirgli che lo amo." dissi, facendola sorridere.

Ne mangiai uno e quando mi resi conto che ero, come al solito, in ritardo, salii in camera a vestirmi.

 

Sentii il suono della campanella, nonostante avessi le cuffie e la musica piuttosto alta. Spensi il mio iPod e lo riposi nella borsa.

Aspettai qualche minuto, seduta sulle scalinate della scuola e sperai fino all'ultimo di vederlo avvicinarsi a me. Ma non successe. Così come la mattina precedente e tutte le mattine di quella settimana.

Volevo credergli. Era il mio miglior amico, mi aspettavo che mi dicesse la verità. Ma forse non era stato del tutto sincero con me e non era vero che era uscito dal giro.

Mi alzai e a passi veloci raggiunsi il cancello. Riuscii solo a fare un paio di passi, prima che una voce chiamasse il mio nome.

Mi maledissi mentalmente per non essermene andata più velocemente e poi mi voltai. A qualche metro da me, la signorina Judy Martin mi guardava confusa. Vestita come una bambolina, i capelli corti e gli occhiali posati sulla punta del naso. Potevano scambiarla per una studentessa.

"Dove credi di andare Stewart?" chiese. "A casa." dissi seccata. "Perchè?" chiese, corrugando la fronte. Sospirai. "Mi sento poco bene." mentii.

La giovane professoressa accennò un sorriso. "Andiamo Stewart, chi vuoi prendere in giro? Entra." disse, utilizzando il suo solito tono di voce sdolcinato.

"No." dissi. Sospirò. "Va bene. Ma prima che tu vada via, posso parlarti?" chiese speranzosa.

Alzai gli occhi al cielo, mentre sentivo i suoi passi avvicinarsi. "Ci vorrà solo un attimo." disse. Si fermò di fronte a me e mi sorrise. Mi infastidiva vederla sempre così sorridente e di buon umore.

"Ormai ci conosciamo da qualche anno e tu non mi hai mai permesso di stabilire un contatto con te." disse.

Sapevo che avrei dovuto reclinare l'offerta ed evitare quel discorso. Mi avrebbe trattenuta fin troppo a lungo.

La signorina Martin era stata la mia professoressa sin dalla prima liceo. Ma che io ricordassi, la conoscevo da sempre. La ricordavo presente ad ogni ricorrenza e non avevo la minima idea del perchè.

"Hai questo carattere chiuso e indisposto.. vorrei solo capire cosa ti succede." disse. Corrugai la fronte. "Non arrabbiarti per favore, voglio solo che tu ti apra con me e che tu mi dica qual'è il problema." aggiunse.

"Io non ho nessun problema." dissi duramente. Sospirò.

"E' ovvio che c'è qualcosa che ti turba ed è anche abbastanza evidente che tu non voglia parlarmene. Allora voglio solo farti sapere che se mai cambierai idea, io ti ascolterò." disse, sorridente.

Cercai di capire cosa potesse spingerla ad interessarsi così a me. Forse si sentiva in dovere perchè era la mia professoressa. O forse semplicemente le piaceva farsi i fatti altrui.

In ogni caso non avevo la minima intenzione di raccontarle ciò che mi passava per la testa.

Perciò mi voltai ed uscii dai confini della scuola.

 

"Ehi! Non si usa più bussare?" chiese seccato Zayn, quando spalancai la porta della sua stanza. "Si può sapere perchè non sei venuto a scuola?" chiesi, ignorando la sua protesta.

"Buongiorno anche a te." disse ridendo, mentre si alzava dalla sedia della sua scrivania.

Allungò una mano in mia direzione, forse per accarezzarmi una guancia, come era solito fare. Ma io la evitai e lo guardai con rabbia.

"Avevi detto che questa mattina saresti venuto." dissi. Sospirò. "Lo so, ma non ne avevo voglia." disse.

Risi amaramente. "Non mentire a me." dissi poi. "Ash." disse ridendo, mentre si avvicinava a me.

"Smettila di trattarmi come una stupida, che stai combinando?" chiesi, respingendolo.

"Niente." disse divertito. Si voltò, con l'intenzione di raggiungere il suo letto. "Non eri così apprensiva prima che Dean ti lasciasse." disse, scherzandoci sopra.

Uscii dalla stanza appena finì di pronunciare quelle parole, prima che si voltasse e mi vedesse.

 

Mi sdraiai sulla sabbia, lasciando che i raggi del sole mi scaldassero la pelle. Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni l'aria della California.

Ripensai alle parole di Zayn e mi chiesi come avesse potuto solo pensarle, pur sapendo quanto ero stata male per Dean.

Però aveva ragione, non ero così prima che mi lasciasse. Non ero affatto la ragazza che ero adesso.

Mi aveva completamente cambiata, spazzando via tutto quello che restava della Ashley Stewart dolce e timida.

Ero insicura e molto ingenua, così lui se ne era approfittato. Cominciò fin da subito a riempirmi la testa di ideologie che non mi appartenevano.

Spazzò via la mia timidezza, sostituendola con una dose esagerata di sfacciataggine. Mi fece credere che i sentimenti appartenessero solo ai deboli, così come l'insicurezza.

Quindi mi rese forte, anche se forte non lo ero mai stata. Mi rese sicura di me e mi fece credere di essere nettamente superiore alle altre.

Creò una ragazza cinica e insensibile, chissà a quale scopo. Riuscì a mettermi contro a tutti i miei amici, persino contro i miei genitori.

Poi mi disse che non ero comunque abbastanza. Nonostante tutti i cambiamenti che aveva apportato in me, non lo soddisfacevo ancora. Così se ne andò, lasciando una traccia indelebile.

Un giorno mi guardai allo specchio e non mi riconobbi più. La cosa peggiore, era che non c'era più lui a dirmi che andava tutto bene. Che l'immagine che vedevo riflessa nello specchio, era quella giusta.

Nessun rossore sulle guance, nessun sentimento nel cuore.

 

Aprii gli occhi non appena sentii la presenza di qualcuno al mio fianco. Zayn si era seduto vicino a me e guardava dritto verso l'orizzonte.

"Mi dispiace." sussurrò. "Non avrei dovuto dirlo." aggiunse.

Guardai la sua mascella contratta e capii che si sentiva in colpa. Così sospirai e mi alzai, ritrovandomi seduta al suo fianco.

"Fa niente." dissi, poggiando la testa sulla sua spalla. "Ho sempre pensato che Dean ti abbia cambiata. Ma voglio farti sapere che sei meravigliosa anche così come sei adesso." sussurrò.

Sorrisi e mi ricordai perchè era il mio miglior amico. "Che farei senza di te?" chiesi sospirando. "Assolutamente niente." rispose divertito. "E tu, che faresti senza di me?" chiesi.

"Sarei perso, lo sai."

 
 

Ciao belle, faccio una premessona, questo capitolo doveva essere online da parecchio, ma (non si è capito il perchè) il mio computer ha pensato bene di farmelo sparire. Perciò ho dovuto riscriverlo tutto.

Detto questo, spero che possa piacervi. Come avete letto, inizialmente c'è il punto di vista di Harry e, se avrete voglia di saperne di più, non vi resta altro che recensire (se volete) e continuare a seguire la storia.

So, stay tuned
 

Una domanda: li vedete i polyvore che metto nelle parole chiave? In questo, il link è nella parola "vestirmi".
 

P.s: Vi ricordo che ho inviato la richiesta per cambiare nome in Sprjng, sempre se me l'accettano.

Poi, che ho messo ask e che mi piacerebbe tanto interagire li con voi. (sotto trovate il link)

E un'altra cosa, prendetemi pure per pazza, ma ogni capitolo avrà un banner personalizzato.

 

Un bacio,
Michi x

 

 

 













 
   
 
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