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Autore: pandamito    17/03/2014    6 recensioni
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Storia ambientata più o meno durante la quinta stagione, ma non ci sono spoiler, quindi può essere letta qualsiasi sia la stagione che state guardando.
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E se un giorno vi svegliaste e, guardandovi allo spesso, foste completamente diversi?
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Si alzò sulle punte, punzecchiando Abed da sopra le coperte; quando però la figura nel letto si voltò, ancora con gli occhi chiusi, Troy notò che non era il suo migliore amico. Quella che stava dormendo al posto suo era una ragazza.
Una ragazza! Nel letto di Abed!
Troy lanciò un urlo, che si rivelò più acuto del solito; la ragazza aprì di scatto gli occhi e gridò a sua volta, forse giusto per seguire l’esempio dell’altro.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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La sveglia suonò e Troy allungò la mano per spegnerla, benché, a parere dei due coinquilini, la sigla dell’Ispettore Spazio-Tempo era un’ottima e piacevole sveglia. Troy si alzò dal letto canticchiandola mentalmente e stiracchiandosi. Si alzò sulle punte, punzecchiando Abed da sopra le coperte; quando però la figura nel letto si voltò, ancora con gli occhi chiusi, Troy notò che non era il suo migliore amico. Quella che stava dormendo al posto suo era una ragazza.
Una ragazza! Nel letto di Abed!
Troy lanciò un urlo, che si rivelò più acuto del solito; la ragazza aprì di scatto gli occhi e gridò a sua volta, forse giusto per seguire l’esempio dell’altro.
Era una ragazza mingherlina, il viso lungo e smunto, la pelle mulatta, i colori scuri e i capelli lisci e neri.
«Io non mi ricordo di averti portata a letto!» continuava a gridare, non badando alla sua voce più acuta di qualche ottava e quasi scoppiando a piangere. «Oddio questo vuol dire che sei con Abed! Abed! Ma chi diavolo sei?»
La malcapitata si tirò su il busto, un po’ spaesata. «Tu chi sei?» domandò a sua volta, fermamente convinta della propria posizione e di non essere di certo lei l’ospite. «Un attimo…» s’interruppe, sgranando gli occhi, con un presentimento balenante nella mente. «… Troy?»
Entrambi si fissarono gli occhi, per poi abbassare lo sguardo a scrutare le proprie mani e tutto il resto del corpo. Sembravano essere un unico essere, per quanto i loro gesti fossero identici e sincronizzati: entrambi all’inizio rigirarono le mani, più sottili e curate; poi videro il seno sporgere dal petto e prima sbirciarono sotto la maglia del pigiama, dopo di che passarono a vedere cosa ci fosse dentro i pantaloni.
Finito, ritornarono a guardarsi l’uno dentro negli occhi dell’altro.
«Abed…» iniziò Troy, «dimmi che questo non è uno scherzo e non mi avete portato da un chirurgo mentre dormivo.»
L’amico – o amica? – balzò giù dal letto, andando avanti e indietro per il fortino, agitando il solito indice. «Fico, fico, fico» ripeteva sottovoce. Dopo un po’ si fermò di colpo, cominciando a spiegare la sua teoria: «Se ho visto abbastanza siete tv – e l’ho fatto – il mio sesto senso da ragno dovrebbe suggerirmi che oggi è la puntata del genderbender. Ovvero ognuno si ritrova nella sua versione del sesso opposto. Diciamo che per oggi potremmo vedere come saremmo da donne.»
Troy spalancò la bocca, esterrefatto. «Figo…» si lasciò sfuggire, senza parole.
I due ripensarono a ciò che aveva detto prima Abed e subito scattarono verso il bagno per guardarsi allo specchio. Dopo una breve corsa piena di scivolate, Troy poté vedere finalmente com’era: altezza nella media, era soddisfatto del suo corpo e delle sue curve ai punti più che perfetti; l’unica cosa forse era quella capigliatura afro che aveva in testa, i suoi capelli sembravano corti e cotonati, come quei tizi dell’epoca della disco music.
«E ora che facciamo, Abed?» domandò, abituandosi all’idea. «Svanirà, vero?»
«Non chiamarmi Abed, non lo sono più, ora» l’avvertì la compagna, voltandosi verso su lui. «Da ora in poi sarà Abeer, il mio nome femminile.»
Troy slanciò subito la mano in aria, agitandola. «Anche io voglio avere un nome, anche io!» trillò, eccitata. «Voglio chiamarmi Tracy!»
D’un tratto un grido familiare, ma allo stesso tempo un poco sconosciuto,raggiunse le loro orecchie.
«Annie dev’essersi svegliata» annunciò la musulmana, sospirando.
Tracy fece spallucce, avviandosi verso la camera della coinquilina e trovandovi un giovane gracilino e pallido, con i grandi occhi azzurri, i capelli castani di un taglio fin troppo comune e banale e addosso il pigiama rosa di Annie.
« Abed – scusa, Abeer – dice che oggi è l’episodio dei genderbender, quindi ci siamo svegliati tutti nel nostro sesso opposto. Figata, no?»
«Sì, figata» confermò l’amica.
Annie – o almeno, il ragazzo che doveva essere Annie – li guardò confuso, sul punto di una crisi isterica. «Episodio? Genderbender? Di che cosa diavolo state parlando?»
Tracy alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa. «Se avessi visto l’Ispettore Spazio-Tempo ora saresti preparata, visto che c’è un’intera puntata dedicata a questo problema.»
«E come finisce?» mugugnò il castano, insoddisfatto come un bambino.
«Beh, l’Ispettore Spazio-Tempo si sveglia e scopre che era tutto un sogno» spiegò la ragazza dalla pelle più scura.
Il castano si diresse spedito verso Tracy e le lasciò uno schiaffo sul viso, che la fece indignare.
«Sei impazzito?» sbraitò, colpendolo a sua volta. Una volta fatto si avvicinò ad Abeer e le sussurrò: «Ho sempre desiderato colpire un uomo solo perché si è donna e se lo si può permettere. »
Annie si mise le mani ai capelli, sedendosi sul bordo del letto. «E ora cosa facciamo? Come staranno già altri?» domandò, andando in paranoia.
Abeer puntellò l’indice sul mento, facendosi venire un’idea. «Per prima cosa, io e Tracy vestiremo coi tuoi abiti» e a questa frase ricevette un’occhiata raccapricciante dell’amica non proprio consenziente, «mentre tu sceglierai fra quelli nostri. Inoltre da ora ti chiamerai Andy.»
 
* * *
 
Si alzò, sbadigliando, con ancora la bocca impastata dal sonno; c’era qualcosa che non andava nel suo corpo e ne ebbe la conferma solo quando andò a grattarsi il mento, toccando qualcosa di ispido che somigliava tanto a una barba. Corse in bagno e la figura riflessa allo specchio era quella di un uomo di colore che aveva passato i trentacinque anni e forse aveva mangiato un po’ troppe ciambelle, le sopracciglia folte e scure, come la barba che incorniciava la mascella e i capelli… oh, i capelli erano un enorme cespuglio afro che faceva molto in stile vecchio poliziotto.
Shirley lanciò un urlo molto più grave e forte di quello che si aspettava e ringraziò il Signore che i suoi figli fossero già andati a scuola.
 
* * *
 
Quando i tre coinquilini arrivano in sala studio, c’era già qualcuno ad aspettarli.
Era un ragazzo alto, bello, nel fiore dei suoi anni e pareva un attore; il fisico asciutto e tenuto ben informa, i corti capelli biondi erano tutti alzati con un po’ di gel, ma non eccessivamente, visto che erano portati in modo molto naturale e lasciati un po’ in balia del vento che tirava fuori. Aveva due occhi azzurri che puntarono subito verso di loro non appena entrarono, il naso era all’insù e indossava una camicia abbastanza attillata sopra un paio di jeans. Dulcis in fundus, era seduto al posto di Britta con le mani incrociate al petto.
«Oh. Mio. Dio!» esclamò e c’era da dire che lui nemmeno ci credeva in Dio. «E’ successo anche a voi, quindi?»
«…Britta?» domandò Andy un po’ incerto, notevolmente stupito.
«Birger» lo corresse Abeer.
Il biondo faceva scorrere i suoi occhi su ognuno di loro, visibilmente confuso e cercando delle risposte. «Qualcuno vuole spiegarmi che cosa sta succedendo?»
Tracy squadrò il ragazzo, alzando un sopracciglio. «Dove li hai trovati quei vestiti? Noi abbiamo dovuto mettere sottosopra l’armadio di Ann- volevo dire Andy, per trovare qualcosa di decente.»
Il castano roteò i suoi occhi azzurri, facendo finta di non ascoltare quella piccola offesa.
Birger ingoiò, temendo di dover confessare, ma fortunatamente (?) in quel momento entrò di furia una donna dai lunghi capelli biondo cenere, le punte erano abboccolate con la piastra, gli occhi azzurri erano infuocati, era alta, aveva un naso a punta, le labbra serrate in un broncio, le sopracciglia basse, la fronte larga e indossava una canotta bianca attillata, così come dei jeans stretti e dei tacchi presi chissà dove.
«Abed!» gridò, di certo non trattenendo la calma. «Dimmi che non è come quella volta a Natale in cui hai avuto una crisi!» La ragazza si fermò di colpo, squadrando Birger. «Hey, quella è la mia camicia!»
«Senti chi parla!» rispose l’altro, indicando gli indumenti che quella indossava.
I restanti compagni si scambiarono sguardi stupefatti, cercando spiegazioni.
La ragazza che doveva essere Jeff alzò le spalle. «Pierce mi ha fatto confessare che colleziono indumenti delle mie ragazze, non devo dare ulteriori spiegazioni.»
Birger sbuffò, aprendo le braccia. «Beh, forse Jeff qui presente-»
«Frida» corresse Abeer.
«Come quell’orribile artista coi baffi e il monociglio?» domandò Andy e la bionda si sentì offesa a quel paragone.
«… ha lasciato qualcosa a casa mia che non gli ho più ridato» confessò.
«Non importa» disse Frida, ponendo i palmi in avanti e attirando l’attenzione di tutti. «Il problema ora è che siamo intrappolati in questi corpi e non abbiamo la minima idea del perché. Abed» si rivolse alla musulmana.
«Abeer» ricordò lei.
Frida roteò gli occhi. «Abeer, a te la parola.»
«Per qualche motivo che devo ancora capire, ci siamo risvegliati nei nostri genderbender, ovvero in corpi del nostro sesso opposto. Per renderci più facili le cose, mi sono permesso di pensare un nome alternativo per ognuno di noi.» Iniziò a puntare l’indice sui compagni, uno ad uno. «Frida, Birger, Tracy, Andy e… se Shirley fosse con noi, Shiloh.»
«Sarà capitato anche a lei?» chiese Tracy, osservando il posto vuoto al tavolo.
«Non ho visto nessun altro cambiare sesso oggi, qui al Greendale, ma sembra sia capitato solo a noi» fece notare Andy.»
«E per quanto durerà?» domandò Birger, preoccupato.
«Non lo so» ammise Abeer. «Non riesco neanche a spiegarmi perché il genderbender di Jeff sia Britta e quello di Britta sia Jeff.»
I due diretti interessati si scambiarono un’occhiata, osservando che era vero e allo stesso tempo maledettamente inquietante: Frida aveva i capelli leggermente più scuri di quelli della solita Britta, ma vestita come lei si sarebbe potuta benissimo scambiare per l’attivista; Birger era leggermente più basso, ma aveva lo stesso la faccia da modello e il fisico ben allenato, seppur con meno strati di egocentrismo che lo rivestivano e di certo non teneva perennemente in mano il proprio cellulare.
«Hola, chicos» fece una voce con un accento fin troppo familiare, interrompendo il momento.
Il gruppo di studio si voltò verso la soglia della porta, dove si stava strusciando quella che si potrebbe benissimo definire una prostituta cinese.
«Betta Chang ama il suo nuovo corpo!» dichiarò, tracannando un drink che teneva in mano.
Tracy spalancò la bocca, tra lo stupore e il disgusto. «… Chang?»
«In persona!» esclamò quella.
«Perché sei vestito come una prostituta?» chiese Frida in tono scocciato, alzando un sopracciglio, e riferendosi al fatto che la cinese fosse vestita con un abito corto, aderente e scollato, truccata pesantemente e con i capelli cotonati e tutti arruffati, come se ancora si fosse riprese dalla sbronza di una risata.
Quella gonfiò le guance, ricacciando la sua faccia acida: «Mi sto godendo la vita, Winger!» rispose, indignato, voltando i tacchi e andandosene.
«Non ha senso» rifletté Andy. «Non dovremmo essere solo noi quelli con questo problema? Perché anche il signor- ehm… la signora Chang è… insomma… Non appartiene a questo gruppo.» Improvvisamente squittì, coprendosi la bocca con le mani. «Non ditemi che oramai tutti lo considerano parte di questo gruppo e io non lo sapevo!»
«Forse ha contagiato anche le persone con cui interagiamo di più. In fondo Chang è quasi sempre stata la causa di ciò che ci è capitato» provò a spiegare Tracy.
Tutti annuirono, dandole ragione.
La porta della sala si aprì un’altra volta e, come di routine, ne entrò il rettore Craig, con uno dei suoi soliti pomposi vestiti femminili, venuto ad annunciare chissà quale cosa a tema. Il sorriso sul suo volto però si spense osservando il gruppo che si presentava di fronte ai suoi occhi. Inspirò e sentì il profumo di Jeff Winger su quella che scambiò per Britta, seduta addirittura al posto del suo studente preferito. La fulminò con lo sguardo, passando poi al bel ragazzo seduto accanto a lei al posto in cui solitamente sedeva lei, e ancora a tutti gli altri membri. Era visibilmente confuso e arretrò, con le parole dell’annuncio morte in gola, aprendo la porta alla cieca e scomparendo dietro di essa, non staccando mai lo sguardo dai cinque studenti.
Quelli continuarono a osservare la porta, non osando dire nulla.
La testa del rettore fece nuovamente capolino, puntando un dito verso di loro e sfoggiando il miglior sguardo truce che riusciva a fare, seppur ancora sconvolto e spaesato.
«Vi tengo d’occhio» li avvertì e poi sparì definitivamente.
«Ma se questa cosa ha colpito anche Chang, perché il rettore era… normale?» domandò Andy, ingenuamente.
«Quando mai il rettore è stato un uomo a tutti gli effetti?» fece notare Frida, riprendendo a digitare sul telefono e ottenendo l’approvazione di tutti gli altri.
 
* * *
 
Shiloh sospirò, tirò un lembo dei pantaloni del pigiama per guardarci dentro e, avendo conferma delle proprie paure, si fece il segno della croce e sperò che Andre avesse lasciato il suo rasoio là.












 
PANDABITCH.
Benvenuti, signore e signori, ad una nuova puntata di Mito e Tracannat- ehm... bao.
Quest'idea ha origina dal presupposto che Abed è un piccolo nerd appassionato di cinema come la sottoscritta e quindi ho dato per scontato che sapesse del gergo(?) di internet.
Quindi ho notato, una volta e non so il perché, che Jeff e Britta in genderbender sono praticamente... loro, ma scambiati di corpo. Ovviamente Birger ha meno rughe e la fronte non è così spaziosa.
Ho provato così a disegnarli, ma non vi mostrerò cos'è uscito. Non per qualcosa, solo per pigrizia.
Andy però mi è uscito coi capelli a scodella quando, tengo a precisare, secondo me lui ha un taglio semplicissimo, uno di quelli che vedi su tutti. Magari ce li aveva a scodella prima del college, sicuramente, quando portava gli occhiali e l'apparecchio.
Shiloh invece è stato uno dei più difficili. Mentre Birger e Frida erano esattamente come me li immaginavo, Shiloh era proprio difficile da riportare sul foglio, perché io me lo immagino come uno di quei poliziotti anni 80 afroamericani, barbuti, degli armadi viventi, coi capelli supercotonati che farebbero invidia a Gaterbelt di Panty & Stocking.
Abeer non è bella, ma io la amo per il carattere, proprio come Abed. <3
Ma Tracy............ Tracy è la peggio gnocca del mondo. Ho provato a disegnarla in due versioni perché non sapevo che capelli metterle. Una è quella descritta qui, coi capelli corti e cotonati, anche se somiglia troppo a Shiloh, l'altra invece è coi capelli lunghi e me la sono immaginata tipo Amber Stevens, quella che fa Ashleigh Howard in Greek. Il problema è che l'avevo fatta per vedere qual era la versione migliore.......... ma è stupenda in entrambe!
Per Betta ho avuto problemi, semplicemente perché non ho idea dei capelli, cioè, la immagino con troppe versioni.
Va bé, quindi questo è tutto.
Non ho voglia di docciarmi.
Sorrido sempre bao. (?????)
Seguite Come una bestemmia. su facebook e @pandamito su twitter.

Baci e panda, Mito.
 
piesse: presto, Erika, riuscirò ad aprire questa sezione. I know it.
   
 
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