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Autore: GretaHorses    17/03/2014    14 recensioni
"L'intera aula viene invasa da una risata generale e sì, la battuta pessima arriva proprio dal vicino di banco di Andrès, dal deficiente. Se c'è qualcuno che odio più di Ludmilla in questa classe è proprio lui. E' arrogante, viziato, ignorante e pure troglodita! Mi domando come possa una persona essere così tanto sfaticata perché essere bocciati due volte è proprio da somari e soprattutto ad aver avuto così tante ragazze a soli diciassette anni! Da quando cavernicolo è bello?"
E' la mia prima fanfic su Violetta, per favore non aggreditemi D:
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                               CAPITOLO 1

 

 

Fisso il libro di scienze aperto nel capitolo sui diversi tipi di cellula, alzo lo sguardo e vedo il professor Galindo che è molto preso dalla spiegazione e, guardando le illustrazioni alla lavagna, penso che disegnare non sia il suo forte. Questa lezione è più noiosa del solito, quindi prendo il mio quaderno da schizzi e abbozzo qualcosa di astratto. Due anni che sono in questa scuola e ho solo un'amica, gli altri non mi vanno a genio salvo qualcuno. Nulla contro la scuola sia chiaro, anzi ho sempre sognato frequentare il liceo artistico! Il mio problema è un altro. Già dalle medie mi sono sempre sentita fuori posto e speravo che con le superiori le cose cambiassero e che incontrassi persone come me, invece nulla. Continuo a guardarmi attorno e sono ancora dell'idea che sia finita nella classe peggiore del mondo. Il mio sguardo si posa su Francesca ossia l'unica persona che mi stia veramente simpatica qui dentro, è intenta a prendere appunti e a seguire la lezione. E' vestita con una felpa oversize rosa, dei leggings neri e delle Converse bianche. Ho legato molto con lei verso la metà dell'anno scorso, questo significa che all'inizio ero proprio un'emarginata sotto tutti gli aspetti. E' molto dolce e buona ed è per questo che va d'accordo con tutti, ma solitamente preferisce passare il tempo con me e per questo le sono ancora infinitamente grata. Accanto a lei è seduto Marco, il suo migliore amico. Non ci parlo molto, mi sembra un bravo ragazzo e forse è uno dei pochi che si salva. Fran è cotta di lui da diverso tempo, ma lui ancora non lo sa. Contrariamente alla sua compagna di banco, lui non ascolta il professore. Sta parlando invece con i ragazzi dei banchi dietro ossia con Massimo detto Maxi, una delle poche persone con cui parlo ogni tanto e con Camilla, una ragazza piuttosto alta dai capelli rossicci che esce spesso con me e Fran. E' più amica di Francesca che mia, non mi è mai andata giù per i suoi comportamenti molto volta gabbana. Cioè un giorno la vedi a ricreazione con me e la mia migliore amica e il giorno dopo col gruppetto dei figli di papà, diciamo che oscilla fra le due compagnie. Sbadiglio e mi rendo conto di non dormire mai abbastanza, fatico ad addormentarmi e quando il sonno arriva faccio quasi esclusivamente incubi. Che ho fatto di male? Siccome non sarebbe la prima volta che mi addormento durante una lezione di Galindo, mi volto dall'altra parte della classe per osservare altri miei compagni dal momento che è l'unica cosa che mi tiene sveglia. La odio. La detesto. Le sputerei su un occhio. Oh scusate! Parlavo di Ludmilla, l'ochetta della classe la quale chiacchiera di cose futili con Nata, la sua 'migliore amica'. E' vestita di tutto punto con persino i calzini firmati e credo che non sopporterò un minuto di più quella mano sempre tenuta in quella posizione con atteggiamento di superiorità. La mia non è gelosia per i suoi milioni, sinceramente non me ne può fregar di meno. E' tutta una questione di principio: se tu mi rispetti, io ti rispetto. Siccome la “principessina di ghiaccio” mi ha sempre trattato peggio di uno straccio, non vedo perché dovrei farle i compiti ed essere la sua serva. Non capisco come possa una ragazza buona come Nata a stare con una come lei, tra l'altro all'inizio del primo anno di liceo si sedeva vicino a me perché non conosceva nessuno e di conseguenza non sapeva con chi parlare ma poi ha conosciuto Ludmilla: ricca sfondata, bella ragazza, compagnia che le assicura una reputazione d'oro, biondissima e a mio parere stupida che più stupida non si può. Parlando di persone stupide dietro le due arpie c'è Andrès, il ragazzo più sciocco e ingenuo della classe. Anche se è un affiliato della servitù di Ludmilla infondo non lo detesto, provo quasi compassione per lui perché, poverino, proprio non ci arriva. “Prof., glielo dico col cuore in mano: farebbe un favore a tutta l'umanità provvista di vista se posasse il gessetto e la smettesse di disegnare. Si rischiano seri danni al bulbo oculare, questa è scienza!”. L'intera aula viene invasa da una risata generale e sì, la battuta pessima arriva proprio dal vicino di banco di Andrès, dal deficiente. Se c'è qualcuno che odio più di Ludmilla in questa classe è proprio lui. E' arrogante, viziato, ignorante e pure troglodita! Mi domando come possa una persona essere così tanto sfaticata perché essere bocciati due volte è proprio da somari e soprattutto ad aver avuto così tante ragazze a soli diciassette anni! Da quando cavernicolo è bello? “Vargas...risparmi le battutine sarcastiche, questo sarebbe un favore all'umanità dotata di udito e questa è scienza.” L'homo stronzus, così lo chiamo quando sfogo tutto l'odio represso nei suoi confronti con Fran, è visibilmente sorpreso dalla risposta del professore ed improvvisamente mi gonfio di piacere perverso nel vederlo in difficoltà. “C'è ben poca originalità nella sua battuta del tutto scopiazzata dalla mia e poi alla sua non ha riso nessuno e alla mia tutta la classe!”. Oh ecco il mezzo sorrisetto che odio, tradotto sarebbe: 'Tanto so già che con questo ho vinto!'. “Non è vero 'carissimo' Vargas, ad esempio la signorina Castillo non ha nemmeno sollevato un angolo della bocca se non erro!”. Mi sento spaesata, ora tutta la classe è girata verso di me e mi sento troppo osservata. Saprei le parole giuste da usare in questo momento, maledetta timidezza! Io lo voglio spegnere, io lo devo spegnere. “Questo perché di certo non mi abbasso ai livelli di un troglodita”. Una risata ancora più rumorosa della precedente scoppia in classe coinvolgendo anche il prof. Galindo, è davvero strano che trovino divertente qualcosa uscito dalla mia bocca. La mia voce praticamente non la sentono mai se non per le interrogazioni, riesco perfino a scorgere Ludmilla ridacchiare di nascosto e la cosa mi mette parecchio a disagio perché tutti ridono della mia battuta tranne io e il diretto interessato che invece continua a lanciarmi frecciate con gli occhi. L'insegnante, dopo essersi ripreso, scruta la classe attentamente e all'improvviso i suoi occhi si riempiono di una strana luce. Ha qualche sua pazza idea e la cosa non mi piace. “Vi devo dire una cosa che interessa a me e ai vostri altri professori e che credo sia giusto ne siate al corrente. Ai consigli di classe discutendo con gli altri colleghi ho potuto constatare che il vostro gruppo-classe non è unico e compatto, ma bensì è diviso in diversi gruppetti che però non si rispettano o quantomeno tollerano perché ogni giorno c'è un litigio o cose simili. A noi rincresce molto questa cosa perché ci teniamo al fatto che veniate a scuola in un ambiente sereno e queste battutine di Vargas e la contro risposta della Castillo ne sono la prova e questa è solo la minima parte delle vostre problematiche. Per cui ora che vi vedo bene sto pensando di farvi fare più spesso dei lavori in coppia oppure in gruppo, sarebbe un modo nuovo e di certo più divertente di esplorare la scienza. Poi se vi traumatizzo così tanto gli occhi vorrà dire che vi arrangerete voi che siete degli artisti!”. Il silenzio è calato fra i banchi, tutti si guardano intorno freneticamente pregando di non essere costretti a lavorare con questo o con quell'altro. “A scelta, mia s'intende, oppure ad estrazione? Volete affidarvi a me o al fato?”. “Sinceramente preferisco ad estrazione, è più fico perché puoi capitare con chiunque!”. Ovviamente è Maxi, tanto lui che problemi ha? Sta simpatico a tutti! “Il problema è questo appunto!”. Lo sapevo: lei deve avere sempre voce in capitolo in qualsiasi cosa, mi riferisco palesemente a Ludmilla. “Oh aspettate! Che significa troglodita?”. Questo logicamente è Andrès che, come al solito, resta sempre a metà discorso. “Ludmi, ma metti caso che scelga lui. Non credi che ci metta apposta in coppia con le persone che non sopportiamo?”. L'uomo di Neanderthal non ha tutti i torti in questo caso, ma al momento sono troppo accecata dal disprezzo verso di lui e dai conati di vomito per il nomignolo che ha dato alla strega per pensare al fatto che per una volta nella mia vita condivido ciò che dice. “Giusto Lyon”. Vomiterò, lo so che vomiterò. Lo stronzo si chiama Leon, LEON, L-E-O-N! Non Lyon! Ma quanto mi danno fastidio quei due e i soprannomi che si danno! Ho sempre sospettato che ci fosse qualcosa fra loro e infatti quest'estate ne ho avuto la conferma con Fran che mi ha raccontato di averli visti insieme nella piscina comunale mentre si limonavano beatamente davanti a tutti. Se prima di quel giorno credevo fosse viscido, in quel momento ne avevo avuto la conferma! Ora teoricamente non stanno più insieme e frequenta invece una tipa di 3^B di nome Lara, ma sono rimasti in buoni rapporti. Anche troppo. Lui sembra che ci provi sempre con Ludmilla, ma ora che ci penso ci prova con tutte. Tranne che con me. Per carità non ci tengo proprio ad avere uno così che mi sfianca, già ne ho avuto una pelle con Diego l'anno scorso. Ammetto che lo avevo un po' illuso mettendogli i cuoricini nei messaggi e uscendoci insieme, ma io volevo solo provare a vedere se con il tempo riuscivo a farmelo piacere. Nulla però sembrava cambiare e quando aveva tentato di baciarmi lo avevo respinto facendolo quasi cadere per terra, a quel punto aveva cominciato ad insultarmi pesantemente dicendomi che ero uno 'stronzetta capricciosa' che usava tutti e quando non poteva trarne più vantaggio li scaricava. In realtà non è per niente così, voglio che il mio primo bacio sia con la persona giusta e che sono sicura di amare tanto più la prima volta che farò l'amore. “Bene allora che estrazione sia”. Mi sono persa qualcosa? Ho sentito che la classe stava discutendo animatamente, ma sono stata troppo assorta nei miei pensieri per seguire. Decido allora di chiedere cosa cavolo è successo nel frattempo al mio compagno di banco. “Oh Broadway, che hanno detto?”. Si gira verso di me e lo vedo alquanto confuso, ora che ci penso è la prima volta che gli rivolgo la parola dall'inizio del mese. “Hanno deciso che per formare le coppie per la prossima ricerca sui vari tipi di cellula e si farà ad estrazione perché hanno paura che Galindo faccia le coppie con gente che non si sopporta fra loro”. “Ah, giusto”. “Senti Violetta, posso chiederti una cosa?”. “Certo”. Gli rivolgo un sorriso, infondo il ragazzo brasiliano non è male. “Cosa ti ha fatto Leon di male per farsi odiare così tanto?”. Il sorriso svanisce così come è apparso, di tutte le cose che poteva domandarmi proprio di Leon doveva chiedermi? “Di preciso non lo so, penso sia perché ha un atteggiamento strafottente e per il suo essere così...come dire...stronzo”. Broadway soffoca una risata e mi guarda sorridendo, credo che forse potrei trovare il mio primo amico maschio nella classe. “Riconosco il fatto che non sia uno stinco di santo ma in fondo è apposto, davvero! Siamo stessa band ed ha veramente talento, penso potrebbe starti simpatico perché suona e canta molto bene. Non eri tu quella che amava la musica e cantare?”. Arrossisco visibilmente. L'avevo detto il primo giorno di prima superiore, ma ero convinta che a nessuno gliene importasse o quantomeno se lo ricordasse. “Sì, canto in un coro e suono principalmente il pianoforte, ma anche la chitarra. Comunque non credo che nonostante tutto mi starebbe simpatico...il tuo amico”. Ridiamo assieme. “Interessante, mi piacerebbe sentirti un giorno e penso anche agli altri componenti della band. Sei forte Castillo”. “Anche tu Nascimento”. Mi volto e vedo Galindo che ha appena finito di fare i bigliettini con i nomi e li sta inserendo in una borsetta di plastica per poi chiamare Camilla a scrivere alla lavagna i nomi delle coppie e Francesca ad estrarre i pezzettini di carta. Il professore agita per bene il sacchetto e dà il via all'operazione. Prima coppia: Broadway e Camilla. Seconda coppia: Francesca e Maxi. Terza coppia: Nata e Marco. Quarta coppia: Federico e Ludmilla. Quinta coppia: Andrès e Braco. Sesta coppia: Tomas e Napo. All'improvviso non capisco più nulla, il cervello mi si scollega all'istante quando vedo la mano di Camilla mentre scrive 'Castillo e Vargas'.

 

 

Sono incazzata, molto. Quando ho realizzato cos'era successo durante l'ora di biologia gli unici sentimenti che si sono fatti strada dentro di me sono l'odio e la rabbia. Oggi non ho nemmeno rivolto la parola a Francesca che ha provato in tutti i modi a parlarmi e a chiedermi che cosa avevo, ma io l'ho sempre evitata così come con il mio vicino di banco. Secondo me in fondo Fran lo sa. Sono alla fermata dell'autobus con le cuffiette con la musica sparata al massimo per eliminare il rumore nella mia testa e mi guardo intorno notando le facce annoiate degli altri studenti. Quanto invidio la mia migliore amica che va sempre a casa assieme a suo fratello maggiore che ha la patente, io devo prendere il bus che arriva sempre in ritardo e nel quale ho il dieci percento di possibilità di trovar posto a sedere. Detesto i bus. A dir la verità detesto molte cose. Guardo il cellulare per vedere l'ora: già cinque minuti di ritardo. Ottimo, direi! Sbuffo e cambio canzone nell'mp3. Finalmente vedo quel catorcio risalente al '15-'18 arrivare e ci salgo trovando, per puro culo, un posto libero. Prima cosa positiva della giornata, in questo momento voglio solo andare a casa e sfogarmi nel mio diario. Fisso le file di case che scorrono guardando fuori dal finestrino e ad un tratto sento una presenza accanto, mi volto e...no, cazzo no! Il deficiente vicino non lo voglio! Mi sta guardando serio e intuisco che vuole dirmi qualcosa allora metto in pausa la musica e tolgo le cuffiette. “Volevo solo dirti che questa settimana non ho tempo per sta ricerca che dobbiamo fare, a dir la verità non ne ho mai. Se la facessi tu da sola e poi mi facessi avere una copia il giorno prima dell'esposizione per me sarebbe l'ideale”. Ma che faccia tosta! Ha il coraggio di sedersi accanto a me e a pretendere che faccia io tutto il lavoro. Col cavolo che glielo faccio, col cavolo! “Oh Vargas! No, il sedile non è occupato. Tranquillo, puoi sederti”. Accenna uno dei suoi sorrisi carichi di sarcasmo, poi torna all'espressione precedente. “Castillo, Castillo, Castillo...penso tu possa immaginare quanto mi costi avvinarmi a te e pure parlarti, ho una reputazione da difendere sai?Pfff...e poi dovremmo pure trovarci fuori da scuola? Non ci penso proprio!”. Ride di gusto e maturo l'idea che potrei macchiarmi la fedina penale per la prima volta da un momento all'altro. “Me ne sbatto della tua reputazione e poi tanto perché tu ne sia al corrente: neanche a me piace lavorare con te. Quindi siamo nella stessa situazione, che facciamo? Te lo dico io che si fa: si decide un giorno a settimana che vada bene ad entrambi così come per il luogo e facciamo questa maledetta ricerca e poi ognuno per la sua strada!”. Mi osserva stupito e poi dice: “Oh Castillo, guarda che scherzavo! Senti: tu non mi piaci e nemmeno io ti piaccio e dobbiamo lavorare per forza insieme. Ti propongo una tregua entro le prossime due settimane ossia il giorno della scadenza del progetto, poi come hai detto tu ognuno per la sua strada. Posso solo il giovedì e te?”. Provo una fitta allo stomaco e non so nemmeno il motivo, mi ha proposto una tregua e non si è ostinato a non voler collaborare eppure sono...amareggiata? Non lo so. “Per me è okay e giovedì va benissimo”. Rimetto gli auricolari e premo play, non ho voglia di sentire altro dalla sua bocca. Dopo un paio di fermate lui deve scendere e mi saluta con la mano, ma io lo ignoro. Sento un sollievo quando lo vedo fuori dalla corriera, non potevo resistere un minuto di più.

 

 

11 gennaio 2014

Caro diario,

oggi è stata una giornata da schifo. Ero anche contenta perché ho chiacchierato per la prima volta col mio vicino di banco e poi il prof. Galindo ha rovinato tutto assegnandomi ad un progetto in coppia con LEON VARGAS! Ti dice niente questo nome? Sai, si è seduto vicino a me in bus chiedendomi come prima cosa se potevo fare il lavoro per lui e ovviamente gli ho risposto di no e poi sono riuscita a fargli cambiare idea e ci siamo messi d'accordo per vederci giovedì. Tu dirai: non sei contenta? Hai fatto ragionare Vargas! No perché non lo sono. Non capisco perché ma sto male, prima ho anche pianto! Ma senza motivo proprio, come quest'estate. Questo pomeriggio non sono riuscita a fare i compiti né a studiare, che mi succede? Mancano solo due giorni a giovedì e devo ancora sapere dove cavolo dobbiamo trovarci per questa fottutissima ricerca che NON VOGLIO FARE. Io lo odio, lo odio con tutta me stessa quel brutto stronzo! Beh, proprio brutto no...ciò non toglie che non lo sopporto. E' così sfrontato e antipatico. E ancora non so dove diamine dobbiamo trovarci! Che faccio? Gli scrivo? Ma aspetta cosa dico...non gli scriverò mai e poi non ho il suo numero e non ho neanche interesse ad averlo. Ora che ci penso i cavernicoli non disponevano di cellulari per cui è improbabile che lui lo abbia ahahahah...no, non fa ridere e lo so. Come la battuta di oggi in classe, perché i miei compagni ridevano? Credo che sia perché infondo tutti lo pensano. Pure Ludmilla, la sua 'adorata' amichetta, rideva di lui! Gli sta bene, così si rende conto con che alla sua 'Ludmi' non gliene importa nulla. Ho sentito dire che con quella Lara non ha una vera relazione ma sono 'solo' scopamici, mi credi se ti dico che mi sono cadute le palle che non ho quando l'ho sentito? Grrr che nervi! Quel ragazzo sarà mai serio?! Non smetterò mai di dire che è la persona che mi ha fatto conoscere L'ODIO alla veneranda età di quindici anni, assieme alla strega s'intende! Ora basta sono troppo incazzata persino per scrivere ancora, raramente mi sono sentita così furente in tutta la mia vita.
A domani,
Violetta


 

Chiudo il diario e lo lancio per terra dall'incazzatura. Prendo in mano il cellulare che avevo appoggiato sul comodino e trovo quattro messaggi di Fran su Whatsapp.

Vilu oggi che avevi? Rispondimi ti prego, sto in pensiero:(
11 gennaio 2014, ore 14.06

Non voglio essere volgare ma...cazzo Violetta rispondimi!!
11 gennaio 2014, ore 14.55

E' per Leon vero? Perché sei capitata in coppia con lui?

11 gennaio 2014, ore 17.11

Vilu posso chiederti una cosa? Non è che ti piace Leon?? D:
11 febbraio 2014, ore 17.58

No, aspetta un secondo...rileggo tipo diecimila volte l'ultimo messaggio. Ma le è andato di volta il cervello? E' forse impazzita? Vedo che è online, allora le scrivo e so che mi risponderà subito. Perfetto, voglio mettere in chiaro un paio di cosette.
Fran ma ti droghi? Pensi che mi potrebbe piacere uno come l'homo stronzus soprattutto dopo quello che è successo con Diego?
11 gennaio 2014, ore 18.22

Non passano neanche trenta secondi che sotto il suo nome appare la scritta 'sta scrivendo...'.

Non lo so sinceramente...sei troppo strana dio mio! Ti arrabbi così tanto solo per una ricerca e poi ogni pretesto è buono per sparlare di lui. Diciamocelo, non detesti nemmeno Ludmilla così tanto! E Ludmilla ti ha fatto qualcosa, mentre Leon non ti ha fatto nulla che io sappia...
11 gennaio 2014, ore 18.24

Oh ma perché si ostina a non capire, porca miseria?!?
E' una questione di principio. Lui è stronzo, antipatico, maleducato, arrogante e in più è amico di Ludmilla Ferro! Peggio di così...
11 gennaio 2014, ore 18.25

Ma che ti importa? Se lo detestassi sul serio non staresti a parlarmi quasi esclusivamente di lui!
11 gennaio 2014, ore 18.25

Basta! Sono infuriata, se questa giornata è stata un disastro ora lo è ancora di più per colpa della mia migliore amica e delle sue stupide insinuazioni!
Fanculo te e le tue insinuazioni di merda. Ciao.

11 gennaio 2014, ore 18.27

Spengo il cellulare e lo rimetto nel posto di prima, ho bisogno di strafogarmi di qualcosa di ipercalorico all'istante! Mi rialzo dal letto e vedo il mio diario a terra con un sacco di foglietti e cose del genere sparpagliati attorno ad esso. Li raccolgo velocemente e mi soffermo a guardare una foto di mamma. Oh mamma, Dio solo sa quanto mi manchi! Anche tu hai odiato una persona così tanto? Anche tu ti sentivi incompresa ed emarginata alla mia età? Metto le cose da parte un secondo e alzo il diario che lanciandolo si è aperto in una vecchia pagina risalente al due ottobre del 2012. Una parte di ciò che avevo scritto quel giorno mi si imprime nel cervello prepotentemente, non ricordavo nemmeno di averla scritta: 'Per ora non sono riuscita a legare con nessuno, sto quasi sempre con una ragazza di nome Nata che anche lei è nella mia situazione. Però in compenso in classe mia c'è un ragazzo bellissimo, si chiama Leon Vargas e ha due anni più di me. E' alto con dei capelli castano chiaro, abbastanza muscoloso e ha gli occhi verde scuro. Peccato che non guarderà mai una sfigata come me, sarebbe troppo bello per essere vero...'. Oh. Mio. Dio. Ma cosa avevo dentro la testa? Lo schifo? A tutto c'è una spiegazione: non sapevo chi fosse veramente. Col tempo ho potuto vedere quanto viscido e stupido sia in realtà e così sono tornata sulla retta via. Questi sono i classici commenti che direbbe qualsiasi ragazzina quattordicenne in preda agli ormoni su uno come Leon. Almeno credo.




ANGOLO DELL'AUTRICE

Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction su Violetta, non so nemmeno se continuarla. Premetto che mi sono persa tipo metà della stagione, quindi non linciatemi! D: Spero vivamente che vi piaccia la mia idea e mi scuso per la trama che fa veramente pietà ma dopo essermi scervellata fino allo sfinimento ho pensato: quale miglior trama di un pezzo tratto dal brano? E così è andata! Ho dovuto scervellarmi abbastanza per trovare un titolo decente...non prendetela per pigrizia sia chiaro! * nasconde il sacchetto di patatine dietro il divano * E' un'idea che mi è venuta così, all'improvviso, mentre ero in bus (IO ODIO I BUS CON TUTTA ME STESSA) e guardavo fuori dal finestrino ascoltando la musica, lì sì che si fanno pensieri profondi...ad ogni modo, ho pensato: 'Perché no? Vediamo cosa mi dicono i lettori di EFP e poi valuto se è il caso di continuare e se scrivo bene (uno dei miei più grandi timori)'. Ah e mi scuso anche per la lunghezza del capitolo per chi odiasse i capitoli troppo lunghi e ricchi di storia, volevo farlo finire in principio quando estraggono i nomi ma dopo mi pareva troppo poco. Insomma sappiatemi dire (sempre se vi piace sta sottospecie di storia) se i capitoli vi vanno bene così o li desiderate più lunghi. Ora la smetto di rompervi le palle (PER LE DONNE: che non avete) e vi saluto.*sparisce dietro il divano a mangiare le patatine*

 

  
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