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Autore: Jetag    17/03/2014    4 recensioni
Lei non c'è più.
E fa male. Tanto.
Ho anche freddo.
Tutto per quel cazzo di venticinque.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venticinque



 

Fa freddo.

Fa freddo dentro.

Perché fuori ci sono venticinque gradi.

Ma ho freddo. Ho sempre freddo.

Perché lei non c'è.

Se n'è andata.

Per sempre. 

È lontana da me, irraggiungibile dai miei sensi. Ma ancora vivida nella mente. A volte, vorrei che non lo fosse. 

Perché fa male. Tanto.

Altre volte invece, scopro di aver dimenticato un dettaglio. E mi sento morire. 

Perché fa male. Molto più del ricordarla. 

È come veder scivolare via se stessi. 

Ma ormai mi chiedo se io esista ancora. Se lei se n'è andata, perché io sono qui?

Non era parte dell'accordo? Insieme per sempre?

Ci siamo sposate due primavere fa. Solo due primavere. 

È così poco, in confronto a tutti gli anni che ci aspettavano.

Insieme.

E ora sono sola.

Lei è sola.

Dov'è il senso di tutto questo?

Ai miei occhi sembra un'unica grande presa per il culo. Ma Mercedes è convinta che tutto ha un motivo. E che lei è morta perché era pronta.

Tutte cazzate. 

So che non era pronta a lasciarmi. So che io non sono pronta a lasciarla andare. 

Anche se lo ha già fatto.

Se n'è andata.

E non tornerà.

Non la vedrò mai più coccolare Lord T. Non la vedrò mai più cucinare con quell'orribile grembiule rosa che le aveva regalato Rachel. Non la vedrò mai più distesa sul divano a leggere un libro in pantaloncini e canottiera. Non la vedrò mai più fissarmi con quel suo sguardo innamorato. Non la vedrò mai più unire le nostre mani per idolatrare quella che secondo lei era la perfetta armonia dei colori delle nostre pelli. Non la vedrò mai più pulire tutti i giorni il suo anello. Non la vedrò mai più amarmi.

Perché non c'è più.

E mi manca. Tanto.

Quinn è seduta accanto a me. Mi stringe la mano. Dice che andrà tutto bene, che passerà anche questa.

Ma io so che non è vero, che non è possibile.

Quinn non può capire cosa significhi perdere la propria metà, non quando ha le braccia di Puck intorno alla vita. Pronte a sostenerla, a proteggerla.

Io non provo più quella sensazione. Lei sì, e non sa cosa vale.

Ce ne accorgiamo quando è troppo tardi di quei dettagli, che a prima vista possono sembrare quasi insignificanti e che in realtà sono come aria per la nostra felicità.

Quinn soffre. Ma ha ancora aria.

Io no. 

E soffro. Tanto.

Perché senza aria, non si vive.

Sono al funerale e mi sembra tutto sbagliato.

Perché non avrebbe dovuto nemmeno esistere una tomba con il suo nome.

Voleva essere libera, non sottoterra.

Ma quando me lo chiesero, ero troppo distrutta. Che egoista sono stata. 

Avrei dovuto pensare a lei prima. 

Ma fa male. Tanto.

E io non ero pronta ad accettare.

Non sono pronta tutt'ora. 

Non lo sarò mai, probabilmente. 

Perché non è giusto. 

Non è giusto che a venticinque anni, sia bastato un solo stronzo a porre fine alla sua vita. Un solo stronzo che non è stato in grado di controllarsi, di frenare e di prendersi le sue responsabilità. Ma l'hanno preso. Oh sì, è in carcere, dove merita di stare. Un giorno gli farò visita, credo. Aveva 0.25 grammi al litro di alcool nel sangue. Non era nemmeno del tutto ubriaco quel figlio di puttana.

Ha passato gli ultimi secondi della sua vita con me. Stretta fra le mie braccia, sul ciglio di una strada. Nessuno ci ha aiutate. Non c'era nessuno. 

Solo io e lei.

E quei battiti prima della fine.

Fine della sua vita e della mia. Della nostra vita.

Quella notte sono morta con lei. 

Il mio tempo si è fermato nell'istante in cui mi ha sussurrato "Ti amo" e ha chiuso gli occhi. 

Per sempre.

Anche io la amo.

Per sempre.

E fa male. Tanto.

A volte mi chiedo cosa sarebbe stato se non le avessi sorriso quel giorno. Il nostro primo giorno.

Non avrei sofferto. Non sarei morta. 

Ma non avrei vissuto.

Mi ha fatto sentire viva con la parola più dolce, il gesto più attento, il bacio più ardente. 

Posso dire di aver vissuto grazie a lei. E non gliene faccio una colpa, se ora sto morendo dentro.

Perché la amo. 

Anche se fa male. Tanto.

Oggi è il venticinque maggio, è il suo funerale.

Ci sono venticinque gradi, io ho freddo.

Ho venticinque anni, sono morta con l'unica persona che io abbia mai amato e che mai amerò.

Il venticinque è un numero del cazzo, lo diceva sempre lei.

Ma il venticinque è ancora qui, lei no.

Santana non c'è più.

E fa male. Tanto.

Ho bisogno di lei.

Perché fa freddo.

E il venticinque fa schifo. Ora ne sono sicura anch'io.

 

 







Jetag
 

  
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