Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: BlackPearl_uaooo    01/07/2008    6 recensioni
Il momento che tutti stiamo aspettando da quando un certo detective è tornato bambino. Il momento tanto atteso... ma forse la circostanza più sbagliata. Se vi ha trasmesso qualcosa, recensite!
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fykh,bn

_La verità_

 

 

 

Shinichi si strinse la testa fra le mani. Gli pulsava da impazzire. Sapeva che stava per succedere. Sapeva che non poteva fuggire, mentire, insabbiare ancora una volta la verità.

Gli venne persino nausea al pensiero di ciò che stava per accadere. Ma forse era solo il mal di testa.

E nel retro di quel furgoncino, seppe che stava per succedere.

                                                                                    Fa’ che mi possa perdonare…

Ran era lì davanti a lui, seduta per terra, con le mani davanti alla bocca, scioccata, impazzita, con gli occhi fissi a guardare quella scena.

                                                                                    Dio mio, non  è possibile…

Conan, davanti a lei, si contorceva e si teneva la testa con le mani. Gli occhiali, caduti a terra, mostravano un viso che le era sempre più familiare, ogni secondo che passava… La ragazza vide una lacrima solitaria solcare il volto del bambino e il suo cuore perse un battito. Non l’aveva mai visto piangere. Doveva soffrire moltissimo. “Conan…”

                                                                                   Dio, fa che non muoia…

“Ra…ran” Shinichi stese un braccio per avvicinare la sua manina al viso della ragazza, ma un sobbalzo del camioncino sulla strada di campagna gli fece perdere l’equilibrio e lo fece cadere all’indietro. Vide Ran che si precipitava su di lui, per vedere come stava, ma tutto era senza contorni, tutto era sfocato… Persino il viso dolce della ragazza sembrava più vecchio.

All’inizio Shinichi aveva pensato che la fiala che gli avevano dato da bere prima di gettarlo sul camioncino insieme a Ran, fosse un veleno mortale. Ma più sentiva i suoi muscoli tirarsi, più sentiva crampi alla testa, alle gambe, allo stomaco, percepiva come familiare quel dolore, perché l’aveva già provato una volta. Prima che trasformassero in un bambino.

                                                                                      E’ il momento della verità…

Ran gli si avvicinò a carponi, perché la strada dissestata minacciava di farli cadere alla prima buca. Il bambino sembrava soffrire molto e Ran non sapeva come fare. Ma c’era qualcos’altro e si vedeva sempre più ogni secondo che passava. Conan si stava trasformando. Le sue gambe si allungavano impercettibilmente, mentre il torace si allargava, il suo viso si allungava e i suoi capelli crescevano.

Ran assisteva impotente a quella metamorfosi, come in un sogno, come in un incubo.

Un sobbalzo più forte degli altri fece gemere di dolore Conan.

                                                                                   Fermatevi, fermatevi…

Shinichi alzò lo sguardo verso la ragazza. Era terrorizzata, e poteva benissimo immaginare perché. Erano appena stati rapiti, colpiti con il calcio di una pistola e caricati nell’ampio bagagliaio di quell’anonimo furgoncino bianco. Ma sapeva che in realtà non era questo che la spaventava così. Ran stava osservando la sua metamorfosi. Conan ritornava Shinichi, una volta per tutte.

                                                                                    Perdonami, Ran…

Conan non c’era più. Davanti a lei ora, c’era un ragazzo, un giovane ragazzo di circa diciotto anni. I vestiti del bambino erano strappati e non potevano più coprire il suo corpo, di molte taglie più grande di prima. Il ragazzo nudo davanti a lei era Shinichi. Shinichi. Shinichi.

                                                                                   Shinichi…

Shinichi ora si sentiva meglio, stranamente non era svenuto e aveva anche riacquistato completamente la vista e non sentiva più dolore, a parte un flebile fastidio alla testa. Era nudo. Si coprì come poteva con i brandelli dei vestiti di Conan, ma sentiva su di lui gli occhi spalancati di Ran.

                                                                                  Perdonami…

“Shinichi”

Quel nome, pronunciato così dolcemente dalla ragazza che amava, quel nome.

“Ran, ti prego, ascoltami, io posso spiegare…”

“Shinichi”

Ora che la guardava bene, Shinichi si accorse che Ran piangeva.

Le lacrime scorrevano sulle guance ma non le deformavano l’espressione del viso, come se stesse piangendo di contentezza.

“L’ho sempre saputo, sai? Facevi di tutto per depistarmi, ma io sentivo che era così…”

“Ran, io l’ho fatto solo per non metterti in pericolo, te lo giuro, io…”

Ma prima che potesse parlare, la ragazza gli si avvicinò ancora di più, fino a pochi centimetri dal suo viso, per poterlo vedere meglio, per poter appurare che quello che stava osservando fosse vero.

Shinichi si zittì. La guardò con gli occhi più preoccupati del mondo, chiedendosi dentro di lui, se l’avrebbe persa per sempre.

“Shinichi…”

Ran gli sfiorò una guancia con una mano e Shinichi chiuse gli occhi al contatto.

“Quanto mi sei mancato…”

“Anche a me sono mancati i nostri incontri, i nostri appuntamenti, le nostre tenerezze… Mi sei mancata anche tu, da morire. Ma cerca di capirmi, io dovevo nascondermi e non potevo permettermi di metterti in pericolo. Mi dispiace, Ran…”

Ran gli mise la mano sulla bocca, come a zittirlo.

“Non importa… Un giorno ci siederemo davanti a una tazza di cioccolata e mi spiegherai tutto… Ma ora… non riesco a pensare ad altro che al fatto di averti ritrovato…”

Shinichi si sciolse in un piccolo, quasi impercettibile sorriso, che però Ran notò benissimo.

Il ragazzo le prese la mano, ancora bloccata sulla su bocca, la scostò e poi… annullò le distanze fra i loro visi, in un bacio dolce e delicato, quasi sfiorato.

Fu Ran che dopo qualche secondo gli prese la testa fra le mani e rese il bacio più deciso e appassionato.

Quando si staccò, la ragazza aveva ancora le lacrime agli occhi.

Sussurrò: “Shinichi”

“Dillo ancora”

“Shinichi”

“Non sai quanto ho sperato  che tornassi a chiamarmi così”

“Shinichi…”

“Ran…. Io ti devo portare via da qui”

“Ce la faremo, Shinichi, ci siamo trovati in situazioni peggiori”

“Ti proteggerò, Ran, te lo giuro. Prima di toccarti dovranno passare sul mio cadavere”

                                                                                 Ti proteggerò. Te lo giuro.

Scritto di getto, sulle note di "Where ever you will go", The Calling.

Non sapevo nemmeno se pubblicarla, ma se vi ha trasmesso qualcosa, recensite... Bacio

Fede

 

  
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