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Autore: Fiamma Erin Gaunt    17/03/2014    3 recensioni
I pensieri di Gloss mentre gli ultimi istanti della vita che conosce gli sfuggono via.
[Partecipa al II turno del contest: "1 su 24 ce la fa" indetto da Manufury sul forum]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cashmere, Gloss
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una vita lunga un’ora

 

 

 

Si può vivere anni talvolta senza vivere affatto,

 e poi tutta la vita si concentra in una sola ora.

Oscar Wilde

 

 

 

 

 

 

Gloss era rannicchiato su una poltrona in pelle nera, osservava l’andamento dei Giochi sul maxischermo della stanza che gli era stata assegnata in qualità di Mentore. Gli unici Tributi rimasti in gara, oltre a Cashmere, erano la ragazza del 4 e il ragazzo del 2. Una possibilità su tre di tornare a casa, nessuna di tornare alla vecchia vita. Il rimbombo di un colpo di cannone echeggiò nella stanza vuota. Lo sguardo corse immediatamente allo schermo, allarmato. Si rasserenò solo quando vide il ragazzo del 2 estrarre la lama della spada dal fianco della sedicenne del 4.

“Meno uno.” pensò, protendendosi maggiormente verso lo schermo.

Anche ora, seduto al sicuro nella sua stanza, non poteva fare a meno di sentirsi vicino a Cashmere. Sapeva che tutti i gemelli avevano un legame speciale, sua madre glielo aveva detto spesso, ma quello che esisteva tra loro era ben altro. Cashmere era la sua vita, l’unica costante che ci sarebbe sempre stata.

Un fulmine illuminò il cielo plumbeo che sovrastava il campo di grano di quella particolare zona dell’arena. Gli Strateghi dovevano essersi proprio divertiti un mondo nel realizzare quell’ambientazione così suggestiva; senza ombra di dubbio si trattava dello scenario perfetto per lo scontro finale. Quel grano poi, talmente alto da potercisi nascondere agevolmente, era insidioso e poteva rappresentare sia un punto di forza che di debolezza. Tutto dipendeva da chi sarebbe arrivato per primo sul posto.

La prima ad apparire fu Cashmere, con i capelli dorati arruffati e la fronte graffiata, ma pur sempre bellissima. Si guardava attorno guardinga, nelle mani stringeva gli ultimi pugnali che le erano rimasti. Subito dopo comparve il colosso del 2.

Gloss non era mai stato un ragazzo minuto, ma quel bestione avrebbe fatto sfigurare persino lui, figurarsi una ragazza esile e femminile come sua sorella. Era lui il vero Favorito, quello che secondo gli scommettitori sarebbe uscito dall’arena.

Quando lo scontro ebbe inizio, si sorprese a vagare con la mente. Ricordi della sua infanzia e dei primi anni dell’adolescenza gli affollavano la mente.

Lui e Cashmere al loro quarto compleanno, il primo di cui conservasse ricordi vividi. Durante i festeggiamenti, quando era ormai arrivato il momento dei regali, Gloss aveva esibito con orgoglio il set di pugnali che suo padre gli aveva regalato. Era un giovane combattente, ormai, presto avrebbe potuto cominciare ad allenarsi. Cashmere, invece, aveva storto il naso davanti alla collana con il ciondolo in zaffiri che le avevano donato. Voleva anche lei un pugnale, partecipare ai Giochi e vincerli.

L’anno seguente, il primo giorno al centro d’addestramento del Distretto. Ricordava l’emozione che gli attanagliava lo stomaco, la felicità nello scoprire che anche Cashmere aveva ottenuto il permesso di andare con lui.

E poi, ancora, Cashmere gelosa di Honey e lui che non poteva fare a meno di picchiare tutti coloro che si avvicinavano troppo alla sua sorellina.

“Tu sei mio e io sono tua.”

“Tu sei mia e io sono tuo.”

Quella rivendicazione, che nulla aveva in termini di sentimento amoroso, ma che presupponeva la totale unione delle loro vite.

 

- Non farti ammazzare, Cash. – sussurrò, rivolto allo schermo.

Continuò a seguire lo scontro, rilassandosi solo quando, dopo decisamente troppo tempo, Cashmere tagliò la gola del ragazzo con un movimento repentino del polso. Il colpo di cannone annunciò la morte del Tributo e la sua proclamazione come vincitrice.

Un’ora. Quel dannato scontro era durato un’intera ora. Non ricordava che a memoria di uomo ci fosse mai stata una finale così combattuta in tutta la storia degli Hunger Games.

Sospirò, lasciandosi cadere contro lo schienale della poltrona. Si era chiesto come avrebbe potuto continuare a vivere senza di lei, come sarebbe stato possibile chiamare vita un’esistenza senza il sorriso di Cashmere che gli scaldava il cuore.

Non sarebbe stata vita, ecco la semplice risposta.

 

 

 

 

*

 

 

 

Erano passati anni da allora, ma quella promessa era rimasta. Si appartenevano a vicenda, erano uno la vita dell’altra, e lui non l’avrebbe uccisa. Aveva preso quella decisione nel momento stesso in cui aveva sentito chiamare il suo nome. Cashmere non sarebbe morta, non per mano sua per lo meno.

- Come ti senti? –

Sussultò, colto alla sprovvista dall’arrivo della sorella.

- Sto bene. –

Era una bugia, ma non voleva rovinare gli ultimi momenti che restavano loro con le sue stupide paranoie.

- Lo sai che capisco sempre quando menti, vero Gloss? –

Sì, lo sapeva.

Cashmere lo guardò con aria seria, - Non dirmi che stai pensando di fare qualcosa di stupido. –

Gli rivolse il migliore dei suoi ghigni ironici, - Mi conosci, sai che non posso farne a meno. –

- Non farti ammazzare per me, Gloss. – replicò, mantenendo una serietà assoluta che contrastava incredibilmente con l’immagine che avevano di lei in tutti i dodici Distretti.

- Non posso prometterti nulla, Cash. –

Poi aggiunse, visto che stava per replicare con qualcosa di esasperante, - Per favore, non litighiamo, non ora che rimane solo un’ora. –

Cashmere annuì, accoccolandosi contro il suo petto muscoloso e lasciando che il fratello la stringesse in un abbraccio carico di significati.

“Quella volta non sarebbero bastati sessanta minuti per ripercorrere tutta la vita; se avesse vinto i Giochi, avrebbe continuato a camminare e mangiare, parlare e respirare, ma non sarebbe stata vita. La vita che gli rimaneva da vivere, quella vera, era racchiusa in quegli ultimi momenti. Dopo tutto ciò non sarebbe più stato nulla.” pensò, affondando il volto nella chioma dorata della sorella e riempiendosi le narici di quel lieve profumo di cannella che aveva caratterizzato tutto lo scorrere della sua vita.

 

[918 parole]

 

  
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