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Autore: I_Cant_be_no_superman    17/03/2014    4 recensioni
Isaac sorrise scuotendo la testa.
“Come vuoi, principessa!” disse ridendo.
“Scemo, non chiamarmi cosi”
[Scisaac, what else?]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera gente :3
Sono tornata con un'altra piccola scisaac.
Chiedo scusa per i possbili errori e ringrazio tutti quelli che leggeranno.
Buona lettura :)                                             



                                                        
Pov Scott


Erano circa due ore che mi rigiravo nel letto cercando di dormire ma proprio non ci riuscivo. Era come se mi mancasse qualcosa e anche se faticavo ad ammetterlo sapevo esattamente qual’era il motivo per cui non riuscivo a dormire.

Isaac on era ancora tornato a casa e da fonti abbastanza sicure, Stiles, sapevo che doveva passare la serata a casa di Allison per un “progetto di scienze”.

Oggi erano esattamente sei mesi che stavamo insieme e io come un coglione avevo rovinato tutto. Grazie alla mia, più che motivata direi, gelosia avevo discusso con Isaac spingendolo tra le braccia della mia ex ragazza. Ma la colpa non era tutta della mia gelosia ma più che altro
della mia, più che confermata, deficienza.

Che Allison nutrisse un interesse per Isaac era una cosa che sapevano tutti ma quel biondino era mio, era cosi da sempre solo che avevamo messo un po’ di tempo per rendercene conto anche noi.

Quando sei mesi prima io e Isaac ci eravamo baciati la prima volta credevo che fosse un sogno ma non è finita. Isaac e rimasto li, senza staccare le sue labbra dalle mie.

In quel momento mi ero sentito come non mi ero mai sentito, nemmeno Allison era stata in grado di farmi provare tutto quello che quel ragazzo mi faceva.

Bastava che fosse nella mia stessa stanza per mandarmi in confusione. Per non parlare poi del suo odore. Odorava di erba bagnata e terra, un profumo che a lungo andare era diventato anche il mio.

Ed era per sentire il suo profumo che ero steso dalla sua parte di letto, rannicchiato sotto lo coperte. Erano le undici e Isaac non era ancora tornato ma sospettavo che, anche se lo avesse già fatto, sarebbe andato a dormire nella sua stanza.

Quella mattina sembrava tutto ok, e lo era sul serio. Ero intenzionato a festeggiare quel piccolo traguardo. Era stato cosi difficile all’inizio scendere a patti con quello che entrambi sentivamo che il bisogno di festeggiare mi sembrava più che giusto.

Avevo programmato una piccola gita in moto, magari al lago appena fuori città o al vecchio parco dove di solito Isaac e io ci rifugiavamo i primi tempi della nostra storia.

Sarebbe stato un pomeriggio normale in effetti ma già essere insieme a lui, lo rendeva speciale.

Quando mi ero accorto di amarlo mi ero sentito praticamente perso.

Non è mai facile rendersi conto di volere l’unica cosa che, in un certo senso, non puoi avere o meglio non puoi avere come vuoi tu.

Era stato uno dei periodi più difficili della mia vita e, se non fosse stato per Stiles, sarei esploso.

Poi era successo. Era un pomeriggio afoso di metà settembre e io Isaac stavamo studiando per non so quale compito in classe. Eravamo entrambi sul mio letto, con i libri aperti, a ripetere le cose che potevano tornarci utili.

Poi semplicemente lo avevo baciato. Era troppo vicino o il caldo mi aveva dato alla testa, anzi, forse erano entrambe le cose, ma lo avevo baciato.

Le mie labbra erano sulle sue, ed erano morbide come le avevo sempre sognate.

Il suo odore mi aveva colpito davvero per la prima volta e quando la sua mano si era posata sulla sua guancia mi ero sentito a casa.

Avevo chiuso gli occhi cercando di godermi quel momento perché sapevo che non sarebbe più successo, che tutto sarebbe finito non appena avrei staccato le mie labbra dalla sue.

Avevo aspettato che succedesse ma non era accaduto. Isaac aveva ricambiato il mio bacio e presto tutti i libri furono dimenticati. Non c’era spazio per altro che non fossi noi.

Le mia mani sul suo corpo che lo accarezzavano lentamente mentre le sue labbra non riuscivano a staccarsi un attimo dalle mie. Se respirare non fosse stato cosi necessario saremo rimasti li per ore, ad assaporare quel momento unico.

Quello era solo il primo di tanti baci. Baci dati con l’intenzione di dimostrare quello che si provava, baci di possesso e di dolcezza.

Presto le mia mani erano state sulla sua pelle mentre, Isaac, era sotto di me arrendevole.

Guardarlo era la cosa più sorprendente del mondo. I suoi occhi non erano mai stati cosi belli e le sue labbra, rosse per i baci, erano troppo invitanti per resistergli allungo.

E ci baciamo ancora e ancora e ancora, come sa dai quei baci ne dipendesse tutto il resto.

Facemmo l’amore per la prima volta mettendoci tutta la calma possibile.

Il corpo di Isaac merita di essere trattato con dolcezza ed era quello che avevo fatto, lo avevo fatto mio con calma assicurandomi che non
sentisse dolore. Perché tutto l’amore che provavo per lui non doveva essere contaminato dal dolore.

Dopo quella giornata era diventato tutto difficile. Avevamo provato davvero a stare lontani ma ci era impossibile.

Eravamo come due calamite che non potevano stare lontane e avevamo ceduto. Ancora una volta e ancora. Intenso, ecco come era stato e lo sarebbe stato sempre.

Era stato Stiles a farci ragionare e ancora una volta lo aveva fatto nel modo più assurdo possibile, ma infondo era lui, potevamo aspettarci qualcosa di diverso?

Sorrisi al ricordo di tutto quello che aveva fatto Stiles facendo in modo che io e Isaac trovassimo finalmente il modo di fare chiarezza dentro di noi.

Ci eravamo ritrovati ad urlarci in faccia i nostri sentimenti e avevamo finito per fare l’amore sul letto del mio migliore amico.

Mentre ci stavamo rivestendo io e il mio ragazzo avevamo concordato che non era proprio il caso di farlo sapere al proprietario del letto. Quando ripensavamo a quella cosa ridevamo ancora.

Sospirai aprendo gli occhi e mettendo da parte per un attimo quelle immagini felici.

Undici e un quarto.

Mi strinsi nelle coperte fissando le stelle fuori dalla finestra.

Ogni volta che Isaac non c’era era come se mancasse un pezzo di me, era un mancanza che non si faceva sentire subito ma nel corso del tempo. Più tempo passavo senza di lui e più ne avevo bisogno.

Avevamo discusso per colpa di una stupida ragazzina che ci aveva provato con me.

Lei era li, che mi guardava dolcemente e io per far ingelosire Isaac avevo fatto finta di starci ma non so neanche come le cose erano degenerate e lui era andato via.

Lo avevo spinto direttamente tra le braccia di Allison.

Ero stato cosi stupido a volerlo fare ingelosire ma ero fatto cosi, volevo solo che mi dimostrasse che gli appartenevo.

Chiusi gli occhi cercando di calmare il respiro che stava accelerando in modo decisamente preoccupante.

Sei un idiota McCall, ti aveva dimostrato mille volte di essere geloso di te, ma tu che fai? Ti metti a fare il coglione con la figlia del prof di
filosofia che ci prova con te.


Adesso lui non è qui. Contento? Che volevi che facesse che ti baciasse davanti a tutta la scuola? Sbaglio o sei stato tu a dirgli che non
volevi dirlo per paura di quello che avrebbe potuto pensare la gente?


Cercai di mandare via tutto quello dalla mia testa, ma era vero. Ogni singola parola.

Volevo che fosse geloso, volevo che dimostrasse a tutti che sono suo. Volevo che facendolo uscissimo allo scoperto, che potessi prenderlo per
mano nel corridoio e baciarlo quando più mi andava nel giardino della scuola.

Volevo tutto quello ma ero stato troppo codardo per chiederlo apertamente a lui.

Che avrei fatto se non fosse tornato? Se da domani le cose sarebbero tornate come erano prima che diventassimo un noi?

Strinsi forte gli occhi cercando di mandarli via, di mandare via tutte quelle paure che stavano crescendo dentro di me.

Respira Scott, con calma. Lui non ti lascerà. Ti ama.

Mi amava? Poteva amarmi ancora dopo che ero stato cosi stupido?

Affondai il viso nel suo cuscino sentendo l’odore di Isaac entrarmi dentro e calmare l’oceano in tempesta che minacciava di prendere il sopravvento.

Regolarizzai i respiri quando sentii chiaramente il rumore della porta d’ingresso che veniva aperta e poi richiusa.

I passi di Isaac che salivano le scale erano inconfondibili per me e sperai con tutto me stesso che si fermasse davanti alla mia porta per venire ad abbracciarmi.

Per non so quanto tempo non successe niente, tutto taceva.

Senti una piccola lacrima sfuggire al mio controllo mentre lasciavo che la stanchezza dominasse tutto.

Mi addormentai cominciando a sognare.

Era tutto cosi confuso, sapevo solo che faceva male, troppo male.

Isaac andava via.

Era troppo lontano, non potevo raggiungerlo.

Urlavo il suo nome ma lui non si girava.

Guardava davanti a sè.

Urlai ancora ma questa volta sembrava cosi reale.

“Amore .. sono qui, calmo..”

La sua voce era appena un sussurro mentre le sue braccia erano strette attorno al mio corpo come a proteggermi.

“Piccolo..” sussurrai aggrappandosi alla sua maglia.

“Sono qui amore”

Le sue labbra presero a lasciarmi molti baci sul volto e piano comincia a rilassarmi.

“Mi dispiace” dissi guardandolo negli occhi dopo un po’.

“Non devi scusarti di niente, sarei dovuto tornare prima e chiarire con te. Ma il progetto di scienze non si sarebbe fatto da solo”

“Sono un idiota ma avevo tanta paura che tu non tornassi” conclusi chiudendo gli occhi e stringendolo forte.

“Dimmi dove altro sarei potuto andare? Tu sei la mia casa Scott, quella dove voglio tornare ogni sera e sentirmi bene. E si sono geloso, anche
troppo a volte, ma ti amo, ti amo in un modo che non so neanche spiegare a me stesso.”

Gli occhi di Isaac erano fissi nei miei e, ancora una volta nel corso di quella serata, mi sentii uno stupido. Stupido perché avevo pensato che non sarebbe tornato. Stupido perché avevo pensato che non mi amava abbastanza.

“Voglio che tutti la sappiano!”

“Scott..”

“No, niente Scott, voglio che tutti sappiano che sono tuo. Non mi importa” conclusi poggiando due dita sulle sue labbra per non farlo continuare.

Isaac sorrise scuotendo la testa.

“Come vuoi, principessa!” disse ridendo.

“Scemo, non chiamarmi cosi”

Ridemmo entrambi, era tutto normale e presto l’intero mondo avrebbe saputo quanto perfetto era tutto quello che avevamo insieme.










Vorrei ringraziare tutti coloro che sono arrivati fino a qui e mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate, anche se dovessero essere due righe.
Alla prossima.
Marinella
   
 
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