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Autore: I_Cant_be_no_superman    19/03/2014    3 recensioni
Il dolore fa un rumore basso quasi come quello di una radio non sintonizzata bene. Un rumore continuo che sembra fare sempre più male.
[Scisaac, what else?]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti.
Recententemente sto scrivendo davvero tanto e dopo la puntata di ieri non potevo astenermi da scrivere una Scisaac un po' angst.
Ok, non so scrivere questo genere di cose quindi vi chiedo di perdonarmi già da adesso.

Vi lascio leggere in pace e vi chiedo scusa per i possibili errori.
Marinella



 
                                                       


Pov Isaac


Era passato un mese.

Un mese da quando tutto il mondo che mi circondava era cambiato ancora una volta.

Credevo di essermi abituato alla morte, prima mia madre e poi mio padre. Ma la verità è che non si è mai pronti ad affrontala.

Ad affrontare tutto quello che la morte porta con sé. Non parlo sono del dolore e della mancanza.

Parlo di quello che senti infondo allo stomaco, quel buco pieno di dolore che sembra sempre pronto ad esplodere, la continua sensazione di oppressione che non riesce a scomparire. Ci sono quei momenti in cui senti tutto quel dolore premere per uscire ma non glielo permetti, lo
mandi indietro, lontano da te.

Perché non puoi crollare, nonostante faccia male devi essere forte.

Devi essere forte perché la persona che ami e a pezzi e tu sei l’unico che può provare a tenerlo insieme.

Era un mese che Scott non mi parlava o toccava e pure, io, ero sempre lì. Pronto a corre quando la notte urlava in preda agli incubi e sparire subito dopo che si era calmato.

Ci amavamo, ne ero sicuro. Lo vedevo nei suoi occhi insieme ai sensi di colpa per la morte di Allison.

Erano li per salvare Lydia e lei aveva perso la vita. Scott si incolpava di tutto e, più di una volta, gli avevo sentito dire che avrebbe preferito
morire lui al posto della ragazza.

Le sue parole mi facevano male cosi come il ti amo che aveva sussurrato prima che Allison gli morisse tra le braccia.

Avevo cominciato ad allontanarsi mentre nei suoi occhi cominciavo a intravedere i sensi di colpa, per amare me e non lei infondo, per non averla protetta.

Io ero diventato un danno collaterale. Amarmi era diventato sbagliato anche se non lo era stato subito prima che lei morisse.

Mi sentivo come rotto dentro, come se tutto l’amore che provassi per Scott fosse diventato sbagliato sul serio.

Mi era stato più volte ripetuto di dargli tempo, che le cose sarebbero migliorate e che tutto sarebbe tornato normale ma, a me, Scott mancava.

Mi mancava sentirlo vicino a me al mattino, mi mancavano le sue mani sul mio corpo, i suoi occhi nei miei e mi mancava il sapore delle sue labbra.

E per quanto fosse egoistico io lo rivolevo indietro, rivolevo Scott, anche se con lui avrebbe portato il dolore.

Sono sempre stato una di quelle persone con le spalle larghe e sarei stato forte per entrambi, fino a quando lui non lo sarebbe stato abbastanza per se stesso.

Scott però non era venuto da me e evitava accuratamente che io lo toccassi o che le nostra pelli si sfiorassero anche solo per sbaglio.

Era sempre stato l’unico a non farmi sentire in quel mondo, sbagliato, inutile, ma adesso era tutto diverso. Lui non mi voleva e stava cercando di sopprimere tutto quello che provava per me.

“Scott sai che non è colpa tua, per favore, vieni qui” dissi aprendo le braccia e invitandolo tra di esse. Lui le guardo quasi disgustato.

“Non..non toccar..voglio stare solo” si corresse alla fine.

Non volevo che lo toccassi. E l’unica cosa che io chiedevo era poterlo stringere per tenere insieme i pezzi.

Chiusi gli occhi poggiando la testa sulle ginocchia.

Erano circa la quattro del mattino ed ero rannicchiato sulla finestra della camera di Scott mentre lo guardavo dormire.

Avevo paura che facesse brutti sogni cosi me ne stavo li e lo guardavo dormire. Ero masochista, sarei dovuto scappare, correre lontano da tutto quello ma non ci riuscivo.

Guardarlo dormire era tutto quello che mi era rimasto. Neanche i suoi sensi da lupo, che di solito lo avrebbero avvertito della mia presenza, non gli segnalavano niente.

Sembrava cosi tranquillo in quel momento ma sapevo che dentro stava male. Potevo sentire il rumore del suo dolore.

Il dolore fa un rumore basso quasi come quello di una radio non sintonizzata bene. Un rumore continuo che sembra fare sempre più male.

Un rumore di sottofondo che non tutti sono in grado di cogliere, come se fosse una radio speciale, che solo quelli che ci sono già passati
riescono ad ascoltare.

E io lo sentivo quel rumore, sentivo il dolore di Scott e lo provavo esattamente come lo provava lui. Infondo entrambi avevamo perso la persona che amavamo.

In modi diversi ma avevamo perso entrambi.

Mi alzai sentendo le articolazioni scricchiolare, se non fossi stato un licantropo avrei dovuto iniziare a preoccuparmi.

Mi avvicinai lentamente a Scott, guardandolo da quanto più vicino mi fosse concesso e cercando di non cedere al desiderio di stendermi con lui e stringerlo a me.

Uscì, dopo non so quanto tempo, dalla stanza camminando verso la mia con la testa china.

“Dovresti smetterla!” la voce di Melissa mi giunse ovattata tanto ero preso nei miei pensieri.

“Perché?” domandai con più rabbia del dovuto.

Sapevo che Melissa aveva sempre appoggiato me e Scott, ma in quel momento ero stanco di persone che mi dicevano cosa dovevo fare o cosa dovevo provare. Ero stanco di non avere Scott al mio fianco e mi sentivo cosi dannatamente solo.

“Perché deve capire da solo che ti sta perdendo!” mi rispose avvicinandosi a me.

Ed eccolo quel dolore sordo infondo allo stomaco che premeva per uscire.

Sentivo le lacrime e una sensazione opprimente sul petto diventare sempre più presenti.

Melissa parve leggermi dentro e mi abbraccio, come una madre. Come io avrei voluto abbracciare Scott. Uno di quegli abbracci che ti ricostruiscono, che ti fanno sentire per un attimo bene.

Quegli abbracci che quando stai male vorresti fossero infiniti. Quegli abbracci che non riesci a dimenticare nonostante tutto quello che può succedere.

Quando si stacco da me mi sentivo decisamente meglio.

“Credi che lo capirà mai?”

“Credo che lui lo sappia già. Scott non è mai stato un tipo cosi diretto, tende a riflettere sulle scelte che fa” concluse sorridendomi.

Annui debolmente prima di andare in camera mia.

Odiavo i cambiamenti e odiavo il dolore. L’unico cambiamento positivo della mia vita era stato Scott e ora non avevo neanche lui.

Sentii il dolore avvolgermi completamente e lo lasciai fare, non mandai indietro niente.

Le lacrime mi inondarono il viso e tutto quello che avevo provato negli ultimi giorni sembro venire fuori.

Tutto il dolore, la paura e il senso di solitudine sembravano sommarsi al dolore di Scott. Lui non aveva pianto e se lo aveva fatto, io non lo avevo
visto. Piangevo per entrambi mentre mi rannicchiavo su me stesso cercando di alleggerire tutto quello.

Ma non ci riuscivo faceva solo più male, più provavo a mandarlo indietro più sentivo dolore.

Perché è cosi no? Una volta che hai dato al dolore la possibilità di uscire non c’è possibilità di ritornare indietro.

Strinsi forte gli occhi cercando di cacciare ancora una volta indietro le lacrime ma poi accade una cosa che non mi aspettavo.

Avverti due braccia stringermi ad un corpo caldo. La prima cosa che mi colpì fu l’odore di Scott che arrivo al mio cervello come un balsamo a tutto quel dolore che sentivo.

Aprii gli occhi cercando di non muovermi. Avevo cosi paura che scappasse ancora da me, che quello fosse solo un tentativo per vedere se provava ancora le stesse cose.

Singhiozzai non riuscendo a trattenermi, averlo vicino non faceva che aumentare la mia voglia di piangere, di sfogarmi del tutto.

Sentii il suo corpo rabbrividire e chiusi gli occhi, pronto all’eventualità che le sue braccia sparissero ancora una volta, ma non accade, le braccia di Scott mi voltarono verso di lui stringendomi contro il suo petto.

Non riuscì più resistere, mi aggrappai alla sua maglia stringendola tra le dita.

La morte cambia tutto, rende debole anche le persone più forti. La morte ti distrugge, da dentro, senza darti la possibilità di combattere. Il dolore era un’amica costante di tutti quelli che avevano a che fare con la morte e, io e Scott, eravamo due di quelle persone.

La morte di Allison aveva cambiato tutto, non solo tra di noi, ma tutto.

L’intero mondo ora si sarebbe adattato all’assenza di Allison ma nessuno di noi lo avrebbe mai superato davvero.

Scott mi stringe più forte a sé mentre mi lasciava un bacio dolce sulla fronte.

Il dolore presto lascio il posto solamente alla sensazione di riavere Scott accanto a me.

Chiusi gli occhi rimanendo tra le sue braccia e sperando che quel momento sarebbe durato per sempre.

Non so neanche quando mi addormentai ma la mattina dopo mi svegliai tremando. Ricordavo solo immagini di brutti sogni.

Poi respirai ancora e l’odore di Scott era ancora lì, forte come la sera precedente mentre le sue braccia non avevano smesso un attimo di stringerti.

“Sono qui piccolo, tranquillo” sussurrò al mio orecchio.

La sua voce, quanto era bello poterla sentire ancora da cosi vicino.

Annui debolmente senza trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.

“Mi dispiace. Mi dispiace di averti fatto pensare anche per un momento che quello che provassi per te fosse un errore. Mi dispiace di essere
stato cosi, in questo mese. So che ti meriti di meglio, che meriti qualcuno che ti possa dare la felicità che non hai mai avuto. So tutto questo ma
io non posso lasciarti andare, tu sei troppo importante per me” sussurrò appena stringendomi.

Fu come se in quel momento tutto il dolore che avevo provato fosse scomparso. Sapevo che era ancora lì, pronto ad esplodere ma ero certo che questa volta avrei avuto Scott al mio fianco.

“Tu sei tutto quello che voglio per essere felice” confessai alzando lo sguardo su di lui e incrociando i suoi occhi.

Vedevo tutto il dolore e la radio aveva ricominciato a fare il suo rumore, la sua canzone dedicata al dolore.

Vedevo quel dolore e, in quel momento, promisi a me stesso che avrei fatto di tutto per rendere quel dolore sopportabile. Avrei reso felice  quel ragazzo.

“Ti amo” disse Scott. “Non ho mai smetto di farlo”

“Anche io e non smetterò mai di farlo” sussurrai stringendolo.

Avremmo affrontato tutto quello insieme. Avremmo vinto il dolore, almeno per un po’. Almeno finché eravamo insieme.












Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fino a qui<3
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate anche se dovressero essere tipo due parole, sul serio.
Un grazie a tutti in anticipo.
Alla prossima.
Marinella
   
 
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