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Autore: 8Sherlin8    19/03/2014    12 recensioni
Temporaneamente sospesa
||Ambientato dopo la guerra contro i Giganti e Gea||
Il mondo era tornato alla normalità, tutti erano ritornati alle proprie vite, anche sull'Olimpo.
Nella Sala dei Troni, gli dei stavano avendo uno dei loro soliti litigi, ma qualcuno aveva deciso che era tempo di cambiare.
Gli dei vengono obbligati da Estia a trasformarsi in dei quasi normali adolescenti mortali per un anno e dovranno vivere come loro. Andranno al liceo, la Goode High School per essere precisi, la scuola dove alcuni dei loro figli stanno frequentando.
Pensano che sia una tortura che porterà solo problemi e guai a non finire. E infatti, lo sarà.
Come si comporteranno gli dei con i propri figli, ignari della loro vera identità?
E i semidei lo verrano mai a scoprire? Come saranno la loro reazione?
In quest'anno memorabile, gli dei impareranno un sacco di cose su loro stessi e sui loro figli. E chi lo sa, forse essere dei normali umani non si rivelerà poi così male.
[AVVERTIMENTO: possibili SPOILER "La casa di Ade"]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gli Dèi, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Problemi Divini e Semidivini'
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Disclaimer'Io non possiedo Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo / Percy Jackson e gli eroi dell'Olimpo, ma sono proprietà di Rick Riordan; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.



Erano passati mesi dalla guerra contro i Giganti e Gea. La pace sembrava, ormai, regnare. O, quasi. 

Era il Sostizio d'Inverno.

E quella era una tipica giornata sull'Olimpo. Il sole splendeva alto nel cielo, le Muse allietavano l'atmosfera con i loro canti e le danze, e gli dei svolgevano le loro solite attività giornaliere, tutti erano felici e contenti. 

Beh... quasi

La Sala dei Troni era pieno di urle e gride, come al solito. Quindi sì, era una giornata tipica sull'Olimpo. Se pensavate che dopo secoli e secoli di continui litigi, gli dei avrebbero avuto una conversazione tranquilla tra di loro, vi sbagliate di grosso.

"Zeus, dove sei stato ieri notte? Sei andato a trovare un'altra delle tue amanti, non è così?" urlò Era indignata. La Regina degli dei era furiosa col marito che sicuramente l'aveva tradita con un'altra delle sue solite scappatelle.

Zeus si massaggiò le tempie. "Amore te lo giuro, stavo facendo una cosa importante. Non farei mai..." 

"Che cosa? Che cosa non faresti mai?" lo interruppè. "Oh, ma certo. Stavi facendo una cosa importante. È la stessa frase che mi hai ripetuto ogni giorno in questo mese! Anzi, questa scusa lo usi ogni volta per coprire il fatto che stai rimorchiando una mortale!"

Il Signore del Cielo si strinse nelle spalle e tacque mentre sua moglie continuava a urlargli contro, aggiungendo ogni tanto qualche imprecazione molto colorato. Accanto a Zeus e Era, Atena stava avendo uno dei suoi abituali litigi con Poseidone.

"Testa di Mollusco, sei patetico!" gridò Atena.

"E tu sei... sei un... una Faccia da Civetta!" le urlò di rimando Poseidone.

"Non posso crederci che sto lasciando Annabeth uscire con quella Testa d'Alghe di tuo figlio."

"Percy ha salvato l'Olimpo per DUE volte e tu dovresti essere lusingata che mio figlio esce con tua figlia! "

"Se tuo figlio rovinerà il futuro di mia figlia non glielo farò passare liscia," lo minacciò Atena. "Hai capito?" domandó poi, come se il dio del mare non capisse il più semplice delle minacce.

Poseidone per mantenere la calma si ritrovò a borbottare insulti a bassa voce, sperando che Atena non lo sentisse. Ma, naturalmente, niente sfugge alla dea della saggezza.

Dall'altra parte della sala, i gemelli arcieri stavano avendo uno dei loro soliti accesi dialoghi da fratelli.

"Apollo! Come ti sei permesso di flirtare di nuovo con le mie Cacciattrici!" Artemide guardò male suo fratello gemello.

"Rilassati, rilassati sorellina," disse Apollo con calma. "Era solo una volta. Stavo solo facendo dei complimenti alle tue ragazze, non ci stavo provando."

"Bugiardo!" gridò la dea della luna. " E non chiamarmi sorellina che io sono più vecchia di te! Lo vuoi capire, o no?"

"Io sono il dio della verità, sai che non posso mentire," replicò Apollo. "E tu sarai sempre la mia sorellina."

Artemide stava per ribattere ma fu interrottà da un commento inopportuno da parte di una certa dea dell'amore.


"Tsk. Se solo tu avessi un uomo non saresti così amara, Artemide" borbottò Afrodite mentre si curava le unghie già perfette. La dea quasi cade dal suo trono quando si ritrovò una freccia d'argento tra i capelli. "I miei capelli! Come ti sei permessa brutta-argh..." Afrodite fu messa a tacere dalle raffiche di frecce che Artemide lo stava bersagliando.

"Io preferisco essere così come sono, che una sgualdrina e moglie infedele come una certa dea di mia conoscenza che ha tanti amanti e tanti figli semidei! E devi smetterla di corrompere le Cacciattrici. Se perdo un'altra fanciulla a causa dei tuoi stupidi giochi amorosi, giuro che ti sistemerò la faccia e ti spedisco direttamente al Tartaro!" disse Artemide, tra una freccia e l'altra, rivolto ad una dea dell'amore molto offesa. Afrodite cercò inutilmente di schivare ogni freccia come Artemide aumentò la velocità dei colpi. Oh, la dea della caccia non manca mai il bersaglio!

Intanto, Ade e Demetra stavano avendo un altro dei loro consueti argomenti inutili: i cereali. Demetra stava cercando di convincere Ade, per l'ennesima volta, che mangiare i cereali gli avrebbe fatto solo bene. Il signore degli Inferi si passo una mano tra i capelli per la frustrazione mentre continuava ad ascoltare il discorso, che ormai sapeva a memoria, di Demetra su come fossero buoni e sani i suoi cereali.

Ares stava facendo il tifo silenzioso per Artemide, senza farsi accorgere da Afrodite. Si, Afrodite è la sua ragazza, ma lui era il dio della guerra quindi non poteva farne a meno di tifare per la dea della caccia, che stava facendo diventare davvero interessante (sanguinosa) quel consiglio degli dei. In quel momento, Afrodite aveva un aspetto orribile per essere la dea della bellezza. Il suo vestito era a brandelli, i capelli erano un disastro e per non parlare del suo corpo perfetto ricoperto di graffi e icore. La dea  ormai furiosa saltò addosso ad Artemide che perse l'equilibrio, e insieme caddero a terra. Le due si ritrovarono a rotorare sul pavimento, tirandosi i capelli e prendendosi a pugni a vicenda. 

Apollo, che era stato dimenticato dalla sua cara sorellina troppo impegnata a fare botte con Afrodite, stava recitando un haiku:

Sorellina è furiosa,
non si scherza.
Sono figo!


Gli unici che sembravano abbastanza tranquilli erano: Efesto, Dioniso ed Ermes. Quest'ultimo, forse non troppo.

Efesto era concentrato a progettare un altro delle sue creazione, dando ogni tanto uno sguardo alla moglie indeciso se aiutarla, o no.

Dioniso come sempre era troppo annoiato e stava facendo crescere una vite attorno al suo trono distrattamente. 

Ermes invece aveva appena caricato il video dove Artemide bersagliava di frecce Afrodite su internet, e aveva già ricevuto più di cinquemila visite in meno di 5 minuti. Il dio contento del successo, stava registrando il sequel del video "Artemide VS Afrodite".

L'unica sana di mente era Estia, che era intenta ad accudire il proprio focolare. Lei era solitamente una dea calma e pacifica, ma tuttavia stava per perdere la pazienza. Era passato circa un anno dalla guerra contro Crono e pochi mesi da quella contro Gea, e adesso stava per iniziarne un'altra dei soliti litigi tra i suoi famigliari. Si, era vero che questo era normale nella sua famiglia, ma quello era troppo, anche per una paziente come lei. Riusciva a sentire lo stress che aveva accumulato nei secoli dentro di lei bruciare come fiamme ardenti, stava per esplodere: di rabbia.  

Atena aveva cominciato a bersagliare Poseidone con libri di vario genere. Artemide aveva un attacco di risata isterica come guardava Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza ridotta... non più così bella. Era aveva iniziato a elencare una lista di tutte le donne con cui suo marito lo aveva tradito. Inutile dire che era molto lunga. E, Apollo che continuava a recitare haiku non aiutava Estia a calmare la sua rabbia crescente. Infatti, si ritrovò a urlare:"ZITTI! TUTTI QUANTI!"

Un silenzio improvviso cade nella Sala dei Troni. Tutti la guardarono sconvolti e sorpresi. Nessuna aveva mai sentito Estia gridare, e decisamente non era una cosa positiva.
 "Sono stufa dei vostri soliti comportamenti infantili! Potete fare qualcosa che non sia discutere, litigare o combattere?!" chiese stizzita la dea della casa.

"Divina zia, vorrei..." cominciò Atena, ma fu interrotta da un lamento da parte di Poseidone. Naturalmente, la Signorina-So-Tutto-Io deve dire qualcosa. Atena gli lanciò un'occhiataccia intimidatoria e poi ritornò a rivolgere l'attenzione su Estia. "Mi dispiace zia, se mi sono comportata male. Ma è solo colpa di Poseidone se è un'idiota."

"Senti chi parla, Faccia da Civetta!" gridò Poseidone.

"Artemide se la prende con me perchè lei è una psicopatica di 12 anni che non ha un uomo da portare a letto," si lamentò Afrodite. 

Artemide le lanciò uno sguardo di puro disgusto. "Io non voglio portare un uomo a letto! Sei tu che non rispetti le mie scelte!"

"Calmati sorellina," le disse Apollo. 

"E tu non chiamarmi sorellina!"

"Ade ha solo bisogno di mangiare di più i cereali, ma lui come al solito deve essere in disaccordo con me," protestò Demetra. "Oh, Persefone. La mia povera bambina, sposata con un uomo che non ha un minimo rispetto per i cereali."

Ade alzò gli occhi. "Oh, maledizione. Demetra quante volte ti devo ripetere che non mi piacciono i cereali? Sono così disgustosi."

Demetra lo guardò con orrore. "Come osi insultare i cereali!"

"BASTA! SMETTETELA!" urlò Estia con voce autoritaria, facendo scemare tutte le voci nella Sala del Trono. "Atena, Poseidone, basta discutere sulla vita sentimentale dei vostri figli. Afrodite non corrompere Artemide, ha un giuramento da mantenere. E Apollo, non fare il bambino, tua sorella è più grande di te..."

"Ah!" Artemide sorrise ad Apollo che mise il broncio. "Sentito?" 

"... Demetra, tutti abbiamo capito quanto siano sani i tuoi cereali ma smettere di importunare Ade. Invece, tu, fratello sii più paziente. Era, tuo marito non cambierà mai, tu dovresti conoscerlo meglio di tutti. Ma adesso, mi dite che cosa devo fare con voi? È possibile avere un po' di pace senza che voi finiate a litigare come dei stupidi ragazzini infantili?"


"Beh, cosa volete che facciamo, sorella?" chiese Zeus. Estia ci pensò su un attimo. Doveva trovare un modo per far diventare più unita la sua famiglia. Ma come? Poi un'idea si fece strada nella sua mente. Però, non lo faranno mai a meno che...

"Adesso, voglio che tutti voi giuriate sullo Stige che farete qualsiasi cosa vi chiederò ora," disse Estia, guardando gli altri dei, uno a uno.

"Che intenzioni hai..." Zeus si bloccò come Estia gli diede un pericoloso sguardo infuocato. Zeus sospirò, aveva un brutto presentimento al riguardo ed era sicuro che se ne pentirà. "Giuriamo sullo Stige, che faremo qualsiasi cosa ci chiederai."

Un tuono rimbombò in lontananza.

Estia annuì soddisfatta. "Bene. Ora tutti voi vi trasformerete in degli adolescenti mortali e trascorrerete un anno come uno di loro, cioè a scuola."

"Che cosa?!" urlò Afrodite in procinto di svenire. Il liceo era il suo incubo peggiore.

"Ma questo è irrazionale!" esclamò Atena. Molti dei annuirono in d'accordo con lei anche se trovarono strano il fatto, che lei, essendo la dea della saggezza, che dovrebbe essere la più entusiasta ad andare a scuola, si stava lamentando.

"Avete appena giurato sullo Stige, quindi non fate tante storie. Adesso scegliete i vostri nomi da mortali," disse la dea della casa.

Zeus scosse la testa sconsolato. "Non abbiamo scelta, fate come vi è stato chiesto."

Atena si strinse nelle spalle. " Sarò Lauren Masterly."

"Mi chiamerò Luna Nightshade, in onore del mio ex-luogotenente," disse Artemide.

"Sembra che io sarò Austin Nightshade," sospirò Apollo.

"Penelope Faithful, ma voi chiamatemi pure Penny," disse Era e lanciò un'occhiata al marito che si strinse nelle spalle.

"Voglio essere Louis War," decise Ares. Atena sbuffò al cognome del fratellastro che decisamente non aveva fantasia.

Ermes fischiò. "Wow, Ares. Ti si addice proprio 'War'," disse. "Beh, io sarò Luke Walker."

"Denis Joyful," disse con nonchalance Dioniso. Anche se ,in fondo in fondo, era contento che aveva una scusa per stare lontano da quel campo per semidei di cui era responsabile. Ma aveva un brutto presentimento al riguardo.

"Edoardo Scott," disse Efesto.

"Demi Ceres," disse Demetra.

Ade fece una smorfia al cognome che aveva scelto la sorella. Era proprio ossessionata con i cereali. "Zachary... ehm ...Destiny?" disse indeciso, guadagnandosi occhiate strane da parte degli altri dei. 

"Uhm... credo che sarò Jordan Fisher," disse Poseidone, guadagnandosi altre occhiate strane da parte degli dei. "Che c'è?" chiese non riuscendo a interpretarne il significato.

"Sei proprio una Testa di Mollusco," mormorò Atena.

Zeus e, stranamente, Ade si ritrovarono a ridacchiare. Poseidone mise il broncio, fissando i suoi fratelli. E proprio in quel momento a Estia venne un'altra idea.

"Beh, io sarò Sky... " cominciò Zeus ma fu interrotto da Estia. "Fratelli, voi sarete Zachary, Jordan e Sky Olimpia. Proprio come veri fratelli."

"Io e loro due?! Se devo trascorrere un anno come un mortale, non voglio essere imparentato con quei due. E già difficile sopportarli a ogni consiglio, sopratutto Poseidone!" esclamò Zeus.

"Ah, la mettiamo così. Anch'io penso che tu sia insopportabile. E sono stufo dei tuoi capricci da bambino," disse Ade indispettito. "Non posso credere di essere ancora bloccato con voi due!" mormorò poi, tenendosi la testa tra le mani.

Poseidone guardò furioso suo fratello minore. "Sono d'accordo con Ade. Sei un rompiscatole." Poi si schiarì la gola, facendo quella che dovrebbe essere una imitazione del Signore del Cielo. "Guardatemi sono il re degli dei dovete tutti obbedirmi, non importa se sono più adatto come il Re del Dramma."

Ade insieme ad alcuni altri dei ridacchiarono mentre la faccia di Zeus era diventata rossa. "Tu, come osi! Io sono il re, tu..."

"Io che cosa?" lo interruppe Ade. "Io sono tuo fratello maggiore, ma tu mi hai mai portato rispetto?"

"E io? Io che devo sopportarti ogni Santo giorno!" sbottò Poseidone. "Oh, ma per l'amore di nostra madre Rea! No. Neanche io voglio essere imparentato con te."

Il dio dei morti e il dio del mare fissarono in cagnesco loro fratello minore che aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì niente e finì a boccheggiare come un pesce. Estia li guardò con disapprovazione: i suoi fratelli; ed Ermes, che nel frattempo aveva fatto comparire popcorn per tutti gli altri dei; e Ares che continuava a mormorare: Guerra!

Stranamente fu Era a interrompere il silenzio. "Sono d'accordo con Estia. Voi tre dovreste prendere questa... ehm..." sembrava in cerca di parole adatte da usare, per non farla sembrare una tortura, "... opportunità. Sì, opportunità per comportarvi come normali fratelli."

Estia fissò sua sorella sorpresa, poi compiaciuta. Era che aveva sempre cercato di mantenere l'immagine della famiglia perfetta, che non aveva esitato a buttare suo figlio Efesto giù dall'Olimpo, solo perchè non aveva un bell'aspetto. Era d'accordo con lei? Si convinse che, forse, sua sorella aveva capito il vero significato della parola 'famiglia'.

Intanto, Zeus, che si era ripreso dal suo stato boccheggiare come un pesce, guardò la moglie. "Ma..."

"Hai qualcosa da ridire, caro?" domandò innocentemente Era con in mano una piuma di pavone.

Zeus sbiancò e scosse freneticamente la testa, che quasi rischio di prendersi il torcicollo. "No, no, niente."


"Bene. Adesso a chi tocca, sorella?" chiese Era a Estia.

"Ehm... Mi sembra che manchi solo Afrodite."

Tutti gli dei si voltarono verso la dea dell'amore che gemette. "Devo farlo anch'io?" piagnucolò.

"Sì!" urlarono tutti all'unisono. Afrodite fece una smorfia. "Annabell Lambert."

"Qual'è il nome della scuola in cui andremo?" chiese Ermes.

"Si chiama Goode High School," rispose Estia.

"Ma non è quel liceo dove i semidei stanno frequentando?" domandò Atena.

Estia annuì. "Sì, quella."


Zeus sgranò gli occhi. "Quali semidei?"

"Annabeth Chase, Perseus Jackson, Nico Di Angelo, i fratelli Stoll, i fratelli Grace... eccetera, eccetera. Quasi tutti i nostri figli," rispose Atena. Zeus fece una smorfia alla menzione dei suoi due figli.

"Oh, no. Adesso mi tocca andare a scuola con loro," mormorò Dionisio. 

"Sorella, possiamo non andarci?" implorò Zeus. 

"No, non potete. Voi ci andrete che lo vogliate o no." rispose pacata Estia.

"Ma, sai bene che le Antiche Leggi non ci permettono di stare con i nostri figli," protestò Zeus. 

"Se è questo il problema, allora basta starli lontani o semplicemente non riverarli la vostra identità."

Zeus fece per dire qualcos'altro, ma Estia lo interruppe con un gesto della mano. In una frazione di secondi, tutti gli dei erano avvolti in una luce biancastra, e un momento dopo si ritrovarono davanti a una casa nelle loro dimensioni umane.

"Questo è il posto in cui vivremo per un anno. E io mi chiamerò Madison Hope. Verrò a scuola con voi per assicurarmi che vi comportiate bene," disse Estia. " E niente poteri!"

Molti dei gemettero e si lamentarono. 

"Ma se c'è un'emergenza che ha bisogno dei nostri poteri, possiamo usarli?" chiese Atena.

Estia ci riflette un attimo e poi rispose: "Personalmente penso che non ci sarò alcun pericolo qui, ma voi sicuramente non riuscite a fare niente senza i vostri poteri. Quindi potete usarli tre volte al giorno, non di più. Sfruttateli bene. Qualche altra domanda?"

Non parlò nessuno.


"Bene. Domani sarò il nostro primo giorno di scuola. Non vedo l'ora!" disse Estia con entusiasmo.
 
  
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