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Autore: P h o b i a    19/03/2014    3 recensioni
Ciao ragazzi! Sono il vostro The_Legend_Of_The_Demons...E sono triste perché oggi è finito definitivamente Inazuma Eleven Go Galaxy, che secondo me è la serie migliore del Go e forse di tutto Ie nonostante le minori visualizzazioni.
Beh, il protagonista come sempre è Hayato Matatagi perché qui ci voleva...Lascerò non solo il Galaxy ma soprattutto lui.
La storia parla degli eventi dopo la super finale tra Shinsei e Ixal...E non coincide con la vera festa che è venuta...
Beh, spero che vi piaccia. Io ritorno a piangere.
Buona lettura!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avevamo vinto il Grand Celesta Galaxy …
Non ci potevo ancora credere. Ero lì a piangere dalla gioia nel campo da calcio della finale tra la nostra squadra, la Shinsei, e la Ixal, capitanata dall’alieno Bitway Ozlock.
Non ce la facevo a smettere, anche per uno che veniva chiamato “Il ragazzo senza emozioni, Hayato Matatagi”.
Tenma mi vide lì steso ormai a piangere e cercò di alzarmi e dopo mi abbracciò anche lui piangendo dalla gioia …
-Hayato, non piangere dai. Mi fai commuovere.-
-Ti ringrazio capitano. Abbiamo vinto grazie ai tuoi consigli e al tuo animo.-
-Non dire così, è grazie ai tuoi gol che abbiamo vinto. Sei capocannoniere e hai rimpiazzato Tsurugi alla grande.-
Non riuscivo ancora a fermarmi per le lacrime. Il capitano cercava ancora di farmi finire, ma quasi non ci riuscivo fino a quando non cacciai un urlo che mi fece molto effetto riguardo ai miei pianti.
-Dobbiamo andare da Lalaya. Corriamo dai!- Mi disse Ibuki che mi convinse ad andare di corsa dalla regina di Faram Obius.
Appena arrivati lì vedemmo tutti i compagni inginocchiati vicino al trono.
-Corri Matatagi-Kun!- Questa era la parlantina acuta di Matsukaze che mi aveva costretto ad andare lì e inginocchiarmi.
Ero lì, vicino alla regina e mi ha dato la corona di fiori, premio per il vincitore del Campionato Universale.
Poi dopo la cerimonia ci imbarcammo sul Treno Spaziale, direzione “Terra”.
Eravamo tutti a far festa nella cabina di comando. 
Mizukawa non era più “comandata” da Potomuri perché si era ormai trasformato sotto i nostri occhi in spirito e se ne era andato insieme ai due Pixie, come li chiamò il nostro capitano.
La ragazza dai capelli verdi iniziò a fare subito un chiasso e minacciò alcuni compagni mentre io me ne stavo appoggiato al muro a guardare le loro reazioni. Erano tutti spaventati, tranne me e addirittura quella prese Ibuki …
-Ragazzi aiutatemi! Dai Manabe vieni ad aiutarmi!-
-Mi dispiace Munemasa, ma la percentuale della nostra sconfitta nell’aiutarti è del 100% quindi dovrai arrangiarti da solo.-
-Codardo! Sei un vigliacco!-
Per fortuna il “cane”, soprannome dato da tutti noi, soprattutto da Shindou, ne uscì vivo anche se con molta sofferenza e paura.
Dopo un po’ di tempo vedemmo il nostro pianeta e il capitano si mise seduto vicino a me.
-Matatagi, chissà come ti sentirai vedendo i tuoi parenti ad abbracciarti tutti quanti.-
-Spero solo che mia madre si sia rialzata dal letto dell’ospedale … è uno strazio vederla lì senza muoversi.-
-Ti capisco, ma andrà tutto bene, stai tranquillo.-
Mi abbracciò in quel momento. Non me le aspettavo queste reazioni da parte sua.
Poco dopo finalmente sbarcammo sul Giappone dove ci aspettavano molti nostri amici e famigliari alla Raimon Junior High.
-Ragazzi! Tutti quanti ci stanno aspettando alla nostra scuola. Raggiungiamoli!-
-Si!- Confermammo tutti quanti.
E fu così che andammo verso la scuola del “tridente d’oro”. Così soprannominavamo quei 3 pilastri della squadra.
Mentre raggiungevamo la destinazione, come sempre il componente più importante di quel tridente mi si mise vicino. Che si fosse innamorato di me? Spero di si, perché anche io mi sono segretamente innamorato di lui, però non ho avuto mai il coraggio di dirglielo.
Appena raggiunta la meta, vedemmo tutta la squadra della Raimon andare verso quei 3 e subito li fecero sobbalzare in aria.
Tutti gli altri corsero dalle proprie famiglie, tutte felici e contente dei propri figli e lì mi colpì al cuore vedendoli tutti al settimo cielo …
Mancava solo la mia famiglia e rimanevo lì da solo, con i pugni stretti senza nessuno che mi venisse incontro. Non era da loro non venire in questi momenti fino a quando …
-Nii-San!-
-S-Shun! Yuta!-
Corsi subito da loro e li feci aggrappare su di me e loro erano orgogliosi di me, ma poco dopo mi vidi una persona davanti a me che mi sorprese moltissimo.
-Mamma!-
E corsi felicissimo da lei e la abbracciai con le lacrime agli occhi.
-Hayato, so bene com’è andata. Sei sempre il migliore e te lo dico sempre.-
-S-Si. Ti credo.-
E in quel momento Tenma si avvicinò a noi.
-Mamma, questo è Tenma Matsukaze, il nostro capitano.-
-Piacere signora.-
-Finalmente ti sei trovato degli amici, caro figlio.-
-Almeno quello finalmente me lo sono permesso.-
-Beh, non è da lui piangere così. Lo chiamavano “Il ragazzo senza emozioni” ma invece le sue emozioni le ha dimostrate.-
-Non ti permettere.-
E gli diedi un pugno in testa da amico … o forse da innamorato. Non so come spiegarmi.
In quell’istante ridemmo senza un perché, ma ero felicissimo, però oltre a questo, la nostra vittoria voleva dire anche una divisione tra di noi, ma io non ho mai detto che avrei lasciato il calcio, anche se ero solo un principiante che giocava da solo 2 mesi.
Beh, arrivederci Shinsei.
   
 
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