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Autore: sunburst    19/03/2014    3 recensioni
- quello che lei chiama inferno, lui lo chiama casa…-
Gwen, una ragazza gotica con grossi problemi di affitto, viene salvata da un maniaco grazie a un punk con la cresta d’argento, Duncan.
Un mondo costellato di piccole meraviglie e squisitezze offerte dal suo salvatore si apre di fronte a lei, meravigliandola e stupendola come mai prima.
Eppure c’è qualcosa di strano, una verità circonda l’aura di Duncan, una verità non piacevole.
Come se non bastasse, una presenza che non dovrebbe essere lì scende sulla terra, per Gwen.
Da suo primo incontro con Duncan, il destino di Gwen, di molti viventi e “non” viventi cambierà radicalmente.
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Pairing: DXG e TXG con accenni ad altre coppie.
storia originale di mrerzebra su Youtube dalla sua fanfiction visual novel “gwen life of hell return”
l’autore nonché mio stimato collega mi ha permesso di curare questa versione “book” qui su EFP.
Vì auguro buona lettura e buona…tensione.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Riassunto puntata precedente ********************************************
Gwen accetta l’appuntamento di Duncan. Prima di andare al luogo prefissato Gwen incontra i suoi amici benzinai per fare il pieno (Leshawna, Alejandro, Cody e Bridgette). Arrivata al luogo dell’ incontro, Gwen e Duncan dichiarano la loro attrazione reciproca e tornano nel loro quartiere; Duncan invita Gwen a casa sua, e fanno l’amore.
Intanto qualcosa sta arrivando…
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                                    4- Ritratto di un volto perduto

 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
Dentro di se sentiva un dolce torpore, era una sensazione nuova, mai provata prima. Le immagini della notte passata le scorrevano sugli occhi come delle diapositive sfocate, lente…e leggere; sì, era una sensazione sublime, un tale piacere fisico non l’aveva mai provato prima.
Alla fine aveva fatto sesso con il punk super fico, e doveva ammettere due cose, era stato bellissimo…e voleva farlo ancora.
Gwen era sveglia da un pò ed era stesa sopra al corpo di Duncan, che russava un po’ crucciato.
Erano entrambi nudi, e Gwen sentiva che le stava di nuovo salendo la voglia; rossa in viso sì alzò subito dal letto, facendo attenzione a non svegliare il suo ragazzo.
Già…ora erano insieme giusto? Di solito, dopo aver fatto quelle “cose” come il baciarsi e oltrepassare quella linea di fuoco valeva a dire mettersi insieme; Giusto? Forse stava esagerando…
Ma Gwen non faceva altro che ricordare i movimenti di lui…e subito sentì un “puff” uscire dalla testa. Nel gergo, quel suono valeva a dire che era imbarazzata fino al midollo!
Dopo aver indossato la sua biancheria nera, Gwen girò intorno alla casa, curiosa di scoprire qualche cosa riguardante Duncan.
Era tutto buio, forse lei aveva ancora la vista ottenebrata dai postumi della notte; in effetti sentiva qualche dolore alle gambe. Doveva appoggiarsi.
Il suo sguardo fu catturato dall’ unica luce della stanza, la finestra.
Le imposte erano aperte e poteva vedere la casa di fronte, si sedette e contemplò la vista del suo quartiere.
Notò che la stanza aveva quel l’odore di chiuso che non le piaceva, decise di aprire la finestra per dare aria.
Ora sentiva tutto, i suoi sensi erano aperti e in pace con il tutto, alcune macchine passavano per strada e l’aria aveva quel non so che di nuovo, quella atmosfera di caldo avvertiva l’arrivo di una  estate abbastanza sopportabile.
Le sembrava di essere al di sopra di un altro mondo, quel mondo monotono e decisamente troppo reale ora era sostituito da un illusione sognante e refrigerante…era come sentirsi un dio, anzi una dea.
A rafforzare quella sensazione fu la vista di una persona, si trattava di Zoey.
Gwen, dalla casa di Duncan poteva vedere in lontananza le finestre aperte di casa sua, in particolare della cucina, dove Zoey stava preparando la colazione, o era il pranzo? Aveva perso la misura del tempo…
Chissà se Duncan ha mai provato ciò che stava sentendo lei in quel momento? Probabile, quel posto sembrava fatto apposta per osservare quella piccola parte del mondo…
- allora è da qui che ci guardi…- disse più a se stessa sussurrando.
Con la luce che invadeva la stanza da letto, tutto era diventato chiaro; i vestiti per terra,  le coperte e Duncan… e anche l’orologio sopra il letto.
Segnava le  8e 10; Gwen pensava che alla sua prima notte di fuoco lei avrebbe dormito di più.
Questo comunque la faceva accertare di una cosa.
Il suo sguardo si posò di nuovo verso casa sua, precisamente a Zoey che cucinava.
-…Zoey sta facendo colazione.-
E proprio in quel momento, il suo stomaco brontolò.
 
 
 
 
 
Gwen tornò a casa verso l’ora di pranzo, inizialmente Zoey era preoccupata per l’assenza della amica ma Gwen le raccontò tutto: dal suo arrivo al museo, al bacio con Duncan e alla notte di fuoco con lui…
Avrebbe potuto raccontare anche dei loro “giochetti” fatti tra loro quella mattinata ma preferì omettere quella parte, visto il rossore che copriva le guance della sua amica.
Zoey era contenta per lei, ma soprattutto rimase molto sorpresa del regalo.
Quale regalo? Un quadro antico, o perlomeno sembrava… prima che Gwen se ne andasse dalla casa del punk, lui le aveva regalato un quadro stile barocco. Aveva detto che era da qualche giorno che lo teneva da parte per lei.
Nella mente di Gwen ci passò un pensiero decisamente inopportuno; e se lui immaginava che tra loro sarebbe finita così? Beh in un certo senso se lo aspettava anche lei… o forse il suo era più che altro desiderio?..
Gwen andò ad appendere il quadro in camera sua, e lo rimirò.
Ritraeva una nobildonna romana che veniva osservata da  un uomo che indossava una pelliccia di leone.
Duncan possedeva il gusto estetico, questo era innegabile.
Nell’ appuntamento del giorno prima aveva capito una cosa che la fece eccitare molto…sapeva che con lui la sua vita sarebbe diventata interessante, forse anche più di quanto si immaginava; di sicuro piena di meraviglie…come il barocco, sorpresa e suspance.
Quel quadro sarebbe diventato il suo simbolo del cambiamento, decisamente piacevole a suo dire.
 
 
 
 
Trent le aveva chiamate proponendole di andare a  pranzo insieme fuori, Gwen e Zoey non se lo fecero ripetere due volte.
Il luogo di incontro era un bar frequentato da universitari, carino e solare, pieno di piante esotiche.
Erano appena arrivate quando arrivò Trent a salutarle; dopo esserci scambiati baci e abbracci, si sedettero accanto a un tavolino.
Gwen si stava accomodando ben bene sulla sedia quando senti una scossa dentro di se.
Quella scossa derivava da un tocco, per la precisione da un braccio che si era appoggiato sulle sue spalle.
Gwen, imbarazzata,  si rivolse al proprietario del braccio fissandolo negli occhi.
- Trent, non esagerare -
D’istinto lei si spostò, e Trent lascio la presa ridendo innocentemente.
Come mai lei aveva reagito così al tocco del suo amico? Stranamente quella mano birichina le ha ricordato la passione di Duncan della notte scorsa; però lui non era il suo nuovo ragazzo… che abbia reagito così solo perché è un maschio? Un po’ esagerato ma poteva essere così…
- oh come “non esagerare”? quando stavano insieme queste cose non me le dicevi. – Trent finì la frase facendole occhiolino, e lei di rimando rispose scherzando:
- ti odio. –
- sì, lo so.-
E poi risero all’ unisono; sì, si divertivano a prendersi in giro, l’avevano sempre fatto e si sa che le vecchie abitudini sono difficili da perdere.
Zoey lì guardava tra l’interessato e il curioso, e lei; quasi con la stessa aria frizzante di una dodicenne li sorprese con una domanda col botto;
- ah! E da quando siete stati insieme?-
Una cosa che contraddistingueva Zoey a parte il fiore in testa? La stessa ingenuità di una ragazzina. A dimostrarlo era che a volte lei arrossiva per un nonnulla, anche se bisognava ammettere che era adorabile quando faceva così.
Gwen intanto aveva preso il suo inseparabile block notes dalla borsa e cominciò a disegnare qualcosa velocemente, si sentiva ispirata quel giorno, e il soggetto che disegnava era quello che preferiva da un po’ di tempo.
- mai.- rispose Gwen persa nel suo lavoro.
Trent aveva assunto la faccia interrogativa;
- come “mai”?-
Trent si sporse per vedere il disegno che stava facendo Gwen e quello che vide gli creò un misto tra meravigliato e risentito.
 Gwen stava disegnando lei di fronte al punk, Duncan; di fronte l’uno all’ altro fissandosi negli occhi…
Trent sbuffò sonoramente, riferendosi a Gwen svegliandola dal suo mondo dei sogni;
- va bene, che fai stasera? Esci con il tuo cavaliere?-
Gwen lo guardò inarcando un sopracciglio.
- che ti frega?-
- mi frega eccome! Da quando stai con quel tipo non esci più con noi, dove ti porta? In un bel castello incantato? Al casinò?- Trent disse la frase quasi ingoiando qualche respiro e la finì con una nota di sarcasmo.
Gwen sentì un campanello di allarme, era allarmata nel vero senso della parola.
Conosceva bene Trent e sapeva quello che stava passando nel cervello di lui. Doveva fermarlo subito.
- ehi! Non sarai mica geloso, vero!?- disse Gwen sbracciando.
Trent come risposta fece la faccia supplichevole, anche lui sapeva che stava esagerando e la cosa lo stava “torturando”.
- sì, molto!-
Gwen si sentì letteralmente color mandarino
- Zoey aiuto!-
che fare con un gelosone come Trent? L’opzione “aiuto” dovrebbe essere l’amica, lei doveva dire una qualsiasi stupidaggine per fermare situazioni del genere; ma Gwen vedeva Zoey che ridacchiava sotto i baffi, le era sempre divertito assistere a siparietti “comici” come quello tra Gwen e Trent…bella amica che era!
- hai molti ammiratori a quanto pare!-
Così per una mezz’oretta e passa, i tre ragazzi scherzarono sul più e del meno come se fossero tornati ad essere ragazzini delle medie.
Zoey parlava di fiori e cadute dalle scale varie; Trent di quanto sapesse suonare bene la chitarra e del fatto che era inseguito quotidianamente da ragazzine fissate per lui (era evidente che diceva queste cose per provocare la gelosia di Gwen) e Gwen? Di due cose:
i clienti mancanti del negozio dove lavorava e di superDuncan.
Proprio nel argomento “ punk strafico” Gwen doveva fare attenzione; Trent geloso com’era preferiva non sapere niente di lui, in quanto ci vedeva in lui un tipo poco affidabile, Gwen preferì non dirgli che quella notte aveva perso la verginità con il punk.
Se Trent l’avesse saputo… di sicuro il suo viso, da rosa pelle con un filo di abbronzatura, sarebbe passato al verde acido; a quel pensiero Gwen rise mentalmente, chissà perché ma quando Trent assumeva quelle facce da pesce lesso la cosa le faceva divertire.
Non faceva paura, anzi…
Dopo aver consultato i menù, tutti e tre insieme decidono cosa mangiare per pranzo.
- allora? Cosa volete da mangiare? La solita insalata?-
- ho troppa fame per l’insalata.-
 
 
 
                                                                                               Briiiiiiiiiiip!briiiiiiiiiiiip! briiiiiiiiiiiip!
 
 
 
Il cellulare di Gwen squillò, e capì subito dalla suoneria di chi si trattava.
Duncan super fico.
- chi sarà, Zoey? Chi sarà? Indovina un pò.- Trent cantilenò la suoneria del cellulare prendendo in giro Gwen.
- Trent fai poco lo spiritoso, grazie.- Gwen cercava all’ impazzata il cellulare dentro la borsa, però si fermò per un istante quando sentì la voce seria di Trent.
- …è il tuo principe azzurro con la cresta d’argento?-
Gwen sì voltò, guardò il suo viso, in quel momento sembrava un padre troppo apprensivo, non c’era allegria nei suoi occhi, per la precisione era più che altro infastidito…
- Trent. Ora basta, il gioco è bello quando dura poco.-
Alla fine Gwen trovò il cellulare e lesse il messaggio:

 

 
 

“ vieni subito davanti a casa mia,
voglio farti vedere un bel posto”

 
 
 
 
Subito?
Che Duncan abbia deciso all’ improvviso di invitarla a pranzo? Però…
Gwen era presa alla sprovvista e confusa, guardò i suoi due amici che la guardavano, attendendo una risposta da parte sua. Cosa fare? E pensare che stava per ordinare…
Ma sapeva che non doveva fare così, ora lei era adulta no? Non poteva certo comportarsi da principessina viziata, non sarebbe stato giusto.
Certo lasciare i suoi amici così era un po’...come dire…?...da insensibile? forse.
Ma Gwen sentiva una strana sensazione farsi carico dentro di lei, un senso di responsabilità…
Strana cosa, prima di allora non si era mai sentita così, beh forse perché le scorse volte non era fidanzata sul serio…e quindi…
 
 
Gwen rimise il cellulare e il block notes dentro alla borsa, sì alzo osservando i suoi amici.
- scusate ragazzi, devo scappare.-
Vide la faccia di Zoey tendersi al sorpreso, mentre quella di Trent sull’ irritato.
- ti pareva.- rispose scocciato
- uffa Trent!- Gwen sbuffò pesantemente, la cosa cominciava a diventarle pesante, sentiva che una fretta estranea la stava impadronendo di lei…
- non mangi niente?- la solita domanda cristallina di Zoey prende di nuovo in possesso della situazione.
- no, grazie.-
Ma Zoey, confusa più che mai, sembrava non demordere, forse la cosa le sembrava un po’ illogica visto che stava per ordinare da mangiare.
- maavevi detto di avere tanta fame, almeno rimani per pranzo…-
In effetti Gwen poteva sentire il suo stomaco che cominciava a brontolare, coprì la pancia con la borsa.
- no, scusatemi…- che stava succedendo? Poco prima chiacchieravano allegramente su qualche stupidaggine e adesso c’era questa atmosfera tesa…ma lei lo sapeva, non poteva perdere tempo.
Anche se si trattava dei suoi amici.
Trent cominciò a guardarla perplesso;
- è qualcosa di grave?-
Perché Trent domanda così? Gwen si chiedeva se forse aveva assunto una qualche faccia strana;
- no, tranquillo -
- vai da lui, lo sapevo!-
Gwen sì senti scricchiolare dentro.
Alla risposta frustrata di Trent, la gotica si piazzò davanti a lui, con il volto vicino al suo di pochi centimetri e gli disse alzando la voce:
- Trent smettila! Così rovini la nostra amicizia!!-
E detto questo, se ne andò a passi spediti verso la sua macchina.
 
 
 
Solo un attimo dopo Gwen comprese dell’ errore fatto, le aveva fatto arrabbiare la sua risposta, aveva esagerato, ma lei non era stata da meno…Trent non voleva essere sgarbato con lei, era solo preoccupato…forse anche troppo per i suoi gusti ma aveva i suoi motivi…
Eppure nonostante questi pensieri, Gwen era dannatamente curiosa di sapere cosa le avrebbe fatto vedere Duncan.
Ormai era tardi chiedere scusa, stava guidando verso casa, tanto valeva andare da Duncan.
 
 
 
Trent e Zoey erano ancora lì al bar, intenti a mettere sotto i denti qualcosa per placare la fame.
Anche se contrariamente a quanto si vedeva, non avevano granchè di fame, soprattutto Trent.
Lui stava arrotolando senza interesse con una forchetta degli spaghetti, aveva fatto solo pochi bocconi.
Anche Zoey mangiava un piatto di spaghetti e poteva sentire nell’aria un senso di delusione in corso; alzò gli occhi e vide un Trent in preda a un “attacco” di sospiri.
Le faceva tenerezza, ma anche pietà.
Zoey appoggiò una mano sulla spalla del chitarrista infranto per consolarlo.
- non ci pensare Trent, puoi trovarne un'altra.-
Sentì un sussulto provenire da Trent, aveva fatto centro; lei aveva capito subito sin dalla prima volta che lui era innamorato di Gwen.
Zoey a volte si chiedeva da quanto tempo lui pensava a lei non più solo come un amica…da un bel pezzo ormai, eppure lui provava ancora a essere “semplicemente” un suo amico, peccato che a volte non ci riusciva.
A testimoniare era la scenata di gelosia che aveva avuto poco fa, e poi c’era un'altra cosa che appesantiva l’animo del chitarrista, senso di colpa.
Ogni volta che aveva una scenata di gelosia poi subentravano i sensi di colpa; era più forte di lui.
Forse Gwen sapeva dei veri sentimenti di Trent, ma diversamente da lui lei lo vedeva solo come un amico fraterno, in più ormai si era innamorata di un altro uomo, non c’era niente da fare.
Nell’ arco di quel minuto che Trent tentava di formulare la risposta, non smetteva di guardare gli occhi di Zoey, come se cercasse una risposta proprio da lei.
Un ragazzo così carino come lui avrebbe cercato un'altra no? Per lui sarebbe stato facile trovarne un'altra…
Trent abbassò lo sguardo, infranto;
- …non credo, il mio cuore batte solo per lei…-
Ma non per lui, non sarebbe stato facile per lui lasciare perdere, per niente.
A Zoey dispiacque a vedere il suo viso… poi come una scintilla ripensò a prima e rimuginò su una cosa in testa.
però Trent non ha tutti i torti, Gwen non si fa quasi più vedere..”
Zoey non voleva comportarsi da egoista, e per lei quel pensiero era un pensiero da egoista.
Doveva essere felice per Gwen, cioè lo era ma c’era qualcosa che non quadrava, le sembrava che in mezzo a quella situazione c’era…una specie di irruenza da parte di Gwen, le sembrava che le cose andassero troppo veloci per i suoi gusti.
E d’improvviso si accorse che anche a lei le era passata la fame.
 
 
 
 
Ok, ormai era passato, anzi la fame le era passata.
Gwen sentiva le sue guance farsi più calde per lo stupore.
Duncan aprì lo sportello della macchina come un galantuomo, e Gwen scese sentendosi come una principessa che va al ballo.
- carino da parte tua, Duncan -
- non c’è di che
Gwen voleva domandargli una cosa molto stupida; ma che tuttavia doveva essere soddisfatta.
- come fa un punk come te ad essere così gentile? È incredibilecioè di solito quelli come te si comportano allo stesso modo in cui si vestono…-
- vale a dire? – la voce calda di lui risuonava dentro le orecchie di lei.
- in poche parole, non conoscono le buone maniere. Ma tusembri diverso, più speciale.-
Duncan circondò la vita della gotica con un braccio con fare possessivo.
- diciamo che gli insegnamenti di certe persone mi hanno massacrato, e hanno funzionato -
Ammicò in direzione di Gwen e lei si senti avvampare.
Dopo aver camminato attraverso il viale arrivarono alla destinazione.
Gli occhi di Gwen erano rapiti dalla casa che si prostrava ai suoi occhi.
Chiamarla casa era poco, veramente poco.
Quella era una villa super lussuosa come poche viste prima, soltanto nelle riviste di immobili aveva visto quel gioiello che si presentava ai suoi occhi.
Era una villa moderna color crema, con piscina, un giardino lussureggiante pieno di siepi enormi.
C’era sia un balcone contornato da colonne in stile ionico e dall’ altra parte dove partiva una scala, c’era una veranda di legno.
Però è quando superarono l’ingresso di casa che il mondo delle meraviglie si presentò davanti a lei.
Da fuori non sembrava ma l’interno era molto spazioso ed enorme! Ci saranno state più di trenta stanze.
Un salotto di color beige con televisore al plasma con annesso ingresso alla piscina, una stanza di legno con camino e divanetti con copriletto cuciti a mano, una stanza completamente bianca che serviva per i coktail party, un enorme stanza da letto con tre grandi finestre che andavano verso il balcone, e in primis uno splendido e antico salone che comunicava con tutte le stanze della villa e con le miriadi di scale che si legavano come fondamenta della casa, tutto era pieno di vasi di porcellana…
Duncan si era improvvisato come guida turistica e fece vedere tutto a Gwen.
a lei sembrava di essere…come aveva detto Trent? in un castello incantato.
Sì, proprio come in un castello…
Però c’era una cosa che si arrovellava in testa da un bel pezzo.
- una domanda, perché mi hai portata qui?-
Duncan si indicò con il pollice come se la risposta era ovvia.
- perché questo è il posto in cui vivo, la casa di fronte a te è solo una in affitto.-
 
 
Gwen perse un battito cardiaco.
Cioè sul serio? Sul serio sul serio sul serio sul serio sul serio???
- non ci credo! Tu vivi qui? In questa villa gigantescafantastico!!-
Se qualcuno l’avesse vista avrebbe giurato che le stavano volando sulla testa unicorni e granelli di polvere di arcobaleno.
Dunque i suoi pensieri erano giusti, era ricco, un super ricco sfondato addirittura!
Chi l’avrebbe mai detto? Era veramente una ragazza fortunata. Aver trovato un tipo come lui.. perfetto in tutto!
- sì, a meno che non incontro una bomba del sesso come te e allora…- lasciò volutamente tenere in sospeso la frase per sorprendere la sua ragazza.
La strinse in un abbraccio forte e le sussurrò all’orecchio, sentendo qualcosa intrufolarsi lì, la lingua di lui giocava con il suo orecchio iniziando a morderlo.
- …mi trasferisco allo studio-
Immagini infuocate delle scorsa notte assediarono la mente di Gwen, estasiata; si perse nel piacere…ma fortuna vuole che lei abbia ripreso conoscenza, si staccò un pochino dall’ abbraccio caloroso del punk lo fissò dritta smaniosa negli occhi.
- …cretino -
Gwen se lo sentiva, un giorno sarebbe impazzita a causa di quel bellissimo punk.
- a proposito di studio, ti faccio vedere quello vero -
E lei, come se fosse una bambola, lasciò che la mano di Duncan stringesse la sua mano,  e che la trasporta come quando un bambino porta il suo giocattolo strisciandolo per terra.
 
 
 
 
- ti piace?-
- sì, mi piace
Il vero studio di Duncan era situato al secondo piano della villa, scelta azzeccata visto che anche da lì si poteva dominare il panorama.
I colori della stanza era soprattutto tre; il rosso dei tappeti e delle poltroncine, il blu delle pareti, e il marrone dei mobili antichi.
Sembrava uno di quei studi che si vedevano nei serial tv, antico ma confortevole.
Dietro alla scrivania c’era una vasta libreria piena di libri e fotografie appese; a Gwen piacque subito, sì capiva subito che Duncan in quello studio faceva delle cose importanti, anche se lei non sapeva cosa.
Gwen, nel vedere quella villa enorme e lussuosa intorno a lei la meravigliò enormemente, solo una cosa però inquietava. Quel posto non era troppo grande per una persona sola? Se Gwen fosse vissuta lì si sarebbe di sicuro sentita  molto sola…
- ma tu vivi qui da solo?-
Duncan alzò il naso con fare altezzoso, non smetteva di guardare Gwen neanche per un istante, e non smetteva neanche di sorriderle.
- no, ci sono il custode e sua moglie, vivono nella casa sul retro. Insomma…la moglie fa la domestica qui, si chiama Nilla. Se ti serve qualcosa, puoi chiedere a lei-
Come aveva fatto Gwen a non capirlo? Era ovvio che un riccone come lui aveva anche una domestica, come molti ricchi del resto.
Era ovvio che le persone con molto denaro potessero avere qualsiasi cosa che volevano…
 
 
 
 
 
                                                                                                             FRAP!
 
 
 
Qualcosa  si mosse.
Gwen voltò il capo veloce, e la vide.
Una fotografia aveva volato e si era appoggiata sul comodino; però non c’erano dubbi su chi erano le persone fotografate.
Uno era Duncan, insieme a una ragazza che lo abbracciava.
Gwen sentì dentro di sé un sentimento estraneo, sì avvicinò a guardarla bene.
La ragazza nella foto era una ragazza che aveva avuto pressappoco la sua età,  pelle ambrata, occhi neri e sognanti, capelli castani, in più indossava una camicetta grigia con jeans verdi.
Era avvinghiata teneramente a Duncan, e lui con il suo solito look da punk la guardava ghignando.
Il periodo in cui avevano fatto la foto era quello natalizio; visto la presenza di un abete con le palline.
Il tocco finale della foto erano delle iniziali: DxC
Gwen, confusa e stranita guardò il punk dietro di lei, era paralizzato e impallidito, non se l’aspettava.
- scusami Duncanma chi è questa ragazza “C” ?...-
Si guardarono negli occhi, Duncan aveva le pupille dilatate e cominciava a venirli un tic all’occhio destro.
Era sconvolto, e un attimo dopo si fece affranto:
-…questa ragazzaera la mia ex, si chiamava Courtneye… –
Duncan fece una pausa per poter dire quella cosa.
-…ha lasciato questo mondo due anni fa.-
 
 
 
Eh ?
Era morta?
Gwen si sentì in colpa per il sentimento di rabbia avuto prima, però non si immaginava certo che quella ragazza, dalle sicuramente origini ispaniche, non ci fosse più.
- mi dispiace, com’è morta?-
Duncan guardò di nuovo Gwen, questa volta oltre a essere dispiaciuto era anche imbarazzato.
La sua cresta argentata brillò, doveva essere la luce che filtrava nella stanza.
Inizialmente le parole non gli uscivano dalla bocca, Duncan non ci riusciva e guardava per terra.
- si è…………………….suicidata...-
Gwen sbarrò all’ istante gli occhi!
- COSA?!  Perché lo ha fatto? -
Duncan non rispose, sembrava pensarci su.
- non lo so. La polizia non ha mai trovato indizi -
Gwen non si capacitava delle risposta.
Riguardò di nuovo la foto, come aveva fatto a essere così insensibile? Gwen si sentiva in colpa.
Courtney…..Era così che quella ragazza si chiamava. Un peccato, era un vero peccato.
Però qualcosa le diceva di osservarla meglio, e all’ istante lo capì.
Lei l’aveva già vista. Ma dove? Non ne aveva la piena consapevolezza ma se lo sentiva… dove l’aveva vista?....ma che importanza c’era? Ormai lei se era andata, nel vero e spaventoso senso della parola addirittura.
Courtney….forse lei e Gwen sarebbero potute diventare amiche…a meno che non avessero avuto la stessa cotta per un ragazzo.
Gwen si sentì risvegliarsi dal quel cupo torpore da un tocco ormai diventato famigliare.
- non pensiamo a queste cose adesso. Vieni, ti mostro altre stanze. -
Duncan la invitava ad uscire dallo studio insieme a lui.
Forse Duncan aveva ragione…ma…
Gwen riguardò il volto di Courtney.
Anche se avessero avuto in comune un ragazzo, loro due sarebbe state comprensibili e avrebbero continuato a stare insieme.
- che peccato. Potevano diventare grandi amiche – disse Gwen sottovoce, più a se stessa che con Duncan.
 
 
 
La villa era così grande da perderci, piena di stanze da letto, soggiorni, sale da pranzo e caminetti.
Forse un giorno si sarebbe davvero persa in quel labirinto di stanze e scale.
E come ultima stanza…Duncan decise di farle vedere il meglio alla fine, una stanza per giocare a calcetto.
- questa è la mia stanza preferita!-
- incredibile…-
Le parete erano piene di affreschi raffiguranti piante e ninfe varie, il pavimento era coperto di una erbetta di plastica e ai lati della stanza c’erano i pali delle “porte”. Una stanza antica che conteneva un mini campo da calcio, un mix inusuale ma simpatico, disse a suo dire Gwen.
- prendi!-
Gwen, sorpresa ma non impreparata prese la palla al volo.
- ti va di giocare un po’ a calcetto?-
A gwen le brillò gli occhi di entusiasmo, quel tipo era proprio pieno di sorprese, e a lei gli piacevano i tipi così.
- davvero posso?-
- ma certo, vediamo come te la sai cavare!-
Ma bene, Gwen non era il massimo a calcio ma nel suo piccolo ci sapeva fare.
Corsero come topi in quella stanza, correndo e rincorrendosi a vicenda come due bambini.
O almeno lo era Gwen, Duncan era molto concentrato.
- vieni qua! Fatto sotto!-
- ora te la prendo…-
E così, dopo una buona mezz’ora di calcio, col il risultato di 5 a 3 ( Duncan è il vincitore) si stesero sul praticello artificiale, ansimanti ma contenti.
- niente malesei brava a giocare
- grazie, anche tu…-
Forse lei non le importava molto ma lui si era steso su di lei e non riusciva ad alzarsi, Gwen lo sentiva, entrambi si stavano eccitando.
- lo sai una cosa? Sei pesante…-
Duncan mise le mani ai lati della testa di lei, e avvicinò le sue labbra a quelle di Gwen.
- e tu sei molto leggera…-
Detto questo, si baciarono.
Gwen poteva sentire il bisogno urgente di sentirlo di nuovo, come quella notte.
Stava scoprendo un lato di lei peccaminoso, seducente e tagliente…e la cosa le piacque.
Anche a Duncan piaceva parecchio questo suo lato divertente.
Lui tolse la maglietta nera a Gwen e ricominciarono a baciarsi, ancora più a fondo e ancora più languidamente.
Era come se due serpenti si arrotolassero fino a stringersi convulsamente…un effetto strano ma impedibile in un rapporto con la persona che amavi.
Si sentivano il re e la regina del mondo in quei istanti. Solo loro.
Erano così tranquilli e concentrati a baciarsi e a toccarsi… che non  si accorsero di un'altra presenza vicino a loro.
Qualcuno alla finestra li spiava, era una ragazza, loro non potevano vederla ma lei vedeva benissimo loro che cominciavano ad arrivare più a fondo.
La ragazza cambiò la direzione del suo sguardo, guardava il viso di Gwen.
Sentiva un senso di irritazione che cresceva da minuto a minuto.
Strinse i pugni con forza.
- Gwencome fai a non accorgertene? Stupida che non sei altro… -
In quel momento un orologio scoccò l’ora.
 
 
 
 
 
 
            Fine quarta puntata
 
 
 
 
[Prenew prossima puntata]
“ la partita è inziata.
E la principessa sogna.
Quel mondo di cristallo comincia a girare-
E una presenza diventa un personaggio”
 
 
 
 
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VE LO CONSIGLIO :D
OVVIAMENTE PER RINGRAZIARLO ISCRIVETEVI AL SUO CANALE, SE LO MERITA!
 
Ep 5 -
http://www.youtube.com/watch?v=WxDwCy80jLI
 
 
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§§§§ astronave dell’ alieno autore/trice §§§§§§§
 
Aaaaah…. Sentire la musica nightcore “ sweetest ass of the world “ è una pacchia.
Vedere ryouko tagliare le braccia a nui harime è fantastico.
Leggere nel numero di topolino la serie “raceworld” è eccitante.
Disegnare e colorare i mie personaggi è pura soddisfazione.
Vedere la quinta stagione in italia (W ZOEY) è focoso.
Scrivere questa fic e ideare un'altra fic horror su facebook è gratificante.
Ballare sulla cyclette è vantaggioso.
Guardare “non aprite quella porta” è uno sballo.
Giocare con le palline di vetro è vorticoso.
Mangiare le gocciole belle belle belle è oltremodo buono.
E vedere il paesaggio di casa mia è carino.
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Ma essere rinchiusi in casa invece NO! Non è fico gente! Devo andare in biblioteca!
Il/la sottoscritto/a alieno potrebbe essere braccato dagli scienziati che vogliono tagliuzzarli la pelle per scoprire che segreti nasconde ma correrò questo rischio!!!!!
Però ho miei impegni.
Non sono un/a tipo/a solitario, è che ci tengo molto ai miei spazi personali.
Ma deve essere la passione che guida la mia vita e così sarà!!
Con questi continui sfoghi da bipolare vorrei chiedere le scusa a voi lettori e a mister stefan per il ritardo, troppi pensieri in testa, troppi impegni…
SAPPIATE CHE DOPO QUESTO CAP LE COSE CAMBIERANNO!
“Cambiare” è un parolone…. Però sarà più divertente, finalmente si arriva!
Il prossimo capitolo si chiama “ inizia la storia”, più certo di così…
 
Ringrazio ancora per le recensioni che ha ricevuto questa “faticosa” fic, continuatea e seguirci mi raccomando!
p.s all star? In italiano è pura bombaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Prossima fermata? Pahkitew island!!!!
Helloooooooooooooo!!
  
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