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Autore: Swish_    19/03/2014    0 recensioni
"Bello il cielo" è una short story ispirata alla vita di tante persone.
Mira a sensibilizzare il popolo italiano ancora di più sull'argomento della malavita, della mafia e della camorra... Attraverso una storia d'amore. E' nata come una short story per un concorso, senza impegno, e parola dopo parola si è evoluta come esempio di realtà che molte persone sono costrette a combattere ogni giorno.
Ruba pochi minuti e dona immense riflessioni.
Consiglio: ascoltate da youtube "Addicted to a certain lifestyle", se potete/volete; è perfetta per l'atmosfera struggente di questa storia. xD
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Bello il cielo... - mi sussurrò ad un orecchio, accennando appena un sorriso.
Era sempre questa la frase che segnava l'allerta. Ogni volta che accadeva, sapevo che non andava bene. Era sempre stato così, un ragazzo fragile e forte al tempo stesso. Uno che non adorava chiedere aiuto, uno che credeva di potercela fare da solo mantenendosi sulle proprie gambe... Eppure allo stesso tempo un ragazzo che aveva perso ogni speranza, che si era abbandonato alla vita come si abbandona un triste ricordo. Per paura, per rabbia, per vigliaccheria... Potevano essere tante le motivazioni, e lui le aveva tutte.
Voltai lo sguardo all'orizzonte e poggiai il capo sulla sua spalla. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Non quella volta. Il cielo che osservavo era intriso di calore quel giorno, con le sue sfumature calde e confortevoli, mentre il sole calava oltre le onde del mare velato appena da qualche nuvola.
Un altro giorno era trascorso e noi eravamo ancora lì, fermi, ad aspettare l'inevitabile senza neanche rendercene conto.
- Devo andare. - mi disse poi, carezzandomi il collo con le sue dita sottili ed affusolate.
- Quando tornerai? - gli chiesi con tristezza.
Samuel mi afferrò il mento con una mano e mi attirò a sé, sulle sue labbra, donandomi un flebile bacio. Quando riaprimmo gli occhi il suo sguardo fu più profondo di qualsiasi altra volta. Nei suoi occhi castani si celava un abisso di sofferenza, di irrequietudine e di... silenzio.
Aggrottai le sopracciglia:
- Cos'hai? -
- Nulla. - rispose, trasformando subito il suo volto grave in un sorriso smagliante.
- Tornerò presto. - concluse, e si rialzò.
La spiaggia era calma e isolata, e la sabbia sotto i nostri piedi era ancora tiepida, nonostante l'orario e la stagione estiva quasi al termine.
- Aspetta... - gli dissi rialzandomi anch'io, prima che mi desse le spalle per andarsene.
- Sarebbe questo il modo di andarsene? - continuai, fissandolo per bene.
Era sempre stato semplice, Samuel, anche nel modo di vestire. Capelli lunghi e sempre scomposti, occhi scuri, barba appena accennata a soli vent'anni e semplici jeans e t-shirt. Era proprio la sua semplicità a renderlo così bello, ed ogni volta che mi soffermavo a guardarlo me ne rendevo sempre più conto.
Mi sorrise con affetto, poi avanzò un passo verso di me e senza dir nulla mi strinse forte contro il suo petto, sprofondando il suo viso sul mio collo, tra i miei capelli lunghi.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare; sentii la brezza leggera che scorreva nell'aria come acqua in fiume, trasportando con sé anche il suo profumo... quello che più preferivo tra tutti.
- Ti amo. - mi sussurrò d'improvviso, baciandomi il collo.
Dopo pochi istanti si scostò, mi fissò ancora in volto con occhi lucenti, mi accarezzò lievemente una guancia, e senza aggiungere altro... se ne andò. Lasciandomi lì, su quella spiaggia culla del nostro amore. Non mi aveva mai detto a voce alta che mi amava, e ora se ne stava andando senza più voltarsi indietro... Oggi so perché.


- So che è difficile, ma deve cercare di non agitarsi, signorina... - il maresciallo della polizia continuava a percuotere delicatamente la mia spalla, mentre io piangevo a singhiozzi inginocchiata sull'asfalto.

“- C'è stata una sparatoria! -” avevo sentito dire da un gruppo di signori anziani, in piedi sulla strada, intenti ad osservare un'autoambulanza parcheggiata a qualche metro di distanza. Accadde mentre tornavo a casa quelle stessa sera, poco più di un'ora dopo il nostro incontro.
“- Un ragazzo c'è rimasto... -” continuarono.
Mi fermai d'impulso.
“- Un certo... Samuel, hai detto? -” scaraventai a terra la borsa che tenevo tra le mani e corsi verso quell'ambulanza.

- La prego... Appena se la sente... magari ci facciamo una chiacchierata, va bene? - continuava il maresciallo, con voce compassionevole.
Avrei voluto fermarmi, avrei voluto smettere di singhiozzare ed urlare, ma davvero non ci riuscivo. Non riuscivo ad ascoltare nessuno, a guardare nessuno, se non lui. Se non Samuel, disteso a terra immerso in una pozza di sangue.
Non lui...” avevo supplicato a Dio mentre correvo.
Ti prego, non lui...”
E invece lì disteso sull'asfalto senza vita, c'era proprio il suo corpo. Indossava gli stessi vestiti di quando mi aveva salutata un'ora prima. Aveva la stessa maglia sulla quale solo un'ora prima avevo poggiato il mio viso, lo stesso corpo che avevo stretto contro il mio, che avevo amato, che avevo baciato.

Samuel morì a causa di una faida camorrista. Era entrato nel giro non da molto tempo, e delle sue vecchie amicizie nessuno ne sapeva niente. Dopo i suoi funerali venni a sapere che entrambi i suoi genitori facevano parte di quella vita da qualche anno, ma Samuel in un primo momento non ne volle comunque sapere nulla; fin quando poi non fu assassinato suo fratello più piccolo, Andrea, di soli tre anni. Da allora entrò nel giro per la sola sete di vendetta, nel silenzio e nell'oscurità di una persona che sapeva di stare facendo una cosa del tutto sbagliata e pericolosa, e che per questo aveva scelto di non condividere quella responsabilità con nessun altro al di fuori di se stesso. Esclusa anche me. La sua ragazza. La sua promessa sposa.
So di non poterlo giustificare, so di non poter accettare quella sua scelta, so che è del tutto sbagliato... e soprattutto so, che adesso sono in pericolo anch'io. Ma la realtà non mi fa più paura. Voglio avere io la forza che Samuel non ha avuto, voglio averla anche per lui, voglio farla crescere per entrambi e voglio dire basta a questo orrore. So che probabilmente non servirà a nulla, ma questa è la mia scelta, in offerta di perdono per quella che aveva fatto Samuel. Per la sua anima, e per quella di tutte le persone che crescono e muoiono nel silenzio e nella paura.
Sì Samuel, era davvero bello quel cielo, insieme a te.

   
 
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