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Autore: Dragone97    19/03/2014    2 recensioni
E se Dubhe fosse nata a Panem nel Distretto 2? E se Sarnek fosse un ex vincitore degli Hunger Games? E se avesse simulato la sua morte, sconvolgendo Dubhe facendola entrare in accademia? E se la ragazza offertasi volontaria dai giochi scoprisse che Sarnek è il suo mentore? E se lui nel frattempo si fosse innamorato di lei?
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe, Sarnek
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV Dubhe
Qualunque cosa succeda domani, nulla cambierà: il mio destino è già segnato.  Non esiste speranza per le persone come noi. Non è vero maestro?
Credevo, che fossi morto, anzi credevo di averti ucciso io! L’ultima cosa, che mi sarei aspettata, quando l’accademia mi ha imposto di offrirmi volontaria per i giochi era, che tu saresti stato il mentore!
Perché non mi hai mai detto di essere un vincitore? Credevo, che tu fossi soltanto un assassino pentitosi di aver servito la capitale!
Mi hai salvata quando ero soltanto una bambina, quando aveva commesso un grave crimine e mi hai trasformata in ciò, che sono ora e ora tu sei qui davanti a me nella mia stanza nel centro di addestramento durante quella, che potrebbe essere l’ultima notte della mia vita, eppure nonostante tutto, non riesco ad essere arrabbiata con te.
 
-Ciao Dubhe, sono venuto ad augurarti buona fortuna per domani – mi dici con la tua voce suadente e credo, che esclusi gli allenamenti, questa sia la prima volta che mi rivolgi la parola da quando sono qui.
-Grazie. – Rispondo secca. Non voglio parlarti e soprattutto non voglio incrociare i tuoi splendidi occhi azzurri.
Esiti per un secondo e poi dici. – Sei arrabbiata con me? –
-Si. –
- Lo capisco e ti chiedo scusa – inizi a dire abbassando il capo. –
-Sai che cosa me ne faccio delle tue scuse, Sarnek? –urlo io.
-Non mi avevi mai chiamato per nome prima... – mi fai notare sorpreso.
-Prima eri il mio maestro: l’unica persona di cui mi importasse e per cui credevo di essere importante– dico alzando le spalle. – Poi ho capito che non era così. –
-Lo ho fatto per il tuo bene! – replichi tu.
-Credevo di averti ucciso! – gli urlo e mi sento come se stessi per scoppiare in lacrime.
-E io credevo che non ti saresti mai unita all’accademia – dici tranquillamente, come se la cosa non ti toccasse, anche se entrambi sappiamo che non è così.
-Non ho avuto scelta. Forse se tu fossi rimasto con me non sarebbe mai successo. -
-Come hai detto tu: forse. Non sappiamo come sarebbe andata, ma io sono certo di averti salvato la vita. –
-E mi avresti salvata da cosa? – chiedo sbuffando. –
Per alcuni secondo resti in silenzio e poi aggiungi. – Non posso dirtelo. –
-Vedi sai soltanto mentire! –
-Non sto mentendo, ma ti assicuro che non avevo scelta e ti chiedo solo di perdonarmi. -
 
POV Sarnek
 
-Non so se lo farò –rispondi cercando di sembrare fredda e insensibile, Mia piccola Dubhe, ho sempre pensato a te come una bambina, ma è chiaro che ormai non lo sei più e mi trovo costretto a costatare quanto tu sia diventata una donna forte e attraente.
-Almeno provaci – replico quasi implorandoti.
-Sai Sarnek, non mi hai mai dedicato tante attenzioni come stasera. Che cosa ti è successo? –
Cosa mi è successo? vorrei dirti piccola mia, ma ti sconvolgerei troppo e non voglio rovinare l’idea che ti sei fatta di me, soprattutto adesso che mi sto innamorando di te.
 -Sono sempre lo stesso uomo che conoscevi. – ti rispondo sorridendo, cercando di dissimulare la domanda.
-Questo non è vero, ma è chiaro che tu voglia tenerti per te i tuoi segreti, come del resto io farò con i miei. -
-Hai dei segreti Dubhe? –
-Pochi ma tutti oscuri. – mormori fissandomi con i tuoi splendidi occhi neri.
-Ad esempio? – ti chiedo maliziosamente. -
- Ad esempio: domani non ho intenzione di allearmi con gli altri favoriti: preferisco giocare correttamente. –
-Un’ottima strategia, ma io intendevo un segreto vero. –
-Ti ho sempre amato Sarnek – dici avvicinando il tuo viso al mio, ma io ti fermo prima con la mano. – Ho un segreto da confessarti: ti amo anch’io. -
I miei occhi azzurri si incontrano nei tuoi occhi neri. Allora, afferro la tua testa tra le mie mani e ti bacio e per un istante è come se l’universo smettesse di girare.
 
POV Dubhe
Maestro mio, per la prima volta dopo moltissimo tempo mi sento di nuovo viva e ti ringrazio: mi hai salvato di nuovo.
L’attrazione che provo per te è diventato un impulso animale irresistibile: prima mi stringo forte al tuo petto, poi ricomincio a baciarti e infine facciamo l’amore sul letto di una stanza nel centro di addestramento delle vittime sacrificale di Capitol City.
Non saprei dire quanto siamo stati insieme: secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, secoli, millenni o magari tutta l’eternità?
Comunque sia, ci addormentiamo abbracciati, finalmente insieme, come avrebbe sempre dovuto essere.
 
Il mio sonno è talmente profondo e tranquillo che non mi accorgo che un gruppo di pacificatori irrompe e ti porta via da me, amore mio.
 
Vengo svegliata da una mano che agita la mia spalla. Credevo che fossi tu, Sarnek, ma invece era Brutus, il mio compagno di distretto in questa edizione degli Hunger Games.
-Stai bene? Sei in ritardo per la colazione e tra qualche ora iniziano i giochi – mi dice.
-Dove è Sarnek? – gli chiedo disperata.
- Non lo ho visto a colazione ma immagino che si farà vedere presto. Ma perché me lo chiedi? – inizia prima di accorgersi che sono nuda e di trarre quindi le sue conclusione. – Siete ehm… come dire stati insieme? -
-Si. – rispondo imbarazzata.
-Ah ok… forse quel biglietto sul comodino è suo. – mi suggerisce Brutus
Afferro il foglio e lo leggo.
 
“Abbiamo catturato Sarnek, l’unico modo che hai per rivederlo è vincere i giochi. Ma non preoccuparti ti ho dato una mano a liberare la tua “bestia” interiore, che ti sarà molto utile.
Rekla”
 
- Chi è Rekla? Non ricordo di aver mai sentito questo nome… forse all’accademia? -
-Era suo? – mi chiede Brutus ridacchiando. –
-No. –
-Che cosa hai sul braccio? – mi indica il favorito. – Sembra un tatuaggio. –
 
Girò il polso e non riesco a capire cosa sia il simbolo rosso e nero che vedo, ma sicuramente non è niente di buono. Di sicuro c’entra con quel pericolo quello per cui il maestro ha finto di morire per salvarmi.
 
Mio caro Sarnek, ti prometto che vincerò per te a qualsiasi costo. I miei occhi neri si rincontreranno con i tuoi occhi azzurri.

Chiedo scusa a tutti coloro che hanno visualizzato la storia a metà.
Allora, spero che vi sia piaciuta e che recensiate in tanti. Di  questa storia potrebbe essere iniziata una long.
A presto,
Dragone 97
  
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